Messaggio
dell’autrice: L’idea per
questa piccola flashfic mi è venuta ieri sera mentre mi
stavo asciugando i capell- (voce
da fuori campo: “E a noi che ce ne frega,
scusa?”) ò_o … vabbè, come
vi stavo dicendo prima di essere bruscamente interrotta, la stessa
stesura della storia è stata piuttosto ridicola:
immaginatevi di vedere in bagno una tipa che, con tanto di turbante in
testa, scrive febbrilmente appoggiata sulla lavatrice utilizzando
l’ultima pagina bianca degli autodefiniti… (la solita voce, in tono scettico:
“Mhmh, molto divertente.”) MA VUOI PIANTARLA?! *si
ravvia i capelli con un gesto stizzito* Okay ragazzi, che dire, spero
che vi divertiate a leggerla… (ancora la voce rompiballe:
“Improbabile…”)
@£$%‽√©NM!!!
McCoy si sentiva morire. Si accasciò contro il muro, gli
occhi serrati mentre cercava disperatamente di calmarsi e di vincere i
violenti singhiozzi che minacciavano di sopraffarlo. Calma, calma,
così… inspira, espira, inspira…
“Non è affatto divertente, Dottore.”
McCoy riaprì gli occhi solo per incrociare lo sguardo
penetrante del mezzo Vulcaniano ritto davanti a lui, nel quale era
chiaramente possibile leggere un misto di irritazione e imbarazzo
malcelati dietro la solita maschera di indifferenza.
Non poté farci nulla. Era più forte di lui. Dannato folletto dal sangue
verde… Ricadde a terra tenendosi forte la
pancia con entrambe la mani, mentre una nuova ondata di risate lo
scuoteva da capo a piedi.
“Oddio, non ce la f-faccio
p-più…” disse, asciugandosi gli occhi
lacrimanti. “Insomma Scott, v-vuole sbrigarsi a toglierlo di
lì…?!”
“Sto facendo più in fretta che posso,
dottore” rispose l’ingegnere cercando in tutti i
modi di nascondere il suo stesso divertimento.
“Potrei essere messo a parte anche io del motivo di tanto
divertimento?” chiese Spock con un tono leggermente
infastidito, le sopracciglia ormai nascoste dietro alla frangia scura.
“Il motivo di tanto divertimento?!” gli fece
ironicamente eco McCoy che nel frattempo era miracolosamente riuscito a
riacquistare un po’ del suo autocontrollo. “Spock, sei il primo su questa nave, anzi forse il primo
nell’intera storia della Federazione, ad essere rimasto incastrato in una porta
automatica! E per di più tu, il miglior
Primo Ufficiale della Flotta Stellare, il mezzo Vulcaniano super
controllato e genio dei computer…” Fu colto da un
nuovo accesso di risate.
“In effetti la situazione è piuttosto… comica,
Signore”aggiunse Scott con un grande sorriso.
“Non vedo dove sia la comicità dal momento che la
pressione della porta sta danneggiando la mia
spalla…” replicò Spock.
Scott ridacchiò. “Fatto, Signore.”
La porta automatica si aprì di scatto con un sibilo,
liberando finalmente il Primo Ufficiale. Spock barcollò un
attimo, colto alla sprovvista, poi si raddrizzò
massaggiandosi la spalla dolorante.
Ricomponendosi, McCoy gli si avvicinò.
“Credi davvero che me ne sarei stato qui a ridere come un
ossesso per un quarto d’ora buono se avessi avuto anche il
minimo dubbio sulla tua incolumità fisica?” gli
chiese passandogli velocemente un tricorder medico sulla spalla con
aria professionale. “Proprio come pensavo. Solo un paio di
bei lividi… spariranno nel giro di qualche
giorno.” Distolse gli occhi dal tricorder e
incontrò lo sguardo di Spock, sogghignando. “A
meno che, ovviamente, il dolore di cotanto
danno subito dalla tua spalla non ti risulti
insopportabile…” Gli sorrise serafico.
“In tal caso sarei felicissimo di-”
“Grazie, Dottore, sto bene così” lo
interruppe seccamente Spock.
“Okay, buon proseguimento di giornata allora." McCoy fece per
andarsene, ma si bloccò. " Ah e dimenticavo,
Spock... fai attenzione alle porte in futuro, mi
raccomando” gli disse sogghignando prima di voltargli le
spalle e allontanarsi.
Nel sentire Spock borbottare dietro di lui un
“illogico”, non riuscì proprio a
trattenere una risatina. Chissà
se Spock si rende conto di quanto sia illogico l’essere
logici in certe situazioni…
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