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La seduzione non è per il luogo del desiderio.
E’ quello della vertigine, dell’eclissi, dell’apparizione e della sparizione.
Jean Baudrillard
Il vento giocava dispettoso con alcune
delle mie ciocche ramate mentre il mio sguardo si perdeva al di là del confine
di quel castello che avevo sempre considerato come la mia seconda casa. Da
quella torre avrei potuto distinguere ogni singolo albero presente nella
Foresta Proibita se solo avessi voluto; ma i pensieri si rincorrevano beffardi
nella mia mente, impedendomidi concepire
qualcosa al di fuori dei suoi occhi. L’immagine dell’istante perfetto in cui i
nostri sguardi si erano incontrati si ripeteva decine di volte nella mia mente
senza lasciarmi il tempo di respirare; sì, perché probabilmente avrei avuto
soltanto bisogno di respirare in quel momento, di disintossicarmi dal suo
sorriso, di sentire la libertà sfiorarmi la pelle, sebbene anche solo per
qualche attimo. Mi sentivo imprigionata dal suo tocco, incatenata dall’idea di
esserci io un giorno al suo fianco. Eppure quei pensieri mi suonavano
sbagliati, un qualcosa stonava seppur impercettibilmente.
Forse sarebbe bastato voltarmi in quell’istante,
voltarmi e perdermi nuovamente nelle sue iridi di ghiaccio... ma ne sarebbe davvero
falsa la pena? Volevo realmente appartenergli incondizionatamente? Qualcosa nella
mia mente mi obbligava a chiudere gli occhi e scappare lontano da lui, il mio
cuore mi supplicava di non arrendermi e di continuare a lottare per lui. Già,
lottare per lui. Lottare per un lui che a malapena sapeva il mio nome, lottare
per un lui che amava soltanto il mio corpo, lottare per un lui che non avrebbe
mai capito niente di me. Quale madornale errore lasciarmi sedurre da quel
sorriso quella sera… quale terribile illusione mi aveva fatto credere di poter
essere alla sua altezza?
Quella sera erano stati fuochi d’artificio,
quella sera gli avevo permesso di essere il primo senza neanche rendermene
conto: era bastato che lui mi sfiorasse appena per crollare. Quale favola
dovevo aver letto? Per quale ragione mi ero convinta di poter diventare l’unica?
Non ero che una della tante.
Ma ancora adesso mi chiedo cosa mai
avesse offuscato tanto la mia mente da permettergli di tornare da lui ogni
singola notte, di perdermi tra quelle candide lenzuola di seta e sperare di non
ritrovarmi più.
Fingere ogni giorno di poter essere
forte, fingere di non avere niente a che fare con lui, fingere di poter vivere.
Sopravvivere senza poter respirare, lasciarmi nascondere da una maschera di
ipocrisia. Baciare un altro e non provare niente, baciare un altro e sperare
che fosse lui.
Mi voltai, ed ancora una volta non mi
resi conto del suo potere.
Mi voltai, ed il cuore sobbalzò.
Mi voltai, e lui sorrise.
Mi voltai, ed i nostri sguardi si
incrociarono.
Mi voltai, e gli appartenni per il resto
della mia vita.