Senza Tempo
60. Senza Tempo
- Hey Al vieni quì!-
La voce del nii-san risuona chiara e limpida nella stanza, amplificata
dagli angoli vuoti resi tali dall'arredamento alquanto spartano della
camera d'hotel che abbiamo scelto per questa notte.
Se fosse dipeso da me, a quest'ora riposerei in un letto degno di
essere chiamato tale, al posto di questa specie di tortura / distruggi
schiene che hanno avuto il coraggio di definire "materasso". Non so
davvero se in questo motel da quattro soldi abbiano la più pallida idea
di cosa sia un materasso.
Ma ormai è inutile piangere sul latte versato, quel che è fatto è
fatto, e il mio più grande errore di quest'oggi è stato appunto, aver
lasciato campo libero al mio fratellone riguardo alla scelta dell'hotel.
Ormai è da più di quattro settimane che viaggiamo senza far sosta per
tutta la Germania, spostandoci da una città all'altra per raggiungere
il confine di quest'enorme paese sull'orlo della guerra con l'unico
obbiettivo di rifugiarci in un paesino più tranquillo dove passare
finalmente una vita tranquilla, solamente noi due.
Io e il mio nii-san.
Qualche volta, mi sorprendo a chiudere gli occhi e ad avere una paura
infantile nel riaprirli. Temo un giorno di aprirli e ritrovarmi nel mio
letto a Resembool con Winry a reggermi la mano e al posto del corpo
sinuoso e caldo del mio nii-san, ritrovarvi solo i segni del mio corpo.
Temo ancora che tutto questo sia solo un sogno.
Ma infondo, so che non è così e me ne accorgo ogni giorno che passa:
alla mattina, quando Edward si alza da un letto, sorridendomi
nonostante sia ancora stralunato e rintontito dal sonno. Alla sera,
quando approdiamo in un altro luogo ma nonostante tutto, riesce sempre
a trovare la forza per regalarmi una dolce parola di conforto, e si
accoccola a me, mentre Morfeo lo rapisce fra le sue braccia.
Impossibile che tutto quello che sto vivendo faccia parte di un sogno.
- Hey Al?-. Nuovamente mi richiama, questa volta sembra meno seccato
però.
Sbuffo qualcosa, soffiando con le labbra il mio disappunto e mi
acciambello di lato, dandogli la schiena.
Sono stanco morto, non ho nemmeno la forza per alzarmi, tantomeno per
spiegare al nii-san che non sono in vena di ascoltare un qualche
complicato ragionamento su una qualsiasi teoria scentifica appena
inventata.
Avvicino impercettibilmente il naso alla superficie morbida del cuscino
candido, abbracciandolo con possessione, strusciandoci sopra la guancia.
E' il cuscino che ha usato poco prima il nii-san e ha già assorbito il
suo profumo. Ormai è una cosa di cui non posso fare più a meno. Il
profumo del mio nii-san. Un misto di lavanda e vaniglia che mischiato
all'odore della sua pelle diventa ancora più dolce.
Spesso Edward mi prende in giro per questa mania che ho di annusare
ogni cosa che abbia ancora una traccia del suo odore, e lo so pure io
che è un'ossessione piuttosto inquietante, ma è più forte di me.
Mi fa sentire protetto.
Ancora non capisco come ho fatto a resistere senza di lui per
quattordici anni.
A pensarci mi sembra una cosa assolutamente impossibile.
Mi sembra tutto così lontano...perfino il viso di Winry va via via
sbiadendo nei miei ricordi.
-Fratellino dormi?-.
-No- rispondo stancamente al suo richiamo: ma secondo lui una persona
stesa in un letto, immobile e silenziosa che ha chiuso gli occhi che
sta facendo?
Certe volte mi fa persino paura...non riesco proprio a capire che gli
passa per quella testolina geniale e complessata.
No, non è vero, so sempre a cosa sta pensando è una cosa che mi viene
naturale.
-Cosa c'è nii-san?- domando, girandomi verso di lui, sciogliendomi in
un dolce sorriso.
Ancora oggi, nonostante siano passati ormai mesi dalla nostra
ricongiunzione, mi sorprendo di come un essere umano possa risultare
così straordinariamente perfetto.
Gli occhi, i capelli, le labbra, il corpo...tutto del mio nii-san
sembra essere stato forgiato dalle mani degli dei.
Lui ricambia, e si appoggia dolcemente sulla sponda del materasso,
provocando un leggero rimbalzo che continua per pochi secondi,
fermandosi poi per rimanere completamente immobile, contemplatore del
silenzio calato fra me e Ed.
Adoro i nostri silenzi.
Molte volte, riusciamo a dirci più cose così che parlando.
Molti fraintendono questo tipo di comunicazione, ma è una cosa che loro
non possono capire.
E' un incantesimo, un segreto condiviso solo da me e lui.
E in questo momento so perfettamente cosa vorrebbe chiedermi, mentre si
tende morbidamente verso di me , allungandomi con gentilezza una
fotografia custodita fra le mani.
Sospiro, cercando di trovare quel minimo di coraggio per allungare la
mano, ed è proprio quando sfioro la sua che un brivido freddo mi
galoppa lungo la schiena facendomi tremare visibilmente.
E' questa senzazione che provo sempre, quando sfioro la pelle del
nii-san.
Così calda, soffice, morbida e profumata...se fosse commestibile, la
mangerei.
- Ah...-
Afferro con forza il ritratto, ma mentre ritiro la mano per portarmi al
viso l'oggetto sento la sua trattenermi e stringere forte il mio arto,
mentre il suo sguardo scivola sul mio corpo con una strana luce negli
occhi ambrati.
La speranza.
Sento le lacrime gridare prepotentemente all'entrata dei miei occhi, ma
non voglio piangere.
Non voglio dimostrarmi debole.
Non posso.
- Uhao...-
E' bellissima.
Non ricordo quando l'abbiamo scattata, ma è stupenda.
Dobbiamo avere su per giù otto anni.
Siamo entrambi piccolissimi, ma quello che attira maggiormente la mia
attenzione non è il mio corpo da bambino, e nemmeno il così lontano
paesaggio di Resembool, splendido sotto al sole di Amestris.
E' Ed. Assolutamente perfetto.
Dolcissimo, nei suoi pantaloncini rossi, gli occhioni ambrati
splendenti, un sorriso sprizzante di felicità sul visetto infantile.
Siamo abbracciati, entrambi sdraiati sull'erba verdeggiante del prato
di zia Pinako, ed entrambi ridiamo.
- E'...magnifica nii-san- riesco a dire, la voce rotta dall'emozione e
la stringo forte a me, all'altezza del cuore, così forte che quasi mi
faccio male da solo.
La voglio conservare per sempre nei miei ricordi.
Voglio stamparmi in testa quel sorriso divino, per rinchiuderlo per
sempre nella mia anima, nel mio cuore.
Lo sento sorridere, e si accovaccia al mio fianco, gli occhi puntati
sulla foto che non ho la forza di riporre, e aspetta, aspetta la mia
risposta.
Dio nii-san, se solo sapessi quanto dolore sto provando, quanto male mi
sto facendo a forza di tenermi tutta la verità dentro...
Gli rivolgo un sorriso disperato, pieno di rammarico e scuse, cercando
con gli occhi il suo sguardo.
-Mi...dispiace...-
Non ho la forza per dire altro.
Piegato così, su sè stesso, le braccia strinte al petto, il mio nii-san
sembra ancora più piccolo.
Piccolo e ferito.
-Mi dispiace...- sussurro ancora, la voce rotta dai singhiozzi.
Dio perchè?
Perchè, cosa c'è di sbagliato in me?
Cos'è questo schifoso buco nero che ha perforato la mia mente, questa
schifosa senzazione di black-out, questa stupida goccia che è fuggita
dal mio corpo, per trasportare non si sa dove un pezzo della mia anima,
dei miei ricordi?
Perchè non ricordo niente del nostro viaggio, dei nostri anni passati
insieme?
-Alphonse...- Mi passa una mano sulla spalla, abbracciandomi con
tenerezza e solo lì mi lascio andare completamente.
Nascosto fra le sue braccia calde, protetto dal resto del mondo, la mia
fortezza, la mia roccia.
E piango, piango come un bambino di cinque anni al quale è stato rubato
il suo giocattolo preferito.
Piango come non ho mai fatto in vita mia.
Edward mi abbraccia, accarezzandomi i capelli ramati sciolti lungo le
spalle e mi sussurra all'orecchio, la voce bassa e rilassante,
intimandomi di smetterla.
- Fratellone...io ho dimenticato tutto. Ho dimenticato i nostri anni
passati insieme è vero. Ho dimenticato..ho dimenticato il tuo viso da
quattordicenne, ho dimenticato i mille pericoli e le avventure che
abbiamo passato, i momenti felici e quelli tristi, e le nostre litigate
ma...se c'è una cosa che non ho dimenticato...Dio nii-san, una cosa che
niente e nessuno al mondo potrà mai farmi dimenticare...è che ti amo.
Ti amo più della mia stessa vita. Ti amo come non ho mai amato in vita
mia-
Basta questo.
Le parole scivolano via come acqua dalla mia bocca, prendendo forma e
librandosi nell'aria, finalmente libere.
Ed è un tenero cozzare di lingue, una danza sfrenata, una dolce gara di
labbra .
Ed è un mischiarsi di profumi, di pelle, di anime.
Ed è l'infinito, i nostri corpi che si fondono e non si sa più dove
finisce Edward e dove inizia Alphonse.
Ed è tutto questo e anche altro, mentre il tempo si ferma per
l'eternità, bloccandosi in un lungo attimo solo nostro.
-
Senza tempo -
Eheh speravate di esservi liberate di me
vero??
xD mi dispiace ma è tutto inutile, continuo a perseguitarvi senza sosta
*_*
Dunque...che dire di 'sto mezzo obrobrio appena abortito?
Niente xD Mi andava di scriverlo e l'ho fatto...anche se
effettivamente, potevo sorvolare sulla parte "Pubblica".
V.V a bè ormai... ( Conosci il tasto "canc"?nd Ed) (Sparisci nanetto
è___è ndme)
Dicevamo...mi è venuto in mente nella parte finale di "Il conquistatore
di Shamballa" mentre lo (ri)guardavo per la millionesima volta.
E' la prima volta che scrivo una one-shot con Al narratore, devo
ammettere che mi sono divertita tantissimo, sopratutto è stato quasi un
miracolo se non ho allagato casa mentre scrivevo i pensieri di Alphonse
sul suo fratellone. *ç*
E dopo questa narrazzione filosofica sui miei scleri, non mi resta che
dire:
Recensiteee *O*
xD Bacioni!!
Ps: Per la raccolta "Clear Destiny" volevo avvisare che il computer ha
deciso di beccarsi un bel virus di stagione, e ho perso tutte le
drabble scritte fino ad ora ç_ç Chiedo di pazientare un pò, credo che
per sabato dovrei pubblicare il nuovo capitolo. Grazie per
l'attenzione^^
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