Take another little piece of my heart
I
– Di serate noiose e balli senza preavviso.
Il ballo è una manifestazione
verticale di un desiderio orizzontale.
Woody Allen
Monica quella sera non voleva assolutamente uscire,
dopo una lunga e stressante giornata in redazione l'unica prospettiva
che davvero l'allettava era quella di poltrire sul divano, in pace con
il resto del mondo. Invece no: Michele aveva bussato un paio di volte
alla porta e lei aveva fatto il madornale errore di aprirgli.
«Stasera si esce»
Aveva detto, in tono risoluto. Poi l'aveva
squadrata qualche minuto, si era diretto in camera sua e aveva estratto
dal suo armadio un tubino rosso fuoco, senza spalline, il
più semplice possibile.
«Guarda che probabilmente non mi
andrà più, sarò anche
ingrassata.»
Mormorò, lasciandolo scegliere anche le
scarpe. Michele la osservò qualche nano secondo,
apparentemente indifferente, scegliendo con cura borsa ed accessori,
coordinando il tutto con estrema eleganza.
«Lo farai entrare a forza»
Farabutto affascinante...
Come sempre, no?
Quando Michele le aprì la portiera,
sentì una serie di sguardi calamitatati su di lei, sebbene
ad illuminarla fosse solo un limitato ritaglio di luce lunare. Stava
ancora imprecando a denti stretti per il vestitino rosso che le stava
stringendo i fianchi, ma un sorriso affiorò sulle sue labbra
quando lesse il grande cartello illuminato dalle luci del neon.
«Ballo? Non mi dire che ci sono le tue
amiche che fanno lo striptease, levarmi questo vestito risulterebbe
piuttosto difficile.»
Michele stava trovando qualcosa di altamente
irritante per contraddirla, lo sentiva. Bastava osservare il movimento
delle sue sopracciglia e poi seguire l'andamento curvo della sua bocca.
«In ogni caso, non te le farei conoscere.
Non vorresti farti venire qualche complesso di
inferiorità.»
Ecco, trovava sempre il modo di contestarla. Prima
che potesse dibattere, Michele la trascinò per un braccio,
introducendola all'interno del locale.
«Vuoi mettermi alla prova?»
Risoluta, acida, calcolatrice. Monica si
complimentò con se stessa, pregustando già il
sapore della vittoria.
«Sorprendimi»
Era con quel semplice scacco matto, che aveva messo
in funzione il suo intero sistema nervoso – e
cardiocircolatorio – ma cercò di celare
quell'inusuale stato d'animo, convinta che fosse colpa dell'atmosfera
d'un tratto surriscaldata.
Lanciò scarpe, borsa e stola di seta
nelle mani di Michele. Alzò un cipiglio piuttosto arrogante,
guardandosi un'ultima volta indietro, poi fece il suo plateale ingresso
nell'arena – un modesto palco, i cui riflettori erano
abbastanza forti da illuminare la sua figura – quasi fosse
una Dea in mezzo a tante ninfe, che non facevano altro se non seguire i
suoi passi, provando a stare al suo ritmo.
Sì, l'aveva sorpreso... Eccome.
Michele
boccheggiava da circa mezz'ora, statuario come una mummia, tentando di
ingurgitare il modesto contenuto di gin all'interno del bicchierino.
Gli occhi di Monica non si dirigevano altrove, erano proprio
lì... nei
suoi.
Quasi volessero
mandargli dei segnali ottici di cui non si era mai accorto...
Perché era stato così cieco?
Monica, davanti a lui, stava denudando la sua anima e spogliando il suo
cuore, riducendo a brandelli il suo orgoglio.
Poi, d'un tratto,
la musica s'interruppe. Quella luce divina che sembrava aver splenduto
dietro di lei durante tutta la durata della canzone, ora era svanita.
Sentì solo il respiro affannato di Monica, il suo corpo
traballante che, prontamente, cadde tra le sue braccia.
Ora, ad una spanna
dal suo volto, poteva toccare la sua pelle e vederla per la prima volta oltre quel
tubino rosso fuoco, come se potesse scavare dentro la sua anima.
«Comunque... Ho
vinto.»
Disse, sorridendo
inebetita. Michele la teneva tra le braccia, inconsciamente partecipe
alla sua euforia; poi sentì un lieve pizzico alle guance e,
in seguito, la sensazione di non avere più qualcosa tra le
mani. Monica ora rideva tra sé e sé e lui non si
era minimamente accorto che lei gli aveva preso quel bicchierino dalle
dita, bevendolo tutto d'un sorso.
«Ci vuole
ben altro per sorprendermi, mia cara.»
Tentò di
salvarsi con quella battuta, ristabilendo il proprio onore.
Si scontrarono per
qualche secondo, occhi negli occhi, una cruenta battaglia a suon di
botta e risposta.
«Conosco
una cosa che sicuramente ti sorprenderà»
si avvicinò, sfiorandogli con un dito le labbra.
«... Il conto. Ovviamente, lo paghi tu.»
~
EDIT
06/08/2011: alla fine questa sfida è "sfumata",
ragion per cui pubblicherò l'ultimo capitolo - l'ottavo,
molto probabilmente una Michele/Monica - e poi la chiuderò
Magari tornerò prossimamente se mi
sentirò ancora ispirata ;D.
Sfida che nasce con la mia twin (<3)
Mayumi_san, per un semplice motivo: celebrare degnamente questo
telefilm italiano. Ovviamente, la prima coppia che ho scelto di
trattare è la mia preferita, l'ho sempre amata e mi si
è stretto il cuore quando ho visto che Michele era veramente
morto.
Ragion per cui se ci sarà un'eventuale
terza serie, non credo che la guarderò, mi farebbe troppo
male vedere Monica con qualcun altro. Comunque, tornando a noi, io e la
twin abbiamo scelto dieci frasi-prompt ciascuna (tutte frasi molto
sarcastiche, comunque XD) e quindi questa sarà una breve
raccolta di venti capitoli.
Ultima cosa: il titolo di questa fic è
volutamente ispirato ad una famosa canzone di Janis Joplin, chiamata
“Take another little piece of my heart” per
l'appunto. Molto, molto bella <3.
Alla prossima, Kiki-chan <3