Avete presente quei giorni in cui capita di pensare un po' troppo? Ci
si ritrova a valutare la propria vita, gl'amici, gl'obiettivi raggiunti
e quelli da raggiungere... E poi, magicamente, ci si ritrova depressi.
Sì, perchè c'è sempre qualcosa che non
ci piace, nella nostra vita. Nessuno di noi può dire di
essere veramente felice.
La felicità esiste, sì, ma è effimera.
Bisogna godersela finchè dura e cercare di non rimpiangerla
troppo una volta che se n'è andata. Funziona più
o meno come un amore o un'amicizia finita, insomma.
E poi ci sono quei momenti, molti, forse troppi, nella vita di ognuno
di noi, in cui non si è felici. E qui bisogna dividere
l'infelicità in vari gruppi. C'è
l'infelicità attutita dal sostegno di qualcuno, che
può essere una familiare, un fidanzato o un amico, vicino o
lontano che sia; l'infelicità resa sopportabile
dall'ottimismo (ma, di quello, bisogna esserne veramente dotati) e,
infine, quell'infelicità che si aggrappa ad ogni brutto
momento passato e ti trascina giù, in un oblio che nessuno
può capire. A sostenere quest'ultima, poi, c'è il
fattore solitudine. Di solito, infatti, chi ha molte persone intorno a
sè tende a provare i primi due tipi d'infelicità.
Chi è solo, invece, si lascia andare all'ultimo.
E poi, arrivano delle parole di conforto dette per circostanza. "Sei tu che hai poca stima di te
stesso", "Vedrai
che è solo un periodo, passerà".
Oppure, c'è il fuggi fuggi generale. Quelle persone che si
spacciavano per "amici" fuggono, quando sentono che non possono
aiutarti (che poi basterebbe un po' d'impegno) oppure che, alla fin
fine, non gliene importa granchè.
Anche in questo caso, però, bisogna specificare che esistono
diversi modi di fuggire. Non è necessariamente una
condizione fisica, infatti. Può non essere lo sparire
completamente, ma, in questa circostanza, può trasformarsi
in un evitare il problema, aggirarlo parlando di cose inutili,
rendendosi conto della tristezza altrui, ma facendo finta di non
sentirla, evitando, quindi, di curarsene, esordendo con frasi del tipo:
"Ma se tu non parli, io
non posso saperlo" oppure "Beh, anch'io ho i miei problemi".
E qui arriva il bello, perchè tu, nel novanta per cento dei
casi, sai di che problemi si tratta. Perchè le persone sono
così... A loro piace essere aiutati, sentirsi dire
esattamente ciò che vogliono, nel momento e nel modo esatto
in cui lo desiderano. E tu sei lì, ad aiutarli, sempre e
comunque, giusto? Perchè a te piace aiutare gl'altri. Bene.
Ed ora io ti domando: cosa ci guadagni? Qualsiasi cosa tu risponda, non
è la verità. Non ci guadagni niente, ecco la
realtà. Per quanto in cuor tuo tu possa essere convinto che
gl'amici saranno sempre lì, nel momento del bisogno, una
vocina dentro di te ti farà sempre dubitare. E se non dubiti
allora sei un ingenuo, perchè quando ti troverai nella
condizione di dover essere aiutato, vedrai che loro non saranno
lì, oppure ci saranno, ma non faranno niente e pronunceranno
delle frasi di circostanza o di scusa.
Dicono che ci si può rialzare anche da soli, ma non
è vero. Tutti abbiamo bisogno di una mano che ci aiuti a
tirarci su, perchè, evidentemente, nella caduta ci siamo
fatti male. E quando
nemmeno chi si definisce "amico" ti tende una mano, allora, e solo
allora, capisci che devi rialzarti da solo. E, quello, probabilmente
farà più male che cadere. Perchè
cadere vuol dire lasciarsi andare, abbandonarsi ad una forza
più forte di noi, ed è facile...basta scivolare,
fino a toccare il fondo. E, a quel punto, visto che non ci
sarà nessuno ad offrirti una mano, cosa farai?
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