-Titolo:
Non è mai un giorno come gli altri - Personaggi:
Hwoarang,
Xiaoyu Ling - Genere:
Slice of Life, fluff - Rating:
Verde - Avvertimenti:
One Shot, AU! -Conteggio parole:
- Note:
1. questa fict è stata scritta per il compleanno di Valychan
che oggi compie gli anni. Ho ancora anche l'altra fiction in
cantiere, ma sta venendo una cosa complicata e con le altre fict in
corso non sono riuscita a postarla tutta entro oggi, ma forse entro
la fine della settimana riesco a postare il prossimo capitolo!
Intanto AUGURI VALY! È
orrida ma spero che ti piaccia comunque <3
Non è
mai un giorno come gli altri
C'erano
molte giornate che le persone ritenevano speciali, eventi a cui non
si poteva non festeggiare o semplicemente ignorare; per la gente
comune il proprio compleanno era un giorno di festa, in cui si
cresceva sempre di più e si aggiungeva un anno alla propria
età. Ma questo, appunto, valeva per la gente comune.
Per
Hwoarang festeggiare il proprio compleanno, oltre che un inutile
perdita di tempo, era infantile e senza senso. Solo i mocciosi, a
detta sua, si estasiavano il giorno del proprio natale, ma questo era
solamente perchè avevano una madre o un padre pronti a
riempirli di regali, e lui non aveva mai avuto nulla del genere.
Come ogni
santo giorno, infatti, sbattè alle sue spalle la porta della
sua piccola casa di periferia, sbuffando per via delle fatiche
giornaliere -aveva fatto a botte con una gang rivale di Seoul pochi
minuti prima, e ne era uscito vincitore- e cercando oscillando dalla
stanchezza il suo amato divano. Per lui quel giorno era proprio come
ogni altro. Era solo per un suo piccolo vezzo, un capriccio, o
semplicemente ostinatezza, che aveva deciso di ricordarsi ogni anno
quella data, per festeggiare avrebbe semplicemente consumato una
bottiglia di sakè giapponese importato ascoltando quella
assordante musica americana che andava tanto di moda in quel periodo.
Ma, appena
raggiunto il comodo divano-letto, qualcuno di tremendamente troppo
chiassoso e petulante fece capolino da dietro lo schienale gridando
a squarciagola “Buon Compleanno, Hwoarang!”
Xiaoyu,
immancabilmente vestita col suo solito abito rosa che faceva sempre
mandare su tutte le furie il coreano, agitava tra le mani una borsa
di carta che conteneva un pacchetto colorato, e lo porgeva al rosso,
che indispettito la fulminava con lo sguardo.
“Io
non voglio nessun regalo, sopratutto da te, mocciosetta” sibilò
cercando di ignorarla, e di sorvolare il fatto che fosse riuscita ad
entrare in casa sua senza che le avesse dato le chiavi.
“Ma
tu sei sempre così solo ed imbronciato, testa rossa, che mi
sembrava ingiusto lasciarti senza un regalino, visto che scontroso
come sei non te ne avrà fatto nessuno” ribattè
sorridendo la cinese, continuando ad insistere che il ragazzo
prendesse il sacchetto. Hwoarang la scavalcò con noncuranza,
dirigendosi verso il frigorifero alla ricerca di qualche alcolico.
“E'
inutile che cerchi il tuo saké, l'ho nascosto io prima per non
farti ubriacare il giorno del tuo compleanno”
Il ragazzo
imprecò tra i denti, sbattendo il portellone del frigorifero.
Si chiese come avesse fatto Xiaoyu a venire a conoscenza del giorno
del suo compleanno, visto che lo aveva tenuto nascosto a tutti,
persino agli amici più cari, proprio per impedire seccature
simili. Anche se, almeno loro, lo avrebbero lasciato bere.
“Si
può sapere a te che te ne frega di come festeggio? Io odio i
compleanni” l'aggredì, ma la ragazza per nulla
intimorita fece valere le sue idee. “Tutti hanno il diritto di
passare il giorno della propria nascita in allegria con gli amici più
cari. E visto che tu non hai di amici ho pensato di essere gentile e
di festeggiare con te!” esclamò allegramente
appoggiando la borsa sul divano, per poi avvicinarsi saltellando al
scontroso rivale, che sinceramente detestava tutta quella generosità
gratuita. “Non ne avevo bisogno, per me questo è un
giorno come un altro” sbottò prendendo dalla tasca dei
jeans una sigaretta, l'ultima del pacchetto, per accenderla una volta
infilata tra le labbra. Il viso di Xiaoyu, prima contrariato per
l'ultima affermazione del rosso teppista, si illuminò di
euforia. “Mi fai fare un tiro?” Chiese contenta,
lasciando Hwoarang di stucco “Tu fumi?!” “Dai!
Fammi provare!” insistette la cinesina. Il coreano sbuffò
nuovamente, porgendole la paglia appena accesa. Forse, con la bocca
impegnata, avrebbe smesso per un po' di petulare. Ma una volta che la
Malboro fu tra le sue dita, Xiaoyu la lanciò ancora fumante
fuori dalla finestra, sorridendo allegramente “Visto che bel
tiro?” domandò innocente, mentre Hwoarang tratteneva a
stento la rabbia repressa che avrebbe sfogato su di lei, magari
strangolandola “Ma sei impazzita?! Quella era l'ultima
sigaretta, e ormai i negozi sono chiusi! Non posso aspettare
domattina!” gridò tra un imprecazione e l'altra in
coreano, mentre la ragazza -che considerava un odiosa mocciosa-,
arricciava le labbra in una smorfia delusa.
“Ti
sto solo aiutando, ti ho fatto un sacco di favori questa sera, come
regalo!”
“Beh,
nessuno te lo ha chiesto!” ringhiò lasciandosi cadere
sul divano, con un tonfo. Ora che anche le sigarette erano finite,
avrebbe potuto sopportare ancora per poco la presenza della cinese in
casa sua, visto che la sua pazienza aveva una soglia del limite molto
bassa.
Xiaoyu si
avvicinò lentamente a lui, col cuore in gola, perchè il
suo sciocco desiderio infantile di vederlo felice almeno il giorno
del suo compleanno per lei non era stupido. Tutti, anche un buzzurro
come Hwoarang, meritavano di festeggiare in allegria e di ricevere
almeno un regalino. E il suo buon cuore le impediva di ignorare la
malinconia che il rosso cercava sempre di nascondere, ma che lei
percepiva ogni volta che lo vedeva. Almeno in quell'evento speciale
voleva vederlo sorridere.
“Oggi
non è un giorno come gli altri, è il giorno della tua
nascita, della tua venuta in questo mondo, anche se avrei preferito
che ciò non fosse accaduto. Non devi passarlo ad ubriacarti o
a fumare. Questa non è felicità, e oggi devi essere
felice!”
Hwoarang la
guardò storto, come se quella mocciosa che aveva davanti fosse
d'un tratto cresciuta, e le appariva in un momento più matura
di quel che dimostrava. Con un pesante sospiro le fece cenno di
sedersi mente afferrava in mano il pacchetto regalo, estratto dalla
borsa. Sussultando estasiata Xiaoyu corse di filato accanto al
coreano, ed euforica attese, con febbrile impazienza, che scartasse
il suo regalo.
“Un
profumo?” domandò curioso e senza capire il perchè
di quel regalo “Sì, visto che puzzi come un caprone
ubriaco ho pensato che sia il regalo più adatto a te!”
Ridendo
sguaiatamente, un po' offeso per ripicca cominciò a farle il
solletico nella pancia, e lei proprio come un infante si mise a
ridere con lui, spensieratamente.
Di certo
non era il più bello dei regali, ma già averlo fatto
ridere significava molto per entrambi. Finalmente un po' capì
le parole della cinese, e decretò che quello non era affatto
un giorno come gli altri.
|