Soru
x Blacky
E'
in giorno come tanti altri. Soleggiato e dal clima mite.
Siamo
in primavera ormai, ma non mancano i soliti gironi di pioggia che ne
caratterizzano l'inizio.
Soru
e io stiamo andando a zonzo per Deathcity. Avevamo in mente di fare
un giro per la città e fermarci a mangiare qualcosa al bar.
Io
voglio senz'altro una granita alla menta, col sole che c'è
oggi è l'ideale. Soru dice di volersi prendere “solamente”
un tè alla pesca e una brioche al cioccolato.
Entrati
nel locale, avverto subito lo sbalzo di clima rispetto al caldo che
c'è fuori e vado a prendere immediatamente posto in un tavolo
vicino alla vetrata. Dopo aver ordinato al bancone, ricevo
immediatamente ciò che ho ordinato.“Che velocità!”-
penso.
Andando
a risedermi, noto che un gruppetto di ragazze(saranno state sei o
sette) mi stava fissando, ma non gli do molta importanza. Sono troppo
concentrato a pensare come trascorrere la giornata con mio
“fratello”.
Tra
una chiacchierata e l'altra sono trascorsi venti minuti.
Ho
come l'impressione che il brusio delle chiacchiere all'interno del
locale sia come aumentato. Mi giro per vedere la situazione e vedo il
gruppetto di ragazze di prima. Stanno parlando e a volte ridono
sguaiatamente. Alcune di loro sono al telefono, forse stanno
chiamando altre loro amiche. Mah, chissà! Non che la cosa
m'interessi, sia chiaro, ma avevo come l'impressione che fino a
qualche momento prima, avessero lo sguardo puntato su di me e Soru in
modo alquanto sinistro, come se stessero complottando qualcosa. Sento
un brivido percorrermi la schiena.
Allora,
dopo aver finito la granita dico a Soru di andarcene(aveva finito
prima di me...!), proponendo di passare per il parco. Lui annuisce,
va a pagare e usciamo.
Siamo
ormai lontani da quel bar e faccio un gran sospiro per il sollievo di
essermene andato via prima che quel mio sospetto (infondato) si sia
tramutato in qualcosa di sgradevole...
Svoltando
l'angolo, non si sa né come né perchè, con mia
grande sorpresa vedo una folla di ragazze!! Tra di loro ci sono anche
quelle che avevo visto al bar, pochi minuti fa.
In
preda al panico, sono come paralizzato. Non so cosa fare. Soru si
gira per vedere se si può scappare dietro da dove siamo
venuti, ma ci hanno bloccato la strada. Siamo circondati: a destra
c'è un muro di cemento armato e a sinistra dei cespugli. Non
abbiamo vie di fuga.
Ad
un certo punto alcune di loro iniziano a gridare in coro:
<<
YA-O-I! YA-O-I! YA-O-I!! >>.
Non
c'è dubbio: sono fangirl.
Come sempre assetate di Yaoi e incesti incestuosi!!!
Immediatamente,
anche le altre ripetono la parola. Il rumore aumenta. Vado nel panico
più totale!
Cerco
di distogliere la mente da questo fracasso. Chiudo gli occhi. Tra
quelle voci, riesco a sentirne una famigliare. Riapro gli occhi e
guardo dove credo di aver sentito quella voce. Sono stupito. Quella
voce appartiene a Maka-chan! C'è anche lei?!?
Soru
non l'ha notata: è troppo preso dal trovare un modo per
fuggire da quelle maniache...
Come
colpito da un lampo di genio, si gira verso di me e mi prende per la
mano. Io non capisco. Lui si volta verso i cespugli, dove c'è
il parco. Dice qualcosa sottovoce, ma non lo sento. Ci mettiamo a
correre. Le fangirl non demordono e incominciano a inseguirci.
Abbiamo
corso per quattrocento metri (così penso, ma non ne sono
sicuro) e le fangirl continuano il loro folle inseguimento. I miei
battiti stanno aumentando e sto ormai incominciando a non sentire più
le gambe. Credo che Soru se ne sia accorto, perchè ci stiamo
dirigendo verso un sentiero occultato da alberi e arbusti vari per
sfuggire dalla folla. Io mi siedo, sempre tenuto per mano da Soru,
per riprendere fiato, anche se per poco, perchè dopo essersi
assicurato che non ci sia più neanche una di quelle
sanguisughe , Soru mi dice di resistere ancora per poco e ripartiamo.
Dal percorso che stiamo facendo, nonostante sia un po' stordito,
intuisco che stiamo andando a casa sua.
L'appartamento
è al secondo piano. Suggerisco di prendere l'ascensore, perchè
io possa riprendermi totalmente dalla corsa di poco fa e far sparire
questo terribile fiatone.
Una
volta entrati, pigio il pulsante e le porte si chiudono.
Mi
sento in qualche modo sollevato. Sollevato di non avere quelle
fangirl ad inseguirci come forsennate. In questa manciata di secondi,
assorto nei miei pensieri, mi accorgo di stare fissando Soru.
Sta
in posizione semi eretta, appoggiandosi con le mani sulle ginocchia.
Ha la testa rivolta verso il basso. Parte della frangia e degli altri
capelli gli si sono appiccicati sulla fronte e sulle guance madide di
sudore,. Sento che anche lui ha il respiro affannato, ma sicuramente
meno di me.
“Che
carino!!”, penso.
Lui
si gira, mi fissa e mi fa un sorriso con fare complice.
Spalanco
gli occhi, credendo di aver detto quel pensiero a voce alta e che lui
abbia sentito. Probabile.
Sento
una fitta al cuore. Ho come una sensazione che mi opprime il petto.
Non so come descriverla. E' paragonabile a un carbone ardente,
dall'elevato calore, al cui interno è sito un frammento di
ghiaccio perenne.
E'
una sensazione sgradevole, ma allo stesso tempo so di non poterne
fare a meno.
L'ascensore
si arresta. Sento un suono simile alla campanella della Shibusen e le
porte si aprono. Percorriamo il corridoio. Soru si dirige verso la
terza porta a sinistra. Lo seguo. Tira fuori dalla tasca un mazzo di
chiavi. Non ne ha molte, quindi posso supporre con certezza a cosa
servano: una chiave, quella con l'impugnatura massiccia di colore
arancio con due strisce oblique nere è senz'altro quella del
motorino. Quella azzurra con la scritta “SOUL”, invece è
dell'armadietto alla Shibusen. Le altre tre saranno quelle di casa.
Prende
una delle chiavi (tra le tre, la più sottile) e la infila
nella toppa della porta, quindi la gira. La porta finalmente si apre.
<<
SAFE!!!! >>, mi viene da dire, con tutta la voce che ho in corpo.
Soru
mi fissa e gli scappa un sorriso.
Mi
torna in mente il momento della fuga, quando mi aveva preso per mano
e ha iniziato a correre. Penso che dovrei chiedergli cos'era che mi
aveva detto in quel istante, prima di partire.
<<
Soru, cos...!! >>
Non
me ne lascia il tempo.
Mi
prende e mi porta in camera...il mio stato confusionale aumenta.
<<
M-ma,... >> non riesco a dire altro.
Sta
chiudendo dietro di sé la porta. Sento un clack. Immagino
che abbia chiuso a chiave. Anzi, siamo chiusi a chiave in camera sua!
<<
S-Soru?!? >>
Non
capisco bene che tipo di espressione abbia, perchè gli occhi
sono coperti dalla frangia. Ma questo mio dubbio dovrà subito
lasciar posto ad altro.
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