Mi risulta estremamente difficil
Mi risulta
estremamente difficile scrivere un’introduzione a questa fanfic, anche perché si
è praticamente scritta da sola, partendo da un impulso momentaneo che mi è
balenato in testa rileggendo i capitoli dal 186 in avanti.
Ricordo che, fin
dalla prima volta che la vidi, avevo notato l’espressione colpevole di Bak
mentre parla con Kanda quando lo spadaccino si reca alla Sede Asia e da lì in
poi, specie dopo che si è scoperto il ruolo della famiglia di Bak nella
“nascita” di Kanda, ho cominciato a chiedermi come si sentisse il supervisore
nei confronti dell’esorcista. E questo è quel che ne è uscito.
Devo dire che
sono estremamente soddisfatta di quel che ho scritto (cosa per me assai rara),
spero piaccia anche a voi.
La fic è spoiler
sulle Night dalla 186 alla 194 compresa. Tutte le battute sono mie traduzioni
delle scan inglesi.
Le citazioni in
latino sono tratte dal
Dies Iræ,
una sequenza liturgica composta in epoca medievale e ispirata ad un passo del
Libro di Sofonia (So 1, 14-18) e dal Libera Me, testo aggiuntivo al
corpus della Messa da Requiem.
Dies Iræ
Dies iræ dies illa,
dies tribulationis et angustiæ,
dies calamitatis et miseriæ,
dies tenebrarum et caliginis,
dies nebulæ et turbinis,
dies tubæ et clangoris super civitates munitas.
1
“Lo sapevo… ti
abbiamo ferito, non è vero?”
“Eh?”
“No, no è
naturale… mi dispiace così tanto, Kanda!”
“Aspetta,
aspetta…”
“Non abbiamo
mantenuto la nostra promessa. Colpiscimi! Non ho scuse: colpiscimi e basta,
Kanda! Con tutta la tua…”
“Non sono
ferito!” 2
Ti ha colpito
sul serio. E decisamente non ha lesinato sulla forza.
Senti la
mascella spostarsi dolorosamente dalla sua sede e finisci lungo disteso per
terra, mentre avverti il sapore del sangue che cola dal labbro spaccato. Lotti
per controllare la voglia di urlare dal dolore e le lacrime che lasceresti
volentieri scendere a fiumi (ti ha fatto veramente un male boia, però te lo
meriti), cercando di rimetterti quantomeno seduto e di recuperare un minimo di
dignità, ma la sua voce, fredda e incolore come al solito, cattura tutta la tua
attenzione.
“Non farti
strane idee. Non devi scusarti di niente: io me ne frego di quel che succede
all’Ordine.” 3
Già, lui se ne
frega… come faccia proprio non lo sai, visto che tu, pur non avendo preso parte
direttamente agli esperimenti di nove anni fa, non riesci a non sentirti in
colpa per quello che ha fatto la tua famiglia.
“Tu puoi anche
pensarla così… ma non è quello che noi… pensiamo di te…” 4
Lo sussurri
piano, senza alzare gli occhi su di lui. Tuttavia non ti serve vederlo in faccia
per intuire che l’espressione infuriata e infastidita di prima (Kanda ha sempre
odiato il fatto che la gente credesse di capire come si sentiva - forse perché,
quando ne aveva bisogno, nessuno si è mai preoccupato di provarci davvero a
farlo), quell’espressione si è trasformata ora in una più indefinibile, sospesa
tra la sua consueta freddezza, una sorta di incredulità e un vago interesse.
“È stata la mia
famiglia a crearti nove anni fa, seguendo il progetto che la Centrale ci obbligò
a portare avanti…” 5
Non sai bene
perché tu gli stia dicendo queste cose proprio adesso - visto e considerato che
probabilmente lui sa già tutto e, anche se così non fosse, dubiti che gli
interessi ascoltare ora la tua inutile confessione: in fondo non gli servirebbe
a nulla, la sua «vita» non cambierebbe di certo.
In realtà quella
confessione serve soprattutto a te, che dopo quasi un decennio ancora non sei
riuscito a venire a patti con quello che consideri l’abominio perpetrato dalla
tua famiglia. E parlare proprio con l’unica vittima sopravvissuta di quel
progetto folle, addossarti tutte le colpe e il sicuro biasimo che esse
comportano, farti carico - in quanto Supervisore della Sede Asia - degli errori
commessi dai tuoi, ti sembra il solo modo per tamponare almeno un poco la ferita
profonda che è stata sicuramente inferta all’animo del giovane che ti sta di
fronte - nonché quella che lacera il tuo cuore.
“Affascinati
dall’idea di un gruppo di Secondi Esorcisti, furono i membri del mio clan - i
Chan, e quelli del clan di Renée - gli Epstein, a commettere quell’errore
madornale…” 6
Lui rimane
zitto, ma in fondo nemmeno ti aspettavi che ti dicesse qualcosa (tranne forse
ricoprirti di meritati insulti). Stai per continuare a parlare, a dire qualsiasi
cosa per riempire il silenzio, quando noti l’espressione dolente che si è
disegnata sul viso di Kanda: non l’hai mai visto così e questo ti lascia insieme
stupito e addolorato. Sta senza dubbio ripensando al suo passato, ma ciò che in
questo momento si sta riflettendo dietro i suoi occhi di ghiaccio liquido va di
sicuro al di là della tua peggiore immaginazione.
Vorresti dirgli
qualcosa, qualsiasi cosa, nell’illusione disperata che possa servire ad
alleviare almeno un po’ il dolore che (ne sei certo) in questo momento sta
rivivendo più forte che mai - e tutto per colpa tua e della promessa che non sei
stato in grado di mantenere.
Apri la bocca,
ma dalle labbra secche non ti esce alcun suono: le parole sembrano fuggire dalla
mente e quelle poche che ci sono le metti in fuga tu stesso, avvampando
interiormente di vergogna per quanto risultano patetiche anche solo pensandole.
Lui rimane
immobile, ma in fondo nemmeno ti aspettavi che facesse qualcosa (i gesti
eclatanti non sono mai stati da lui, a parte il pugno meritatissimo che ti ha
tirato prima). Vorresti provare almeno a tirarti in piedi, giusto per sentirti
un po’ meno un verme, ma la sua sola presenza ti tiene scompostamente
schiacciato sul pavimento - quello stesso pavimento da cui lui non ha ancora
staccato lo sguardo, pur sicuramente senza averlo visto nemmeno per un istante.
E allora abbassi
gli occhi anche tu, vergognandoti come un ladro perché, pur essendo più vecchio
di lui e in un certo senso corresponsabile (eri anche tu nel dipartimento
scientifico nove anni fa, no?) di quel che gli è accaduto, non riesci a trovare
neanche una mezza parola di conforto né tantomeno a formulare un mea culpa
degno di questo nome - non che a lui interessino l’una o l’altra cosa…
Rimanete
entrambi come sospesi in quel silenzio immobile, tu a cercare inutilmente gli
occhi tristi e basiti di Wong (almeno quel vecchio saprà cosa fare, dannazione!)
e lui a inseguire i suoi fantasmi, sepolti nella nebbia dei suoi ricordi
malamente soppressi e confusi tra quei fiori di loto che, nonostante tutto,
probabilmente continua a vedere ovunque (una delle poche cose che sai di lui è
che da piccolo vedeva fiori di loto e aveva sprazzi di ricordi che non avrebbe
dovuto avere - era quella la ragione per cui avrebbero voluto ibernarlo, perché
era un esperimento fallito).
Wong però non sa
cosa dire né cosa fare, si limita a scuotere la testa sconfitto; smarrito torni
ad osservare Kanda, mentre cerchi faticosamente di rimetterti in piedi, e ti fa
male vedere la piega dolorosa delle sue labbra irrigidirsi nuovamente in una
linea sottile e i suoi lineamenti congelarsi nella solita maschera inespressiva.
Poi, prima che
tu possa solamente provare a dire una parola - una sola che sia anche soltanto
men che patetica - lui alza lo sguardo oltre la tua figura, trapassandoti quasi
con quelle suoi iridi chiare e dure come diamanti, l’attenzione ora fissa su un
punto alle tue spalle. Ti volti lentamente, sorprendendoti di vedere il nonno
fermo sulla soglia, negli occhi un’espressione grave come la ricordi solo nove
anni fa, quando tutto quanto ebbe inizio.
Nessuno dei due
parla, ma in un attimo sono entrambi scomparsi lungo il corridoio, lasciando te
e Four a condividere con un’occhiata l’inizio di un’attesa indefinita e carica
di pesante consapevolezza: hanno ricominciato.
Cum
quidquid latet apparebit,
nil
inultum remanebit.
Quid sum miser tunc dicturus?
Quem
patronum rogaturus?
Ingemisco, tamquam reus,
culpa
rubet vultus meus. 7
Hanno
ricominciato, ma stavolta l’orrore si è spinto forse persin più in là, perché
sono entrati in scena nuovi attori che il regista di quel terribile copione (che
sia Leverrier o qualcuno sopra di lui) non aveva scritturato.
E questi nuovi
attori sono ben poco propensi ad essere relegati al ruolo di comparse o a fare
la fine di tutti i cattivi, che alla conclusione della storia vengono sempre
sconfitti. Questi nuovi attori vogliono essere loro i protagonisti, facendo di
voi le vittime da sacrificare all’altare della loro versione di un
irrinunciabile happy ending - perché vinti e vincitori sono tutti uguali,
lo sai benissimo: ciò che li distingue è la prospettiva da cui li si giudica.
E la prospettiva
da cui adesso il Conte, tramite quel Noah dai misteriosi poteri, vi sta
obbligando a guardare lo spettacolo che ha fatto suo - minacciando di farlo
diventare un macabro one-man-show - quella prospettiva non ti piace per
niente.
Tu, il nonno,
Renée, Peck, quel borioso di Leverrier… siete tutti lì, crocifissi alla parete,
impossibilitati a muovervi benché non abbiate alcun chiodo piantato nei palmi a
bloccarvi con le braccia distese. Siete tutti lì, impotenti, l’elite dell’Ordine
e i suoi migliori cervelli, alla completa mercé del vostro peggior nemico e
della sua famiglia.
E, ad aggravare
le cose, non siete soli.
La rabbia per
essere stati catturati si mescola alla paura per la situazione estremamente
pericolosa in cui siete costretti, ma hai capito benissimo che non è questo a
preoccupare di più il nonno accanto a te.
Da quando quel
tizio dall’aria strafottente e con uno strano occhio proprio in mezzo alla
fronte, è comparso davanti a voi, non riesci a staccare lo sguardo dal corpo
inerme che ha portato con sé, gettandolo malamente a terra assieme ad una spada
- la sua spada, Mugen.
Sì, perché il
nemico a quanto pare è riuscito ad avere la meglio sull’unico esorcista che è
stato in grado, da solo, di uccidere un Noah: Kanda giace prono, immobile, i
capelli sciolti sparsi sul pavimento lucido, gli occhi vitrei spalancati e il
volto insanguinato.
Già così la
vostra posizione sarebbe drammatica, ma quel che è peggio è che lui non è il
solo Second lì presente… te ne rendi conto soltanto dopo un attimo,
tuttavia ti basta un’occhiata per capire che anche il nonno sta pensando la
stessa cosa - ecco la ragione dell’angoscia che hai letto sul suo viso dacché
Kanda è stato portato lì: ora c’è solo un vetro e un sonno forse non così
profondo da essere irreversibile a dividere ancora ciò che la follia separò nove
anni fa. E il nemico ne è perfettamente consapevole.
“Ci hai
azzeccato, vecchietto: «amore» e «tragedia»…” 8
Amore e
tragedia.
All’epoca tu
fosti tenuto all’oscuro di tutto il progetto di creazione dei Secondi Esorcisti
(forse i tuoi genitori ti consideravano troppo giovane e ingenuo, o forse lo
fecero per proteggerti dall’orrore), ma dopo la strage che decimò la sezione
scientifica, il nonno - uno dei pochi scampati - si trovò costretto a dirti la
verità.
Fu in quella
circostanza che giurasti che avresti fatto qualsiasi cosa perché un abominio
simile non si ripetesse mai più e fu in quella circostanza che venisti a
conoscenza della storia di Alma Karma e Yu Kanda, del legame che li univa e che
fu la causa di tutto.
Amore e
tragedia.
Alma e Yu si
amavano di quell’amore fraterno, profondo e spontaneo, che unisce due creature
che si incontrano fin dall’inizio della loro vita - e poco importa che loro non
fossero realmente all’inizio della loro vita, ma stessero rinascendo
artificialmente una seconda volta, solo per poter di nuovo morire per l’Ordine.
Come spesso
accade, però, i sentimenti più forti sono anche i più fragili, i più belli da
vivere ma nello stesso tempo capaci, nel loro rovescio, di devastare la mente e
condurre alla follia. E forse dei ragazzini come loro, nati vecchi nell’anima -
costretti ad affrontare la morte prima ancora di venire (tornare) al mondo e
destinati ad ignorare per sempre la verità sulle proprie origini - forse dei
ragazzini come loro non erano pronti a sperimentare sentimenti simili.
Fu per questo
che, davanti all’imprevisto, alla separazione, alla prospettiva della perdita,
Alma crollò.
Alma crollò e il
suo immenso amore si tramutò in rabbia e per la sua rabbia si scatenò una
tragedia.
Nessuno capì,
nessuno nemmeno si preoccupò di capire. Fu un errore drammatico, per il quale 46
persone pagarono con la vita e un bambino fu costretto ad uccidere suo fratello.
Un errore che adesso il nemico vuole sfruttare per assestarvi un colpo
probabilmente decisivo.
“Voi signori
dovreste saperlo molto bene. Il ficcanasare dove non si dovrebbe e ciò che ne
viene fuori sono le cose che l’Ordine Oscuro maggiormente detesta… verrete
distrutti dal mostro che voi stessi avete creato.” 9
Ascolti come
allucinato le parole beffarde del Noah e rimani muto, non solo perché un qualche
incantesimo ti impedisce di parlare, ma anche perché in fondo nemmeno sapresti
come ribattere: ha ragione, e non c’è nulla che tu possa dire a discolpa tua o
dei tuoi compagni.
Mentre Renée e
Leverrier, presuntuosi e stupidi, tentano invano di liberarsi, ribellandosi al
controllo mentale esercitato su tutti voi dal nemico e lasciando trasparire sul
viso la loro rabbia, tutto ciò che a te riesce di fare è osservare il viso
pallido e inespressivo di Kanda, il cui riflesso nel vetro sul quale è disteso
finisce, per macabra coincidenza (o forse no?), per sovrapporsi al viso,
parimenti pallido e inespressivo, di Alma che giace incosciente là sotto.
Vieni strappato
al flusso sconclusionato dei tuoi pensieri dalla voce canzonante del Noah che
pare, con le sue affermazioni, replicare ad un’obiezione che nessuno gli ha
posto - poteva essere qualcosa di saccente, del tipo che Alma è in coma profondo
e irreversibile da nove anni (lo sai bene, perché c’eri quando fu sedato e
bloccato dai Crow con la magia), quindi è impossibile che si risvegli…
un’obiezione da Leverrier, insomma, l’uomo più arrogante che conosci.
E infatti noti
con sorpresa che è proprio a lui che l’altro si rivolge, sul volto
un’espressione annoiata, come di chi constata un’ovvietà fastidiosa e tuttavia
imprescindibile - che quel tizio sappia leggere nella mente? (È una possibilità
inquietante, ma spiegherebbe molte cose…)
“…oh, giusto:
Alma è sigillato. E lo è al punto tale che nemmeno il mio occhio demoniaco può
raggiungerlo. Ma… di lui che mi dite?” 10
Non ti è molto
difficile capire chi è il «lui» cui il Noah si sta riferendo: con orrore, guardi
Kanda sollevare la guancia dal vetro gelido e poi muoversi lentamente fino a
portarsi carponi, i capelli che gli ricadono dalle spalle, tanto lunghi da
continuare a sfiorare il pavimento. Nonostante quella cortina scura, riesci
comunque a vedere il suo volto, su cui la rinnovata coscienza disegna ora
un’espressione dolorosamente incredula. Ed è solo adesso che noti gli occhi
spalancati cerchiati di rosso, quasi avessero pianto lacrime di sangue - un
brivido rabbioso ti corre giù per la schiena: cosa gli ha fatto quel maledetto
per ridurlo così?!
Istintivamente
ti sporgi in avanti, quasi volessi avvicinarti il più possibile a lui; ma non è
solo lo scontrarti con l’inutilità dei tuoi sforzi a bloccarti, né l’improvvisa
folle esuberanza del Conte del Millennio, che proclama a gran voce l’inizio
della «giornata del convincimento di Alma Karma-chan».
Quel che
veramente ti paralizza è piuttosto una constatazione che il tuo stesso inconscio
ti sbatte in faccia: con che diritto vorresti aiutare Kanda? Dopo tutto ciò che
la tua famiglia l’ha costretto a subire, davvero ritieni di poterti permettere
di offrirgli il tuo inutile aiuto?
Alzi lo sguardo
su di lui che si è infine rialzato completamente, e resta però ancora immobile
con la testa china e gli occhi incatenati a quelli spenti di Alma. Ti sforzi di
immaginare cosa mai starà pensando in questo momento - anche se in fondo speri
che non stia pensando assolutamente a nulla: sarebbe quasi meglio se si stesse
muovendo soltanto per effetto del potere di uno dei Noah, piuttosto che saperlo
solo ad affrontare quell’incubo sbucato fuori all’improvviso dal suo passato.
D’un tratto,
però, lo scenario cambia: dal gate dell’Arca nera che si apre di fronte a te,
esce l’ultima persona che ti saresti mai aspettato di veder comparire.
Ora che c’è lui,
Kanda non è più solo… e forse anche per voi c’è una minima speranza in più.
“Ridammi
indietro i miei compagni!” 11
Allen irrompe
deciso sulla scena, la spada in pugno come se fosse stato nel bel mezzo di un
combattimento con Tyki Mikk, arrivato assieme a lui tramite il gate.
La solita grinta
del giovane albino si spegne però in uno stupore carico di dubbi mentre, in
piedi sulla schiena del Conte come su un podio, ricevuto un inatteso benvenuto
dal Noah del Piacere, inizia a guardarsi attorno, cercando di razionalizzare la
situazione assurda in cui si è venuto a trovare.
Le sue domande
incerte rimangono a galleggiare tra il silenzio divertito dei Noah, quello
chiaramente furioso e parzialmente sorpreso di Leverrier e i piagnistei
inconcludenti di un paio di scienziati della Sede Centrale. Dal canto tuo, ti
senti sempre più nervoso, consumato dentro più dalla paura e dal rimorso per
Kanda (che ancora rimane in piedi immobile - cielo, se almeno Walker potesse fare
qualcosa per scuoterlo da quel torpore!) che dai timori per la tua stessa
incolumità (hai messo in conto da sempre che avresti potuto morire sul campo).
Quando infine
Allen fa scivolare lo sguardo sulla schiena del compagno, i suoi occhi d’argento
si spalancano stupiti, riempiendosi poi di un sentimento indefinibile, in bilico
tra lo sconcerto e forse un po’ di preoccupazione (perché certo anche lui si è
reso conto che qualcosa non va).
“Kanda? Perché…?
Non dovresti essere a protezione del campo giordano?”
“Quel campo è
già stato annientato.” 12
La replica
sorniona del terzo Noah presente, accomodato mollemente su una bara come se
fosse un divano di velluto, lascia sia voi che Allen con un buco allo stomaco e
la terribile consapevolezza di essere davvero sull’orlo del baratro.
Assisti
impotente (ma tutto sommato nemmeno troppo terrorizzato - e ti senti assurdo per
questa tua reazione) alla dichiarazione di borioso sadismo di quell’uomo che
minaccia di uccidervi tutti nella maniera più dolorosa e perversa possibile, e
rimani poi incredulo vedendo Walker ribattere a tono senza minimamente
scomporsi: quanto è cambiato dai giorni, non così lontani, in cui Four lo portò
moribondo alla Sede Asia!
Subito dopo non
hai nemmeno il tempo di stupirti o di avere paura vedendo il Conte che, in un
guizzo di inaspettata rapidità, serra la mano al collo di Allen, schiantandolo
di forza a terra e chiamandolo Quattordicesimo.
Ancor più
sconvolgente, tuttavia, è per te e per tutti assistere alla metamorfosi
dell’albino e all’emergere del Noah dentro di lui, che per un attimo prende il
controllo del corpo del suo ospite, deformandone l’espressione dolce ma decisa
in un ghigno dalle fattezze diaboliche.
“Volevo dirti
che sono tornato…”
“…Quattordicesimo…”
“Sapevo che
saresti venuto per me, fratello. Questa volta ti ucciderò. Ti ucciderò e
diventerò il nuovo Conte del Millennio!”
“…è dunque
questo il tuo desiderio, Quattordicesimo?” 13
Il dialogo tra i
due Noah è uno spettacolo terrificante quanto imprevisto (per voi come per i
nemici), ma soprattutto a te lacera il cuore ciò che accade un attimo dopo: alla
domanda del Conte - puro fiele disciolto nel miele appiccicoso della voce -
«Walker» lancia un urlo straziante, mentre il ragazzo si contorce e sputa sangue
e il suo corpo sembra disintegrarsi.
La tensione
angosciosa e spasmodica che sta montando si infrange all’improvviso quando Allen
riprende pieno possesso di sé e si ribella alla ragnatela in cui il destino l’ha
suo malgrado invischiato, riuscendo a fuggire… almeno per ora (e il pensiero
suona assurdo a te per primo, ma non puoi fare a meno di constatare come la
situazione dell’albino sia tragicamente e dannatamente affine a quella di
Kanda…)
“Stammi a
sentire, Conte. E anche tu, Quattordicesimo… io sono Allen, un esorcista! E
preferisco morire prima di diventare qualunque altra cosa! Quindi piantatela di
scaricare le vostre beghe familiari sulle altre persone! È una seccatura!”
14
Non lo trovassi
tremendamente fuori luogo, ti lasceresti andare ad un sorriso davanti a quella
dichiarazione.
E no, non è un
pensiero poi così assurdo ritenere che Walker e Kanda si somiglino: hanno la
stessa disperata voglia di vivere, di lottare contro tutto e contro tutti,
superando tragedie che avrebbero devastato chiunque - a maggior ragione perché
ne sono stati entrambi colpiti quando erano ancora bambini.
È per questo
che, in fondo, non ti stupisci così tanto quando noti con la coda dell’occhio
Kanda che sembra aver finalmente ripreso conoscenza e, approfittando
dell’attenzione di tutti puntata su Allen, si prepara a sferrare un attacco
diretto contro il Conte.
Viene (purtroppo
prevedibilmente) respinto, ma non per questo desiste e ti trovi ad ammirare sia
la sua tenacia nel riprovarci sia la rapida reazione di Walker che mette
temporaneamente fuori gioco un altro dei Noah; quindi i due si ritirano assieme
- quasi stessero seguendo uno schema di battaglia pianificato nei dettagli e non
piuttosto improvvisando un’azione di sabotaggio, come degli incursori in
schiacciante inferiorità infiltrati in pieno territorio nemico.
E davvero non
riesci a capire come possano, in una situazione tanto compromessa, trovare il
tempo e la voglia di lanciarsi in uno dei loro soliti battibecchi, o
preoccuparsi di una cosa futile come un nastro per capelli. Ma forse questo è
solo il loro modo di darsi il bentornato, di dirsi che, nonostante tutto, non è
cambiato nulla. O forse all’uno basta la presenza dell’altro per essere
tranquillo, per avere la certezza che andrà tutto bene e anche alla fine
torneranno entrambi a casa (o forse vorresti che fosse così, per quanto tu
sappia bene che si tratta solo un volo pindarico della tua mente sfinita - un
modo come un altro, anche un po’ più vigliacco di altri, per lenire il tuo senso
di colpa convincendoti che ora Kanda ha accanto qualcuno con cui potrà trovare
un po’ di meritata serenità).
D’improvviso
però, un fragore spezza il filo dei tuoi pensieri mentre le tubazioni del
pavimento sembrano animarsi ed esplodere verso l’alto, salendo a coprirti la
visuale.
“Ch-che diavolo
succede?! È sbucato un condotto d’acqua?!” 15
Oro supplex et
acclinis,
cor contritum
quasi cinis:
Lacrimosa dies
illa,
qua resurget ex
favilla
judicandus homo reus:
huic
ergo parce, Deus 16
Quando quei
serpenti di metallo si fermano, sbarri gli occhi vedendo come è cambiato lo
scenario di fronte a voi: ora Alma non è più innocuamente disteso sotto i vostri
piedi, ma i Noah l’hanno issato come un trofeo - un crocefisso vivente su un
altare di lamiere, davanti al quale il Conte e i suoi seguaci intendono
celebrare la loro liturgia di morte.
Osservi per
qualche istante prima quel corpo immobile e poi, di sottecchi, il nonno a fianco
a te. Dall’espressione grave del suo viso è chiaro che tutti i suoi pensieri
sono rivolti a quel bambino che ha visto nascere e ha creduto di aver visto
morire - ma probabilmente nel suo cuore la tenerezza straziata del genitore che
ha perso la propria creatura è travolta dall’orrore incredulo di fronte a ciò
che è stato fatto ad Alma proprio da coloro che invece avrebbero dovuto
allevarlo e proteggerlo, dai suoi stessi compagni e superiori.
Prendi un
impercettibile sospiro, cercando di farti forza per non lasciarti sopraffare dai
sentimenti che ti si agitano dentro. Bloccato come sei, l’unico modo per
distrarre la mente è concentrarla su qualcosa d’altro - anche se lì attorno non
è che ci siano molte cose che possano ispirarti pensieri più lievi.
Allunghi lo
sguardo oltre i tubi contorti che svettano verso il soffitto altissimo e
intravvedi più in là Kanda e poi Allen che porta sulle spalle il Third
ferito, per salvare il quale si è gettato nell’Arca all’inseguimento di Tyki
Mikk.
Ed è proprio la
voce dell’inglese (che ignora spudoratamente i discorsi assurdi che gli stanno
rivolgendo il Conte e gli altri Noah - ha davvero trovato dentro di sé una forza
incredibile), con la sua domanda così semplice, a catturare la tua attenzione.
“Chi è quello…?”
“È l’utero
originario di noi Terzi Esorcisti: Alma Karma. È un essere umano che è stato
usato come cavia per creare un apostolo artificiale - esattamente come Yu
Kanda.” 17
La risposta del
Third, spezzata dalla fatica e dalla sofferenza, risuona tuttavia
chiarissima; e non ti serve essere lì accanto ad Allen per leggere la sorpresa
nei suoi occhi (anche se la tua curiosità vorrebbe essere nella sua testa per
capire davvero l’effetto di una scoperta del genere). Tuttavia, sia tu che lui
sapete benissimo che non è il momento di mettersi a riflettere su queste cose,
per quanto importanti.
Sposti
l’attenzione su Kanda, non riuscendo minimamente ad immaginare quale potrebbe
essere la sua reazione, e alla vista di Alma e alla rivelazione (forse
inopportuna, per quanto inevitabile) del Third - la solita maschera
impenetrabile che indossa, tra l’altro, non ti aiuta neanche un po’.
Stai per
cominciare a sentirti quasi sollevato nella considerazione che Kanda non sembra
aver subìto contraccolpi da quanto successo (e ti rendi perfettamente conto - e
in un angolo del cuore te ne vergogni - di quanto questo tuo sollievo sia
impregnato di egoismo), quando le sue parole, piatte e incolori, si abbattono
come un macigno su tutti voi.
“Chi cavolo è
quello?” 18
Per qualche
secondo sull’intera sala cade un silenzio assoluto, denso e appiccicoso, che
sembra fermare il tempo. Quasi non ti accorgi che è il Conte del Millennio il
primo a riprendersi, domandando spiegazioni a Kanda, il quale non fa altro che
porre di nuovo annoiato la stessa domanda (non gli è mai piaciuto doversi
ripetere). L’intera faccenda è talmente surreale da farti dimenticare per un
attimo la situazione in cui siete costretti e ti lasci andare ad una smorfia
incredula.
“N-Non ditemi
che Kanda non riconosce Alma solo perché adesso ha un aspetto completamente
diverso…?”
“Non è questo. È
impossibile che quel ragazzo non riconosca Alma.” 19
La risposta del
nonno, carica com’è di preoccupata serietà, ti riporta immediatamente coi piedi
per terra - non è affatto il momento del sarcasmo. E quella luce omicida che sta
cominciando ad accendersi negli occhi di Kanda man mano che quella strana
bambola (che prima quasi non avevi notato) continua a parlare, quella luce e
quello sguardo non promettono niente di buono.
“Ma cosa dici~…!
È Alma! Il fallimento contro cui combattesti nove anni fa…”
“Lui morì.”
“Invece è
sopravvissuto. Benché fosse più morto che vivo, l’Ordine lo nascose.”
“Vuoi che ti
distrugga?” 20
Ora sì che hai
veramente paura: e non del Conte, o dei Noah, o degli Akuma che vi circondano in
forze. Non te ne importa niente di niente di tutto questo. Ciò che ti terrorizza
al massimo grado è semplicemente Kanda e quella furia cieca, a stento
trattenuta, con cui sta stringendo sempre più forte la faccia di pezza della
bambola, canzonante pur nel suo immobile sorriso di filo e stoffa.
Anche gli altri,
bloccati come te alla parete, tacciono, ascoltando terrorizzati e increduli
quello scambio di battute, senza osare proferir parola.
Noti con vaga
consolazione il rossore sul viso accigliato di Renée - se non altro, messa di
fronte alla verità, ha la decenza di arrossire per la vergogna di quanto
commesso (o almeno speri che sia per questo e non solo per essere stata colta
sul fatto). Comunque le parole del pupazzo sono un’accusa pesantissima, molto
più di qualsiasi prova scritta o tangibile, proprio perché vengono da un nemico,
un qualcuno che in teoria non avrebbe dovuto saperne nulla di tutta quella
faccenda. E se persino la famiglia Noah era a conoscenza della storia di Alma,
vuol dire che la notizia è trapelata molto più in là di quel che le alte sfere
volevano… e chissà che questo non consenta finalmente di dire a tutti tutta la
verità.
Torni a prestare
orecchio al racconto cantilenante della bambola che con le sue parole cerca
chiaramente di instillare in Kanda ancora più odio di quanto sicuramente lui già
ne prova (il suo sguardo ora fa veramente paura, sembra un buco nero pronto ad
inghiottire qualunque cosa).
“…cosa c’è che
non va? Non sei felice di rivedere Alma?” 21
Il rumore della
testa della bambola che va in pezzi nella stretta spasmodica del ragazzo -
minimo sfogo alla collera che gli sta montando dentro - fa sussultare tutti e
nello stesso tempo vi congela nelle vostre posizioni, impossibilitandovi a
reagire per fermare in qualche modo quella spirale perversa in cui (ormai è
lampante) i Noah stanno cercando di imprigionare Kanda, probabilmente con
l’intento di portarlo al limite, così che la sua furia si sfoghi in follia
distruttiva.
Quella
prospettiva è per te forse la più terribile: non solo e non tanto perché sai
benissimo che in quel caso nessuno di voi avrebbe scampo, ma soprattutto perché
ti strazia il cuore l’idea che Kanda, con il suo immenso dolore e il senso di
colpa di cui esso si è nutrito, venga biecamente usato dal nemico a questo
scopo.
Quando però il
pupazzo decapitato continua noncurante a parlare, hai la conferma che in realtà
il piano dei Noah è ben più crudele.
“Forse… la donna
che ti indusse a colpire Alma ha qualcosa a che fare con questo?” 22
A quelle parole,
dallo sguardo di Kanda scompare per un attimo ogni traccia d’ira; spalanca gli
occhi in un’espressione vuota, completamente allibita, e in quel breve istante
hai la quasi certezza che, se solo lo sfiorassi, lo vedresti cadere a pezzi come
la corolla rinsecchita di un fiore.
Non hai idea di
chi sia la donna cui allude la bambola (come fa poi a sapere con così spietata
precisione dove colpire per fare più male?), ma di certo quella misteriosa
figura deve avere per Kanda un’importanza infinita.
In uno scatto
talmente rapido che nemmeno sei stato in grado di vedere, lo spadaccino ha
impugnato la spada per conficcarla nella pancia di stoffa del pupazzo; il colpo
però non riesce ad andare a segno, perché Allen è intervenuto a bloccare la lama
con la mano sinistra.
La voce agitata
e percettibilmente scossa (dev’essere dura anche per lui, venire a scoprire così
all’improvviso tutta questa storia), l’inglese tuttavia si sforza di non perdere
la calma e di far ragionare il compagno. Viene però interrotto dalle parole
della bambola - la cui testa è nel frattempo tornata inspiegabilmente intera.
“Bene, se non
riesci a credere che si tratta proprio di Alma… lasciamo che sia Alma stesso a
provartelo~!” 23
Nemmeno il tempo
di replicare o di capire cosa sta succedendo che - prima ancora che il pupazzo
abbia finito di parlare - il Noah con tre occhi, il quale fino a quel momento si
era tenuto un po’ in disparte, allunga il braccio, sul volto un sorriso cattivo.
Uno strano
simbolo, la cui forma ricorda proprio quella del suo occhio demoniaco, si
disegna sul pavimento ai piedi di Kanda e Allen e compare sulla fronte di
entrambi.
Il Third,
forse comprendendo la scena, urla qualcosa all’indirizzo di Allen e urla anche
il nonno, chiamando il nome di Kanda.
Ma i due
esorcisti ormai non possono più sentire: la loro immobilità e gli occhi vuoti
con cui guardano fisso a terra testimoniano come siano ridotti a poco più che
fantocci. Ormai la loro coscienza non è più con voi e, dovunque il potere di
quel Noah l’abbia trasportata, tu speri ardentemente che possa tornare indietro.
Il Third
strepita all’indirizzo del nemico, il quale non fa altro che rispondergli con
fare annoiato, per poi rivolgersi ad Alma. Quello strano essere con tre occhi e
un turbante in testa parla al ragazzo in coma quasi che questi potesse sentirlo
e la sua voce, rivolta a lui, suona perfin dolce e gentile (o almeno, la
definiresti così se non si stesse parlando di un Noah).
“Nove anni fa…
voi due eravate gli unici esorcisti presenti, vero Alma Karma? Nella mente di Yu
Kanda ci sono i ricordi del passato che avete condiviso. Farò in modo che tu
recuperi quelle memorie che hai perso…”
“T-ti prego,
fermati! Lascia stare Alma! Ti prego… non Alma…!” 24
La supplica
disperata del nonno coglie di sorpresa anche te: lui è sempre stato un uomo
fiero e orgoglioso, non ti saresti mai aspettato di vederlo supplicare qualcuno,
tantomeno un nemico.
E poi la paura
che gli leggi negli occhi e l’urgenza che traspare dal suo atteggiamento, ti
inquietano non poco: è davvero tanto terribile ciò che potrebbe accadere se Alma
Karma si risvegliasse? Certo, sai che quel bambino (anche se bambino non lo è
più - benché abbia dormito per tutto questo tempo il suo corpo ha continuato a
crescere, è un adulto ormai) è dotato di una potenza spaventosa - soprattutto
se, una volta risvegliato, non sarà in grado di controllare le sue emozioni e si
farà nuovamente prendere dalla follia - e ti rendi conto che, se ciò dovesse
accadere, probabilmente non ci sarebbe nessuno in grado di fermarlo (a meno che
Walker e Kanda non riprendano conoscenza)… ma hai la sensazione che il nonno non
stia pensando a questo, non solo almeno. Allora cos’è che lo preoccupa così
tanto?
Lanci
un’occhiata di sottecchi al Noah, che per un istante è rimasto immobile a
fissarvi con un sorriso sardonico sulle labbra. Per uno stupidissimo attimo vuoi
dar credito all’utopica speranza che voglia darvi ascolto e si fermi, ma
immediatamente lui distrugge ogni tua illusione.
“Non fare
l’idiota, vecchio: noi siamo Noah, te lo sei dimenticato? Non abbiamo nessuna
pietà per quelli come voi.” 25
Nessuna pietà…
stai quasi per metterti a ridere: quel tizio col turbante crede davvero che la
sua famiglia sia così speciale solo perché non hanno pietà per i nemici? Conosci
gente che non ha pietà neanche per gli amici e addirittura neppure per quelli
del proprio stesso sangue, gente che per giunta si proclama portatrice della
volontà di Dio nel mondo.
Lanci
un’occhiata sbieca a Leverrier, immobile e impassibile al tuo fianco: quel
bastardo se ne frega a tal punto degli esorcisti che rischiano la vita per il
bene di tutti, da non fingere nemmeno rammarico o preoccupazione per quanto sta
accendendo a Kanda e Walker - e ad Alma, perché, l’hai notato solo in un secondo
momento, anche sulla sua fronte è comparso il simbolo demoniaco del Noah.
Disgustato dal
suo atteggiamento, decidi di disinteressarti di lui, preferendo concentrarti sui
due ragazzi prigionieri del nemico.
Non sai dove sia
stata trascinata la loro coscienza, ma di sicuro ciò che appare agli occhi della
loro mente dev’essere qualcosa di terribile: sebbene i loro corpi continuino a
rimanere inerti e i loro sguardi restino vitrei, dai loro volti in qualche modo
traspaiono dei frammenti di emozione, capaci di svelarti almeno in parte il
dolore, la sofferenza e lo sgomento che stanno provando.
Se l’intento dei
Noah è sfruttare i ricordi di Kanda per toccare la coscienza sopita di Alma,
molto probabilmente quel tizio li ha trasportati tutti in quei ricordi -
compreso Allen. E non puoi non provare una fitta di compassione proprio per lui,
forzatamente messo di fronte, senza alcun preavviso, ad una vicenda
terrificante, resa ancora peggiore dalla consapevolezza che la catena di orrore
è stata iniziata e perpetrata, al di fuori di ogni freno morale, da componenti
dell’Ordine e ai danni di un compagno - tra l’altro anche uno di quelli cui
probabilmente Walker tiene di più. Non riesci davvero ad immaginare quale
potrebbe essere la reazione di una persona sensibile e altruista come il giovane
albino davanti a quella verità, sai solo che ora hai una responsabilità anche di
fronte a lui: non potrai esimerti dal rivelargli ogni cosa quando un domani ti
chiederà le meritate spiegazioni (perché vuoi essere convinto che per voi ci
sarà un domani, anche se ora tutto appare perduto), né potrai biasimarlo se ti
riterrà responsabile di quanto successo.
Quanto a Kanda,
la lievissima smorfia di dolore che, pur nell’incoscienza, gli increspa le
labbra è sufficiente a darti anche solo l’idea di quanto grande debba essere in
questo momento la sua sofferenza.
Dies irae, dies illa
solvet saeclum in favilla,
teste David cum
Sybilla!
Quantus tremor
est futurus,
quando judex est
venturus,
cuncta stricte
discussurus. 26
I minuti
scivolano via nell’immobilità più assoluta, ma intuisci vagamente (e solo per
ragionamento) che la lentezza con cui essi paiono rincorrersi è di certo
ingannevole: il tempo è troppo altero e sprezzante per tener conto dei vostri
sentimenti nel suo procedere.
Ai tuoi occhi,
la scena che sei costretto ad osservare appare sempre uguale a se stessa -
nemmeno gli sguardi dei nemici, che continuano a spaziare tra il divertito,
l’interessato e l’annoiato, e i loro sorrisetti beffardi sembrano cambiare -
tuttavia sei certo che per Kanda e Allen non è affatto così.
Ed è proprio
l’inglese che all’improvviso esplode in un’esclamazione rabbiosa, che solo dopo
qualche istante intendi indirizzata all’altro esorcista.
“Dov’è finito
quel tuo solito caratteraccio?! Dove diavolo è?!” 27
Quello scatto
d’ira, così subitaneo e violento da cogliere di sorpresa perfino i Noah,
intuisci che debba avere basi solide: che sia l’apice della reazione a quanto
Walker sta vedendo sotto l’effetto dell’illusione? Nulla conferma né smentisce
la tua ipotesi, ma ciò sta accadendo davanti a te prescinde da qualsiasi tipo di
ragionamento.
La furia di
Allen monta roboante come una valanga, spezzando le invisibili catene che il
potere psichico del Noah aveva imposto su di lui e quasi non riesci a credere ai
tuoi occhi quando lo vedi sferrare un pugno in pieno viso a Kanda, utilizzando
per giunta la mano sinistra.
Il Noah fa un
volo all’indietro, come se fosse stato lui stesso il bersaglio del colpo, e si
copre il viso con le mani, urlando di dolore, mentre il suo simbolo maledetto si
sbriciola sulla fronte degli esorcisti.
Pur nella
confusione sollevata dal Noah e da Kanda che finiscono schiantati a terra,
riesci a notare la strana bambola, che prima si divertiva a provocare lo
spadaccino, gattonare via alla chetichella, allontanandosi da Walker - ma senza
rinunciare a lanciargli una frecciatina.
“Colpire
qualcuno in pieno volto e per giunta con l’Innocence… questa è una cosa
piuttosto crudele, Allen…”
“Questo è
semplicemente il modo con cui sono sempre andate le cose tra me e lui.” 28
Più della frase
del pupazzo (e non puoi fare a meno di notare come tratti l’inglese con
familiarità, perfino con… amicizia?), a sorprenderti è la risposta di Allen: per
nulla piccata, né offesa da quella che, in fin dei conti, è l’insinuazione di un
nemico che pone il suo atteggiamento sul proprio stesso spietato piano.
Piuttosto, la replica dell’inglese è quella che si potrebbe rivolgere ad un
compagno che avanzi dubbi veniali su un’azione di poco conto.
Tuttavia un
attimo dopo non hai già più modo di concentrarti su piccolezze del genere (ma
saranno poi tali?), perché la situazione precipita. I tubi del pavimento di cui
poco fa i Noah si sono serviti per innalzare Alma si animano di nuovo e, spinti
da chissà quale forza, vi imprigionano tutti, come spire di una pianta
carnivora, iniziando a stringervi quasi volessero stritolarvi.
Allen riesce
inizialmente a schivarli ma poi, preoccupato per la vostra incolumità, si
distrae e finisce per essere colpito, cadendo a terra. I tentacoli metallici,
però, si fermano prima di imprigionarlo, come paralizzati dal rombo feroce che
rimbalza sulle pareti ampie della sala, accompagnando la comparsa di una testa
mostruosa che punta con violenza verso l’alto, salendo dietro le spalle di Alma,
ora raggomitolato in posizione fetale.
La luce potente
che si irradia dal corpo deturpato del Second ti impedisce di vedere
chiaramente, quindi non hai nemmeno modo di accertarti, nella devastazione
causata dall’energia che si sprigiona da Alma stesso, dove siano finiti Kanda o
gli altri Noah presenti.
Ti accorgi che
Allen non sta capendo assolutamente nulla di quanto accade davanti ai suoi occhi
- e ne ha tutte le ragioni, visto il procedere forsennato degli eventi - quindi
cerchi di spiegargli per quanto possibile la richiesta disperata del Third
di distruggere l’utero.
“Alma si sta
svegliando e il suo odio viene trasformato dall’energia della Dark Matter nel
suo corpo…!”
“…e quindi?!”
29
Com’era
prevedibile, l’inglese non riesce a cogliere il nesso tra le due cose: non è uno
scienziato e, pur avendo assistito alla nascita di un akuma (e, unico al mondo,
essere rimasto vivo per raccontarlo), non si rende conto di quanto sta
avvenendo.
È un
terrorizzato Johnny, accanto a te, che sintetizza in una sola semplice frase ciò
che tu non sei riuscito a dire apertamente (non perché tu non abbia doti di
sintesi, ma forse solo per la paura vigliacca di dire le cose come stanno - sono
dieci anni che ti nascondi dietro al non detto… non è ora di smettere?
“Questo non va
affatto bene, Allen! Continuando così Alma Karma diventerà un akuma!” 30
La luce
chiarissima che vi circonda aumenta sempre più d’intensità, annegandovi in un
mare bianco che inghiotte rapidamente l’espressione sgomenta di Allen e i visi e
i contorni di ciò che ti circonda. Il fragore silenzioso che avvolge l’aria poi,
preannuncio di un’esplosione devastante, ti priva anche dell’udito, mentre già
le percezioni del tuo intero corpo erano state annullate dalla stretta micidiale
dei tentacoli di metallo.
Ridotto a poco
più che pensieri spezzati e confusi, tutto ciò che ti resta sono i ricordi che
affiorano disarticolati e incoerenti dalla tua mente asfittica, schegge di luce
in un buio sempre più nero, in stridente contrasto con il bagliore accecante che
vi attornia.
Miserere nostri,
Domine, miserere nostri…
Parole,
frammenti di preghiere, brandelli di un’infanzia in cui Dio aveva un posto,
prima che la scienza lo bandisse dalla tua vita…
Kanda, i cui
ricordi, come i fiori di loto, sono stati fatti a pezzi e sprofondati nel fango,
esiliati dalla sua mente, condannandolo a vivere rimpiangendoli per sempre…
È giusto che
finisca così, è giusto che voi tutti siate uccisi dal mostro che voi stessi
avete creato: perché Dio stabilì che la colpa dei padri ricada sui figli, fino
alla terza e alla quarta generazione.
In die iræ
miserere me, Domine, miserere me… 31
E, prima che il
boato immane cancelli ogni cosa, le ultime parole che senti sono quelle del
Conte e suonano come un’equa e inevitabile sentenza di morte.
“Uccidili
©”
32
In die illa
tremenda,
quando cœli
movendi sunt et terra,
tremens factus
sum ego et timeo,
dum discussio
venerit atque ventura ira.
Dies iræ dies
illa, calamitatis et miseriæ,
dies magna et
amara valde. 33
1.
Giorno d'ira quel giorno,
giorno di
angoscia e di afflizione,
giorno di
rovina e di sterminio,
giorno di
tenebre e di caligine,
giorno di nubi
e di oscurità,
giorno di
squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze.
2.
Cap. 186, pag. 08
3.
Cap. 186, pag. 09
4.
Cap. 186, pag. 09
5.
Cap. 186, pag. 09
6.
Cap. 186, pag. 10
7.
Quando ogni cosa nascosta sarà svelata,
niente rimarrà invendicato.
In
quel momento che potrò dire io, misero?
Chi
chiamerò a difendermi?
Comincio a gemere come un colpevole,
per
la colpa è rosso il mio volto.
8.
Cap. 188, pag. 29
9.
Cap. 188, pag. 29-30
10.
Cap. 188, pag. 31
11.
Cap. 188, pag. 36
12.
Cap. 189, pag. 08
13.
Cap. 189, pag. 13-15
14.
Cap. 189, pag. 18
15.
Cap. 189, pag. 22
16.
Prego supplice e in ginocchio,
il
cuore contrito, come ridotto in cenere.
Quel giorno sarà un giorno di lacrime,
in
cui il peccatore risorgerà dalla cenere
per
essere giudicato:
ma
tu perdonalo, o Dio.
17.
Cap. 189, pag. 24
18.
Cap. 189, pag. 25
19.
Cap. 189, pag. 26
20.
Cap. 189. pag. 26-28
21.
Cap. 189, pag. 28
22.
Cap. 189, pag. 29
23.
Cap. 189, pag. 30-31
24.
Cap. 190, pag. 05
25.
Cap. 190, pag. 05
26.
Giorno d’ira quel giorno
che ridurrà il
mondo in cenere,
come
preannunciato da Davide e dalla Sibilla.
Quanto terrore si
scatenerà
quando verrà il
giudice
a giudicare
severamente ogni cosa
27.
Cap. 194, pag. 06-07
28.
Cap. 194, pag. 09
29.
Cap. 194, pag. 14
30.
Cap. 194, pag. 14
31.
Nel
giorno dell’ira abbi pietà di me, Signore, abbi pietà di me
32.
Cap. 194, pag. 16
33.
In quel giorno tremendo,
quando la terra e il cielo si muoveranno,
starò tremante pieno di timore,
pensando al giudizio che verrà.
Quel giorno è un giorno di ira, di calamità e miseria,
un giorno molto triste.
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