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Chi l’avrebbe mai immaginati quei canini
scintillanti risorgere per una notte…
Povera anima.
Sei un tormento.
Sei in tormento.
Sei il tormento.
Rinvieni sulle foglie secche d’autunno.
Sdraiato, lacerato, sanguinante e stanco.
Sempre stanco.
Stanco di tutto, stanco per sempre.
Stringi gli occhi. L’odore del terriccio quasi
ti brucia le narici per quant’è forte dopo che i tuoi sensi sono tornati normali
ma ancora lievemente ipersensibili…
Li chiudi, facendo forza sulle braccia.
Cazzo. Una è rotta.
Ricadi, in uno sbuffo di foglie.
Stringi i denti, facendo forza con una sola
mano e alzando il busto.
Scruti la foresta, guardandoti intorno. Hai
dormito a lungo, forse tutto il giorno lì svenuto. Il bosco sembra immerso nella
sera.
Il tuo sguardo nella notte.
Corrucci lo sguardo e ti guardi intorno.
Storci le labbra, in una smorfia di dolore, disgusto e disperazione.
Tossisci, hai la gola lacerata, lo senti.
Stringi le labbra per poi sputare un fiotto di sangue.
Ansimi ruvidamente per un po’, prima di
chiudere il pugno sulla terra e sporcarti ancora…
Alzi il volto.
I tuoi occhi, i tuoi occhi argentati non hanno
più nessuna espressione. Neanche una.
Ed è quella la cosa più spaventosa in quella
foresta.
Un animo tormentato.
Un animo senz’anima.
Che fine ha fatto?
Che ti è successo?
Salvati…
Salvami.
Salviamoci.
Uccidetemi.
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