Dall’autrice: Cari lettori questa fik
è molto particolare, perché
è nata grazie alla sequenza musicale del cd
di Inuyasha, perché dovete sapere che io ogni
volta che lo ascolto
immagino i personaggi protagonisti che fanno determinate cose a seconda
del
tipo di brano, inventando lì sul momento la storia :P Fino a
quando qualche
giorno fa, la storia che è scaturita dalla mia
mentalità geniale, mi è piaciuta
particolarmente e ho deciso di farne una fik. (Cosa totalmente
demenziale
NdTutti). Comunque ora basta come al solito vi devo augurare BUONA LETTURA!!!!
Megakiss
Ran
1° CAP:- Un piano ben
architettato.
Era notte fonda, le stelle brillavano
in cielo e non c’era
spettacolo più bello da vedere.
Purtroppo però,
c’era chi girovagava per la foresta senza
avere il tempo, neanche di alzare lo sguardo.
Una sacerdotessa dai lungi capelli
neri camminava lungo il
sentiero principale del bosco senza voltarsi mai indietro.
Non temeva nulla, aveva il suo arco e
le sue frecce con le
quali si sarebbe protetta senza difficoltà.
Ad un tratto, arrivò
davanti all’ingresso di una caverna…il suo
luogo di destinazione.
Entrò e seguì
la scia di aura demoniaca sparsa per tutto
l’ambiente. Il suo passo era fiero,autoritario e deciso. Non
avrebbe temuto niente
e nessuno di ciò che si trovava all’interno di
quell’antro oscuro.
“Kikyo!”
tuonò una voce profonda dal fondo della caverna.
“Non pensavo saresti venuta…”
continuò quella voce che sembrava provenire dal
nulla.
“Ma l’ho
fatto…” rispose la donna con sicurezza,
rinforzando
maggiormente la presa delle dita attorno al suo arco. Non diede al
demone il
tempo di rispondere perché aggiunse subito:
“Ascoltami bene Naraku! Non
so cosa tu abbia da dirmi ma…ti
assicuro che ho di meglio da fare che stare in questo posto, per cui
sii
breve!” ordinò autoritaria come al suo solito,
come se non si ritrovasse
davanti al più forte demone malvagio del mondo allora
conosciuto. Del resto lei
era stata l’unica persona che quello stesso demone aveva
temuto e persino amato
quando era in sembianze umane.
Una risata profonda, maligna e tetra
riecheggiò sulle pareti
della caverna.
“Sta tranquilla
Kikyo…ti ruberò solo il tempo necessario
né
un minuto di più né un minuto di
meno…” la rassicurò il demone
mantenendosi
nell’ombra, senza mostrarsi alla sacerdotessa.
A quel punto fu Kikyo a rimanere
zitta in attesa che il
demone proseguisse il suo discorso e lo fece.
“Ho bisogno che tu
distragga Inuyasha!” tuonò questa volta
con tono che non lasciava sottintendere neanche una nota di
divertimento nella
voce.
“A che scopo?”
domandò lei.
“Questo non ha
rilevanza..” rispose secco Naraku dal fondo
della grotta.
“Quale sarebbe il mio
profitto?” domandò l’altra mantenendo
sempre la guardia alta.
“Farò in modo
che quell’umana non sia più d’intralcio
tra
voi e potrai…averlo tutto per te…” le
ultime parole furono pronunciate da
Naraku con tono di puro disgusto.
Sul viso della sacerdotessa si
dipinse un leggero ghigno di
soddisfazione. Fu la prova che ciò che il demone le aveva
offerto l’interessava,
anche più di quanto quest’ultimo potesse
immaginare.
“Conta su di
me…” rispose e un’altra risata di pura
malignità giunse alle sue orecchie, riecheggiando per tutta
la caverna.
*********
Nel frattempo il nostro gruppetto di
combattenti, aveva
appena terminato la millesima battaglia contro Naraku, che purtroppo
come tutte
le altre non era andata a buon fine. Anche se questa volta si erano
davvero
avvicinati alla vittoria seppur pagandone le conseguenze: tutti e
quattro infatti
avevano riportato delle ferite.
Kagome era addirittura svenuta dopo
aver scoccato la freccia
che pose fine alla battaglia e che aveva quasi colpito in pieno il
demone.
Purtroppo lui era riuscito a scappare prima che la freccia lo
trafigesse.
Il monaco Miroku camminava a stento
con l’aiuto della sua
ragazza Sango, perfino Kirara era rimasta ferita e non riusciva a
trasportare
nessuno e stava in braccio alla sua padrona.
“Maledizione! Questa volta
mancava davvero pochissimo per
riuscire a sbarazzarci di quell’essere ripugnante!”
tentò di urlare Miroku ma
le sue lamentele furono interrotte dal dolore lancinante provocato
dalla sua
ferita alla gamba.
“Miroku non ti
sforzare…” lo interruppe preoccupata la
ragazza che lo aiutava a camminare.
“Sta tranquilla Sango, non
fa poi così male…” mentì il
monaco per non farla angosciare ulteriormente. “Piuttosto, ti
ringrazio per il sostegno
che mi stai dando adesso. Dovrei essere io piuttosto ad aiutare
te…” le sorrise
appena, con un espressione che andava a metà tra
l’ironico e l’infastidito.
Lei gli sorrise dolcemente, aveva una
striscia di sangue che
dalla tempia arrivava fino alle labbra, anche lei come gli altri era
rimasta
ferita.
Si voltò un attimo
indietro per controllare se i loro
compagni erano ancora dietro di loro.
“Inuyasha?”
chiamò l’amico “Kagome non si
è ancora ripresa?”
domandò.
Il mezzo demone che portava Kagome
svenuta sulle spalle, scosse
la testa visibilmente preoccupato.
“Purtroppo
no…” rispose con voce strozzata, proseguendo il
suo cammino verso il villaggio a passo lento.
Passò qualche minuto che
al gruppo parvero ore e finalmente
i quattro giunsero al villaggio dove la vecchia Kaede e Shippo li
stavano
aspettando in preda all’ansia.
“Ragazzi!”
urlò il piccolo demone volpe in lacrime
raggiungendoli di corsa.
Gli ci volle solo
un’occhiata ai loro volti per capire che
la battaglia non si era conclusa come previsto.
“Coraggio
ragazzi…entrate dentro…”
l’invitò Kaede alzandogli
la tenda dell’ingresso della sua capanna.
Sango poggiò Miroku su un
futon e Inuyasha la imitò, facendo
lo stesso con Kagome.
Nel frattempo la vecchia Kaede e
Shippo andarono a prendere
delle erbe medicinali per prendersi cura dei feriti.
Sango si poggiò stremata
contro una parete della capanna,
solo ora iniziava a fare caso al dolore lancinante che provava al
braccio.
Inuyasha, dopo aver sistemato Kagome
si alzò di scatto.
“Ragazzi, io devo fare una
cosa molto importante. Quando si
sveglia Kagome ditele che tornerò il più presto
possibile!” disse avviandosi
verso l’uscita.
“Aspetta Inuyasha! Non ti
fai curare?” gli domandò Sango prima
che uscisse fuori.
Lui scosse la testa “No,
tranquilla sto bene…” lanciò un
ultima occhiata profonda a Kagome e poi uscì.
Durante la battaglia, Kikyo era stata
per un breve periodo
al suo fianco e l’aveva aiutato contro Naraku. Poi, dopo aver
dato il suo
aiuto, era sparita nel nulla come ormai era solita fare da un
po’ di anni a
questa parte.
Inuyasha aveva giurato a se stesso
che una volta finita la
battaglia, e non contava se ne fosse uscito vincitore o perdente,
l’avrebbe
cercata per parlare con lei.
Correndo agilmente, una macchia rossa
che schizzava in mezzo
alla flora della foresta, si recò nel luogo della battaglia
e da lì cominciò a
fiutare l’odore della sacerdotessa. Riuscì a
percepirlo in poco tempo, era come
se in una parte di lui fossero collocate tutte le informazioni
riguardanti la
ragazza, che all’occorrenza tornavano vivide nel suo
inconscio.
Seguì quel profumo che per
sua fortuna non si interruppe in
nessun punto ma lo condusse anzi fino ad arrivare nel mezzo di una
radura.
Si guardò intorno,
smanioso di trovare ciò o meglio, chi
stava cercando. Il suo cuore aumentò vertiginosamente i
battiti quando la vide
stesa comodamente sul ramo di un albero.
“Kikyo?”
la chiamò
con un filo di voce.
“Inuyasha…che ci
fai qui?” domandò tranquilla, mantenendo la
stessa posizione con gli occhi chiusi.
“Sono venuto qui,
perché ho bisogno di parlarti…” rispose
il
ragazzo, iniziando ad acquistare sicurezza.
La donna rimase in silenzio, in
attesa…
“Vedi io…so che
una volta sconfitto Naraku, dovrò prendere
una decisione…”
“Quale
decisione?” lo interruppe accigliandosi e mettendo da
parte quell’espressione tranquilla e indifferente che aveva
avuto fino a
qualche istante prima.
Inu sospirò come se quel
gesto potesse aiutarlo a prendere
coraggio e proseguire il discorso.
“Sai cosa intento.
Io…non ho ancora sconfitto Naraku ma…la
mia decisione l’ho già presa”.
A quelle parole, gli occhi di Kikyo
si aprirono di scatto. Abbassò
la testa ed il suo sguardo incrociò quello di miele del
mezzo demone, fisso su
di lei da chissà quanto tempo. scese elegantemente
dall’albero atterrando perfettamente
davanti ad Inuyasha.
“E quale
sarebbe?” domandò senza perdere il contatto visivo
con i suoi occhi.
Inuyasha, in tutta risposta prese
Kikyo tra le sue braccia
stringendola con dolcezza e le sussurrò
all’orecchio:“Ho deciso di rimanere al
tuo fianco…”.
A quelle parole, le sembrò
che il cuore che non aveva
mancasse un colpo.
Alzò il viso verso quello
del ragazzo e si scambiarono un
tenero e tanto agognato bacio.
“L’hai
già detto a Kagome?” domandò la
sacerdotessa in un
sussurro timoroso, dopo aver sciolto dolcemente il contatto.
Inuyasha scosse la testa abbassando
lo sguardo “No…”
“Glielo dirai?”
lo incitò ansiosa, alzandogli il viso
mettendogli delicatamente un dito sotto il mento.
“Certo, ha il diritto di
sapere…” ribattè Inu con una luce
negli occhi dorati.
Kikyo gli sorrise sinceramente, un
sorriso che non appariva
sul suo volto ormai da troppi anni.
“Va bene. Io ti aspetto
qui, tu va da lei e poi torna da me…”
Continua…
|