"SAHARA!!
DOVE SEI!?"
Chiamo il tuo
nome, correndo per la città in un crepuscolo irreale. Mi
fanno male i piedi e il petto. Ma così tanto che potrei
anche morire, se non fosse per il fatto che mi servano. Mi servono i
piedi per prenderti a calci e mi serve l'aria di riserva pronta per gli
insulti da scaricarti addosso.
Quando vedo la
tua testa chiara, prendo la rincorsa e finalmente -finalmente- ti
raggiungo.
"Kaiji! Che ci
fai qui?" Mi chiedi con quella faccia da coglione.
Ansimo ancora per
qualche minuto, prima di prendere tutto il coraggio che mi serve. Piedi
e petto per il momento non mi servono, per dirgli che...
"NON VOGLIO CHE
TI VEDI CON UNA RAGAZZA!!! SEI MIO, HAI CAPITO!!?!?!?"
Se
quell'atmosfera che ho definito irreale, non riuscisse a nascondere il
mio imbarazzo, allora anche il cielo diverrebbe rosso come lo sono io.
Quel coglione di Sahara seduto sulla panchina, vestito di tutto punto
si alza e mi dice:
"Veramente, ho un
colloquio di lavoro, Kaiji..." E indica un uomo fermo in mezzo alla
strada, con una 24 ore in mano, allibito per ciò che ha
sentito. Poteva pure dirmelo, il bastardo, invece di fare tanto il
misterioso. Mi sarei risparmiato questa figuraccia di merda davanti a
quel damerino vestito di scuro.
Quando
tornerà a casa lo insulterò e lo
prenderò a calci in culo, lo giuro.
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