Scivoli di nuovo e ancora
come se
non aspettassi altro che sorprendere le facce
distratte, troppo assenti per capire i tuoi silenzi…
[Scivoli
di nuovo, Tiziano Ferro]
La stanza era luminosa,
circolare. Uno specchio troneggiava
su una sofisticata struttura argentata, mandando lievi bagliori che
infastidivano la ragazza che vi era seduta davanti.
In quel momento si stava
struccando; sembrava rigida,
controllata. Se solo non avesse avuto quell’espressione
chiunque sarebbe caduto
nell’errore del considerarla una frivola bambina celebre che
si toglieva il
trucco dopo l’ennesima sfilata in passerella.
A Rima non dispiaceva
essere una modella, ma odiava essere
costretta a subire quelle torture da parte delle quattro – e
dico quattro – estetiste
personali. Togliendo
i parrucchieri e la stilista.
Tuttavia la perfezione era
il suo lavoro, e lei subiva senza
fare troppe storie.
Anche se la gola le
bruciava, ardeva come l’inferno. Non
c’era scampo a questo supplizio; ma lei stringeva le labbra
esangui e non
lasciava trapelare nemmeno un sospiro.
Se solo non avesse quel
pensiero… probabilmente non sarebbe
lì.
Sciolse il nodo del vestito e lo lasciò scivolare sulla
pelle la morbida
stoffa, che atterrò con un dolce tonfo sul pavimento.
Si passò
istintivamente una mano sulla gola delicata,
scostando i capelli impregnati di lacca.
Si mise addosso un vestito
turchese con motivi a vetrata
gotica e indossò delle semplici ballerine di raso blu.
Se solo…
Un rumore lievissimo la
fece girare e si sentì uno strano
rimbombo nel petto… che fosse speranza?
No, che sciocchezza.
Era solo la tenda che
frusciava al suono del vento.
Strofinò una mano sulla fronte e sugli occhi, infastiditi da
tutta quella luce.
Si diresse verso la porta,
quando una figura la fece quasi
trasalire per la sorpresa.
<< Shiki.
Non mi aspettavo di vederti qui. >>
sussurrò, stanca.
Lui le porse un bicchiere
d’acqua.
<< Ti
ringrazio >> disse la ragazza, prendendo
il bicchiere facendovi sciogliere due compresse ematiche.
<< Torneremo
tardi, stasera. Dormirai poco >>
disse gentilmente lui.
Ormai non si stupiva
neanche più. Entravano l’uno nei
camerini dell’altro senza alcun problema. Dovevano sostenersi
a vicenda, in
quel covo di umani.
Rima scrollò le
spalle gracili, bagnandosi appena le labbra
con la bevanda vermiglia.
<< La mia
sfilata termina alle dieci. Per quell’ora ci
passa a prendere qualcuno per riportarci al collegio. >>
la informò lui,
atono.
La ragazza
allungò una mano affusolata verso il suo petto e
gli aggiustò la cravatta, soffermandosi qualche secondo in
più per accarezzare
il tessuto setoso.
<< Sei in
ritardo. Vai. >> bisbigliò, incerta.
Il ragazzo si
passò una mano tra i capelli rossicci e le
lanciò un’ultima, penetrante occhiata.
Rima sostenne lo sguardo
di quei due occhi di ghiaccio senza
scomporsi. Come sempre.
Shiki le scostò
dolcemente una ciocca di capelli dagli
occhi, e nel fare quel gesto le accarezzò il viso di
sfuggita. Poi aprì la
porta e s’incamminò verso la propria stanza.
La ragazza si
alzò e nascose il viso nelle mani fresche,
scivolando con la schiena sulla parete.
Lei sapeva che
l’aveva capita. Era a conoscenza del fatto
che quel ragazzo capisse troppe cose con un semplice sguardo.
Dannazione. La sua apatia
non bastava: per lui la compagna
era pressoché trasparente.
Solo con lui Rima prendeva
coscienza di non essere solo una
bella, pregiata bambola di porcellana.
Ma lui se n’era
andato, spezzando l’incantesimo. E Rima non
riusciva mai a fermarlo.
Angolo "Autrice".
Oh, eccovi giunti alla fine.
Finalmente, direte voi. Vi capisco. Sono nuova del fandom ma adoro la
coppia, anche se ho massacrato i due poveri personaggi in questa shot
xD.
Questa ff è nata come scommessa con Alchimista: anche lei ha
pubblicato una shot (e mi ha costretto a pubblicare questa.)
Francamente non so se ho conservato l'IC dei personaggi. Spero di
sì.
Bene...
ho finito di tediarvi. Me lo lasciate un commentino? *.*
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