la storia
Storia
Antica
“Devi
conoscere il passato per comprendere il presente”- disse il saggio
Galen, “ora ti racconterò tutto quello che conosco: devi sapere
che io sono vecchio quanto questi alberi millenari. Tutto cominciò
quando la nostra stirpe, quella degli uomini, arrivò in questo
mondo. Le leggende narrano che questi uomini si facessero chiamare
“Romani”. Questi conquistarono tutto il mondo allora conosciuto,
finché un piccolo gruppo di uomini, mandati in perlustrazione, trovò
in una grotta una pietra verde con delle rune incise. Così gli
uomini portarono questa strana pietra al loro accampamento per capire
che cosa fosse, ma per errore attivarono la magia di quella mistica
pietra, che trasportò l’intero accampamento in questo mondo. Una
volta ambientati nella nuova terra, cominciarono a costruire
villaggi, che poi si ingrandirono fino a divenire città,
mescolandosi a nani ed elfi. Ma così facendo scatenarono l’ira dei
draghi, potenti signori di Halkaria. E’ la guerra! I draghi avevano
dalla loro potenza e quelli più anziani erano in grado di
utilizzare la magia per sconfiggere i nuovi arrivati, ma gli uomini
potevano contare sull’aiuto degli stregoni elfici, creando degli
esseri, chiamati Titani. Questi ultimi riuscirono a sconfiggere i
draghi in una sanguinosa battaglia che fece tremare i cieli e la
terra per giorni e notti intere.
Terminata
la guerra, i romani, vittoriosi, imposero ai draghi durissime
condizioni per mantenere la pace.
Qualche
anno dopo gli uomini dovettero vedersela con le loro creature,
diventate troppo potenti e incontrollabili, ormai corrotte dagli
incantesimi di Eigex, demone che prese possesso di uno stregone con
delle manie di potere.
Seguirono
anni di sanguinose guerre, finché un gruppo di stregoni non tolse
l’anima ai Titani, con un potente incantesimo, pietrificandoli
all’istante.
Adesso
i loro corpi sono sepolti ai quattro angoli di Halkaria in attesa di
essere risvegliati, mentre le loro anime sono state confinate nel
mondo da cui arrivarono i primi uomini. La pace regnò sovrana per i
cinque secoli a venire, ma ora una nuova minaccia si profila
all’orizzonte: Eigex ritornò più forte di prima e ha intenzione
di risvegliare i Titani per conquistare entrambi i mondi con le sue
orde di demoni. Così tutte le creature magiche si unirono per
contrastare il malvagio Eigex, creando la spada di cristallo, arma di
eccezionale potenza e magia.
Fui
io ad affrontare Eigex, armato della mitica spada forgiata dai
migliori fabbri di queste terre.
Dopo
un durissimo combattimento ebbi la meglio su perfido demone, che
prima di sparire, maledì e la mia spada, dividendone l’essenza in
tre parti, confinandone una nel mio corpo e nella mia spada, una
venne mandata nel mondo degli umani e una scomparve senza lasciare
traccia.
Eigex
sta diventando sempre più forte e punta a conquistare i due mondi.
Ora
và dal re dei draghi Halvex e mostragli questo anello, in modo che
capisca che ti ho mandato io da lui” e gli diede l’anello.
“Prendi anche questa spada che può ferire i demoni.
Adesso
và e compi il tuo destino!”
Naël
prese la spada che Galen gli porse: questa era lunga quattro piedi,
con una lama seghettata e molto affilata, nell’impugnatura di cuoio
grezzo, c’era un incavo dove ci sarebbe dovuto essere il pomo.
“Come
mai non c’è il pomo in questa spada?- chiese Naël- non capisco
come mai manchi”. “La risposta alla tua domanda è racchiusa
nella pietra”.
“Adesso
và! Eigex si rafforza ogni minuto di più!”- disse il saggio
Galen.
Una
nuova forza
Naël
si avviò verso l’uscita della capanna dell’anziano saggio,
salutandolo con un gesto di rispetto, dopodiché montò sul cavallo e
si avviò verso la sua casa, nel villaggio di Samer, piccola
cittadina in una valle fra i monti Kras.
Mentre
Naël si avviava verso casa, attraversando il piccolo bosco sulle
montagne, sentì un rumore alle sue spalle, di rami spezzati da uno
stivale: si voltò di scatto, pronto ad attaccare in caso di
necessità. Si trovò davanti una creatura molto simile a una
persona, per quanto riguarda la corporatura, ma priva di ogni
umanità. Questa creatura possedeva gambe sottili e spalle larghe due
piedi, con due spuntoni che sporgevano da ambo i lati delle braccia.
I suoi arti superiori erano robusti e molto forti, dotati di un
guanto con artigli di drago che sporgevano dalle punte delle dita.
Naël
si lanciò all’attacco con un fendente alla gola della creatura, la
quale con una velocità sovrumana, scartò di lato evitando il colpo
e diede una gomitata alla testa del giovane, il quale stramazzò al
suolo, in una nuvola di polvere; la spada donatagli dal saggio gli
scivolò di mano nella caduta, finendo poco più in là. Nella
caduta, il giovane non si accorse che il sacchetto che aveva
attaccato alla cintura, si era staccato, facendo rotolare la pietra
verde verso la spada.
Da
dietro gli alberi spuntarono altre cinque creature simili alla prima:
era un’imboscata! Naël si sentì perduto, aveva capito che era
arrivata la sua ora, ma un fatto inaspettato ribaltò la situazione:
la pietra rotolata via dalla bisaccia si era incastrata nell’incavo
dove mancava il pomo, rivelandone il vero potere. La spada di
cristallo risplendeva davanti al giovane con un bagliore verde
accecante, fluttuando in aria, come sostenuta da un’energia
invisibile. Il giovane Naël la prese con un balzo in avanti e venne
investito da una scarica di energia pura nel momento in cui toccò
l’impugnatura di cuoio: entrò in contatto mentale con l’arma e
divenne uno spadaccino provetto in pochi secondi, arrivando a
superare addirittura la velocità dei demoni che aveva davanti,
trafiggendoli uno alla volta e colpendoli con una precisione tale da
stupirlo. In pochi attimi i mostri che prima sembravano imbattibili
erano ai suoi piedi, annientati dalla sua furia; il giovane era
sbalordito dalle abilità appena acquisite, perché aveva un
addestramento base sull’uso della spada, ma non a questo livello!
Naël
provò a colpire un avversario immaginario per vedere di cos’era
diventato capace, restando stupito dalla velocità e dalla forza di
ogni fendente e affondo compiuto.
La
strada di casa
Naël
ritornò a Samer a notte fonda, stanco, ma spinto da una forza
interiore a restare sveglio, rientrando si trovò davanti suo
fratello Eric. “Dove sei stato finora? E che cos’è quella? dove
l’hai trovata? l’hai rubata? a chi? dimmi tutto e subito prima
che perda la pazienza!”-chiese Eric. “Calma, calma ora ti spiego:
sono andato da Galen, mi ha raccontato la sua storia e mi ha donato
la sua spada, dicendomi che sono il predestinato a sconfiggere Eigex
e il suo esercito di demoni, come quelli che ho affrontato nel bosco
poco fa, prima di arrivare al bivio.”- rispose Naël. “Ma cosa
vai dicendo! Non credere a quello che dice quel vecchio pazzo!”-
disse Eric. “Allora come ti spieghi questo?” chiese Naël
sguainando la spada e facendo vedere al fratello un paio di schemi di
combattimento, appresi entrando in contatto con la spada dai poteri
appena risvegliati. Nel mulinare la spada, visto il poco spazio a
disposizione all’interno della capanna, Naël colpì un vaso di
terracotta, dividendolo in due metà perfette, senza romperlo in
tanti cocci. Eric restò sbalordito dall’abilità del fratello e
dalla perfezione del taglio che aveva provocato la spada al vaso.
“Come
hai fatto? Non sei mai stato così bravo ad utilizzare la spada, dove
hai appreso queste tecniche? Sembri uno spadaccino da anni, invece
fino a ieri reggevi a malapena un bastone!”, esclamò Eric, con un
tono misto di stupore e ammirazione.
Il
sentiero dei cieli
Il
sole era appena sorto quando Naël si svegliò, dopo essersi
preparato e aver mangiato un pezzo di pane con del formaggio, si
avviò verso la fortezza del re drago, con in tasca l’anello che
gli aveva donato Galen e un mantello sulle spalle, avvolto in modo da
nascondere la spada a occhi indiscreti. Appena uscito di casa il
giovane vide tutto il villaggio in agitazione: erano arrivati i
mercanti del lontano Ovest. Tutti si affrettavano a vedere la merce
che veniva messa in vendita e si contrattava sul prezzo, creando un
baccano molto forte, che si sentiva fino a un quarto di miglio di
distanza. Naël passò per la piazza gremita di gente fino ad
arrivare a una tenda, dove si vendevano monili. Il ragazzo mise le
mani in tasca, camminando in disparte, ma un uomo lo urtò e gli fece
cadere l’anello. quando lo raccolse, il mercante lo notò e gli
disse:” conosco Galen e mi ha detto di dirti di andare verso Ovest,
lì troverai ciò che cerchi.” Naël rimase stupito, ma ringraziò
e si diresse verso la direzione indicatagli dal mercante. “Attento,
giovane uomo, le spie di Eigex sono dappertutto e non impiegheranno
molto a rintracciarti se ti farai notare!”. Dopodichè il mercante
sparì tra la folla, senza possibilità di chiedergli altro; quindi
il ragazzo si incamminò di buon passo verso Ovest.
Dopo
aver percorso una decina di leghe, si fermò a riposare all’ombra
di una quercia a mangiare del pane con delle olive. Dopo il pasto
frugale, si allenò con la sua spada, provando qualche schema nuovo
che aveva pensato prima di addormentarsi la sera prima.
Dopo
una decina di minuti si rimise in marcia nella campagna piena di
fiori e di alberi, con uccelli coloratissimi e pieni di gioia, nel
cantare la loro dolce melodia; due pettirossi gli svolazzarono a poca
distanza dal naso facendolo trasalire, ma subito dopo si accorse che
non stavano giocando, le due piccole creature, bensì si stavano
mettendo in salvo da qualcosa di pericoloso, come aveva iniziato a
intuire lui stesso, sentendo la spada runica fremergli da dentro il
mantello, come a indicare un pericolo imminente.
Naël
mise la mano sul pomolo smeraldo della sua spada, senza pensare due
volte su cosa fare: qualunque cosa fosse sbucata fuori dagli alberi
non gli avrebbe intralciato la strada verso il re drago con cui
doveva conferire!
La
sua missione era troppo importante per essere fermata così
facilmente da un attacco a sorpresa fra le querce di quella sperduta
campagna di Halkaria.
Ad
un tratto un immenso uccello volò poco sopra le cime degli alberi:
questo era simile a un’ aquila, ma di enormi dimensioni e con le
piume dorate, il suo canto era celestiale e creava un tiepido
venticello che agitava le cime degli alberi. Poi la creatura si alzò
di quota e svanì nell’azzurro del cielo.
Dopo molte miglia di cammino Naël
giunse ad una piccola radura, quando all’improvviso un rumore lo
mise in allerta: un ruggito sinistro proveniva dal bosco,poi venne
quasi travolto dalla carica di un drago che gli ringhiò contro
dicendo: “Sparisci piccolo insetto o assaggerai la mia rabbia!”
“Devo parlare al re drago”
ribatté Naël
“Tu, piccolo esserino, vorresti
parlare al mio re?Tu vorresti parlare al grande re dei draghi?Povero
illuso, finirai come tutte le creature che hanno osato avventurarsi
nel nostro regno!”. Naël estrasse la spada
pronto a difendersi, ma il drago, vedendo la pietra verde brillare
alla luce del sole, si arrestò e disse quasi sotto voce: “E’
stato Galen a mandarti?”-“Si” rispose Naël “Allora seguimi”.
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