Capitolo 24
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Mancava poco, ormai.
Tomoki aveva iniziato a sbattere i
piedi in terra, con fare nervoso. Junpei guardava
ogni 2 secondi l’orologio da polso, e per quanto riguarda i due fratelli,
ognuno dei due si alternava di continuo per guardare l’orizzonte, nella
speranza di riuscire ad intravedere gli ultimi due Digiprescelti
che mancavano all’appello.
E proprio quest’ultimi,
correvano a perdifiato, senza perdere di vista il punto d’arrivo.
Dovevano arrivare a destinazione, ma dovevano
farlo nel più breve tempo possibile.
- Junpei…- disse Tomoki, l’amico si girò verso di lui- Se mai dovessi
morire, ricorda che sei stato un ottimo compagno d’avventura. – fine la frase con un’espressione seria, tanto da farlo sembrare
molto più grande della sua età.
Il padrone del tuono gli posò due mani sulle spalle: -
Vedrai che quello scapestrato di Takuya arriverà in tempo, portando con sé ovviamente la dolce Izumi!
Tomoki sospirò,
di seguito i suoi occhi caddero sul plotone di Metalridermon
d’innanzi a loro. Avevano iniziato a sguainare le armi.
Era solo questione di minuti.
Kouji nello stesso momento si era
fermato ad osservare il sud.
Il fratello, senza poi tanti complimenti, aveva già intuito
il perché di quel gesto.
- Lei può digievolvere, ricordi?
Sono sicuro che saprà cavarsela. – gli disse, riferito chiaramente alla giovane
Miya.
Poi il padrone della luce si sporse verso Ovest. Junpei e Tomoki erano nei guai molto più di loro due. Fece un passo in avanti con l’intento
di raggiungerli, ma fu in quell’attimo che Kouichi lo bloccò: - Eccoli! –
esclamò a gran voce, mentre osservava Takuya ed Izumi mettersi sotto le torri dell’Est e prendere
posizione.
- Heeey! – vociò Takuya, sventolando in aria una mano, per farsi sentire.
- Era ora! – rispose Kouji,
anch’egli parlando ad alta voce.
Junpei si portò le mani ai lati
della bocca: - Takuyaaa! Che tu sia
maledettooo!!! – strepitò furibondo, ma infondo fu
felice almeno per una volta di vederlo insieme ad Izumi.
Il Digiprescelto del fuoco portò
il pollice all’insù, e quello fu l’ok definitivo che
servi all’intero gruppo per far comprendere una cosa soltanto: dare il via alla
battaglia.
Alzarono in aria i D-scan, e tutti insieme, in un unico coro, dissero a gran voce:
-
DIGIEVOLUZIONE ANCIENT!!!
Una cascata di scintille scaturì dai Digivice
dei ragazzi. Una miriade di luci colorate dal bagliore inimmaginabile, avvolse
uno per uno ognuno di loro.
Bagnati da una spirale digitale di puro splendore, i loro
corpi iniziarono mutare e, quando la luce di quella mirabolante trasformazione
finì, comparvero loro, gli Ancient.
- ANCIENTGREYMON!!!
- ANCIENTGARURUMON!!!
- ANCIENTIRISMON!!!
- ANCIENTMEGATHERIUMON!!!
- ANCIENTBEETMON!!!
- ANCIENTSPHINXMON!!!
Le sei leggendarie creature Ancient,
imponenti come non mai, si apprestarono a sguainare le armi.
La battaglia era appena iniziata.
AncientGreymon sbaragliò con un
colpo solo una fila intera di Metalridermon, con uno
dei suoi attacchi: il Gaia Tornado.
AncientBeetmon non fu da meno, e
per proteggere la propria torre, sbaraglio il nemico con un
sussultante Terra Blaster.
AncientIrismon aprì le danze con
una magnifica e a dir poco sfavillante Rainbow Symphony, mentre il possente AncientMegatheriumon
scaraventò sui nemici un Great Snowplow
da paura.
Attaccarono all’unisono AncientGarurumon
ed AncientSphinxmon con, rispettivamente, Sharpness Claymore e Dark Blast.
Fu uno spettacolo unico vederli lottare. Ogni loro attacco
lo era.
Vortici infuocati, fendenti di luce, fasci arcobaleno, ed
ancora terremoti possenti, tempeste di neve e colpi di fasci oscuri… Questo e
molto altro ancora furono in grado di mostrare.
E per il nemico, naturalmente non
ci fu scampo. Caddero a terra uno dopo l’altro, ogni Metalridermon
venne sconfitto, e così da oltre 1000 creature, il
numerò calò a 100, poi a 10, e l’ultimo di loro finì per essere annientato da AncientGarurumon che, riponendo lo spadone, pose fine al
combattimento.
La landa era deserta, ogni nemico era stato annientato, ma
qualcosa a Takuya non quadrava.
Si guardò attorno con fare circoscritto,
dopodichè gli altri antichi guerrieri lo raggiunsero.
Riacquistarono uno ad uno le
proprie sembianze.
Tomoki si guardò le mani, incredulo.
– La forma Ancient è… è…
- E’ una forza! – continuò Junpei,
con lo sguardo brillante.
- Avete visto i miei attacchi? – commentò Izumi, con una voce estasiata, sognante.
- Sono uno spettacolo! – affermò Kouchi,
trovandosi anch’egli d’accordo.
Mentre il chiacchiericcio dei
quattro si faceva sempre più incalzante, Kouji notò
che in Takuya c’era qualcosa di strano. Se ne stava in silenzio, sembrava quasi attendere l’arrivo di
qualcosa.
- Che hai?
- Non te ne sei accorto?
Kouji si guardò intorno. – Non
vedo nulla di strano.
- Appunto. Non c’è nulla di strano, non
c’è… - fece una pausa, poi finì secco- nulla.
A quel punto l’amico afferrò il concetto.
- Troppo facile, dico bene?
- Già… se ripenso allo scontro con Lucemon,
questo qui mi fa un baffo. – Il padrone del fuoco storse il naso – Credo che sia meglio non abbassare la guardia.
Kouji si trovò d’accordo.
- Hey, ma Miya?
– disse ad un tratto Izumi, mentre si guardava
attorno con fare confuso. – Perché non è qui?
- Non c’è più nessun Digimon nei
paraggi. Perché continua a restarsene a sud? –
commentò Junpei, come suo solito un po’ acido.
Guardarono verso il fondo, verso sud. Videro
la torre, ma non la ragazza che, con molta probabilità, si trovava alle
spalle del pinnacolo.
- Andiamo a controllare. – propose Kouji,
e fu il primo ad incamminarsi.
Giunti sul posto, si accorsero da subito che qualcosa non
andava.
Il luogo era deserto. Della bruna dagli occhi di ghiaccio
nemmeno l’ombra.
- Ma dov’è?! – esclamò Takuya, preso alla sprovvista.
- Miya! Miya!
– la chiamò Izumi, mettendosi le mani ai lati della
bocca per fare eco.
Junpei non poté fare a meno di
borbottare.
- Lo sapevo io che non c’era da
fidarsi di lei!
Poi ad un tratto fu Kouichi a fare
la scoperta.
- Guardate! – esclamò, puntando in alto il dito. Gli altri
lo seguirono con lo sguardo e… fu sgomento.
Si scorsero due puntini in alto nel cielo. Uno nero, l’altro
bianco.
Poi, quello nero calò improvvisamente giù, stava
precipitando.
Quando fu più vicino alla terra,
tutti si resero conto che in realtà quella che stava precipitando verso il
suolo era il corpo esamine di Ladydevimon.
- Ma che sta succedendo?! –
strepitò Tomoki in preda all’agitazione. - Dobbiamo
fare qualcosa, oppure si schianterà!
Izumi afferrò di corsa il Digivice. – Ci penso io! – affermò in
tutta fretta, ed infine urlando la fatidica frase, si trasformò nella
maestosa AncientIrismon. La creatura spiccò un salto
verso il cielo con uno sprint eccezionale. Dopotutto,
era pur sempre la padrona dei cieli, e nessuno poteva volare più in alto e più
veloce di lei.
Infatti, afferrò Ladydevimon che, in quello stesso istante riprese le
sembianze di Miya, e la riportò a terra sana e salva.
Gli altri non ebbero neppure il tempo di avvicinarsi a lei.
Una pioggia di ghiaccio li investì in pieno, e dal cielo venne giù qualcuno che
Takuya conosceva molto bene.
- Tu?! – tuonò il ragazzo, mentre si copriva il capo con le
mani.
Icedevimon, proprio lui.
Ancora lui.
Quando la pioggia cessò, il glaciale essere non perse tempo: scagliò uno dei suoi fasci congelanti in
direzione di Kouichi. Kouji
lo intercettò in tempo, e per proteggere il fratello, cercò
di fargli scudo col proprio corpo. Ci riuscì, ma…
Accadde ciò che nessuno mai si sarebbe aspettato.
Il ragazzo fu spinto per metri, e finì diritto nell’Abisso
delle anime perdute.
Takuya e gli altri restarono a
bocca aperta.
Kouichi scosse
il capo, poi improvvisamente cominciò a correre, sempre di più, sempre
più forte in direzione del precipizio. Junpei lo seguì
a ruota, e non appena il giovane Kimura fu così
abbastanza vicino dall’orlo del baratro, lo prese per
il braccio.
- Fermo! Sei impazzito?! – disse il
padrone del tuono, strattonandolo via da lì.
- Lasciami andare! Io devo…- riuscì
solamente a dire. La rabbia gli bloccò le parole in gola.
In quello stesso attimo, AncientIrismon
svanì, ed Izumi riprese le sue sembianze.
Se anche uno di loro mancava
all’appello, la Digievoluzione non era possibile.
Takuya dapprima rimase ad
osservare Kouichi che si dimenava disperato, urlando
il nome del fratello a singhiozzi, poi, con la rabbia che gli accecava lo
sguardo, diresse i suoi occhi in direzione di Icedevimon.
- Io…- disse, le mani gli tremavano, era sul punto di
urlare, e lo fece- Io ti distruggerò!!! – dichiarò con
quanto più fiato avesse in gola.
Dalla parte opposta, il bianco Digimon
scoppiò a ridere.
- E come pensi di riuscirci? Ora
sei solo un misero umano…! Tutti voi lo siete! –
spalancò le braccia, in segno di gloria, ed il suo corpo cominciò ad assorbire
potere da ognuna delle Sette Torri.
Da bianco, il corpo di Icedevimon si tinse di nero. E
poi, ad un tratto il suo corpo iniziò a mutare.
Un turbinio lo avvolse per intero, i Digiprescelti arretrarono per evitare di essere
travolti.
Il vortice si moltiplicò, triplicò, divenne enorme. Il cielo
si squarciò in due, la terra tremò violentemente, ma quando essa cessò di
farlo, quando il forte vento oscuro e quei fasci neri come la pece svanirono,
fece la sua entrata in scena il vero nemico di tutto lo scontro.
Rivestito da una lucente quanto impenetrabile armatura tinta
di nero con articolati decori dorati, aveva un lungo mantello dello stesso
colore, e tra le mani stringeva una lancia dalla punta acuminata e tagliente.
Takuya, Junpei,
Izumi, Tomoki e Kouichi lo guardarono dal basso verso l’alto.
Una creatura così, non l’avevano mai vista prima d’ora.
Cosa avrebbero potuto fare un gruppetto di comuni esseri
umani, senza effettuare nessun tipo di Digievoluzione?
Fu in quell’istante che Takuya, nel ricordare un flash back,
si rese conto con chi avevano a che fare.
- Quello… - disse dapprima, e stentava perfino lui a
crederci per davvero- quello è Darukumon!
Gli altri annichilirono.
Poi uno ad uno ricordarono anche loro di averlo già visto
nel castello di Ophanimon,
in una delle pagine di un libro che l’angelica creatura aveva loro mostrato.
- Questo è un problema. – commentò Tomoki,
ma in realtà non sapeva proprio cosa dire. Poi si corresse
da solo- Questo è un gran bel problema.
Fu in quell’istante che Miya, nel riprendere i sensi si rese conto della
situazione.
Pronunciò il nome della creatura per ben due volte: la prima
a voce bassa, poi prendendo coscienza di ciò, quel nome finì per urlarlo.
- Calmati Miya! – le fece Izumi, per tranquillizzarla. C’era però ben poco da fare.
La situazione sembrava essere più nera di una notte senza luna.
- E adesso? – disse il padrone del
ghiaccio.
Takuya deglutì. Per la prima volta
non sapeva come rispondere, cosa dire o fare.
Il destino di quei giovani umani sembrava oramai segnato.
Tuttavia, proprio davanti a loro, si
materializzarono i tre Digimon angelici, pronti a
dare un valido aiuto.
- Ophanimon, Cherubimon
Seraphimon…?! Cosa ci fate
qui?! – chiese Izumi,
sorpresa nel vederli.
- Siamo venuti per riportarvi indietro.
- Dobbiamo andarcene da qui.
- Useremo il teletrasporto! –
dissero i tre. – Coraggio, non abbiamo molto tempo! – affermarono, tuttavia
nessuno del gruppo si mostrò propenso ad andare con loro.
Fu Takuya a parlare per primo.
- Non possiamo. – fece, poi guardò Kouichi – Noi non possiamo abbandonare un amico. –
dichiarò, riferendosi a Kouji, caduto nell’abisso qualche istante prima.
Izumi, Tomoki
e Junpei si guardarono reciprocamente.
- Nessuno di noi se ne andrà senza
di lui. – asserì la ragazza.
Ophanimon sembrò assumere un’espressione
che aveva il sapore della comprensione.
- Vi capisco – disse dapprima –
tuttavia, se si finisce nell’Abisso delle anime perdute non si può più uscire.
Kouichi, in preda
all’esasperazione non riuscì a trattenersi.
- Non può essere così! Io… troverò il mondo di tirarlo fuori da lì!
Izumi gli posò una mano sulla
spalla con estrema dolcezza.
- Ricordati che puoi contare su di noi.
- Già, vedrai che tutti insieme
riusciremo a salvare Kouji! – asserì Takuya. Gli occhi gli brillavano
intensamente, riuscì a stento a trattenere il pianto.
Distratti, il gruppetto non si accorse che Darukumon aveva completato la sua trasformazione, e stava
per puntare dritto su di loro.
In quel preciso istante, Seraphimon
fece appena in tempo ad avvisare gli altri del pericolo imminente.
Cherubimon e Ophanimon
si unirono al terzo angelo, sollevarono le mani in aria, e facendo appello a
tutta la loro forza riuscirono ad innalzare una potente
barriera attorno a loro.
Darukumon picchiò quella sorta di
cupola energetica con la punta della sua lancia, la terra sotto ai piedi dei Digiprescelti vibrò
pesantemente, Seraphimon strinse i denti, Cherubimon aumentò il suo potere per evitare che la
barriera cedesse.
- Non reggeremo a lungo. I nostri poteri messi insieme non
potranno mai contrastare i suoi. – dichiarò Cherubimon, con l’espressione del viso contratta. Si
vedeva chiaramente che non avrebbe retto per molto. Anche
gli altri due alleati si sentivano quasi cedere da un momento all’altro.
- Ma perché…?! Cosa
c’entra ora Darukumon? Io non ci capisco più niente!
– Izumi in preda all’ansia scosse forte il capo.
- Un attimo prima Icedevimon, e
poi… - Junepi proprio non se lo sapeva spiegare. – Questo significa che quella specie di
ghiacciolo ambulante era in realtà Darukumon?
Cherubimon annuì.
- Purtroppo – premise con una voce
afflitta- lo abbiamo scoperto solo ora.
- E’ per questo che siamo corsi
subito qui. Icedevimon ci ha forviati
facendoci credere che in realtà voleva distruggere le Sette Torri per riversare
l’abisso in tutta Digiworld, ma… - Seraphimon sospirò amaramente- le sue intenzioni erano ben
altre.
- Avevamo affidato a Miya entrambe
le chiavi gemelle, tuttavia Icedevimon deve averlo
capito, e approfittando della confusione, l’ha attaccata
per rubargliele.
Dopo la rivelazione di Ophanimon, la ragazza dagli occhi di ghiaccio sbatté un
pugno in terra. Con il capo rivolto verso terra, e le
palpebre serrate, riuscì a stento a trattenere le lacrime.
- Io… ho fallito. – fece. – E’ colpa mia se ora ci troviamo
in questa ridicola situazione.
- Non dire così, tu non potevi sapere che Icedevimon ti avrebbe attaccato. Non eri pronta per
riceverlo. – cercò di confortarla Tomoki.
Poi Junpei si chinò verso la
ragazza. Quest’ultima alzò lo sguardo.
- Adesso dirai che sono una strega,
non è così? – disse, quasi con sarcasmo. Ma la
risposta del giovane la spiazzò.
- Al contrario… Ti sei quasi fatta ammazzare pur di adempiere al tuo dovere. Sono felice di aver conosciuto una
persona che tiene quanto noi a questo mondo!– il padrone del tuono gli porse
una mano. Miya la squadrò, poi squadrò
lui ben in viso, e finalmente si fece aiutare da lui affinché la tirasse su.
- Un momento… - Takuya attirò
l’attenzione su di sé – Se lo spirit di Darukumon è rinchiuso nel Gate of
the Spirit, allora come…- il Digiprescelto
non riuscì a completare la frase. Cherubimon fugò
ogni suo dubbio.
- Icedevimon è riuscito a
liberarlo servendosi della tecnica dello scambio digitale. Ha sostituito lo spirit di Ninzokumon con quello
di Darukumon, per compiere il passaggio.
- E questo è stato possibile per un semplice motivo: dietro tutto ciò, fin dall’inizio c’è sempre stata la mano di Darukumon stesso a condurre il gioco.
I Digiprescelti rimasero
esterrefatti da quella rivelazione.
- Prima Lucemon, poi Icedevimon, e ora si scopre che in realtà era Darukomn stesso? Non ci posso credere! – asserì
Takuya per primo, seguitò a ruota Izumi.
- Ma come è possibile tutto ciò?
Come ha fatto lo spirit di Darukumon
a manovrare il tutto dall’esterno?
- Si è servito di un umano.
- Un umano?! – vociarono in coro i
ragazzi.
- Rinchiuso nel Gate, lo spirit di Darukumon è riuscito a
sintonizzarsi con una delle tante anime che vivono nel vostro mondo. Proprio
come successo a Kouichi, egli ha manovrato quella
persona affinché si muovesse come un burattino al posto suo.
Takuya deglutì a fatica. Ebbe
quasi paura a formulare la domanda.
- Quindi… questo significa che lì
dentro, in realtà si trova un essere umano?
La risposta fu una soltanto: un seccò
sì da parte dei guardiani.
- No, non ci posso credere… - Tomoki
scosse il capo – Uno di noi… un umano, magari ha la nostra stessa età. E’
assurdo!
- Ascoltate- disse a malapena Seraphimon, spezzando quell’attimo
– dovete mettervi in salvo! Dovete assolutamente abbandonare Digiworld! La cupola della barriera sta cedendo!
Si fermarono tutti ad osservare il tetto di quello scudo
digitale. C’erano delle grosse fenditure che via via
si andavano ampliando.
- Noi non ci muoveremo da qui! – asserì Takuya
tutto d’un tratto. E dopo un
primo momento, di stallo, anche i suoi compagni annuirono.
- Non vi lasceremo da soli! – fece Izumi.
- Non abbandoneremo Digiworld! –
proseguì Tomoki.
- Lo abbiamo promesso! – si accodò Junpei.
- Non dobbiamo fallire. – affermò flebile Miya, indebolita dallo scontro con Icedevimon.
- Non lascerò mai che mio fratello rimanga qui! – dichiarò Kouichi.
Ognuno di loro aveva espresso la sua volontà.
Salvare i Digimon, salvare Digiworld, salvare il loro
compagno d’avventura.
Già, Kouji Minamoto,
finito nell’abisso oscuro.
Ma dove si trovava lui di preciso?
Aprì gli occhi, dopo essere svenuto. Attorno a sé il buio
soltanto.
Cercò di usare le mani per toccare qualcosa, ma fu in quell’attimo che capì di trovarsi completamente sospeso a
mezz’aria.
Provò ad urlare, ma invano. Nessuno avrebbe mai potuto
sentire il suono della sua voce.
Da solo, isolato dal resto del mondo, si rannicchiò ed
iniziò a quel punto a pensare ai suoi amici, ai suoi
compagni di scuola, alla sua famiglia, suo padre, sua madre, suo fratello.
Attorniato dalle tenebre, pensò che non li avrebbe più
rivisti, e anche il suo cuore si sentì quasi imprigionare dal buio.
Ma proprio in quell’attimo,
dal nulla si manifestò una piccola sfera di luce davanti al suo viso.
Il ragazzo con il codino restò in silenzio a contemplarla.
Quel bagliore così vivo e caldo si rifletteva nei suoi occhi e lo scaldava.
E poi, in quel silenzio si levò una
voce.
- Kouji Minamoto
– disse, e sembrava provenire proprio da quel piccolo puntino scintillante.
- Chi sei? – domandò il ragazzo,
colto alla sprovvista perché quella cosa conosceva il suo nome.
- Un tempo vegliavo Digiworld insieme a mio fratello.
Kouji spalancò gli occhi. La
fronte del viso si contrasse.
- Raitsumon?!
- Anche tu a quanto pare sai il mio
nome. – disse serenamente la voce.
- Ma… tu… cosa ci fai qui?!
- Ho vagato a lungo per ritrovare mio
fratello, finché pur di ricongiungermi a lui, sono stato confinato qui
in basso dal potere di questo baratro. Ho atteso a lungo il giorno in cui
qualcuno sarebbe disceso dall’alto per portarmi via. Una persona dal cuore puro
come il tuo. E oggi quel giorno è arrivato.
- Non capisco… - fece il ragazzo, e scosse il capo.
- Apri le tue mani – gli chiese lo spirit
di Raitsumon. Dopodichè si avvicinò all’umano, ed
adagiandosi in un palmo, gli chiese poi di stringere
forte. – Adesso è giunta l’ora di rimettere ogni cosa a suo posto. Chiudi gli occhi, si parte!
La barriera innalzata dai tre Digimon
angelici si era infranta.
Adesso sia loro che i ragazzi non avevano
più protezione.
Darukumon si preparò a sferrare un
nuovo e possente colpo. Pur di proteggere gli umani, Seraphimon,
Opahnimon e Cherubimon si
schierarono d’innanzi a loro per fare da scudo.
Sarebbero di certo stati annientati se, in quel preciso
istante, un aiuto inaspettato non fosse intervenuto.
Un raggio di luce colpì al costato Darukumon.
Il gruppetto di Digiprescelti si voltò, e fu subito
ovazione.
Kouji era lì,
tra le mani stringeva una sfera luminosa. Seraphimon
fu il primo a riconoscere lo spirit di Raitsumon. Kouichi non perse
tempo: corse incontro al fratello, ed i due, proprio
come amici che non si vedono da anni, finirono con l’abbracciarsi.
Dopodichè i gemelli si riunirono al resto della banda.
Approfittando della situazione, mentre Darukumon
se ne stava a terra stordito dal colpo infertogli poc’anzi, Raitsumon si levò in
volo.
- Non abbiamo un minuto da perdere! – esclamò
– Dobbiamo intervenire subito!
Takuya non aveva dubbi: - Dicci
cosa dobbiamo fare per salvare Digiworld!
- Siamo nelle tue, sommo Raitsumon!
– asserì con estrema devozione Seraphimon.
- Prendetevi per mano, e formate un
cerchio intorno a me. – ordinò lo spirito del potente Digimon.
Uno ad uno, i sette Digiprescelti
si strinsero per mano formando così un solido recinto. – Chiudete gli occhi, ed
aprite i vostri cuori. Lasciate che la luce entri dentro ognuno
di voi. – Raitsumon iniziò a volteggiare intorno agli
umani. Prima piano, e poi sempre più veloce. Si creò un turbinio scintillante
che spinse i tre Digimon angelici ad indietreggiare.
Il vortice accrebbe, duplicò, si triplicò. Proprio come successo poc’anzi ad Icedevimon, nel
momento in cui la luce fu più intensa, i ragazzi ne vennero
avvolti, ma continuarono a tenere gli occhi chiusi, a mantenere la
concentrazione.
Quando il turbinio fu cessato, ecco
apparire dal nulla una creatura celestiale, simile in tutto e per tutto a Darukumon, solo con l’armatura di colori diversi, bianca e
lucente. Tra le mani anch’egli stringeva una lancia dalla punta
affilata.
E fu così, che dopo secoli, i due
gemelli poterono trovarsi l’uno d’innanzi allo sguardo all’altro.
Ripresosi dal colpo incassato in precedenza, la prima cosa
che fece Darukumon fu quella di passare rapidamente
al contrattacco. Si gettò a capofitto verso il gemello, aveva uno sguardo
perso, e questo suo fratello lo notò subito. Parò il colpo, lo respinse, ma
dopo quello ne seguì un altro, e poi un altro ancora.
Fu un susseguirsi di attacchi e schivate a suon di
pugni e colpi di lancia. Durante questa lotta Raitsumon fu scaraventato a terra più volte. La
potenza del gemello divenuto malvagio era sconfinata. Il portatore di luce si
sentì afferrare per il collo: gemette e si dimenò.
Trovò la forza per parlare: - Darukumon
– disse a stento, con la voce strozzata – devi riprendere il controllo di te
stesso, o finirai per annientare ciò che per anni abbiamo
sempre cercato di proteggere… Tu non puoi volere che Digiworld
venga distrutta! – dichiarò con tenacia. Però, Raitsumon sapeva che il gemello non lo avrebbe ascoltato. E conosceva anche il perché. Riuscì miracolosamente a
colpirlo nel ventre con un fascio di luce scaturito dalla mano.
Darukumon odiava dannatamente la
luce, perciò rimase stordito per un po’, quasi accecato da quel bagliore.
- Ascoltatemi Digiprescelti –
proferì il gemello della luce, parlando a quei sette ragazzi che risiedevano
ora nel suo corpo – Mio fratello agisce in base a ciò
che quel virus contratto decenni fa gli ordina di fare. Devo prima di tutto
debellarlo, altrimenti non riuscirà mai a tornare in sé. Per farlo, ho bisogno
del vostro aiuto!
- Noi siamo con te!
- Con pure sul nostro aiuto! – fecero in coro Takuya e Kouji.
Ma in quel preciso istante, Darukumon si scagliò ancora una volta all’attacco.
Raitsumon fece appena in tempo ad
evitare che una delle sette torri venisse rasa al
suolo dalla furia del gemello. Fermò la lancia con la sola forza delle mani, e
la respinse all’indietro.
Fu una sorta di braccio di ferro: Darukumon
da un lato cercava di buttare giù sia l’enorme pinnacolo sia il fastidioso
fratello. Raitsumon di fronte a lui faceva appello a
tutte le proprie forze per respingerlo. La fatica si faceva sentire, ma lui non
poteva mollare.
Poi si rivolse ancora ai ragazzi.
- Sono sufficientemente vicino a Darukumon. E’ giunto il momento, Digiprescelti!
Vi trasferirò nel suo corpo, da lì dovrete cercare il
virus ed annientarlo. Cercherò di resistere più che posso, ma fate presto! – Raitsumon strinse i denti, e fu in quel preciso momento che
facendo ricorso al suo immenso potere, scaraventò i
sette ragazzi all’interno di Darukumon.
Una volta dentro, il gruppetto si guardò intorno con aria
spaesata. Era buio, non si vedeva assolutamente, tuttavia una luce nelle loro
mani cominciò a brillare. Scaturiva dai D-scan.
- I nostri Digispirit ci stanno
invitando a Digievolvere! – dichiarò il padrone del
fuoco.
Kouji si fece avanti:
- E allora che cosa stiamo
aspettando? Coraggio! – sollevarono in alto le mani, e diedero il via alla
trasformazione Ancient, eccetto Miya,
che si trasformò in Ladydevimon.
AncientGarurumon rischiarò
l’ambiente con la forza del suo potere illuminante.
In questo modo i Digimon poterono
guadarsi intorno ed individuare il vero nemico da sconfiggere: il virus.
AncientGreymon fu il primo ad
avvicinarsi, tuttavia AncientBeetmon lo trattenne. –
C’è una barriera difensiva potentissima! Se la tocchi
per te sarà la fine!
AncientSphinxmon elaborò alla svelta un piano: - Io
appartengo all’oscurità, ed è questo il mio elemento. Se
provassi ad oltrepassare quella barriera e a disattivarla una volta dentro,
riuscireste ad entrare.
- Ma se ti sbagliassi? E’ troppo
rischioso! – disse AncientGarurumon. Non se la sentiva affatto di mandare il fratello a rischiare
la vita. – Elaboreremo un altro modo per disattivare lo scudo.
- E’ un rischio che dovrò correre. Non c’è tempo per trovare
altri sistemi. Devo intervenire adesso, devo farlo
subito! – la grossa sfinge nera si levò in volo grazie alle sue ali maestose, e
puntò dritta contro la barriera. A nulla servirono le grida di Kouji. AncientSphinxmon trapassò lo
scudo ritrovandosi così dall’altro lato. Lo disattivò colpendo una sorta di
nucleo digitale fluttuante che teneva in attività la transenna, con un doppio
di fasci di luce oscura.
In questo modo, il resto del gruppo poté finalmente avere
via libera.
Uno di fianco all’altro, senza sprecare altro tempo
prezioso, gli Ancient scaraventarono
i loro colpi migliori su quella massa informe dal colore verde brillante,
ovvero il virus.
Accadde un fattore inaspettato: tutti i colpi rimbalzarono
all’indietro creando una sorta di effetto boomerang
che ritornò dritto ai sette mittenti.
I Digimon furono investiti in
pieno dai loro stessi poteri, e caddero a terra distrutti.
AncientIrismon si sentiva le ali
paralizzate, AncientMegatheriumon si ritrovò stordito
a scuotere più volte il testone peloso, mentre il resto guaiva come un gruppo
di cuccioli appena nati.
- Ma che cosa è successo?! –
brontolò il padrone della luce, mentre si rialzava, a fatica, dal suolo.
- Deve esserci qualcosa che blocca gli attacchi… una sorta
di sistema difensivo che si innesta al momento di una
particolare situazione. – rifletté il custode del tuono. – Se
solo avessi più tempo a disposizione…
AncientGreymon colpì il suolo con
un pugno. – Maledizione! Perché non possiamo salvare questo mondo?! Perché?! – le urla riecheggiarono in tutto quello strano
universo oscuro.
A Takuya gli si strinse il cuore.
Lui e gli altri volevano salvare Digiworld, anche a
costo di rischiare la vita. Lo volevano davvero quei ragazzi.
E fu proprio quel forte desiderio a
far scattare il miracolo.
Dal nulla si materializzarono gli spirit
dei restanti quattro Ancient:
AncientVolcamon, AncientMermaimon, AncientTroiamon
ed AncientWisemon.
- Ma cosa…?! – parlottò
confusamente il padrone del fuoco. Tutti non riuscivano a credere ai loro
occhi.
- Per annientare il virus, occorre il potere di tutti i
guerrieri Ancient messi insieme. – proferì AncientWisemon. Di seguito, i quattro si avvicinarono al
resto del gruppo.
- Siete pronti? – chiese AncientTroiamon,
il cavallo di Troia del mondo digitale. Tutti annuirono.
- Utilizzeremo i nostri attacchi più potenti che
concentreremo al centro del nucleo. – spiegò la bellissima sirena AncientMermaimon.
L’irruente AncientVolcamon prese
la parola.
- Al mio tre. – antepose. Ed iniziò il conteggio. – Uno… due…-fece una pausa, aspettò
il momento adatto e poi finalmente pronunciò: - tre!!!
- OMEGA
BURST!!!
- ABSOLUTE ZERO!!!
- RAINBOW SYMPHONY!!!
- FREEZING BLIZZARD!!!
- CALAMITY THUNDER!!!
- NECRO ECLIPSE!!!
- SUPERNOVA!!!
- GREAT MAELSTROM!!!
- SURPRISE CANNON!!!
- LAPLACE’S DEMON!!!
- DARKNESS WAVE!!!
I dieci Ancient insieme all’aiuto
di Ladydevimon, scagliarono i loro attacchi con
quanto più potere avessero dentro. I colpi si fusero tra loro creando un
turbine di luce e speranza, fin quando…
Darukumon cadde al suolo. Sembrava
ora una bambola senz’anima.
I ragazzi a quel punto si ritrovarono fuori. Erano
completamenti esausti.
Ophanimon e gli altri due angeli
li soccorsero all’stante.
Takuya trovò la forza necessaria
per guardare i due gemelli.
Raitsumon, chino ai piedi di Darukumon gli sollevò il capo, chiamò il nome del gemello
finché quest’ultimo, debole ma finalmente cosciente
aprì gli occhi.
- Sei tu… fratello… - disse flebilmente.
- Adesso è tutto finito. – sorrise, Raitsumon,
afferrò la mano di Darukumon con gentilezza. - Ora
possiamo finalmente ricongiungerci. I nostri spirit
continueranno a vegliare su questa terra, e stavolta lo faremo insieme, io e
te, come un tempo. – la creatura della luce si voltò verso i ragazzi. – Grazie,
Digiprescelti. Grazie di tutto! – disse, e poi, lui e
il fratello divennero polvere scintillante che, nel
cadere al suolo, assunse la forma predestinata: quella delle due chiavi
gemelle.
Seraphimon le accolse dentro di sé
per conservarle come aveva sempre fatto.
Ophanimon e Cherubimon
aveva aiutato gli umani a rialzarsi da terra.
Senza dubbio ogni Digiprescelto aveva
gli occhi lucidi come quelli di uno specchio d’acqua cristallino.
Finalmente erano riusciti a salvare Digiworld.
Lo avevano fatto dopo mille peripezie, dopo tante avventure, battibecchi e
riappacificate. Ma lo avevano soprattutto fatto con il
cuore. E questo rendeva ognuno di loro un vero eroe.
Ma ad un certo punto, nel luogo
dello scontro videro una figura riversa a terra.
Doveva trattarsi senza dubbio di quell’umano
soggiogato dal potere di Darukumon.
Corsero in quel punto per soccorrerlo, ma quando Junpei e Takuya lo presero di
corpo per girarlo verso l’alto, fu subito sgomento.
- Ma quello è…- fece Izumi, incespicando.
- Ivan!? – dissero in coro i rispettivi padroni del fuoco e
del tuono.
- Non capisco…! – Izumi scosse il
capo.
Ci pensò Junpei a far quadrare
ogni cosa con una delle sue colorite risposte.
- Ecco perché era così odioso e prepotente!
La biondina trasalì.
- Quindi… lui era Icedevimon…
- Si è sempre preso gioco di noi e… di te. – le disse Takuya. – Se penso a quello che ci
ha fatto passare… - chiuse la mano a pugno. Per un attimo il pensiero di
sferrargli un pugno gli accarezzò la mente. Tuttavia
cercò di controllarsi.
- Adesso è svenuto. Quando si
risveglierà non ricorderà più nulla. – affermò Cherubimon.
E subito dopo Takuya aggiunse:
- Quindi lo dovremo anche riportare
a casa…? Che bella fregatura!
Junpei sospirò. – Visto che qui il
più grande e grosso sono io, mi sa che toccherà a me il lavoro sporco. –
sospirò ancora, poi lo raccolse dal suolo e se lo caricò sulle spalle.
A quel punto, era giunto il momento dei saluti. I tre angeli
teletrasportarono sia loro che
il gruppetto davanti al castello di Ophanimon.
I fiori, in quel prato brillavano ora di una luce nuova.
L’intera Digiworld, a partire dalle
piante e dal cielo, sembrava sorridere.
Da quello stesso prato sbucarono dopo tanto anche Bokomon e Neemon. I due esserini corsero incontro ai loro amati amici e li
abbracciarono tutti, uno per uno. Miya, ovviamente,
rifiutò declinando l’offerta.
- Ci siete riusciti ragazzi miei! – commentò Bokomon, con le lacrime già agli occhi.
- Già… siete stati bravi. – seguitò Neemon,
ma come suo solito aggiunse: - sì, ma a fare cosa?
Il compagno gli tirò uno scappellotto: - Hanno salvato Digiworld, Stupidmon!
Scoppiarono inevitabilmente tutti a ridere.
E poi, giunse l’ora dei saluti.
- Noi non sapremo mai come sdebitarci. La stessa Digiworld è in debito con voi. – disse Ophanimon,
e mentre lo faceva la voce le tremava. Era emozionata, come lo erano anche i
suoi compagni.
Poi Takuya e gli altri si
guardarono. Fu il primo a parlare, a fare da portabandiera.
- Siamo noi ad essere in debito con Digiworld.
Grazie a questa terra, siamo cresciuti dentro, abbiamo imparato ad amare e
rispettare ogni creatura, e questo ci rende orgogliosi di averlo fatto grazie a
tutti voi! – afferrò le mani di Ophanimon,
le strinse forte, cercò di trattenere il pianto, ma una lacrima riuscì a
scappargli.
I tre Digimon angelici aprirono un
passaggio che li avrebbe riportati nel loro mondo.
I Digiprescelti abbracciarono
ancora una volta i loro amici, dopodichè si prepararono a varcare la
soglia del portale.
- Ci rivedremo un giorno? – chiese Takuya.
- Se i vostri cuori lo vorranno,
allora sì! – rispose Ophanimon.
- Portate con voi il ricordo di Digiworld,
sempre! – aggiunse Seraphimon.
Il coniglio gigante, Cherubimon,
disse anche lui la sua: - Noi faremo altrettanto, ricordandoci di voi, del
vostro coraggio e della vostra bontà!
Bokomon a quel punto scoppiò in
lacrime. Neemon cercò di consolarlo come poteva, così
il Digimon bianco si soffiò il naso agguantando un
lembo dei suoi pantaloncini rossi.
Tra un saluto e l’altro, Kouji si
accorse di una cosa.
Miya, anziché restare dalla loro
parte, sostava al fianco di Ophanimon,
e quel gesto in un certo senso sembrava quasi voler dire che sarebbe restata lì
a Digiworld.
La ragazza si rese conto di essere osservata. Guardò dritto
negli occhi Kouji, e quest’ultimo,
nel momento di partire, le disse: - Non verrai con noi, vero?
Takuya e gli altri si girarono.
- Ma come? Resta qua? – disse con
stupore il padrone del fuoco.
- La mia casa è a Digiworld. C’è
molto da fare adesso, e questo posto ha bisogno del mio aiuto.
- Sei sicura? – le domandò Kouji,
ma tanto la risposta di Miya lui la sapeva già.
- Lo sai che non cambio idea tanto facilmente. – disse
semplicemente lei, ed il ragazzo rise a fior di labbra perché, per l’appunto,
si aspettava un simile responso.
Tutti i ragazzi lanciarono ancora un ultimo sguardo alla
loro Digiworld, prima di sparire definitivamente e far ritorno a casa.
**********
La campanella era appena suonata annunciando la fine delle
lezioni.
Gli studenti si apprestavano ad uscire
dalle loro classi, i corridoi erano gremiti di persone. Un andirivieni
generale. Davanti alle porte dell’istituto scolastico, un ragazzo alzò una mano
in segno di saluto. Dal capo opposto una figura longilinea femminile rispose a
quel cenno e lo raggiunse.
- Scusa per il ritardo… ho avuto un
contrattempo in classe! – si giustificò lei.
- Per un attimo non sono io quello ad arrivare sempre in
ritardo! – il giovane sorrise, dopodichè si caricò la
cartella sulle spalle. – Allora? Vogliamo andare signorina Izumi?
- Cos’è tutta questa gentilezza, eh? – la
biondina quasi storse il naso. – Di solito sei molto
più scortese, Takuya. - Quest’ultimo quasi si sentì in imbarazzo. Poi
inaspettatamente, fu Izumi stessa a salvare la
situazione: - Beh, che stiamo aspettando? Andiamo! – sorridendo, si misero in
strada.
A metà tragitto, Takuya richiamò Izumi con un “hey” sussurrato. Poi lui indicò qualcosa o,
per meglio dire qualcuno.
Ivan camminava insieme a dei ragazzi della sua stessa
scuola, ed anche se per poco, tra i due ci fu uno scambio di sguardi che durò forse un secondo. Poi Takuya
lo urtò accidentalmente.
- Scusami. – disse soltanto, anche se controvoglia, ma con Izumi al fianco non poteva fare altrimenti.
- Sta più attento ragazzino. – sbottò
secco il russo, con fare arrogante e presuntuoso. Poi andò via.
- Sembra veramente aver perso ogni ricordo. – commentò Izumi, quando lui ormai era lontano.
- Ma ha mantenuto quel suo
caratteraccio... – la corresse Takuya, storcendo le
labbra un po’ seccato.
Finalmente i due erano giunti a destinazione.
Una piccola aiuola racchiusa nel parco pubblico della città.
Un luogo tutt’altro che affollato, privo di rumori e
persone.
La biondina si chinò su quel pezzo di terra ricca di anemoni bianchi. Restò a contemplarli estasiata.
Poi ad un tratto senza voltarsi e continuando a mantenere lo
sguardo fisso sui fiori, disse semplicemente una parola: - Grazie!
Takuya arrossì, si grattò la
guancia e cercò di fare l’indifferente. – Non ho fatto proprio un bel niente.
- E invece sì. Soprattutto a Digiworld, hai sempre vegliato su di me, e te ne sono
grata!
- Ma dai…! - replicò il ragazzo,
sempre più in imbarazzo. Non sapeva cosa aggiungere, poi, senza riflettere
disse una cosa soltanto che lo fece in seguito pentire amaramente: - Le donne
si sa, sono deboli, quindi vanno sempre protette.
Izumi si alzò di scatto dal suolo.
Sperò di aver capito male. – Puoi ripetere, scusa?
- Ho detto che voi donne siete
deboli, non potete di certo competere con noi! – ecco, fu dopo queste parole,
che arrivò il pentimento di Takuya.
Proprio quando la giovane lo colpì in viso con il solito
ceffone. – Hey! – sbottò, toccandosi subito la guancia. – Ma che ti
prende?!
- Sei il solito maleducato!
- E tu un’isterica manesca!
Izumi stava per sferrargli un
secondo schiaffo, si preparò, caricò la mano ma poco prima che arrivasse a
sfiorare la guancia, Takuya la bloccò afferrandola
per il polso.
E fu solo allora che, senza pensarci neppure una volta, la baciò.
Per entrambi il tempo sembrò fermarsi. E
quel momento durò un’eternità.
Izumi sentì il bisogno di gettarsi
tra le braccia di Takuya. Lui le posò
una mano sopra il capo, poi sorridendo alzò gli occhi al cielo.
Solo più tardi, sopraggiunsero due
figure.
Una alta e piuttosto corpulenta,
l’altra media e snella.
Prima sventolarono una mano in segno di
saluto, poi si unirono alla dolce coppietta.
- Jupei, Tomoki!
– esclamò Izumi, accogliendoli con un sorriso.
- E gli altri due? – chiese Takuya poco dopo, perché il gruppo non era completo. Junpei non fece in tempo a rispondere. Arrivarono spediti,
correndo come furie perché in tremendo ritardo, i due.
- Ce ne avete messo di tempo! –
fece Takuya, così per scherzare.
- Colpa di Kouichi. – asserì
convinto Kouji, mentre riprendeva fiato.
Il gemello si sentì chiamato in causa.
- Mia? Guarda che con Kumiko
sei uscito tu, non io.
- Già, ma solo perché sei stato tu a dirle di portarmi a
spasso per la città! – appuntò Kouji con
indignazione.
- Beh, ci siamo tutti, no? – premise Takuya,
mettendosi le mani sui fianchi. Poi ne portò una in cielo –
Siete pronti Digiprescelti?
La risposta del gruppo fu corale: - Sì! – gridarono con
entusiasmo.
“Se
i vostri cuori lo vorranno”
E proprio come dichiarato da Ophanimon, loro lo volevano con il cuore.
- E allora… - disse Takuya, alzando gli occhi al cielo - Si parte!
E tutti in coro dichiararono a gran
voce:
- Digiworld, stiamo arrivando!
Fine
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Bene ragazzi… siamo proprio
giunti all’ora dei saluti…!
Premetto che ho un po’ le
lacrime agli occhi… Questa è la prima fanfiction a
capitoli che finisco, e a dire il vero quando ho cominciato non mi sarei mai aspettata di ricevere commenti favorevoli e
conoscere persone speciali come molti di voi.
Ok, la pianto qui, perché sennò piango per davvero!
I miei ringraziamenti vanno
a persone come
Kaho_Chan
Justice Gundam
Elinashine
Francesca Akira 89
Doremichan
Che hanno seguito con passione questa storia, ma ce ne
sono tantissime altre. Grazie in particolare anche a tutti quelli che hanno
inserito la fic tra i preferiti, e grazie a tutte
quelle persone che con una pazienza immensa ed una gentilezza sconfinata, mi
hanno fatto capire che per loro questa storia era davvero molto importante, e
che dovevo continuarla.
E’ stato grazie a loro se ho
deciso una volta per tutte di affrontare la situazione
e portare a termine Insert Coin.
Beh, che altro posso dire?
Vi saluto affettuosamente, e
spero che un giorno torniate a seguire con lo stesso entusiasmo le mie storie
su Digimon!
Niko niko,
Botan