Capitolo 24 – A touch of madness in love and a touch
of logic in insanity
Si arrende.
Alla fine, Draco Malfoy si arrende. Ed oltre alle parole, anche le immagini riprendono. Me le
mostra volontariamente.
E, in questo, non c’è nessuna generosità.
Evidentemente c’è solo il crudele e malsano desiderio che sia umiliata e derisa
del tutto. Mi porto le mani alla bocca, non riuscendo a frenare le mie lacrime,
mentre lui ed Harry parlano.
Tutto
quello che avevo creduto… tutto quello che scioccamente avevo pensato… non è
mai realmente esistito.
“Malfoy…”.
Harry Potter, il viso profondamente cerchiato, aprì con un cigolio la porta
della camera, richiudendosela immediatamente alle spalle in modo furtivo. Socchiuse gli occhi, abituandosi alla penombra della stanza,
individuando nel cono di luce scarso di una lampada sulla scrivania, la figura di
Draco Lucius Malfoy. Accanto a lui, nella culla, Serenity Hope Diggory giocava
allegramente con un peluche, emettendo gridolini festosi. Riconobbe
immediatamente il Ministro, ma non fece le solite scene di evidente
dimostrazione di simpatia.
Forse
Serenity era davvero intuitiva… o forse semplicemente era quell’aria ad essere così pesante da poter essere riconosciuta persino
da una bambina.
“Potter…”
lo salutò freddamente Draco, sollevando appena lo sguardo da una pila di fogli
di carta sulla scrivania.
“Ufficialmente,
sarei qui per cancellarti la memoria…” commentò Potter, stancamente,
abbandonandosi su una sedia e passandosi una mano infiacchita sulla fronte.
“Ed ufficiosamente?” chiese Draco, continuando a dargli le
spalle, apparentemente preso in modo assoluto dalle sue faccende. Le sue spalle
si erano, però, contratte in un moto spontaneo ed
involontario.
Harry
prese a pulirsi gli occhiali con un lembo della camicia, in modo incerto, prima
di dire: “Ufficiosamente sarei qui per portarti informazioni… avrei mandato il
solito gufo, ma credo che sarebbe stato inutile,
trovandomi già qui. Inoltre con tutta questa gente nei paraggi, credo che un
gufo che si mette a svolazzare vicino alla tua finestra, avrebbe creato
sospetti… e sarebbe stato anche pericoloso…”, la sua voce si tinse di irata preoccupazione, mentre soggiunse: “… anche se forse
più per loro, che per te…”.
Draco
sospirò rumorosamente, voltandosi infine, e dicendo con voce sgraditamente
ovvia: “I Confundus e gli Incantesimi di Memoria sono necessari, Potter, per
proteggere me e Serenity… lo sai meglio di me… potrei persino fidarmi di quella
piattola della tua donna, ma Weasley, Thomas e la Brown sono davvero troppo…
non terrebbero un’informazione del genere per sé, nemmeno sotto Crucio. Ed immagino che sarebbe un bel gossip raccontare a tutti che
Draco Malfoy è vivo e che, per giunta, vive da babbano…”.
“Ed Hermione?” mormorò Potter con voce atona, guardandolo in
modo duro ed ignorando le sue parole, era evidente che Potter nascondeva
qualcosa che andava al di là del senso precipuo della loro conversazione.
Il
Ministro chiuse le mani a pugno, e tornò a guardare Malfoy, giada gelata negli
occhi: “Era necessario?”.
“Cosa?”.
“La Greengrass mi ha detto
che lei non sa chi è… che è sotto incantesimo da settimane… pensa anche lei che
si chiami Summer… ha riso come una povera imbecille, quando me l’ha detto, le è
passata la voglia solo quando le ho detto di non permettersi più di incantare
Ginevra, senza che gliel’abbia detto io, o la sua Promissio Gemina diventerà
improvvisamente carta straccia…” riprese Harry, la
voce scura, alzandosi in piedi ed avvicinandosi pericolosamente a Draco.
Draco roteò gli occhi, dandogli nuovamente le
spalle: “Non ho potuto evitarlo… quando l’ha fatto, non ero presente… e pensavo
che la Granger
si sarebbe fermata solo poche ore. Dopo, non ho ritenuto vitale che lo sapesse…
anzi era meglio che non lo sapesse. Era già abbastanza insospettita che ci
fossi io qui, figuriamoci se avesse visto Astoria… quest’ultima in fondo risulta viva e vegeta, a casa sua, e questo poteva mettere la Granger sul chi vive,
qualora l’avesse scoperto… a proposito, come sta quella brava donna? Avrà la nausea a furia di ingerire Pozione Polisucco…”.
“Sta
bene, si sta per sposare… ma non cambiare discorso,
Malfoy…” lo ammonì rudemente Potter, fronteggiandolo ancora “Perché hai
lasciato che Hermione rimanesse qui?”.
“Se
sono settimane che me lo chiedi, e sono settimane che non ti rispondo, ci sarà
un motivo… e non mi sembra nemmeno che sia cambiato qualcosa oggi…”.
“Invece
sì che è cambiato qualcosa!” urlò Harry, dimenticando ogni premura ed ogni buonsenso, afferrando una spalla di Malfoy in modo
violente e costringendolo a voltarsi. Respirava a fatica ed
aveva gli occhi lucidi di ira e di dolore: “Hermione potrebbe morire da un
momento all’altro, ecco che è cambiato! Ne ho le palle
piene dei tuoi giochetti, mi hai capito, Malfoy?!”.
Draco
si divincolò dalla sua stretta bruscamente, alzandosi e dandogli le spalle,
prima di sibilare gelido : “La colpa in questo caso, è
stata solamente sua, si è dimenticata lei di prendere la pozione, ed
aggiungerei che mi ha messo nel maggior rischio che potessi aver mai avuto
negli ultimi mesi… quindi non giocare a – Diamo la colpa a Malfoy! – che non attacca…”.
“Non
capisco come sia potuto succedere…” commentò affranto Harry, abbandonandosi su
una sedia e nascondendo il viso tra le mani “Lei di solito non è così…”.
“Quando
si vive da babbani, per anni, si hanno queste dimenticanze… dimentichi
letteralmente chi sei… e credo che sia successo anche alla Granger…” commentò
con tono piatto Draco, camminando per la stanza e chinandosi su Serenity per
vedere come stava. Harry sembrò rassicurato maggiormente da questo, dalla invincibilità della sua migliore amica, che dalla
prospettiva della lontananza che si stava scavando tra loro.
“Pucey
e Montague sono stati avvistati dalle parti di Hogsmeade…” riprese Harry,
quando la sua voce non risultò alle sue orecchie più
incrinata come era prima, Draco prestò la sua massima attenzione a quelle
parole, stringendo le nocche forte fino a farle diventare bianche. Annuì
brevemente con il capo, senza dire altro, senza sottolineare
altro.
“E Danny? Non mi dire che brama
ardentemente licenziarmi, perché mi sono ammalata alla sua preziosa festa, Seth?!”.
“Non lo so… è fuori città per
lavoro… manca da qualche giorno…”.
Quella
volta… era andato a cercare gli assassini di Helena…
“Inutile
che ti dica di stare attento o simili…” borbottò Harry, guardandolo da sopra le
lenti rotonde in un modo che a Draco ricordò spaventosamente il compianto
Silente “Credo che, nonostante tutto, non mi importi
granché che tu faccia una brutta fine… ma credo che lo sai anche tu di non
poter lasciare sola… tua sorella…”. Accentuò quella parola con forza, come una
bugia che bruciasse in gola dalla voglia di diventare verità.
Draco
annuì con un sorriso sarcastico: “E’ lo stesso motivo per cui
io stesso preservo ancora una traccia di interesse nel non fare una brutta
fine, Potter…”.
“Lo
so…” asserì Harry convinto e rassegnato con un breve sospiro “Ed è anche
inutile che ti ribadisca che lei deve restare fuori da
questa storia…”.
“Ci
mancherebbe che mi porto Serenity dietro… hai perso la testa?!”.
“Non
sto parlando della bambina…” borbottò lapidario Harry, non muovendo un passo,
però facendo quasi sentire una decisione e forza che fendeva
l’aria tra loro due “Sto parlando di Hermione…”.
Draco
sospirò con espressione annoiata, prima di dire: “Ovvio, Potter… sono il primo
a non voler subire le paturnie della Granger…”.
“Non
sto parlando solo della tua noia, Malfoy” ribadì
Harry, guardandolo con il primo autentico odio che avesse verso di lui da
quando avevano lasciato quella Torre, la sera della morte di Silente. Da
allora, per Harry Potter, Draco Lucius Malfoy era sempre stato una vittima di
un sistema che lo aveva autenticamente stritolato in un meccanismo più grande
di lui.
Uno
che diventa cattivo, solo per paura o per ingordigia dei privilegi che ha raggiunto negli anni da una posizione sopraelevata.
Eppure,
Harry era sempre stato convinto che la sua anima non fosse corrotta del tutto.
E la storia con Helena e il nuovo profondo affetto per Serenity, ne erano la
prova tangibile.
Ma,
ora, ad Harry Potter premeva chiarire un’altra cosa.
Il suo ruolo in un’altra questione. Molto più spinosa ed
annosa per il giovane Ministro.
Per
un attimo, un bagliore dorato oscurò ed ottenebrò il
verde degli occhi di Potter, lampo vivido e liquido come bronzo colato, al
ricordo delle parole che gli sconvolgevano la mente da quella sera della festa,
una settimana prima.
Lei.
La
regina dei Grifondoro.
Semplicemente
la sua migliore amica, Hermione.
Lei
che difendeva la sua intenzione di trovare gli assassini dei genitori del ragazzo biondo davanti a lui, con una caparbietà che
aveva poco a che vedere con il mero desiderio di giustizia. C’era qualcosa… in
lei…
Quello
stesso ragazzo, destinatario di tale impeto, in pochissimi secondi, capì che
cosa passasse per la testa al nemico di sempre, all’amico di oggi.
Chiuse
gli occhi Draco, riaprendoli subito dopo.
Colori più vividi, improvvisamente.
I colori di questo ricordo… sono permeati di rabbia… infinita, immensa. Rabbia.
La
sua voce suonò acida e scontata, in netto contrasto a com’era stata fino a quel
momento.
“So
che stai per dire, Potter… e per favore, taci, prima di dire sciocchezze… ho
già pensato a tutto… se la
Granger si sveglierà, se si salverà… potrai portartela dove vuoi… basta che me la levi dagli occhi…”.
Harry
parve autenticamente meravigliato, mormorò delle parole scollegate prima di
rendersene effettivamente conto, come se nemmeno lui sapesse collegare quello
che aveva sempre pensato e quello che sentiva adesso. Improvvisamente anche le
sue intenzioni cambiarono… voleva difendere Hermione da un affetto distruttivo
per Malfoy, ed ora? Che cosa invece c’era, se lui
parlava così?
Bisbigliò
scioccamente: “Pensavo che le cose… andassero meglio tra voi… lei, alla festa…
ci tiene davvero a te… quello sguardo, lo conosco…”.
Draco
lo interruppe bruscamente, dandogli le spalle e replicando con voce scocciata:
“Appunto, Potter… sta diventando seccante questa storia… credo anche che si
stia innamorando di me…”.
“Non
è possibile…” ripeté Harry, negando con il capo, anche se forse egli stesso
aveva pensato la stessa cosa, tacendola persino ai
suoi stessi ragionamenti, per quanto gli sembrasse assurda.
“Sia
o non sia possibile, non sono affari miei ma tuoi… è amica tua, non mia…”
ripeté Draco, schioccando la lingua con fare noncurante ed
affondando le mani nelle tasche, aveva la stessa espressione indifferente e
menefreghista di tanti anni prima “…e
non credo che le faccia bene il masochismo… ammesso che Helena non fosse mai
esistita, io non mi potrei innamorare di una come lei…”.
Harry sospirò brevemente: “Lo so, o meglio,
immagino che per te non sia mai cambiato nulla… ma per lei evidentemente sì…
non voglio che soffra… ma perché l’hai lasciata qui, allora? Non potevi mandarla
prima allora?!”. La voce di Harry, al pensiero della
sofferenza della sua migliore amica, si alzò di tono e di rabbia nell’ultima
domanda.
Draco parve quasi divertito dalla sua reazione,
sadicamente divertito: “All’inizio, ho pensato che mi facesse comodo un’Auror
per casa… se lei voleva davvero lavorare qui, che diamine me ne fregava di
farle cambiare idea? Avrebbe protetto anche lei Serenity… e alla prima
occasione, probabilmente sarebbe morta nella sua nobile missione, come si
addice ad un’Eroina del mondo magico come lei…”.
La
sua voce era amara ed acida, ignorò la rabbia palese
nelle mani contratte di Harry, e proseguì: “Ed è sempre stato per Serenity che
l’ho lasciata qui… lei si è affezionata alla Granger… e Dio solo sa come abbia
fatto…ma non avrei mai fatto nulla per farla soffrire… quindi ho pensato che in
fondo poteva anche stare qui… anche perché nemmeno sapeva dei miei, quindi era
stata almeno assolta per la sua colpa peggiore e non era nemmeno più un’Auror
quando morì Helena… ci poteva anche stare … stavolta non sarei nemmeno stato
così egoista da togliere una protezione a Serenity, solo perché dava fastidio a
me… l’ho fatto con Amos ed Helena e vedi che cosa è successo… avrei anche
sopportato la Granger
se significava poter proteggere meglio Serenity… ma lei sta iniziando a
fraintendere Potter, dimostrarle interesse anche solo per Serenity sta facendo
che lei pensi chissà che cosa… inutile dirti che mi fa schifo anche solo a
pensarci…”.
“Non
ti ha fatto così schifo baciarla però, alla festa, no?” ribatté irato Harry, la
rabbia per come era stata trattata Hermione era
visibile nei suoi occhi lucidi di livore “Seth mi ha detto che vi ha visto
baciarvi e…”.
“… ed è stata la cosa peggiore che abbia mai
fatto…” replicò Draco disgustato, una smorfia sui tratti induriti del viso “Ma
avevo bisogno di distrarre Seth… e poi lei… la Granger…”, la sua voce
divenne un filo leggero d’aria mentre sputava fuori una verità che gli deformò
il viso di dolorosa nausea emotiva per quello che sentiva e vedeva, ma che
sapeva essere solo un’illusione: “… lei, talvolta, mi ricorda Helena… non so
come sia possibile… ma… lei, la
Granger… ride come Helena…”.
L’espressione
mutò in un secondo, ritornando fredda e cinica, mentre aggiunse le sue ultime
parole, a cui Harry avrebbe solo ribattuto che avrebbe
trovato un lavoro per Hermione, che non gli facesse incontrare più.
Le
sue ultime parole. Epigrafiche come una condanna.
“Ma
la Granger…
non sarà mai Helena…
e io non proverò per lei nulla di più diverso da
quello che provavo per Helena…”.
Raffiche
di vento nei miei sensi.
Ricordi
di parole, dette in questi mesi.
Fosse
anche solo per Serenity, per come ti vuole bene… io lotterei per diventare il
motivo che cerchi…
Novelli pensieri che non ho bisogno di sentire, per
indovinare e conoscere a memoria.
È
solo per Serenity che ti trattengo qui, Granger. Solo
per lei… fosse anche qualche altro giorno, ma sarà sufficiente per rendere la
mia bambina felice, per un altro po’. Lotterei per non darle motivo di soffrire
ancora. Anche se provenisse da una come te.
Ancora ricordi.
Farai bene a non continuare
nemmeno la tua domanda, Granger…
E
pensieri solo suoi.
Se saprà la verità,
probabilmente nemmeno la proposta di Potter la farà schiodare da qui… non me la
leverò più dalle scatole. In fondo, basta che pensi posso
tenere a lei… e verrà solo per Serenity.
Ad ogni ricordo, velocissimo, di parole che passa
nello specchio, credo di esserne colpita come se mi stessero sparando dritto al
cuore.
La Granger
non ha niente a che fare con questo… lasciala fuori…
Pensiero
nascosto.
Ci manca solamente che
Astoria la faccia fuori… Potter non mi aiuterebbe più… e mi toglierebbe
Serenity… perché diamine l’ho lasciata qui?
Il
ricordo più doloroso tra tutti… e quello che, fino ad ora, era il più bello.
Sporcato anch’esso.
…se fossi mia, potrei
essere geloso, ma non così…
In
realtà… lui… ha solamente pensato…
… se Helena fosse stata
mia… mia davvero… nemmeno
Amos l’avrebbe mai avuta…
Cado
per terra, per quello era… un impulso e basta...
Ed infine, mentre usciamo dal Pensatoio, l’ultimo
pensiero.
A te magari non interessa… ma
a me sì… in un modo contorto, ma è così, è necessario che tu sappia tutto di
questa storia…
Sono le sue
parole dal vero, mentre ci ritroviamo di nuovo nella sua camera, a palesarmi i
suoi pensieri.
Di fronte a
me, gli occhi grigi lucidi di ira, vero come forse non
è mai stato. Vero e bello sempre, ma ora vero…
perché il Draco che ho amato in questi mesi… non è mai esistito… mai… mai… mai…
Coloratemi la vita di bugie, menzogne,
illusioni e falsità. Ridatemi tutto quello che, a mio modo, ho sempre creduto essere il vero.
Al di là del
loro caleidoscopio, riflessa nei loro riflessi d’inganno, ero perlomeno in
vita… ora, io… che sono sempre stata la fautrice della verità assoluta… annego
come se essa fosse diventata il mio veleno… ed anelassi vivere per sempre di
frottole.
Eppure, non è possibile più. È’ un suicidio solo continuare a pensarlo.
Non è possibile.
“Era
necessario che tu sapessi, Granger, di come amassi Helena, era solo il modo per
cui tu forse capissi…” borbotta stoico, freddo e lontano come un Dio pagano,
guardandomi dall’alto in basso come se fossi solamente un insetto da
schiacciare, incredibilmente molesto con la sua sola esistenza. Abbassa gli
occhi, per poi risollevarli nuovamente e fissarli crudeli nei miei, biglie di
perla dura come se appunto nemmeno esistessi, solidi, stentorei, potenti, nel
loro ultimo messaggio risolutore.
L’angelo che
possiede il Verbo e lo comunica agli umani, scendendo dal cielo. Il diavolo che
ghigna del Giudizio indelebile e lo sputa fuori, spalancando l’inferno.
Entrambi. In
lui.
“Amerò per
sempre lei… lei e solamente lei… a parte i motivi che conosci, mi ha ingannato la tua superficiale somiglianza con lei… l’ho
capito mentre ti guardavo suonare, le assomigli persino in questo… ma non
basta, non basterà mai…”.
Non ci credo. Non sta succedendo
davvero.
“Helena è
sempre qui, nel mio cuore, a farmi sentire il divario inesauribile che c’è tra
te e lei… e, se il mio bisogno di lei, potrebbe farmi accontentare anche della
sua immagine malriuscita che vedo in te, non può invece farlo quello che ancora
provo per lei…”.
Non ci credo. Non sta succedendo
davvero.
“Nonostante
tutto, non posso autenticamente ancora desiderare, come semmai mi è accaduto in
passato, che tu soffra per me… non sai niente dei miei e nemmeno di Helena, non
è stata colpa tua… e non sei mai stata nella mia lista. Forse
davvero nemmeno ti odio più… ma devi capire che tutto quello che è accaduto
fino ad ora… è stato solo per questi motivi…”.
Non ci credo. Non sta succedendo
davvero.
“Quindi, adesso, Granger… vattene via… davvero… Serenity se
ne farà una ragione… e tu magari te ne andrai con Hayden o come diamine si
chiama… e mi scorderai facilmente… ogni solo secondo che resti qui, ti fa
soffrire inutilmente, e senza senso. E mi ricorda lei, senza poterla avere mai
più. … vattene via…”.
Non ci credo. Non sta succedendo
davvero.
È stata tutta una menzogna…
Nonostante
le sue ultime parole, è lui a sparire e ad andare via, allontanandosi da me,
correndo fuori, impossibile forse anche sopportare la mia stessa presenza dove
lui vive e respira. Il suo ultimo sguardo… scintille sulla
mia pelle. Ne rabbrividisco, perché non riscaldano più, gelano il sangue
nelle vene e corrono dalla nuca alla schiena come ghiaccio che fonde. Come un
pesce rosso, apro e richiudo le labbra, potevo parlare, negare fino alla morte… in passato, lo avrei fatto… ma ora…
Inorridita,
mi accorgo che non avrei saputo che parole usare, che espressione mascherare,
che repulsione fingere.
Inorridita,
so di aver messo la mia sola anima come scudo e spada per difendermi. Niente orgoglio, niente dignità, nulla di nulla. Solo essa.
E lui… lui
l’ha distrutta velocemente, senza pensarci su. Ora…
più nulla…
Annullati
tutti i pensieri e rattrappita la mente, le ginocchia tremano sotto il mio
peso, non cedono per chissà che moto assolutamente inutile di conservazione della
mia persona. Mi fischiano le orecchie, sento solo un tonfo lontano e poi più
nulla… forse passano decenni in un secondo. O magari ne passa davvero solo uno,
di secondo. Potrebbe anche essere passato tutto il tempo rimasto della mia
vita, e non lo saprei. Non lo sentirei.
Il rumore
della pioggia continua e diventa sempre più fastidioso, come qualcosa
che mi richiama al momento che sto vivendo, come quella realtà che
oggettivamente esiste ancora… ma dovrei pensare, per arrivare a questa
conclusione… ma non credo in fondo di sentirlo davvero.
Non credo,
in fondo, di sentire davvero qualcosa.
Qualsiasi
cosa.
Buco.
Solo un buco
dentro, dove prima c’ero ancora io. Respirando con il nulla dentro, sapendo di
non essere viva ma condannata ad esserlo fino al
giorno prestabilito.
Come te.
Dolore.
Enorme. Immenso. Da perderci il fiato. Le ginocchia cedono alla fine.
Non come te,
mai come te. Io non come te. Nulla ci accomuna meno di ora, persino il tempo e
lo spazio stessi si ripiegano inorriditi su sé stessi,
separandoci. Come mura altissime fatte di fuoco che si ergono, inespugnabili,
rendendomi lontana miglia da te.
E la mente
riprende a funzionare, non ha mai smesso. Ogni cosa disgustosamente torna al
posto che ha sempre avuto, togliendomi dignità ed
orgoglio e imbrattando il mio sentimento rivelato, come un siparietto comico di
cui ridere un minuto e provarne pena il minuto successivo.
Non
riuscendo a sentire nulla di diverso dalla mera stanchezza, mi accascio
per terra, chiudendo gli occhi e raggomitolandomi sul pavimento freddo, in
posizione fetale.
Il cuore… se
la mente funziona ancora… il cuore non funzionerà mai
più.
Il cuore, il
mio cuore oramai, è perso nelle parole che hai detto.
E, se passo
dopo passo, chiudendomi in me stessa, quella sensazione ovattata passerà… e se
lentamente capirò che posso muovere ancora le dita della mano, posso
faticosamente serrare gli occhi, posso allargare le
narici in un respiro un po’ più intenso, posso persino alzarmi in piedi, posso
mettere un piede davanti all’altro…
Quella cosa
dentro che, un giorno aveva un nome e che ora non ne ha più…
Cuore.
Esso non
funzionerà mai più.
Sono rimasta
sensibile nella misura in cui potessi sentire i passi di Draco riportarlo nella
sua camera.
Perché sì, ora,
riconosco anche la sua particolare camminata. Lenta, misurata, dai passi
ampi ed aperti.
Ed, appena
avessi sentito i suoi passi su per le scale, sapevo che quel tonfo sordo che
avverto dentro, mi avrebbe caricato al punto da dare impulso alle mie gambe e
farmi correre via. Dall’altra parte del mondo.
Ma per il
resto, nessun gesto era necessario. La guancia premuta contro
il pavimento, la bocca leggermente dischiusa e gli occhi ostinatamente fissi
nel vuoto.
Silenzio
dentro e fuori, affollato di parole remote e di ricordi che ora hanno dimensione
diversa, come gemme dischiuse su alberi spogli per cui non arriverà nessuna
primavera, ma solo un ostinato inverno. Aspettando solo di morire gelando.
Sento così
male dentro, che, solo annullandomi, riesco a non impazzire e a non mettermi ad urlare.
Un altro
passo. Non è lui. Quindi non mi interessa.
Seth entra
silenziosamente nella stanza, aprendo la porta, lo intravedo nel riflesso della
finestra. Non dice nulla, si china semplicemente e mi prende dolcemente per i
fianchi, mettendomi dapprima seduta come una bambola, e poi prendendomi in
braccio.
Dovrei dire
qualcosa… ma è come se sapesse… quindi evito qualsiasi parola, chiudo
gli occhi, accoccolandomi contro il suo petto che sa di sapone e di pulito.
Seth esce
fuori dalla camera di Draco, dallo scenario dove si è
consumato l’ultimo atto di questo sciocco amore, portandomi sempre in braccio,
e mi porta in camera sua. Delicatamente, come se davvero fossi una bambina, mi
fa stendere sul suo letto di fianco, mi mette una coperta sulle spalle per poi
sdraiarsi accanto a me.
“Ho sentito
che cosa ha detto…” mi sussurra nel buio della stanza “Non volevo… ero solo
salito a vedere dov’eri…”.
Un piccolo
crack nelle orecchie, il labbro che trema e vorrei dire: “Non importa, Seth…” e
vorrei preoccuparmi del fatto che forse ha sentito
delle cose che c’entrano con la magia, e vorrei inventare delle scuse, e vorrei
rimproverarlo perché non si fa mai i fatti suoi, e vorrei riderne quando si
offenderà ancora.
Vorrei
davvero fare tutto questo… ma invece è solo un crack
nelle orecchie. E io che ritorno tutt’un tratto, da
dove mi ero confinata in un angolino sperduto della mia mente.
Nella foga
di abbracciarlo e di scoppiare in singhiozzi contro di lui, lo sposto di poco
nel letto troppo piccolo per tenerci entrambi. Lui mi
abbraccia solamente, non dicendo nemmeno una parola, e nessun orgoglio e
nessuna forza prosciuga le mie lacrime… nulla di
nulla, come se fossi davvero vuota dentro, di tutto ciò che mi ha sgraziatamente
tenuto in piedi in questi mesi. È rimasto solo nelle maledizioni del tempo
trascorso, la benedizione di avere Seth accanto.
E vorrei poter dire che ogni lacrima, ogni singhiozzo, ogni parola
mozzicata, ogni urlo represso solo per paura di non riuscire a smettere più, mi
abbia liberato un pochino, mi abbia sfogato, lo abbia mandato via da me, lo
abbia lavato via, come una macchia sporca dentro… ma è inutile, ogni lacrima,
ogni singhiozzo, ogni parola mozzicata, ogni urlo represso solo per paura di
non riuscire a smettere più, dà sempre maggiore forza a lui, è un paradosso
che, credendo di farlo uscire fuori, lui entra sempre di più come una freccia
acuminata, come un ago sotto le dita, come una lama nel collo. Solamente lui a percuotermi il cuore.
È come se
credendo di respirare, io mi trovassi ad inalare anidride
carbonica che mi uccide e basta, eppure sapessi di non poter smettere di farla
entrare nei miei polmoni…
Morirne
sempre e comunque.
Disperazione.
Mi aggrappo
ferocemente alla maglia di Seth, sperando che mi aiuti lui e sapendo che non
potrà farlo nemmeno lui, l’amico più vero che la vita mi abbia donato in questo
delirio, e che ora piange assieme a me, piange solo
perché mi sente e vede piangere, perché lui, le sue lacrime per Draco, chissà
quando le ha piante, da solo, senza che nemmeno io lo consolassi. Io che ero persa
nel mio vaneggiamento febbricitante di amare Draco e nel mio sogno farneticante
di farmi perlomeno voler bene da lui.
Prendo a
pugni il petto di Seth come se fosse lui, urlando quanto sono stata stupida ed altre parole che forse nemmeno la mia stessa bocca sa che
cosa sono.
Lui
semplicemente me lo lascia fare, stringendomi solo più forte tra le sue braccia
e piangendo ancora assieme a me.
E sono
anatemi e maledizioni di donna innamorata, inutili perché nessun Dio
misericordioso le ascolterà mai, e sono parole che feriscono l’aria che sa di
lui, come se aleggiasse su di me, per sempre, attorno a me. Ma
sempre aria… mai più lui, davvero… mai più lui dal vero.
Perché il vero Draco non è mai stato il
mio Draco.
E perché il mio Draco semplicemente non
è mai esistito.
E ora è un lutto che io piango.
Lui che muore in una casa sprangata al
centro esatto dell’inferno. Lui, il traditore di ogni parte
del mondo. Assieme ad Hermione
Jane Granger.
Alla fine, lì, davvero mi ci hai
portato, come mi avevi promesso senza che io lo sapessi.
E ora, ti resta solo una cosa da fare
con me.
Guardarmi bruciare.
Quando vai a
letto piangendo, gli occhi pesanti hanno il pregevole e rinfrancante dono di
farti addormentare quasi subito. Piegati dalla stanchezza e dal dolore, essi si
chiudono senza che nemmeno te ne accorgi… ma è solo
una falsa tregua.
Nello spazio
che intercorre tra la veglia e il riposo, si confondono tutte le cose,
mescolandosi come tempere annacquate, le parole che ti fanno soffrire assieme a
quelle che ti hanno fatto gioire, diventando qualcosa di nuovo e distante dal
reale.
Quando ti
risvegli, saresti pronta a spergiurare che le cose sono andate in tutt’altro
modo, per poi renderti conto, quando si sveglia anche il ricordo, che sono andate esattamente come temevi e pensavi…. ed è di nuovo una stoccata precisa e fatale, persino
peggiore della precedente, perché per un attimo avevi dimenticato che
significasse soffrirne, e ti eri illuso che tutto invece andasse bene. Il
brutto sogno è la realtà, e non c’è cosa che possa fare più male.
Mentre
scivolo mio malgrado nel sonno, dopo una giornata il
cui inizio mi sembra trascorso da vent’anni, gli occhi verdi di Seth, che
scintillano nel buio, mi sembrano diventare quelli di Harry… e lentamente,
chiudendo gli occhi, i sensi vengono rapiti da un profumo fin troppo
conosciuto.
L’odore dei nontiscordardime.
Che esista o
non esista davvero, è solo un ricordo che può portare.
Il peggiore.
Semplice… fingo di essere occupato…
Non smettere di baciarmi…
mai…
Draco…
ti prego…
non farlo…
Riapro gli
occhi bruscamente, o almeno credo di averlo fatto, cercando di svegliarmi e
riprendendo a piangere ancora, l’ossessione di quel ricordo che vorrei soltanto
che sparisse. Ma capisco che, invece, mi sono
addormentata… gli occhi verdi che ho davanti, non sono più quelli di Seth.
Sono quelli di
Harry, ma non è nemmeno corretto questo.
Sono di Harry…
ma in realtà sono i suoi.
Lily Evans Potter.
La guardo senza
capire, ed ovviamente mi sembra chiaro che io stia
sognando. Lei mi sorride calorosamente, con quel suo sorriso familiare che in
realtà non ho mai visto, ma che conosco a memoria, da ogni fotografia che Harry
conserva gelosamente. I suoi capelli splendono come un fuoco d’autunno e gli occhi verde chiaro hanno molto di quelli di Harry, lo
stesso calore, lo stesso fondo un po’ triste, la stessa luce che sanno donare
spontaneamente. È vestita di bianco e sorride in modo così sincero ed autentico che persino quel buco che ho dentro, sembra
quasi un po’ meno sterminato adesso. Sorrido a mia volta, almeno se è un sogno,
mi farà stare per qualche istante un pochino meglio… un senso di pace e di
tranquillità assoluta mi assale guardandola, e mi porta ancora alle lacrime,
anche se nemmeno so perché sto piangendo.
Ora, almeno.
Lei mi si
avvicina, rapida e leggiadra come una colomba, e mi abbraccia forte, come una
mamma: “Hermione, piccola… non devi piangere…”.
Annuisco,
profumo di nontiscordardime ancora attorno a me, e mi stacco di lei,
asciugandomi le lacrime con il dorso della mano: “Signora Potter…”.
“Lily” sorride
lei, guardandomi ancora.
“Lily…” concedo
con un lieve sorriso, lei te lo strappa automaticamente anche
se non vorresti “Che cosa ci fa qui?”.
“Sono venuta
per te, Hermione…” sorride ancora, iniziando a camminare ed
invitandomi a fare altrettanto, la seguo velocemente “So che stai soffrendo
molto… e so anche che non è giusto che tu stia così male… non te lo meriti…”.
Trasalgo,
guardando la cascata di capelli rossi di lei che mi precede, ed
abbasso lo sguardo, quel buco dentro che ritorna improvvisamente in tutta la
sua forza, anche se siamo solo in un sogno.
“Hai aiutato
tante volte mio figlio…” sorride lei, e piange assieme, fermandosi e
guardandomi “Harry… lui… come sta?”.
“Sta bene…” sorrido a mia volta “Credo che sentirà per sempre la sua
mancanza e le sarà per sempre grato per averlo salvato e per averlo reso l’uomo
che è… anche se siete stati assieme davvero molto poco…”.
“Esattamente
tre mesi… solo tre mesi…” piange ancora lei, ma poi scrolla
il capo e mi sorride ancora: “Ma in realtà sono sempre rimasta con lui…”.
Mi chiudo nelle
spalle: “Lo immaginavo…”.
Lily Potter mi
sorride ancora e mi chiedo se davvero questo sia ancora un sogno, è così
maledettamente reale… non ho mai creduto che i defunti potessero parlarci in
questo modo, persino quando ho iniziato a sognare, ero scettica. Ma adesso… lei non può essere altro che Lily Potter… perché
sta parlando proprio con me?
Lei è come se
avesse intuito i miei pensieri, mi guarda ancora, inclinando la testa di lato: “Ascoltami,
Hermione… io posso aiutarti… so che stai soffrendo molto… per Draco Malfoy… lo
ami, vero?”.
Sobbalzo e
sfuggo dai suoi occhi, come se quest’amore fosse un’onta vergognosa sul mio
viso. Annuisco semplicemente con il capo e lei stavolta non mi consola con
alcuna parola gentile, come se davvero avessi compiuto
un peccato imperdonabile.
“Andrà sempre
peggio…” mi minaccia velatamente, sollevo il capo e il sorriso è scomparso, è
seria, imperturbabile, occhi freddi come quelli di una statua “Hermione, andrà
sempre peggio… questo non è che il primo passo di un destino di autodistruzione
che oramai ti sei scelta… amare una persona del genere non potrà che portarti alla follia…”. Mi verrebbe quasi da ridere amaramente,
dicendo che io la follia credo oramai di essere già arrivata, ma invece resto in silenzio, immobile, ascoltandola.
“Bisogna che tu
intervenga prima che sia troppo tardi…” mi sussurra, avvicinandomi “Se ti
avessi conosciuta, tu saresti stata come una figlia
per me… ho vegliato tanto su di te e Ron… ed ora non voglio che ti succeda
qualcosa…”.
“Non so che
cosa fare…” bisbiglio al limite della disperazione, abbandonandomi
al suolo.
Lei sorride
ancora, ma in modo diverso, enormemente diverso. Non
sembra nemmeno più lei, mentre dice: “Io invece sì…”.
Per un attimo,
mi ha ricordato qualcun altro… ma non sono riuscita a focalizzare chi, perché è
immediatamente scomparsa.
Tutto attorno a
me cambia forma, diventando qualcosa che conosco perfettamente…
Hogwarts. La Sala Grande.
Mi guardo
attorno meravigliata, ma ogni particolare è esattamente come lo ricordo. Il tavolo rialzato dei professori, tutti impegnati a mangiare e a
parlare sommessamente, con il trono dorato del Preside. Su di esso,
siede ancora Silente, è sorridente ma anche sofferente… la mano pende bruciata,
sul pomo della sedia.
Il sesto anno. Siamo al sesto anno.
Per il resto,
non mi sembra una giornata particolare, di cui debba ricordare effettivamente
qualcosa. Mi guardo ancora curiosamente attorno, ma tutto mi sembra normale.
Le lunghe tavolate delle Case, ingombre di ragazzi ridanciani. Le finestre dallo stile gotico, da cui penetra la
luce tenue di una mattinata pigra d’autunno. Il soffitto incantato, ritagli di
cielo tra macchie di sole. Il solito cicaleccio tipico delle mattinate, prima
delle lezioni, così familiare ed ormai lontano nella
memoria, ma che mi viene ancora con nostalgia da chiamare casa.
Mi muovo
lentamente, i ragazzi correndo mi passano attraverso, senza vedermi, sono
evidentemente inconsistente come un fantasma. Cerco con lo sguardo impaziente l’ultimo
tavolo partendo dalla porta, quello dei Grifondoro, e con un tuffo al cuore, mi
vedo seduta tranquillamente lì, impegnata a leggere un libro, Harry che scherza
con Ginny e Ron che si sbaciucchia con Lavanda. Si erano già messi assieme
allora… infatti, dopo qualche secondo, mi vedo chiudere furiosamente il libro ed alzarmi, uscendo fuori dalla sala. Mi seguo con lo
sguardo attraversare velocemente la sala piena di gente, stringendomi al petto
il mio libro come un caro amico che mi ascolterà sempre, ma che non risponderà
mai. Lo sguardo basso, gli occhi lucidi, e come sempre, il labbro che trema…
eppure so già, anche se non ricordo questo particolare momento, che cosa mi sto
ripetendo nella testa. Non devo piangere. Non devo piangere.
Avessi invece
fatto il contrario, perlomeno per una volta, chissà se qualcosa davvero sarebbe
cambiata nella mia vita.
Ora, per
esempio, non sarei in questa situazione, a scrutare con ossessione un ricordo,
mandatomi dall’aldilà, per cercare di salvarmi dalla rovina di un amore folle.
C’è qualcosa di
vagamente ironico in tutto questo… come anche nel fatto che la mia me stessa
del passato, uscendo dalla sala, ha appena urtato qualcuno.
Non qualcuno.
Lui.
Corro verso di
loro, il cuore in gola, sperando e temendo che sia successo qualcosa allora.
Immobile e
fredda come un pezzo di ghiaccio, mi vedo sollevare timidamente gli occhi
biascicando delle scuse, che si fermano così come erano
nate, quando vedo chi ho di fronte. Scintillano i miei occhi e si chiudono le
mie labbra.
Come fa l’amore di un giorno a cancellare l’odio di anni?
Lui… lo deve aver sempre saputo…
Un Draco
sedicenne, accompagnato dai soliti Tiger e Goyle, guarda la mia me stessa
passata con freddezza e repulsione, lo stesso sguardo che aveva poco fa,
insomma.
Vuoto smisurato dentro, anche nel sogno.
Erano i giorni
in cui tentava di uccidere Silente… e sono certa che, se allora non me ne sono resa conto, ora invece è evidente che era a pezzi.
Ha gli occhi
profondamente cerchiati, le occhiaie e un colorito ancora più pallido del solito; sembra stanco, esausto, lontano migliaia
di pensieri da qui. E’ evidentemente diverso da come è
adesso, più piccolo, più basso, meno sicuro nel portamento e con un fisico più
gracile. Eppure… è già tutto lui… era già lui… la persona che avrei
amato perdutamente qualche anno dopo…
Eppure… allora…
Mi avvicino a
loro, tremando tra me e me, e noi ci fronteggiamo come abbiamo già fatto decine
di volte e come faremo altre centinaia di volte, crepita
l’aria come per un temporale. Poi, come ho sempre fatto, mi vedo scrollare le
spalle, sospirare e proseguire per la mia strada. E Draco, dopo qualche
secondo, fare esattamente lo stesso.
Sospiro a mia
volta, il sesto anno fu così duro e difficile, per entrambi, che nemmeno ci
parlavamo più, per quanto potevamo parlare prima.
Nemmeno ci insultavamo, ecco.
Eravamo troppo
stanchi, come due cinquantenni nel corpo di ragazzini.
Draco prosegue,
chiamando Zabini e Nott, per andare a lezione di Pozioni, tutti
e due bestemmiano per averla in comune con i Grifondoro.
Dopo poco,
infatti, anche Harry, Ron e Lavanda si alzano trafelati dal loro posto,
salutando Ginny e correndo fuori dalla sala Grande in direzione dei
sotterranei.
Una lezione di Piton.
Perché Lily Potter vuole che la riviva?
Mi precipito anche io dietro di loro, scansando studenti che corrono nei
corridoi, anche se ovviamente nessuno mi vede. A poca distanza, intravedo la
mia testa, colma di capelli ricci indomabili, prendere anch’essa la direzione
per l’Aula di Pozioni.
Quando arrivo,
Piton è ovviamente già in aula. La mia me stessa passata è seduta in prima
fila, ma noto subito che, nonostante i fogli di pergamena diligentemente
ordinati, le boccette d’inchiostro allineate secondo colore e le penne
perfettamente appuntite, sono abbastanza distratta.
Volto, infatti, bruscamente il capo quando vedo entrare Harry, Ron e Lavanda,
arrossendo di collera e sdegno e lasciando il posto solo ad
Harry accanto a me. Ron e Lavlav si siedono leggermente contrariati, nei posti
in fondo, a poca distanza dai Serpeverde. Harry mi sussurra qualcosa, ma io
agito la mano con noncuranza mugugnando qualcosa a labbra serrate.
Sicuramente ho detto che non me ne frega nulla di Ron…
tipico di me…
Anche Draco è a
miglia da qui. Si siede pigramente nell’ultimo banco, stravaccandosi alla
bell’è meglio, e giocherella con una penna, tracciando
linee e segni su un foglio di pergamena. Piton ovviamente non lo riprende,
credo che abbia sempre saputo tutto di lui, anche in quel momento. Lo guarda
solo per qualche istante, sospira in modo furtivo e poi assume la sua solita
espressione arcigna, specie rivolgendo lo sguardo verso i non appartenenti alla
sua Casa.
“Oggi parleremo
di Pozioni Antiche…” inizia a spiegare con la sua solita voce melliflua,
guardandoci in cagnesco, io mi accoccolo per terra accanto al mio alter ego,
ascoltando attentamente, anche se davvero non ricordo nulla di questa lezione.
Sarà perché nemmeno mi vedo prendere appunti, con mio sommo dispiacere… deve
essere stata l’unica volta nella storia che non l’ho fatto, ed ecco che è
successo!
Piton prosegue
ironicamente nella sua spiegazione, misurando la stanza con ampie falcate:
“Sono cosciente che parlare di questi argomenti, è più o meno
come dare galeoni ad un Troll, visto le vostre menti deviate da beghe
ormonali…”, e qui lo sguardo cade su Ron e Lavanda che sono impegnati in una
melensa scenetta su chi presta prima le cose a chi “… o dal Quidditch…”, e qui
ovviamente la stoccata è per Harry che disegna schemi di gioco su un angolo del
libro, con sommo orrore dell’Hermione sedicenne ed anche di quella ventitreenne.
Infatti mi vedo dargli una gomitata e lui si arresta
subito, spaventato più da me che da Piton.
“… e data la
loro difficoltà di realizzazione e la lacunosità delle fonti, non saranno
nemmeno argomento di esame…”, tutta la classe rilascia un sospiro di sollievo
evidente e quei pochi temerari dell’appunto cessano immediatamente le loro
manovre “Ma il Preside è convinto che la vostra cultura generale ne trarrebbe beneficio… e quindi si presuppone che debba
fare questo sforzo titanico… iniziamo subito con quella che la Pozione più difficile del
nostro Mondo… ed anche quella che è meno conosciuta…”.
Fa una pausa ad effetto, per poi agitare la bacchetta, facendo comparire
sulla lavagna alle nostre spalle una scritta in caratteri fiammeggianti.
Zahir.
Non mi ricorda assolutamente nulla.
Evidentemente, visto che non sarebbe stata chiesta per
gli esami e visto come stavo in questa giornata, non devo averla memorizzata. Piton riprende la sua spiegazione, lo ascolto attentamente cercando
di non perdermi nessuna parola: “L’idea dello Zahir viene dalla tradizione
islamica, Zahir in arabo significa visibile, presente, incapace di passare
inosservato. In terra musulmana, la gente usa questo termine per riferirsi agli
esseri e alle cose che hanno la virtù di essere
indimenticabili e la cui immagine finisce col rendere folli gli uomini che la
pensano. Qualcosa o qualcuno che, una volta
che si è stabilito il contatto, finisce per occupare a poco a poco il nostro
pensiero, fino al punto che non riusciamo più a concentrarsi su nient’altro… e
questo può portare alla santità o alla follia…”.
Sobbalzo, rivolgendo lo sguardo verso il ragazzo biondo in fondo alla
sala.
Draco. Ecco, cosa voleva dire Lily…
Il mio Zahir… è lui…
Ascolto, concentrata, mordendomi in modo nervoso un pollice. Possibile che davvero non ricordi nulla di questa
lezione?
Piton fa una
pausa, sospira ancora, gli occhi neri persi in pensieri tutti suoi, e quasi
penso che ce l’abbia anche lui uno Zahir.
Una persona indimenticabile.
Poi si
schiarisce la voce e riprende annoiato: “Per esempio, possiamo trovarlo nella paura ossessiva per la perdita di una persona amata, o nel vuoto lasciato
da un lutto improvviso, ma anche in molte altre tipologie di situazioni, dove
la sola cosa in comune è un’autentica spirale autodistruttiva di sensazioni,
emozioni e ricordi che inevitabilmente le parole, i luoghi del vissuto comune e
le esperienze condivise riportano ad ogni momento alla
mente. Rievoca nell'individuo la sensazione di trovarsi in un vicolo cieco, di
aver imboccato una strada senza uscita. Lo
Zahir si può risolvere solo con il raggiungimento della pace ritrovata in
seguito alla ricongiunzione ovvero, allo stato di quiete dato dalla
consapevolezza perenne di impossibilità del
raggiungimento del proprio fine…”.
Liberarmi di lui… accettare
consapevolmente che non mi amerà mai… non amarlo più…
“Questo per quello che deriva dalla
tradizione babbana, che lo usa semplicemente come un concetto di natura
psicologica. Nel nostro mondo, è l’idea base per una delle Pozioni più antiche
della storia, probabilmente di origine greca, visto il desiderio degli antichi
Maghi ellenici di liberarsi dalle catene delle passioni in ossequio all’ideale
di una razionalità superiore… il suo fine e scopo è quello di
liberare dai pensieri e dai sentimenti ossessivi, molesti e sgraditi, dandone
forma in un oggetto che assorbe tale emozione, liberando l’anima e sanandola. È
una pozione più instabile che propriamente difficile,che
prevede la preparazione della pozione e il recitare di una particolare litania
che assicura il suo fine. La formula completa dello Zahir è contenuta solo
all’Ufficio Misteri, di sola conoscenza pertanto degli Indicibili… la causa di
tale segretezza è la sua pericolosità. Lo Zahir assorbe il sentimento,
neutralizzandolo, ma, se esso continua ad essere
alimentato, lo trasforma nel suo contrario. L’amore diventa odio, il dolore
euforia, la speranza disperazione, e così via. E questo è deleterio per lo
spirito e per il corpo, potendo causare anche la morte, anche perché una volta
creato, lo Zahir non può essere distrutto. Continua nel suo lavoro, indipendentemente
dalla volontà del creatore. Abbiamo pochissimi casi di Zahir distrutti, ed
erano tutti di grado inferiore. Essi sono infatti
diversificati in cinque categorie, di potere diverso; maggiore il potere,
minore è la possibilità di distruggerlo. Il meno potente è lo Zahir che nasce
per l’ossessione della Libertà; di
seguito, abbiamo lo Zahir d’Odio,
di Potere, di Dolore ed infine quello
più potente ed instabile… lo Zahir d’Amore.
Mentre infatti abbiamo conoscenza di Zahir di grado
inferiore distrutti, per il primo non se ne conosce nessuno, esiste solo una
leggenda anche riguardo alla effettiva creazione di tale Zahir…”.
Piton si interrompe,
convinto di non essere più seguito, ma nota con un ghigno disgustato che la
classe femminile, alla parola Amore, si è ridestata quindi magnanimo prosegue
nel suo racconto: “Di Zahir delle quattro categorie inferiori, Dolore, Potere,
Odio e Libertà, abbiamo testimonianze storiche certe… si parla del Cuore di
Ametista della Maga Medea, della Collana di Zaffiro della Regina Maria
Antonietta di Francia, del Calice di Smeraldo di Cesare Borgia, tutti distrutti
e tutti egualmente portatori di sventure, basta rileggere la storia di questi
tre personaggi. Ma le leggende raccontano del primo
Zahir, l’originale, creato per un sentimento ossessivo di amore. La Stella di Corallo della
Regina Artemisia, regina dell’isola di Atlantide… senza scendere troppo nei
particolari di una storia permeata, qualora fosse vera, solo della volubilità
di una donna non corrisposta che distrugge un grande impero, è evidente che lo
Zahir d’amore è molto pericoloso. Se la storia fosse infatti
vera, esso avrebbe causato la fine del popolo di Atlantide… per questo, lo
Zahir è illegale al pari di una Maledizione senza perdono ed è custodito
all’Ufficio Misteri, di sola conoscenza degli Indicibili...”.
I contorni dell’immagine sfuocano
improvvisamente, diventando meno nitidi, ed anche io
mi sento strappare via.
Ora sai che cosa devi fare…
La voce di Lily Potter…
Mi sveglio di soprassalto,
sudata ed accaldata, nella stanza buia di Seth. Lui è ancora vicino a me, si è
addormentato. Lo guardo per qualche attimo, come per accertarmi davvero di aver
sognato fino ad ora. Respirando a fatica, mi porto una mano al petto che si
alza e si abbassa velocemente.
L’odore dei nontiscordardime è ancora così
forte nella mia testa che mi sento stordita… non ci sono dubbi. Non era un
sogno come tanti altri… era un segno del
cielo.
Respirando ancora affannosamente, mi alzo
e vado in bagno, il mio passo è ancora incerto e tremante, ma la voragine
dentro si è quasi attenuata.
Apro la porta con cautela, attenta a non
svegliare Seth, e me la chiudo alle spalle. Mi lavo il viso con energia,
cercando di riprendermi, e, mentre mi asciugo il viso, incontro il mio riflesso
nello specchio. Capelli spettinati, occhi rossi, occhiaie di
notti insonni, aria stravolta e sconvolta.
Eppure, i miei occhi sono quasi ritornati
quelli di prima. Quasi, perché il mio amore per Draco è sempre dentro di me,
pronto a sobbalzare ad ogni minimo rumore proveniente
dalla stanza accanto, a gemere nel ricordo di ciò che siamo appena detti, a
degenerare in una follia insana.
Lui non mi ama. Ci manca poco che
mi odi… mi ha solamente usato.
Mi ripeto nella testa come un mantra, a
quella prospettiva qualsiasi altro pericolo sarebbe solo un sorso di tè
piacevolmente tiepido.
E magari essere impulsiva per una volta,
non potrà che farmi bene… e, se Lily Potter me l’ha suggerito, vuol dire solo
che è la strada giusta. Tutto questo per convincermi di una cosa che ho già
deciso di fare. La sola cosa che potrà darmi la pace.
Per dimenticarlo.
Ora so che cosa devo fare.
Per dimenticarlo.
Nella mente, compare il solo nome che in
questo momento so potermi essere minimamente utile. Il solo nome che potrà
darmi quello che cerco.
Faccio un sospiro profondo, speravo di non
doverlo mai fare. Eppure, so che nemmeno il Ministro in persona potrebbe
aiutarmi adesso.
La sola è lei.
Helder Cassidy Bode.
Come richiamato solo dai miei pensieri, si
materializza improvvisamente tra le mani un mantello di colore azzurro polvere,
chiuso da una rosa dello stesso colore. Sobbalzo leggermente, prendendolo tra
le mani prima che mi scivoli via tra le dita.
Lo soppeso pensosamente, come se
scottasse, il tessuto è morbido e leggero come un sogno. Ovvio. Si è già accorta che ho pensato a lei.
Con un lieve sospiro, stacco il biglietto
sottile attaccato al mantello.
Una grafia elegante.
Dice solo:
E’
da parecchio che non vieni a Diagon Alley, e questo scommetto
che ti potrà servire se non vorrai essere riconosciuta.
Ci
vediamo all’alba, davanti alla Gringott. Salderò il mio debito, Hermione,
dandoti la sola cosa che vuoi.
So
che è il tuo destino. H. C. B.
Sospiro tra me e
me.
Quindi…
è davvero il mio destino… potermi salvare solo in questo modo…
Eccomi qui!! Chiedo come sempre scusa per il
ritardo, ma oramai sapete che se i miei capitoli arrivassero dopo poco tempo ci
sarebbe qualche problema serio della mia psiche quindi rassicuratevi dei miei
ritardi!! Allora come sempre, ho tantissimo da dire e
pochissimo tempo per farlo, approfitto del fatto che l’occhio mi si è gonfiato
in modo pauroso stamattina quindi non posso studiare, ma aggiornare sì!!
1.
La prima cosa che ho da dire è un
enorme GRAZIE!!! Have a little fairy tale è stata inserita
nelle storie scelte del sito, il mio sogno si è avverato!! E di questo non
posso fare altro che ringraziare coloro che hanno
segnalato la storia, e cioè Seven, Helder e Haley
James… grazie davvero, era un obiettivo che mi ero segretamente prefissata, ma
che ovviamente non poteva dipendere da me, quindi davvero grazie… avete scritto
delle recensioni meravigliose che non so nemmeno se meritare appieno! Prometto che
vi ricompenserò cercando di scrivere la migliore storia che abbia mai scritto!! Grazie ancora! Ringrazio anche chi ha segnalato la storia
per il concorso del sito, anche se non è passata alla seconda fase… grazie in
ogni caso, mi ha fatto davvero piacere, Eruanne ed Emmetti, grazie davvero!!
2.
La seconda cosa è NON UCCIDETEMI E
NON ABBANDONATE QUESTA STORIA DOPO QUESTO CAPITOLO!!! Non
è una storia con un finale triste, ve lo assicuro, e questo capitolo anche
sembra la fine di ogni speranza, non lo è assolutamente, anzi… e da qui che
finalmente inizieranno a muoversi le cose. All’interno del chappy, infatti,
anche se ora è abbastanza difficile da capirlo, ci sono tutte le risposte per i
capitoli successivi, anche nello stesso titolo che non ho scelto a caso. Ci sono
tanti piccolissimi segnali che saranno svelati solo alla fine della storia…
quindi non mi abbandonate!!! J Draco purtroppo
è sempre Draco, lo amate anche per questo, quindi prima di capitolare, doveva
far riemergere il solito bastardo che è… e la rabbia per quelle cose dette ad Hermione, prende anche me!! Ma riscatterò tutto,
tranquilli!!
3.
Ora passo ai ringraziamenti e alle
risposte di rito:
·
LIVEN: tranquilla, puoi lapidare Helena quanto vuoi,
io non la sopporto proprio quindi vi fai cosa gradita!!
All’inizio anche io avevo deciso di rendere Helena la “donna
angelo” di cui parli tu, una donna che calmasse il cuore di Draco e che lui
amasse non corrisposto, fino alla morte di lei… poi, non so come è diventata
così, è rimasta la donna che hai visto, sospesa per sempre tra due uomini, che
condanna entrambi a vivere sospesi come lei. Cosa alquanto da viziata ed immatura, cosa che quindi me l’ha resa antipatica sin
dall’inizio. Ma per renderla vera ed autentica, non
era necessario che mi piacesse quindi ho continuato su questa strada… stessa
cosa per Amos, anche se in positivo, personaggio che mi piace davvero tanto. Draco
in questo capitolo è stato peggio che nello scorso, ma c’è una spiegazione. Purtroppo
lui è una testa di rapa quindi se non si comporta in modo contorto
non è contento!! Grazie dei complimenti, mi hai detto una cosa bellissima, dicendo
che questa ormai è la “mia” storia, mi ha fatto tantissimo piacere… ti mando un
enorme Bacio!!
·
HALEY JAMES: ribadisco il
grazie per la segnalazione, mi hai fatto un grandissimo regalo, sono davvero
felicissima!! Purtroppo non riesco più ad entrare nel
forum, non so per quale problema tecnico del mio computer, ma se vuoi puoi
contattarmi con la funzione CONTATTA L’AUTORE in modo che io ti possa anche
mandare la mia mail o contatto msn se vuoi!! J grazie davvero tantissimo, davvero ti sei commossa nello
scorso capitolo? Ne son felice!! Penso che questo
invece ti farà arrabbiare parecchio, ma tranquilla!! Poi
ritornerai a commuoverti!! (si
spera!) bacio!!
·
ROROTHEJOY: penso che mi maledirai sempre, povera!! È una delle mie più grandi doti lasciare i capitoli in
punto in bianco!! Se non facessi così, poi, non mi
leggereste più!!! Grazie dei complimenti, un bacio!!
·
ERUANNE: addirittura nobile scrittrice???? Mamma mia grazie!! Sei stata
davvero carinissima, grazie anche della segnalazione, ci tengo che i miei
personaggi escano un po’ dalla patina irreale di mamma Rowling e diventino un
po’ più vicini a noi, anche se con una marcia in più!!
Quindi grazie davvero!! Un mega Bacio!!
·
EMMETTI: carissima, grazie anche a te della
segnalazione per il concorso!! Seth ringrazia e
concorda con te sul fatto che sia meraviglioso!! In questo
capitolo, effettivamente, ha fatto parecchio!! Sono felice
che tu sia innamorata del mio Draco, anche se specie in questo capitolo è stato proprio crudele e malefico!! Ti piacerà lo stesso??!! sob sob!!! Grazie tantissimo dei tuoi complimenti!! Un bacio!!
·
SUNLIGHT_GIRL: visto? Ci
ho messo solo un mese!! :P
scherzo, ci ho messo pure troppo!! Grazie ancora tantissimo dei complimenti, mi
piacerebbe davvero fare la scrittrice quindi spero di riuscirci un giorno!! Grazie ancora!! Un Bacio!!
·
PUNKINETTA: poverina, mi hai
fatto tanta tenerezza!! ç_ç ma la mia anima bastarda
da pseudo scrittrice e quella dannata di studentessa, mi hanno
fatto prendere un mese di tempo!! Ora scommetto che maledici Draco e cosa ha
detto ad Harry, ma abbi fede!!! Bacio!!
·
CYGNUS MALFOY: la mia Helder!!
Che sta per comparire con il suo alter ego nella mia storia!!
Premetto che se ti dovessi ringraziare, dovrei scrivere trentamila righe quindi
concludo con quello che è un grande motto: Helena al Rogo, Draco all'altare
a Herm con l'anello all'anulare!!!! Evvai!!!
·
SEVEN: ovviamente anche per te, valgono ringraziamenti
mega infiniti, per le tue recensioni sempre più meravigliose e per la pazienza
che hai nel supportarmi e sopportarmi!! Quindi ti
saluto e ti mando come sempre tanti baci!!:D
·
VALAUS: grazie tantissimo dei tuoi complimenti, specie
per avermi rassicurato su un altro punto, quello per cui questa storia sia poco
o per nulla magica, ma molto babbana, e questo spesso è il mio cruccio!! Anche la magia comparirà, specie nel prossimo capitolo,
ma è sempre molto soft… grazie per le lodi per i miei Draco ed
Hermione, ho sempre amato questi due personaggi, e mamma Row
non li ha valorizzati molto, quindi spero di riuscirci io! Ancora grazie!! Baci!!
·
PRINCESS DARK: grazie tantissimo!!
Mi piace soprattutto la definizione di personaggi rompiscatole!! Effettivamente lo sono!! Baci!!
·
STELLALE: mamma mia, grazie! Addirittura un libro
vero? Mi piacerebbe molto scriverne uno!! Anche se non
credo di essere ancora così brava da poterlo fare…!! Mi
hai fatto un grandissimo complimento altroché, dicendo che la storia sembra
piena di piccoli segni che poi vengono recuperati e
spiegati, vorrei poter dire che è sempre merito mio, ma molte volte vado anche
a fortuna, riuscendo a riprendere qualcosa prima che me ne sfugga il filo!! :D Helena è un personaggio piuttosto strano, effettivamente,
ma almeno non le difetta l’essere verosimile e il fatto che tu abbia colto
qualcosa che non sia totalmente da condannare, per me è già un grande
risultato! Mi hai messo persino in un tuo olimpo di scrittori, mammamiaaaa! Sono onorata!!! Grazie
davvero!! Un enorme bacio!!
·
LOTTI: grazie tantissimo dei tuoi complimenti!! Pensiamo sempre che lo scotto di tanta sofferenza per Hermione
è pur sempre quel gran pezzo di ragazzo di Draco Malfoy,
quindi insomma non le va tanto male!! BACIO!!
·
ANGI81: mamma mia, se io ho il dono di toccare il
cuore con le mie storie, tu non sei da meno!! Mi hai
fatto quasi commuovere!!! Hai analizzato tutti i miei
personaggi con grande attenzione!! Lo ammetto, di Hermione c’è molto di mio, l’ho
sempre trovata molto simile a me, per come la descriveva la Row
e quindi è stato facile con questa storia “forzare” forse un po’ la cosa, per
renderla una parte di me… i pensieri suoi hanno molto dei miei, come molti
atteggiamenti!! Ora avrai capito con che razza di
persona hai a che fare…!! Ancora grazie!! un bacione!!!
·
SERE85: evvai, una nuova lettrice!! Grazie tantissimo anche a te!! Anche io detesto le storie con Draco
ed Hermione che si innamorano al 2° capitolo, possono essere scritte benissimo
ma le trovo così assurde ed inverosimili che smetto di leggerle… hai riassunto
tutta la mia storia benissimo e spero che continuerai a seguirla!! Mi sforzo
molto a mettere sempre dei riferimenti storici e letterari perché credo che
facciano onore ad Hermione!! Sì sono una studentessa
di giurisprudenza!! Si vede proprio, eh? Grazie ancora
tantissimo!! Bacio!!
·
PAYTONSAWYER: un’altra nuova lettrice!! Fan di one tree
hill, vero??:) anche io lo
sono quindi mi piaci già ad istinto!!:D mi piaci anche perché non ti sei
appiattita solo nell’adorazione per Draco che, ovviamente, adoro anche io, ma
hai riservato belle parole anche per Dean e soprattutto per Hayden, che ammetto
mi piace molto!! Come avrai letto, Draco ha detto in questo capitolo
chiaramente di essere attratto da Hermione proprio per quella somiglianza… ma è
una bugia, come puoi capire! Quindi abbi fede!! Grazie
dei complimenti e grazie anche degli appunti sugli errori, mi sono utilissimi e
non mi offendo assolutamente!! Quindi dimmi quello che
pensi, tranquilla!!!un grande bacio!!
Grazie anche a chi legge soltanto!!!
Un enorme bacio anche alla mia amica Chloe che si è
letta anche lei tutta questa storia!! poverina!!! Tvb!!!
Ciao !!!!
A presto!!! Cassie!!!