ho raccolto un soffione, mi ricordava qualcosa

di nuria
(/viewuser.php?uid=97040)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 

È un uomo di Tatooine, le disse, è un uomo di Tatooine, mi ha fatto impazzire, l’ho sposato al tramonto, quando sono tornata…

La donna sul letto allunga il collo di qua di là come se volesse scappare all’abbraccio venturo, apre la bocca, la richiude; cento anni in uno sguardo (è l’ultimo, grida qualcuno, qualcosa, ma lei non vuole capire, non vuole accettare), e poi finisce, gli occhi si chiudono, un mezzo sorriso, sprofonda nel torpore, si lascia andare nell’abbraccio; e poi parla – e parla con tale chiarezza, che sembra non stia nemmeno morendo.

Tatooine è un luogo crudele, bada che lui non lo sia.

Ecco, s’accoccola sul cuscino, per una il tempo si ferma, mentre il tempo corre d’improvviso nel vento per la donna sul letto: odora di viole, di mazzi campestri, di ginocchia sbucciate, di melodie sul violino e piatti festivi. Ricorda: le gite in montagna, gli abbracci caldi, i sorrisi orgogliosi, le conversazioni al buio, i soffioni montani (non sono così belli lì in città, sono piccoli, deboli, si sfilacciano, se ne vanno via nel vento come se fossero nulla, no, sono meglio in montagna), il latte ancora caldo, le fiabe, i ricordi, poi le rughe, le crocchie sempre più grige un filo alla volta, il sorriso più triste, gli occhi più cari di un'altra madre –

La donna si muove, deve ancora parlare, deve ancora insegnare, e insegna:

ci sono le tempeste di sabbia…la gente si perde, la sabbia – la gente si perde…

Poi chiude la bocca, i denti sbattono, gli occhi chiusi negano ancora l’ultimo sguardo, ostinati, crudeli, ma il sorriso non va via: e poi c’è solo il pianto perché oh, è un uomo di Tatooine, la gente si perde nella sabbia…

e se non si ritrova?

E lei, questa donna dove la ritroverà, se non nel suo sangue, se non nei ricordi di un’infanzia – centinaia, migliaia, una folla (dove, allora?) e s’accorge: li darebbe tutti via per averla ancora un giorno al suo fianco –

Un sospiro, poi il silenzio.

(E tu, dove sei adesso?)

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=512499