Ovviamente... impossibile?
Note:
Questo episodio è ambientato prima e durante
l'episodio 45 della prima serie, quello dove muoiono tutte le guerriere
Sailor.
"Ovviamente...
impossibile?"
Autore: ellephedre
Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. Essi sono
esclusiva proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation
Co.
Ltd
Episodio
3 - SE SOLO...
Era vissuta sulla Luna.
Sapeva che era vero, ma aveva ricordi di quel luogo. Guardare la palla
bianca
che brillava in cielo non le trasmetteva alcun emozione particolare. La
Luna era bella, candida e romantica, ma non era... casa.
Accarezzò con la mano la colonna sottile, a base quadrata,
accanto a cui era seduta. Conosceva l'odore del legno vecchio e solido,
il profumo di erba del giardino su cui crescevano radi fiori e l'odore
muschiato della terra nascosta sotto il pavimento.
Quella era casa: il tempio dove viveva con suo nonno, la Terra dov'era
nata e cresciuta e in cui avrebbe vissuto fino al termine dei suoi
giorni.
... potevano non essere molti.
Piegò le gambe contro il corpo, abbracciandole, riparandosi
in quel modo dal freddo dell'aria e dell'anima.
Avrebbero sconfitto il Regno delle Tenebre. Su quello non nutriva
dubbi, per il semplice fatto che... Non poteva che finire
così. La Terra non sarebbe stata avvolta
dall'oscurità, loro non avrebbero permesso un futuro del
genere. Per quanto
fosse forte il nemico, sarebbero state lei e le altre a
sopraffarlo, a vincere.
Fino al giorno prima si era riempita solo di pensieri positivi. La
paura era nata solo durante quel primo pomeriggio. Aveva consultato il
sacro fuoco con lo scopo di conoscere meglio il nemico e, avvilita, non
aveva potuto fare altro che constatare l'enorme potenza dell'avversario
che si stavano apprestando a combattere.
I mostri che avevano battuto fino a quel momento, persino i
generali, sembravano agnellini in confronto alla forza negativa che
aveva sentito persino da tanto lontano.
Come gruppo, lei e le altre guerriere Sailor avrebbero vinto. Ma
singolarmente? Era un'incognita.
Aveva paura per se stessa, ma soprattutto per le sue amiche. Loro erano
in
pericolo proprio come lei. Se necessario si sarebbero tutte sacrificate
per
proteggere Usagi, la principessa, l'unica che poteva usare il cristallo
d'argento capace di fermare il male.
Rei non voleva vedere morire nessuno. Non Usagi, ma neppure Ami,
Makoto e Minako.
E non voleva morire lei stessa, ma lo avrebbe fatto se la situazione lo
avesse richiesto: era suo dovere, un compito che sentiva
intimo al proprio essere.
Aveva sogni e speranze per il futuro, tanti e tante: voleva innamorarsi
perdutamente, voleva diventare una donna di successo, conoscere il
mondo, crescere, essere viva.
Perdere tutto però, dentro di lei, era più un
piccolo rimpianto che un vero e proprio dolore. Forse non era
ancora abbastanza cresciuta da comprendere ciò a cui stava
quasi rinunciando. Forse era meglio così.
A fare male era un'altra cosa.
Suo nonno.
Il suo nonnino, che si era preso cura di lei fin da quando era stata
una bambina, sarebbe rimasto solo.
Lei era la sua unica famiglia, suo nonno non aveva nessun altro. Chi lo
avrebbe aiutato quando sarebbe stato male? Chi altro avrebbe accettato
di vivere lì con lui? Chi si sarebbe preoccupato
della sua salute e del suo benessere quando fosse diventato
più anziano?
Vedi? Devi vivere.
Giusto, doveva essere quello il suo motto, doveva tirarne fuori
qualcosa di positivo. Aveva qualcuno per cui tornare indietro e
preoccuparsi, doveva
combattere al massimo delle proprie forze e tornare. Tornare indietro,
tornare a casa.
E se anche fosse successo il peggio...
Nel petto sentì una morsa pulsante il cui peso le rese
difficile respirare.
Suo nonno se la sarebbe cavata. Avrebbe pianto moltissimo per lei,
sarebbe
stato triste, ma era tanto forte e anche da solo sarebbe-
«Rei-san?»
Prima di girarsi, Rei deglutì il groppo alla
gola. «... Ciao Yuichiro. Hai...» si
concentrò, «finito di pulire il tempio?»
Lui le rispose con un cenno della testa.
Si era fermato a qualche passo da lei e nella penombra del corridoio
Rei non riuscì a vederlo bene in volto. Il suo
silenzio le sembrò anomalo.
«Cosa c'è?»
«Hai...» Lui fece un passo in avanti, uno solo.
«Stai bene, Rei-san?»
Non proprio, ma non aveva intenzione di discuterne con lui.
«Certo. Tra poco torno in camera
mia.» Se fosse stata maggiormente vicino alla propria stanza,
lui
non l'avrebbe neanche vista. Avrebbe dovuto pensarci prima. Comunque
aveva voglia di starsene lì
ancora per un po'. In fondo era casa sua, poteva sistemarsi dove
voleva ed essere lasciata in pace.
Yuichiro non se n'era ancora andato. La sua immobilità
iniziò ad avere il sapore dell'intromissione.
Rei fu travolta da un moto di irritazione. «Sto bene, ho
detto. Puoi andare via?»
Lui sobbalzò.
«Sì.» Si allontanò
rapidamente.
Il tono da cane bastonato era veramente noioso: come poteva sentirsi
tanto ferito da semplici parole?
Attese di vederlo girare l'angolo e sparire nel corridoio adiacente, ma
lui smise di avanzare proprio lì. Si voltò di
nuovo verso di lei.
Rei tornò di proposito a guardare il giardino interno della
casa. Per far desistere Yuichiro bastava non dargli corda.
Il nuovo scricchiolare delle assi di legno lungo il corridoio le fece
trattenere un sospiro e alzare gli occhi al cielo. Contò i
tre secondi che ci vollero a Yuichiro per tornarle accanto -
un po'
più vicino di prima, in verità - e
scandì con chiarezza,
«Voglio stare da sola.»
Invece di risponderle, lui si accovacciò, le gambe
piegate in quella strana posizione che le ricordava una scimmia.
«Lo so...» Esitò, in volto
un'espressione dolorante. «Ma sono preoccupato per
te.»
Non aggiunse a voce una richiesta che lei udì ugualmente. Non
mandarmi via.
Cielo. Ci mancava solo la faccia alla Usagi, quella che la faceva
sentire in colpa a trattare male la gente.
Sospirò mentalmente. «Preoccupato per cosa? Non ho
niente.»
Yuichiro si lasciò cadere piano all'indietro, sedendosi.
Cominciò ad osservare il pavimento e... continuò
a osservare il pavimento.
Roteando gli occhi verso l'alto, lei si appoggiò contro la
colonna di legno. Emise uno sbuffo e... rimase sul posto anche lei.
A guardare fuori, Yuichiro doveva semplicemente lasciarlo perdere.
Finché stava zitto, magari non si sarebbe
nemmeno ricordata che lui era lì.
L'assenza di pensieri la costrinse a concentrarsi sul freddo dei
dintorni. Non correva un filo d'aria. Era inverno e pochi giorni
addietro aveva nevicato. Lei ne aveva approfittato per fare
un piccolo pupazzo di neve a cui aveva tentato di dare le proprie
fattezze da guerriera.
«Avevo paura di non valere niente.»
Più che il suono della voce di lui, la sorpresero le sue
parole.
«Sin da quando ero bambino. Io...»
Yuichiro sollevò lievemente lo sguardo, «ero
contento della mia vita, ma il futuro... mi spaventava.
Non valevo quanto mio padre o le mie sorelle e... pensavo di non valere
niente.» Facendo una pausa, strinse le labbra.
«Sapevo che mi volevano tutti bene, ma credevo
che oltre a questo ci fosse poco valore in me. Per me.»
Raddrizzò un poco la schiena. «Allora non era
così chiaro. Mi sentivo
continuamente... a disagio. Ogni tanto, anche arrabbiato.» La
fissò incerto,
fino a che non cominciò a sorridere piano. «Poi
è passata. Mi sono reso conto che valgo qualcosa comunque.
Non
molto, ma... sono io. E ci sto bene.»
Il discorso non sembrava richiedere una risposta, ma Rei si
ritrovò lo stesso ad annuire. Il cenno
sembrò regalare a Yuichiro un poco di
allegria, anche se non abbastanza da togliergli la preoccupazione dallo
sguardo.
Lei tornò a guardare fuori e scosse appena la testa.
«Pensieri così vengono a tutti.»
«Sì, sono cose... difficili da dire.»
Di sicuro. Tanto. «Vanno via, lo hai detto anche
tu.»
Lui non rispose. O meglio, sembrò non farlo, fino a che non
parlò di nuovo. «Io penso... che a dirli ad
alta voce, vadano via più in fretta.»
In fretta?
... forse la battaglia avrebbe dovuto combatterla già domani.
Forse aveva davvero poco tempo.
La sua non era una paura sciocca ma a non spiegarne le ragioni sarebbe
sembrata tale.
... a Yuichiro non sarebbe importato. Importava a lei? Cosa gliene
importava oramai delle apparenze, di fare una brutta figura?
«Se io non ci fossi più, cos'accadrebbe al
nonno?» Con l'ipotesi fuori da lei, si lasciò
riempire da un timido sollievo. Seguì un irretito
disagio. «E' una domanda stupida. Solo che... non ci avevo
mai
pensato.» Bugia, ci aveva già pensato in passato.
Aveva concluso il
pensiero con un ottimistico e allora veritiero 'Ma io ci
sarò sempre per lui'.
«Intendi... nel futuro?»
Yuichiro era proprio stupido, la stava persino prendendo sul serio.
Permettersi di essere sciocca come lui fu liberatorio.
«Sì.» Fece una pausa.
«Starebbe bene alla fine, questo è sicuro. Magari
tra dieci o vent'anni andrà in una di quelle case di riposo
e...» Immaginarlo in un posto come quello la
intristì, ma pensò
a lui e al suo carattere e riuscì a sorridere. «Si
troverà degli amici lì. Insidierà
tutte le
infermiere.» Gli occhi le caddero sulla forma a punta di uno
degli edifici del tempio. La sagoma scura si stagliava sul cielo blu
notte. «Gli dispiacerà molto lasciare
questo posto. Vive qui da quando aveva...» Ricordò
un vecchio racconto. «Vent'anni.»
Suo nonno aveva passato più di quarant'anni tra quelle mura.
Era certa che avrebbe scelto di riposare lì per sempre,
quando fosse venuto il suo momento.
Mancava una vita, ma lei forse non sarebbe più stata con
lui, per dargli l'ultimo saluto, per dirgli di riposare in pace.
«Se...»
Guardò Yuichiro con la coda dell'occhio.
«Se tu non ci fossi più, rimarrei io con
lui.»
... come?
«Il maestro non resterà mai da solo.
Rimarrò
io.»
... che proposito assurdo. Tenero proprio per questo. «Non
credo. Cambierai idea, farai la tua vita.»
«Vivrò qui.» Lui si guardò
brevemente intorno. «Mi piace stare in questo tempio,
non avrò bisogno d'altro. Anche se cambiassi idea,
non verrò meno alla mia promessa.»
Le uscì un sospiro pregno di sorpresa e compassione.
«Ma non è una promessa vera. E' una cosa che stai
dicendo per tranquillizzarmi.»
Yuichiro sembrò perplesso. «Non ha importanza.
L'ho promesso. Lo farò.»
Forse la cosa peggiore di quella speranza era che lui ne fosse tanto
convinto.
... no, la cosa peggiore era che lei volesse
crederci sul serio.
Piegandosi di lato, Yuichiro si inoltrò nel suo campo
visivo. «Se ti succedesse qualcosa io resterò qui.
Te lo
prometto adesso.»
Permettersi di credergli andava un po' oltre quello che si sentiva in
grado di reggere.
Lui alzò un braccio, indicando la direzione
del santuario. «L'altro giorno tuo nonno mi ha introdotto
alla meditazione. Non ne sono ancora capace, ma è una
pratica
che penso di riuscire ad imparare e... mi ha fatto sentire bene. La
vita del maestro mi piace, se rimango qui potrei succedergli. Tra tanti
anni, voglio dire. Prima avrò bisogno di un apprendistato
severo e difficile.»
Per un momento Rei non seppe cosa dire.
Fu per quello che parlò comunque. «Ci credi
veramente.»
Lui assentì col capo. «Sono uno di quelli che...
beh, sono felici un po' dappertutto.
Riesco a vedermi sereno qui. Per questo non mi pentirò mai
della
promessa che ti ho fatto oggi. La manterrei a ogni costo
perché
per te... sarebbe stato importante.»
Lei si sentì travolgere.
Yuichiro, chissà come e perché,
arrossì.
«Sarei più felice di restare qui
se ci fossi anche tu e... è quello che
accadrà.» Spalancò gli occhi.
«Ah, non che rimarrai qui per sempre anche tu, Rei-san, dico
solo che... non ti succederà niente.»
Il suo imbarazzo le fece tornare il sorriso.
«Allora lo stai facendo per me.» Si
bloccò lei stessa sul significato di quella frase. Si
affrettò a correggere. «Cioè, dici
queste cose per diventarmi più...» cosa?
«simpatico.» Simpatico?
Yuichiro abbassò gli occhi. «Per farti stare
meglio,
per... te, sì.» Si fermò e, quando
tornò a guardarla, per un attimo perse ogni traccia di
insicurezza. «Ho promesso per te.»
Fu come una piccola puntura dentro di lei, strana, profonda.
Lui era già tornato a guardarla di soppiatto, la testa
abbassata. «Il maestro non rimarrà da solo
perciò non... non essere più triste per
questo, Rei-san.»
Rei sentì il bisogno di guardare il pavimento. «Va
bene.»
Lui non disse più nulla e lei e gliene fu
estremamente grata: la punturina di prima era ancora lì che
si faceva sentire, da qualche parte nel petto, nascosta. Divenne sempre
più simile ad un ago che iniettava
qualcosa
dentro di lei quando si ricordò che doveva ringraziarlo per
la sua
promessa, qualunque fosse il motivo per cui gliel'aveva fatta. Le
altre volte che si era sentita in quel modo gli si era avvicinata e gli
aveva dato un bacio sulla guancia, ma adesso la sola
idea la faceva avvampare e poi lui avrebbe equivocato di nuovo, finendo
col pensare che-
Che sento quel che sento?
Non era una sensazione con un nome, ma Rei ebbe la forte impressione
che
non si sarebbe trattato di un vero equivoco.
... stava impazzendo, stava pensando a cose che non stavano in cielo
né in terra, proprio come la sua paura di morire. Credere di
non avere molto tempo le stava facendo immaginare momenti
romantici che non esistevano.
«Allora» Yuichiro si
alzò, «io vado.»
Rei scattò in piedi prima di pensare. «Io
ti...» Niente
baci sulla guancia. «Ringrazio.» Il
bisogno di un contatto la portò a prendergli una mano, ad
accarezzarla pianissimo.
Lui si riempì di una meraviglia totale, talmente gioiosa da
farle
credere che nessun altro al mondo avesse mai tenuto tanto a lei.
Il cuore iniziò a batterle talmente forte che ebbe voglia di
ricompensare Yuichiro in un modo che sarebbe stato irrealmente
e follemente romantico.
Ritrasse di scatto la mano. «Grazie.»
Inspirando forte, se ne tornò nella sua stanza.
Il giorno dopo, partì per il Polo Nord con le altre.
Le mancava il respiro, non riusciva a respirare!
Afferrò disperatamente le braccia che la stringevano attorno
al
collo, urlando senza voce, emettendo tutto il suo potere.
Il ghigno del mostro che la stava uccidendo non sparì e Rei
iniziò a percepire scariche lancinanti di energia lungo
tutto il corpo.
«Ahhh!» Gridò davvero, in preda ad
un'agonia dilaniante.
La potenza dei colpi della creatura aumentò e il mondo di
ghiaccio attorno a loro esplose.
Usagi, Usagi!
Il ghiaccio si chiuse attorno a lei e, bombardata di dolore, la sua
mente cominciò a spegnersi.
No, il nonno e-
Senza sapere come, riuscì a rimanere cosciente.
Attorno a lei, come se si trovasse all'interno di un tubo gelato, il
ghiaccio aveva
formato pareti circolari. Avvinghiati attorno al suo stomaco
strisciavano raccapriccianti tentacoli che le impedivano di cadere nel
baratro profondo.
Venne tirata su, piano, fino a che la debole luce del giorno
iniziò a riflettersi sempre più sulla distesa di
neve. Nel suo campo visivo entrò il corpo del
mostro,
gambe blu di donna che di umano non avevano nulla.
«E così, finalmente, manca solo la
principessa.»
... quella stava per uccidere Usagi.
«Rei-chan!»
Usagi.
Ogni energia era sparita dalle sue membra. Non aveva forze,
non sarebbe
riuscita a fare niente per lei.
Fu appoggiata sul ghiaccio. Il gelo contro la guancia le
bruciò la pelle.
Fuoco, fuoco... crealo...
Makoto, Ami, Minako... erano morte, morte!, ma non
poteva
essere stato un
sacrificio vano.
In aria l'urlo della creatura la raggelò dove non era
riuscito il ghiaccio.
«Preparati a morire!»
Fu così che Rei vide la propria mano sollevarsi e
afferrare la
fine di un tentacolo bluastro.
«Cosa?!»
Ce l'ho, ragazze,
è
qui.
Veloci come saette, le voci e i volti delle sue amiche le
attraversarono la mente: le parlarono di sogni che non si sarebbero mai
realizzati, di vite che erano finite, di una determinazione che aveva
resistito fino all'ultimo istante.
Non un sacrificio vano.
«... non ho ancora finito.» Dalla forza con cui
parlò arrivò anche l'energia per voltare la
testa di lato e guardare verso l'alto.
Ti ucciderò,
sia l'ultima cosa che faccio.
«Fiire...» Strinse il tentacolo con dita che non
sentì. Non fu più lei, fu
energia pura, fu fuoco. Uccidimi
tu, uccidi lei. «Souuuuuuuul!»
Le fiamme sgorgarono dalle sue mani svuotandola, crescendo in
potenza
senza che fosse più lei a richiamarle. Andarono oltre
ciò che era mai stata capace di fare, uccisero l'assassina
in una deflagrazione che le tappò le orecchie, spaccando il
ghiaccio sotto di lei.
Non ci fu tempo per formulare altro pensiero, fu sbattuta da una parte
all'altra, senza la possibilità di chiudere gli occhi.
Morta?
No.
Aveva punte di ghiaccio a sostenerla sulla schiena, acuminate a tal
punto che pareva quasi che la trafiggessero (l'avevano trafitta?) Il
mondo aveva smesso di
muoversi, era calmo.
Oh, come le altre.
Si trovava su una scultura di ghiaccio proprio come le sue amiche
quando
erano morte.
Usagi stava davanti a lei, dritta, incapace di piangere... illesa.
Ce l'ho fatta.
Ed era ancora viva, anche se ancora per poco. Pochissimo.
Avrebbe voluto scegliere il suo ultimo pensiero, ma fu lui a scegliere
lei.
'Io ti ringrazio'
gli aveva detto. E poi gli aveva sfiorato la bocca con la propria fino
a
farsi scoppiare il petto di felicità, in un
ricordo intriso di dolcezza che ebbe vita solo in un rimpianto.
Trovò di nuovo la voce. «Proprio come avevi
detto...»
Era una voce strana, una voce che se ne stava andando, come lei.
«Avrei dovuto dare un bacio a Yuichiro.»
Quanto avevi ragione
Usagi, sii forte.
Espirò in una nuvoletta d'aria invisibile.
«Se solo...»
Se solo...
Innumerevoli e indescrivibili esperienze dietro quelle due sole parole. Poteva
quasi sentirle, quasi viverle. Quasi.
«... lo avessi fatto.»
Sarebbe stato...
Sorrise e morì.
...così.
SE
SOLO... - Fine
NdA: Come al solito i dialoghi sono quelli della versione originale
giapponese, ripresi dalla traduzione in inglese.
Episodio molto triste (anche più corto rispetto ai
precedenti) e
non so nemmeno se riuscirò a riprendermi col prossimo :D
Credò che sarà dal punto di vista di Yuichiro in
quanto
devo far vedere esattamente come la prende lui quando Rei torna
indietro e non ricorda nulla di quello che è successo in
questo episodio e anche nei precedenti, visto che sono tutti ricordi
legati
alla sua attività di guerriera Sailor e quindi le sono stati
cancellati.
Quindi Rei ricorderà chi è Yuichiro, ma non
ricorderà
più
molte cose importanti, tutte quelle esperienze vissute assieme a lui
che, sommate tra loro, erano riuscite a regalarle il pensiero che aveva
avuto in punto di morte.
Vabbeh, riprendiamoci con le risposte :D
Risposte
alle recensioni
chichilina:
'Il mio Yuichiro'
aveva fatto crepare dalle risate anche me. Cioè,
più
esplicita di così Rei non poteva essere e mi ha stupito da
morire scoprire che era un dialogo della serie originale.
Cerco di ricollegare gli avvenimenti che ho visto (e che rivedo per
l'occasione) con la vicenda che ho in mente, sono contenta che sembri
tutto così legato all'anime che tutti abbiamo amato.
Il proposito di stampare la mia roba mi fa sempre fare
°///° :D
Grazie per aver commentato :)
sissy:
grazie per la correzione
degli errori (ti eri spiegata benissimo), sono spariti quasi subito
proprio grazie a note come le tue :) Penso di aver accentuato
abbastanza in questo capitolo che entrambi sono proprio tonti (se
Yuichiro fosse stato diverso il bacio se lo sarebbe beccato qui ;) ) e
credo mi piaccia trattarli proprio per questo loro aspetto. Li adoro
insieme :)
Grazie della recensione :)
ggsi: la tua
analisi sulle
dinamiche interne al gruppo delle guerriere Sailor è precisa
e
mi trova pienamente concorde. Rei aveva bisogno di qualcuno che la
contraddicesse un po', che non le permettesse di fare il bello e il
cattivo tempo (anche coi suoi capricci). Forse è per questo
che
poi ho fatto evolvere un po' Yuichiro nella maniera che ho appena detto
:D
Rei come personaggio mi era sembrata insolitamente fragile proprio
attorno a Yuichiro e Usagi, ragione per cui esplorare questa
sensibilità è una cosa che mi ha sempre attirato.
La
Takeuchi comunque forniva una spiegazione che cascava a puntino :)
(anche se non ricordo un rapporto particolare tra Usagi e Rei nel
manga; cioè, non mi sembrava fosse così speciale
come
nell'anime).
Coi prossimi episodi di questa fanfic vorrei far capire esattamente
come Yuichiro si insidia sempre più dentro il cuore di Rei,
in
un modo che lei continua a non essere pronta ad accettare o comunque
che trova vada bene così com'è. In pratica vorrei
far
sentire a voi lettori sempre meglio cosa provava Rei nel momento in cui
Yuichiro ha deciso di andare via ne 'L'indole del fuoco', costruire
questo percorso di sensazioni che spaziano nel tempo.
Sì, penso che Rei possa avere paura di amare e soffrire, di
dipendere dall'affetto altrui, ma non sono certa che alla fine
spiegherò tutto solo in questo modo. Finisco col delineare i
caratteri dei personaggi mentre scrivo ciò che pensano e
ciò che accade loro :)
Spero che ti sia piaciuta l'interpretazione dell'episodio 45 che ho
dato.
Grazie della recensione!
Nicoranus83:
:D La frase topica
di Rei (Il mio Yuichiro!) ha colpito un po' tutti, ma appunto non era
farina del mio sacco (il bello è proprio questo :D).
Grazie a te per la fedeltà con cui mi recensisci, sono
contenta di allietare la tua voglia di lettura :)
maryusa: non
dovevi scusarti
del ritardo, grazie piuttosto per aver recensito! La scenetta tra Rei e
Usagi mi è proprio venuta, i loro battibecchi infantili si
meritavano uno spazio nelle mie storie :)
Grazie per esserti ricordata di recensire :)
amayuccia:
la tua recensione è lunga quasi quanto il precedente
episodio :D (e la cosa mi piace :))
Per quanto riguarda Minako, mi aveva colpito una battuta di Usagi
nell'episodio 38 dell'anime. Le diceva 'Ma come Minako, proprio tu?'
quando Minako suggeriva di fregare Luna e Artemis dicendo che andavano
ad allenarsi in montagna invece che a divertirsi. Da questo dialogo ho
dedotto che Usagi non fosse ancora stata esposta al lato più
esuberante di Minako e che quindi lei lo tenesse un po' sotto
controllo. Magari perché sentiva di dover essere
più
guerriera con loro o magari perché non erano ancora entrate
in
confidenza. Potrebbe essere l'ultima, forse Minako ha iniziato ad
essere più aperta con gli altri (e quindi meno distante,
come
mostrato in una scena del primo film di SM) in seguito all'amicizia che
ha stretto con le altre guerriere Sailor.
Yuichiro mi ha sempre dato l'impressione di essere allegrone e un po'
pazzo, ma da alcuni dialoghi (forse complice anche la voce del
doppiatore italiano, che a dirla tutta a me piace molto :) ) ho dedotto
che nel profondo dovesse essere tutt'altro che infantile. D'altronde i
suoi momenti di serietà si alternavano a momenti di assoluta
follia, quindi, proprio come per Rei, per chiunque può
essere
difficile credere che lui sia normale :D
In puntate varie della serie di SM si deduceva che Rei poteva essere
abbastanza superficiale nelle cose... superficiali, appunto :D Tipo il
voler primeggiare sempre e comunque, o, come ricordo adesso, voler
possedere addirittura 4 copie diverse di un libro pur di potersene
vantare (una roba della quarta serie). E' comica anche per questo :)
La tua curiosità sulla sorella di Yuichiro fu soddisfatta
con
tipo due mesi e mezzo di ritardo, ma alla fine ci arrivai :D Non so se
farò apparire presto gli altri membri della famiglia, per
ora
penso di no. Anche se ormai ho 'La storia di lui e lei' per parlare
della famiglia di Yuichiro più estesamente.
Per quanto riguarda la morte della madre di Rei, credo fosse stata
attribuita alla salute 'cagionevole'. Non escludo di parlarne meglio
più in là.
Inserire Kaido nel precedente episodio mi è piaciuto molto:
secondo me il manga non era molto realistico nel momento in cui
ipotizzava una vera relazione tra i due (nel senso che potesse essere
interessato anche lui) però l'episodio si adattava molto
bene al
passato di Rei, quindi l'ho modificato un po'.
Non ti piaceva Yu in tuta verde? A me sì :D Però
in
effetti la tuta da ginnastica blu mostrava ben altro... cough, cough :D
In 'Verso l'alba' mi piacerebbe riprendere meglio il concetto
già accennato su come il mondo reale interagisca con le
faccende
sailormooniane (gli attacchi, i mostri, ecc...) Ho in mente cose varie
che potrebbero essere interessanti, vedremo :)
Yuichiro passetto per passetto stava andando un pochino avanti. Dopo
l'episodio 4 si sentirà tornare di dieci caselle indietro e
sarà uno dei motivi per cui non sarà mai
più
totalmente sicuro delle reazioni/sentimenti di Rei nei suoi confronti.
Oh, ma io stesso mica prestavo tanta attenzione alle mimiche facciali o
al sottointeso nei dialoghi: è solo adesso, quando riguardo
le
puntate mentre scrivo questi episodi, che mi vengono in mente cose che
non avevo mai notato prima. Unire i numeretti e creare una linea
zizagata, se non dritta, mi riempie di soddisfazione.
Il progetto su una raccolta di momenti Mamoru e Usagi ce l'ho ancora in
mente, devo aspettare di farmi venire l'ispirazione giusta su come
scriverne almeno uno :)
Grazie tantissime della recensione (e se stai leggendo, ti auguro anche
da qui di avere maggiori momenti di relax per te stessa in mezzo a
tutti i tuoi impegni).
Alla prossima a tutti
ellephedre
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