Did
you feel it?
I morsi
della fame attanagliavano il detective Ford e tutto ciò a
cui pensava mentre stendeva una banconota da un dollaro prima di
inserirla nella fessura del dispositivo era che in pochi istanti
avrebbe avuto in bocca il delizioso sapore del cioccolato.
Ma proprio mentre
James si stava già pregustando il pasto, la barretta si
bloccò sulla molla che ne permetteva la discesa.
No, ma dai-
bofonchiò contrariato il poliziotto.
Scosse in modo
vigoroso la macchinetta dei dolciumi più volte, ma senza
successo. Quello snack proprio non ne voleva sapere di scendere
giù e di finire dritto nel suo stomaco affamato.
A quel punto
l’agente tentò di agguantare la cioccolata
inginocchiandosi e infilando la mano e il gomito
nell’apertura dell’apparecchio; si sentì
un perfetto idiota nel fare un tale casino per una semplice barretta,
ma non poteva accettare che una macchina gli fregasse i soldi senza
dargli ciò che aveva ordinato.
E la sensazione di
essere un grandissimo stupido aumentò quando gli apparve
vicino una specie di dea dai capelli biondi e il camice bianco, incuriosita da ciò che stava facendo.
Vuole una mano?-
chiese con tono gentile la donna, mentre veniva squadrata da capo a
piedi dal detective.
James si
alzò immediatamente da quella posizione ridicola e
tentò di giustificarsi in qualche modo.
Va tutto bene, sono un poliziotto-
puntualizzò velocemente, in preda all’imbarazzo.
Forse dovrebbe leggere al
distributore i suoi diritti- ribatté pronta la
bionda.
All’uomo
scappò una risata a malapena soffocata. Divertente- le
rispose sorridendole, vedendo lo stesso riso sbocciare anche sul volto
della bella dottoressa.
Posso rivelarle un segreto?-
domandò la donna.
Mi dica- la
incitò James con aria interessata, spalancando le braccia.
Se toglie la spina e poi la
inserisce di nuovo, la merendina cade giù-
dichiarò avvicinandosi alla macchinetta, così
tanto da far ammirare al suo impacciato interlocutore la bellezza dei
suoi occhi azzurri.
Davvero?- si
informò il detective.
Si, ed è tecnicamente
legale- aggiunse lei, rassicurandolo sulla
liceità dell’azione.
Sul viso di James
nacque una smorfia di ironica sorpresa che fece spuntare di rimando un
sorriso del medico mentre si girava e andava verso la presa elettrica.
Proviamoci-
enunciò solenne l’uomo. Si mise in ginocchio
vicino le spine dei distributori e ne staccò una, facendo
sprofondare nella semioscurità tutta la stanza.
Ops-
mormorò, pensando di aver combinato un’altra delle
sue.
La dottoressa si
volse dalla sua parte sghignazzando e gli porse finalmente la barretta
al cioccolato tanto agognata.
Ha funzionato-
annunciò, lasciando che le sue dita si sfiorassero con
quelle del poliziotto.
In
quell’esatto momento, entrambi vennero investiti da una serie
di immagini. Erano visioni di loro due, ricordi vividi e
perfetti che li travolsero in pieno, confondendoli.
Dopo i primi flash,
le loro mani si separarono sconvolte e spaventate.
Cavolo-
esclamò James, mentre la donna si allontanava da lui, scossa.
Lo hai sentito?- le
chiese il poliziotto; l’espressione della dottoressa era di
incondizionato sbigottimento.
Poi si guardarono
intensamente e lei gli si avvicinò fulminea, come se avesse
appena ricevuto una illuminazione.
Potremmo andare a prenderci un
caffè qualche volta- affermò col
respiro mozzato la bionda, incatenandosi allo sguardo di James.
Mi piacerebbe, ma la macchinetta
mi ha fregato un dollaro. Me ne rimane solo un altro-
precisò buffamente l’uomo, le parole dette
frettolosamente l’una dietro l’altra come un treno
in corsa.
Facciamo alla romana
– disse il medico, la voce rischiarata dalla contentezza
mentre gli afferrava la mano.
Altre memorie si
fecero strada nei due; frammenti tragici e splendidi di vita
vera vissuta assieme, in maniera profonda e reale.
E il sentimento che
stavano provando era talmente puro e autentico da riscaldare loro il
petto e far pompare il cuore più veloce. Era amore, un amore
così grande da far esplodere i loro mondi e tutto
ciò che fino ad allora avevano pensato di essere.
Ricordarono tutto.
Totalmente, in modo
completo e assoluto.
Juliet…
- mormorò James, guardandola e abbracciandola non come se si
fossero appena ritrovati ma separati solo un secondo prima. Come se non
avesse fatto altro che stare con lei tutto quel tempo.
Juliet, sono io-
sibilò, stringendole le braccia e toccandole il viso
turbato, contratto dall’emozione.
Il loro abbraccio fu
scandito dai singulti della donna, un pianto misto a
felicità e incredulità.
Sono io, piccola-
continuò a dire il poliziotto, cingendola e accarezzandole
la chioma lunga; gli occhi brillanti persi
nell’immensità di quel momento unico e speciale.
Ti tengo. Ti tengo, piccola-
le disse all’orecchio, rassicurandola. La manteneva
stretta tra le braccia, quasi per paura che lei potesse svanire di
nuovo da un secondo all’altro e perderla un'altra volta.
Quel dolore
lancinante, quel vuoto nel cuore non lo avrebbe più provato.
Nessuno li avrebbe
ancora divisi, non lo avrebbe più permesso in alcun modo.
La dottoressa gli
lambì le gote, i capelli e il viso singhiozzando raggiante,
lo sguardo reso luminoso dalla commozione dell’incontro.
Juliet espresse un
semplice desiderio tra una lacrima di gioia e l’altra.
Baciami, James.
Ci puoi scommettere, biondina-
soffiò James prima di avere finalmente le sue labbra sulle
proprie e sentire finalmente che la sua piccola stava rimettendo a
posto tutti i pezzi della propria anima lacerata così tanto
tempo senza di lei.
***
Non so nemmeno io cosa dire, sono devastata dalla fine di
tutto, sono tre giorni che piango vedendo questa scena ed altre scene
meravigliose del finale. Grazie Lost, grazie Darlton, grazie Josh e Liz
per averci donato una scena di amore e poesia sconvolgente. Grazie per
questi sei anni. Grazie di tutto.
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