Soltanto una stella
Avvertimento:
Adalfried Schulz e la sua famiglia non esistono,
sono personaggi fittizi da me inventati ai fini del racconto. Adalfried
rappresenta le gerarchie naziste che verranno condannate a morte, come stabilito
durante il processo di Norimberga, il giorno 1 ottobre
1946.
1 ottobre 1943.
Adalfried Schulz era ritornato alle ore nove e quarantatre nel
quartiere Friedrichshain, dov'era casa sua. Una barca navigava tranquilla sul
fiume Sprea mentre veniva accolto da un bacio di sua moglie
Lotty.
Le aveva dato il cappotto e si era diretto verso le scale. Gli stivali di
pelle provocavano un gradevole ticchettio ad ogni passo dell'uomo mosso sul
parquet.
Si era recato nella seconda porta sulla destra e aveva osservato suo
figlio Joachim leggere un libro di favole alla luce della piccola abat jour.
Muoveva le labbra il bambino, mimando le parole con la fronte corrugata, tale
era la sua concentrazione.
Adalfried aveva osservato suo figlio fino a che questi non si era accorto
di lui per corrergli immediatamente incontro, emozionato: si era fatto
promettere tempo addietro che avrebbero navigato sullo Sprea, poi avrebbero
pescato, giocato e fatto ogni cosa a cui la sua mente d'infante poteva
giungere.
Fu nell’attimo in cui il bambino gli era saltato in braccio,
iniziando a tempestarlo logorroicamente con ricordi di promesse, che Adalfried
aveva notato qualcosa di strano nella stanza, qualcosa fuori posto che non
avrebbe nemmeno dovuto figurare nei pensieri di chi risiedeva nella casa di un
SS Obergruppenfuhrer (comandante maggiore di corpo
d’armata).
Una Stella di David
gialla, sulla quale la parola Jude era stata scribacchiata
da una grafia infantile, era posta sopra al comodino di fianco al letto di suo
figlio.
I passi di Adalfried erano stati pesanti e
Lotty li aveva uditi dalla cucina al piano inferiore.
- Dove l’hai presa?
-
Il bambino aveva irrigidito le braccia lungo i fianchi e posato il suo
sguardo sul padre.
- L’ho fatta io. -
- Perchè? -
- Ci gioco con i miei compagni quando il maestro non ci vede... – aveva
pronunciato con tono tremulo e spaventato - Se la appuntiamo sulla giacca
sembriamo degli ebrei. E' soltanto una stella.... –
Quella scusante non era servita a Joachim per evitare il doloroso
schiaffo ricevuto da suo padre.
Adalfried era seduto davanti al tavolo in ciliegio della sua cucina, la
moglie e il figlio dormivano.
Aveva esaminato la falsa Stella di David, così simile a quella vera,
posta sul ripiano ligneo mentre sorseggiava un bicchiere di wiskey invecchiato
dieci anni.
L’aveva presa tra l’indice e il pollice e aveva posato il
bicchiere.
Con l’accendino in mano e la fiammella che danzava sfiorando una
delle sei punte gialle, continuava a ripetersi che lui stava soltanto eseguendo
degli ordini. Erano gli ordini del Fuhrer e
lui non poteva disobbedire. Non gli era
concesso.
Esattamente tre anni dopo questa stessa
scusante non sarebbe servita ai gerarchi nazisti per potersi salvare dalla pena
di morte stabilita durante il processo di Norimberga.
E' una storia scritta per un concorso
indetto dal giornalino scolastico. Non è nemmeno apparsa su quelle pagine, l'ho
ritrovata e ho voluto pubblicarla, in fondo non mi pare così malaccio,
sapete?