Prologo
Il
Consiglio era ormai chiuso nella Sala delle Riunioni da quasi due ore e
gli era stato detto di attendere fuori la loro decisione.
Non sapeva esattamente di cosa discutessero e neppure gliene importava
poi tanto: gli avevano dato ascolto e sapeva che aveva fatto un buon
lavoro a raccontare subito cosa gli era successo, anzi aveva fatto un
< MERAVIGLIOSO QUANTO OPPORTUNO SERVIZIO A TUTTA LA
COMUNITA’> a detta loro, ed era questo che importava
veramente.
Però bisogna dire che la curiosità lo stava
davvero divorando.
Insomma….cosa aveva di tanto speciale la sua storia?
Ripensandoci su lui stesso si era vergognato di essere corso subito ai
piani alti a spifferare tutto perché quella non era che una
stupida storia come tante altre e l’unico motivo che lo aveva
spinto a raccontare ciò che aveva raccontato era stata la
frustrazione per essere stato rifiutato a favore di
quell’abominevole mostro.
Ma ricordava perfettamente che nella Grande Sala delle Udienze quando
aveva detto il nome della ragazza si era levato un boato di voci e
tutti, ma proprio tutti senza nessuna eccezione, avevano spalancato gli
occhi dalla sorpresa e neppure cinque minuti dopo erano
corsi a fargli i complimenti e avevano indetto la loro
riunione straordinaria.
Ma cosa aveva di tanto speciale quella ragazza? Era una strega,
ok….ma cos’altro c’era sotto?
A lui era sembrata una ragazza normale, come tante altre….si
era a malapena accorto che fosse una strega.
Ricordava ancora perfettamente il momento in cui l’aveva
vista.
Erano passati ben dieci giorni.
Lui se ne stava tranquillamente appoggiato ad un angolo di uno di quei
palazzi antichi e lussuosi di Firenze, in Italia, e guardava i passanti
con aria divertita.
Gli era sempre piaciuto osservare le persone. Credeva fermamente che si
potesse intuire molto di una persona dal modo in cui cammina per strada
e da come si relaziona con tutto quello che aveva intorno e
naturalmente con gli altri passanti.
Così ogni volta che veniva spedito in missione in una terra
straniera, passava la notte a svolgere i suoi doveri e il giorno lo
trascorreva metà a letto a riposare e l’altra
metà in giro a fissare chiunque gli capitasse a tiro.
Il giorno del fatidico incontro era un sabato mattina di giugno.
Il sole era alto nel cielo e soffiava un fresco venticello forte quanto
bastava per staccare dagli alberi circostanti i petali dei fiori e
posarli dolcemente sul suolo.
Aveva appena messo gli occhi su un albero lì accanto, quando
sentì una risata allegra e cristallina provenire
dall’altro lato della strada affollata.
Aguzzò gli occhi e vide che dalla porta girevole
dell’hotel lì di fronte era appena uscita una
giovane ragazza bellissima intenta a ridere e parlare al cellulare.
Restò lì a fissarla per qualche istante, senza
perdere un solo movimento della creatura fantastica che aveva davanti.
Non appena notò che stava per riattaccare il cellulare,
decise di avvicinarsi.
Era a soli pochi passi da lei , quando qualcosa lo bloccò
lì dov’era.
- Impossibile
- pensò, ma per essere più sicuro decise di
controllare per bene e sondò con il suo Potere
l’aura della ragazza.
Ma alla fine della sua indagine dovette arrendersi
all’evidenza: quella che aveva dinanzi non era una ragazza
qualunque, ma una strega.
- Beh questo
dovrebbe rendere le cose più facili tra noi, dopotutto tra
simili…. - si disse sorridendo soddisfatto
della notizia.
Adesso poteva avvicinarla senza nessuna remora e nessuno scrupolo.
Arrivò, svelto e disinvolto, ad un metro circa da lei che
nel frattempo era intenta ad armeggiare con chissà che
diavoleria nella sua borsa, quando un fattorino carico di valige
uscì fuori e gliele mise di fianco mentre lei gli diceva:
“Grazie”.
- Mmmh quindi sta
partendo….chissà forse riesco a trattenerla - pensò
squadrandola da capo a piedi con occhi ammirati.
“Siamo in partenza?” - cominciò lui.
“Si…” - rispose distrattamente lei.
Nemmeno un secondo dopo, però, lui la vide bloccare la sua
ricerca frenetica nella borsa per sollevare lo sguardo e guardarlo con
occhi interrogativi.
“Come…” - cominciò lei.
“Come ho fatto a capire che non sei italiana, ma
americana?” - la interruppe lui.
“Sì, come hai fatto?” - le sorrise lei.
“Beh, ti ho sentita parlare al cellulare prima e ora hai
risposto al fattorino e non in italiano!” - spiegò
lui.
Lei scoppiò a ridere.
“Oddio, hai ragione….ed io che già
avevo cominciato a credere che fossi una specie di maniaco che mi
persegiutava…scusa!” - si giustificò la
ragazza.
“Non preoccuparti, comunque non son un maniaco e
anch’io sono americano….mi chiamo Ted
Widson!” - disse lui.
“Ciao, io sono Bonnie McCullogh!” - rispose lei.
“Beh, ciao Bonnie…posso confidarti un
segreto?” - chiese Ted.
“Sì certo!” - rispose lei con aria
curiosa.
“Io…io so cosa sei, Bonnie!” - le
sussurrò Ted abbassando il tono di voce.
“C-Cosa?” - chiese lei che aveva un aria
più preoccupata che curiosa.
“Sì, so che sei una strega!” - le
confessò lui.
“Aspetta, cosa hai detto?” - chiese lei che ora non
era più preoccupata, ma visibilmente allarmata.
“Ascolta non c’è bisogno di
preoccuparsi, io sono come te!” - le disse, allora, con aria
disinvolta.
“Cioè?”.
“Cioè sono uno stregone!”.
Lei lo fissò un attimo, poi cominciò a rilassarsi
e con un sorriso gli chiese: “Davvero?”.
“Sì, davvero, e devo dire che nonostante sia uno
stregone non ho mai trovato le streghe particolarmente attraenti, fino
ad oggi….trovo che tu sia bellissima Bonnie!” - le
disse guardandola negli occhi.
“Oh, beh, grazie…” - rispose lei a
disagio.
“Allora…che ne dici se rimandi la partenza e vieni
con me a fare un giro in centro? Ti prometto che se non
troverai la mia compagnia di tuo gusto, ti accompagnerò di
corsa all’aeroporto!” - propose Ted già
sicuro di avere la vittoria in tasca.
“Mi dispiace, ma no!” - rispose lei con
un’alzata di spalle.
“C-Come sarebbe no?” - chiese lui decisamente
spiazzato.
“Sarebbe no…Vedi sono felice di aver conosciuto
un’altra persona come me, visto che a parte mia nonna e una
simpatica vecchina non ho mi conosciuto altre streghe o stregoni, ma da
quello che mi sembra di intuire tu non sei venuto a parlarmi solo per
conoscere un’altra persona simile a te e, forse, saresti
venuto anche se non fossi stata una strega perché da quello
che mi hai detto mi trovi bella. Ti assicuro, Ted, che sono lusingata,
ma non posso venire con te!” - spiegò Bonnie.
“Ah….e potrei sapere il
perché?” - chiese Ted offeso per il rifiuto.
“Beh perché non sono sola!” - rispose
lei.
“No? E dove sarebbe questo tuo fantomatico accompagnatore,
eh?” - chiese lui, ironico, mentre voltava la testa a destra
e a sinistra con aria beffarda.
“Esattamente qui!” - tuonò, allora, una
voce alle spalle della ragazza e dalla porta girevole Ted vide uscire
un ragazzo pallido dai capelli e gli occhi neri che si
avvicinò a Bonnie stringendola a sé posandole una
mano sul fianco, mentre continuava a tenere quei due pozzi neri e
minacciosi fissi su di lui.
“E sentiamo… tu chi saresti?” - chiese
Ted dopo essersi ripreso dalla sorpresa: non credeva che nella vita di
Bonnie ci fosse davvero un .
“Io sono Damon Salvatore! Ti consiglio di tenere bene a mente
il mio nome e la mia faccia, perché ti assicuro che se solo
osi cercare di nuovo Bonnie o se solo osi avvicinarti di nuovo a lei,
la mia sarà l’ultima faccia che vedrai prima di
morire!”.
“Ah, davvero?” - disse Ted prima di scoppiare a
ridere.
- Ma senti un
po’ questo….cosa crede di poter fare contro me e
il mio Potere? - pensò continuando a ridere.
“Oh, ti assicuro che posso fare parecchio contro te e il tuo
Potere” - disse l’altro facendo il verso ai suoi
pensieri.
Ted rimase completamente di stucco, la risata gli morì in
gola e si ritrovò a fissare quello sconosciuto
così pieno si sé con gli occhi spalancati.
- Come è
possibile? Come ha fatto? Sono più che sicuro di non aver
aperto bocca, ma di averlo solo pensato - continuava a
dire a sé stesso.
“A quanto pare il caro stregone usa il suo fantomatico Potere
solo per sondare l’aura delle belle ragazze? Ma se posso
darti un consiglio dovresti stare più in guardia altrimenti
potresti avere delle spiacevoli soprese…..tipo
me!” - disse lo sconosciuto con voce tagliente.
Ted, senza pensarci due volte, cominciò a sondare
l’aura di quello lì, quando….
“Oddio!” - disse.
“Esatto!” - rispose Damon.
“Tu sei un vampiro!” - disse Ted.
“In tutto il mio splendore!” - fece Damon con un
inchino.
Ted non poteva crederci.
Non si era mai accorto che un vampiro fosse proprio lì sotto
i suoi occhi.
“Damon, forse è meglio se
andiamo….” - fece Bonnie interrompendo i suoi
pensieri.
“Aspetta! Tu lo sapevi?” - chiese Ted a Bonnie.
“Cosa?”.
“Come cosa? Che lui è un vampiro?”.
“Certo che lo sapevo!” - rispose decisa lei.
- No, non
può essere vero. Lei lo sa e non le importa?
Beh…a meno che… - pensò
e poi…
“Dì la verità….tu la stai
influenzando, vero?” - disse questa volta rivolto al vampiro.
“No!” - fu Bonnie a rispondere.
“Ascolta, Bonnie, non metterti in mezzo, io lo faccio per il
tuo bene!” - le disse Ted.
“Per il mio bene? Ma se neppure mi conosci! Si può
sapere cosa vuoi da me? Le cose sono abbastanza semplici: io sono una
strega, lui è un vampiro e ci amiamo. Punto. Fine della
storia. E non capisco davvero cosa ti importa! Ora lasciaci in pace e
sparisci da dove sei venuto! Guarda un po’ tu se un perfetto
estraneo deve venire a dirmi cosa fare oppure no!” - gli
urlò contro Bonnie.
“Bonnie, ma….” - cominciò
Ted, completamente esterrefatto.
“Ehi…l’hai sentita, no?
Sparisci!” - gli ordinò il vampiro.
Ted rimase lì dov’era ancora qualche secondo a
fissarli, poi non ne potè più e
all’ennesimo ringhio del vampiro, corse via.
Raccattò in fretta tutte le sua cose e tornò in
America, nel suo regno magico ed inaccessibile e raccontò
tutto al Consiglio.
Era ora eccolo lì, ad attendere.
Mentre lui era perso nei suoi ricordi era passata un’altra
mezz’ora e stava veramente cominciando a stufarsi, ma
all’improvviso la porta si aprì e venne fatto
entrare.
La sala era totalmente al buio, fatta eccezione per la luce fioca
proveniente dai quattro bracieri posti ai quattro lati della stanza e
di quella proveniente dal braciere al centro del cerchio tracciato sul
pavimento intorno al quale erano disposte le otto sedie su cui stavano
i Consiglieri minori. A capo del cerchio, direttamente di fronte alla
porta di entrata, c’erano i due troni dei Consiglieri
superiori, posti un gradino più in alto rispetto agli altri.
Nel mondo magico i Consiglieri superiori erano una leggenda. Erano le
streghe o gli stregoni più potenti di tutto il mondo e
comandavano il mondo della magia fino alla loro morte.
Sin da quando era un bambino, Ted ricordava che i Consiglieri non erano
cambiati. Avevano assunto il comando molto giovani e lo mantenevano
ancora.
Erano due gemelli. Una strega e uno stregone. Discendevano direttamente
dai druidi e questo era un enorme privilegio. Si chiamavano Samuel e
Samia. Avevano circa sessant’anni. Samuel era alto, di
bell’aspetto, con una leggera barba su cui si vedevano i
segni della vecchiaia, gli occhi erano di un verde intenso, mentre i
capelli erano ormai bianchi. Samia era solo un po’
più bassa del fratello, era una donna non bellissima, ma
affascinante, anche i suoi occhi erano verdi, ma a differenza
del fratello manteneva ancora la sua folta capigliatura castana intatta.
Erano due esseri che incutevano un timore reverenziale e
prendevano molto sul serio il loro compito di Difensori e da molti anni
difendevano con successo la magia dagli esseri oscuri come i
licantropi, i fantasmi….i vampiri.
Ted non li aveva mai visti così da vicino.
“Ted vieni avanti!” - gli disse Samia,
sorprendendolo per il fatto che conoscesse il suo nome.
“Sì!” - Ted avanzò e arrivato
davanti ai loro troni, al centro del cerchio, si inginocchiò.
“Ted, abbiamo discusso a lungo della storia che ci hai
raccontato e siamo fieri del lavoro che hai svolto!” - disse
Samuel.
“Sì….ecco…grazie…ma
che lavoro avrei svolto, scusate? Quel vampiro è ancora
vivo!” - chiese timoroso Ted.
“Sì hai ragione, hai diritto ad una spiegazione.
Vedi, Ted, a noi non importa tanto del vampiro quanto della ragazza. La
stavamo cercando da tempo. Lei è l’ultima
discendente di una famiglia di streghe molto potenti. Scorre sangue
druido nelle sue vene, e tu sai bene che è un grande onore.
E’ da molto tempo che quelle streghe ci hanno voltato le
spalle e si sono nascoste da noi perché credevano che i
nostri mezzi contro gli esseri oscuri fossero malvagi e dicevano che
per tenere davvero la pace bisognava conviverci, ma ora, grazie a te,
abbiamo ritrovato quella stirpe e non intendiamo lasciarcela
sfuggire…..e qui entri in scena tu: dovrai portarla qui,
Ted!” - disse Samuel.
“Certo, lo farò, ma con lei
c’è il vampiro!”.
“Ottima obiezione! Sappiamo che lui non la
lascerà, e sappiamo che tu ti sei accorto che è
troppo potente per te. Quindi vogliamo aiutarti, giovane Ted, e ti
daremo un mezzo per distruggere il vampiro Damon e separarlo dalla
strega, un mezzo che farà in modo di dividerli per
l’eternità e annullerà ogni loro
tentativo di ritrovarsi.” - spiegò, questa volta,
Samia.
“Quale mezzo?” - chiese Ted.
“Il labirinto” - rispose, tutto intorno, un coro di
dieci voci.
NOTE:
Ciao a tutti e ben ritrovati!
Come promesso ad una settimana dalla fine della mia prima storia ecco
postato il prologo della seconda parte spero che vi sia piaciuto e che
continuerete a seguirmi.....Grazie a tutti....recensite, recensite,
recensite....BACIONI....IOSNIO90!
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