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a/n: Che io sia
fuori di testa, è risaputo ormai. Questa doveva essere una one-shot ma siccome
nella mia testolina la scena è molto lunga, ho pensato di dividerla in capitoli.
Forse due, forse tre, non lo so ancora. Facciamo un salto nell'ipotetico
(ipotetico?) futuro.. come sarà Castiel? Bello sicuramente *__* ma forse un
po'... Spoiler 4° e 5° stagione, ma di brutto XD!! Attenzione: linguaggio
colorito!!
Disclaimer:Visto che adoro questa
immagine, non ho voluto mettere la firma dell'autrice su di essa, ma lo dico
qui. Questa immagine non appartiene a me ma ad
Alexya379 che così carinamente l'ha creata per la mia storia. A lei un
enorme e riconoscente grazie XD! L'immagine apparirà in tutti i capitoli.
Sex an' Drug
Come diavolo si chiamava?
Jenny? Katy? Molly?
Castiel non ricordava
nemmeno il nome di quella donna bionda che si stava rivestendo di fronte a lui,
dopo averci passato la notte.
Beh non proprio passato
la notte, c'aveva solo scopato. Passare la notte implicava, secondo lui, un
rapporto più profondo.
Invece loro si erano solo
accoppiati. Niente più.
Poi si erano
addormentati, o almeno lui si era addormentato, sfinito dal corpo a corpo
e stordito da alcool e pasticche.
Era solo una delle tante
femmine che gli si concedevano in nome di chissà quale congiunzione astrale o
forza superiore.
Ah no, con quella si era
spinto più in là. Le aveva confessato, con grande pathos, di essere stato
un angelo, tempo fa. Ma che era sceso sulla Terra per aiutare gli umani.
Sì, certo.
Sei anni prima, nel 2008,
era sceso sulla Terra con una missione ben precisa: sorvegliare Dean Winchester
e prepararlo al ballo finale, per quando cioè il Generalissimo lo avrebbe
indossato per prendere nuovamente a calci Lucifero.
Ma qualcosa era andato
storto, nella sua testa principalmente. Si era ribellato, era morto,
resuscitato, cacciato dal Paradiso dopo settemila anni di onorato servizio,
inseguito da angeli e demoni, eccetera eccetera.
E ora si ritrovava nel
2014, imprigionato per sempre nel corpo di quel povero scemo di Jimmy, del quale
non sapeva se fosse ancora nella sua testa oppure no, a passare le giornate tra
una caccia al crote e una scopata selvaggia, il tutto condito con whisky,
assenzio e anfetamine.
Hashish, quand’era
particolarmente fortunato e chissà come se ne trovava da qualche parte, com’era
successo la sera prima.
E poi c’erano anche le
ramanzine da parte di Dean.
Eh sì, Dean Winchester,
non avendo più Sam da controllare e sottomettere, si era messo a farlo con
Castiel.
Perché Sam.. wow… aveva
ceduto alla corte di Lucifero! Sì sì, proprio così, quella stupida idea di
dirgli di sì per poterlo imprigionare gli si era ritorta contro, e ora Lucifero
era padrone di un ragazzone di quasi due metri, vestito di bianco e
inquietantemente sempre calmo.
Quindi, Deano
sentiva il bisogno di rimproverare, giudicare, correggere e salvare un’ex angelo
del Signore. Proprio Dean, che si era sbattuto mezzo mondo femminile – tra cui
anche un angelo caduto infischiandosene appunto che fosse pur sempre un angelo –
gli faceva le prediche?
Eh sì, il senso di colpa
per non aver salvato Sammy, lo spingeva a rompere le scatole a lui; perché
diavolo non lo lasciava sprofondare nella depravazione in santa pace?
Lui non era suo fratello,
non erano niente.
Neanche più amici.
Che vita di merda.
Si allungò verso la sedia
accanto al letto che fungeva da comodino, prese la mezza bottiglia di whisky e
ne tracannò un lungo sorso. La gente normale di solito la mattina beve caffè o
the, lui buttava giù spirito già dalle otto del mattino.
Anche se a sua discolpa
si potrebbe dire che era più facile trovare whisky o gin che caffè o the.
“Allora
ci vediamo, Cas.” gli disse quella bionda anonima regalandogli un largo sorriso.
L’ex angelo sorrise
sforzandosi di ricordarsi il suo nome. “Sì… ci vediamo…” corrugò la fronte e la
donna capì.
“Non
ti ricordi nemmeno come mi chiamo, vero?” domandò risentita.
Castiel sospirò pensando
rapidamente a cosa dire. Non che gliene fregasse nulla di quella puttanella, ma
non voleva che andasse a dire in giro che non si ricordava nemmeno il nome delle
donne che faceva urlare nel proprio letto. Gli avrebbe rovinato la piazza,
oscurando la sua fama di guru dell’amore.
Anche se in fondo erano
tutte solo delle troiette ipocrite, davvero volevano fargli credere che si
bevevano tutte le stronzate che raccontava loro? Andiamo, era abbastanza
evidente che facevano finta di credergli per giustificarsi con sé stesse.
Perché gli altri al
rifugio sapevano benissimo che Castiel era diventato solo un imbroglione
puttaniere e nessuno osava mettere bocca sulla questione.
Solo Dean, appunto.
“Scusami
dolcezza” tentò di rimediare alzandosi dal letto “è solo che per me… voi non
siete solo un corpo a cui dare un nome, voi siete anime eccelse e le anime non
hanno nome. Per cui a volte i vostri nomi mortali mi sfuggono ma non perché non
siete importanti per me, solo perché siete molto, molto di più di un nome…”
concluse con un sorriso dolce, confessando a sé stesso di non aver capito
assolutamente nulla delle stronzate che aveva appena detto.
La giovane donna lo
guardò con disgusto e si mise le mani sul fianchi. “Fottiti Cas, non sono così
cretina come credi!” e si avvicinò alla porta a grandi passi, per poi voltarsi
di nuovo verso di lui “e comunque io sono Sally, imbecille!” ed uscì sbattendo
la porta.
L’ex angelo, ormai
pseudo-santone drogato e sessuomane, fece un’alzata di spalle e tornò a letto,
buttandosi a peso morto tra le lenzuola stropicciate.
“La
ipsilon c’era però..” commentò con il viso tuffato in un cuscino.
Il grado di cinismo che
in quattro anni aveva acquistato, era sconcertante. Era un depravato totale, non
arrossiva di nulla e non era raro che si impegnasse in incontri orgiastici con
più donne.
Non aveva pudore, non
aveva vergogna o sensi di colpa. Era senza freni.
Le uniche cose che
non faceva, era stuprare e fottere con gli uomini. Era così delizioso
seppellirsi completamente in una donna consenziente, che non riusciva ad
immaginare altro.
Almeno per il momento.
Sì perché in tutto il
rifugio, che contava non più di trecento persone, le donne che riteneva
scopabili, per aspetto ed età, erano una sessantina.
Se n’era fatto già
quaranta.
Chissà, magari dopo
essersele sbattute tutte – a doppio turno, possibilmente – sarebbe passato agli
uomini. Peccato che Becky fosse morta, pensò, avrebbe apprezzato sicuramente
quell’opzione…
Ridacchiò della sua
ironia macabra e si girò sulla schiena, fissando il soffitto. Che fine aveva
fatto? Cosa era diventato? L’ombra di sé stesso, un pallido e sporco ricordo del
potente soldato celeste che per millenni aveva dato battaglia alle forze del
Male.
Un bastardo, bugiardo,
vizioso e perverso essere umano. Sospirò sfregandosi gli occhi, gli bruciavano e
non sapeva se era il fumo della notte prima o il poco sonno che non gli era
bastato.
Si rialzò stancamente dal
letto e si trascinò in bagno, aprì il rubinetto e solo quando non ne vide uscire
neanche una goccia, si ricordò del razionamento. Si metteva in funzione
l’impianto idrico solo nel pomeriggio, per un paio d’ore.
“Wow…
ottimo periodo storico per diventare umano, non c’è che dire…” borbottò versando
un po’ d’acqua da una tanica in una bacinella di plastica. Si sciacquò il viso
bagnandosi anche i capelli, e si guardò allo specchio.
Incontrò gli occhi
stanchi e spenti di un quarantenne triste, con la barba lunga e le guance
scavate. Stava invecchiando, sia nella barba che nei capelli cominciavano a
comparire ciuffetti argentati. Era diventato umano a trentasei anni, proprio una
bella fortuna.
Niente infanzia, o
adolescenza, o gioventù. Già la mezz’età dietro l’angolo. La cosa positiva era
che sicuramente, lui non ci sarebbe arrivato alla mezz’età vera e propria. Lui
sarebbe morto prima, molto prima.
“Sally
ha ragione” disse alla propria immagine nello specchio “fottiti, Cas.”
Si asciugò il viso e uscì
dal bagno, tornò a sedersi sul letto e bevve un altro sorso di Whisky. Faceva
letteralmente schifo, ma almeno era abbastanza forte da stordirlo quel poco che
bastava a non farlo piangere.
Si massaggiò la fronte,
aveva la sensazione di avere un martello in testa che picchiava costantemente,
pensò che forse avrebbe fatto meglio a prendere un’aspirina, sempre che ne
avesse ancora. Non era esattamente il genere di sostanza chimica che usava
solitamente.
Si alzò con un sospiro e
si avvicinò alla cassettiera, aprì il primo cassetto e rovistò tra le varie
scatole.
“Merda”
imprecò “neanche mezza aspirina.. mi scoppia il cervello…”
“Se
la smettessi di farti dalla mattina alla sera, forse ti farebbe meno male.”
disse qualcuno alle sue spalle.
Castiel sobbalzò e si
voltò verso la voce.
“Porca
troia, Dean” gemette quando lo riconobbe “mi vuoi far venire un infarto?” e
tornò a cercare tra pillole e gocce.
To be continued.
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