La
Danza Del Tempo
Piangeva.
Inginocchiato
davanti alla tomba di Lily, i sassolini che gli si conficcavano nelle
ginocchia, Severus Piton stava piangendo, forse per la prima volta
nella sua vita.
Perchè
lei era morta, e i morti non tornano.
È
morta per colpa mia.
Per
due parole, due imperdonabili parole, era finita la loro amicizia.
Per
due parole lui era diventato l'assassino della donna che amava.
Ma
soprattutto di se stesso.
Continuò
a piangere: il tempo era passato, non si era fermato, non aveva
aspettato.
Non
aveva aspettato che lui le dicesse ti amo prima di proseguire
il proprio corso.
L'aveva
sempre saputo, Severus Piton, che il tempo non aspetta nessuno, ma
nonostante ciò aveva tenuto segreti i propri sentimenti,
celati in un angolo profondo del suo cuore.
Il
suo cuore, che dopo la morte di Lily aveva preso a pompare ghiaccio.
No,
il tempo non aveva aspettato.
Il
tempo era volato.
Ed
è così che deve essere, sempre.
Il
tempo non deve aspettare chi non ha coraggio.
Bisogna
cogliere l'attimo, e io non l'ho fatto.
Ma
adesso, pur sapendo che è troppo tardi, te lo dico Lily.
Ti
amo.
Severus
Posò
la pergamena sulla lapide, e se ne andò.
All'ingresso
del cimitero gli parve di rivederla.
Gli
parve di sentire la sua voce, di nuovo.
Scosse
la testa.
Il
tempo passava, non concedeva.
Lei
non era lì.
Anche
se lui lo avrebbe voluto.
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