In
un pomeriggio tedioso e fresco, ci stiamo godendo questo riposo
forzato. Senza lavoro e senza domani, attendiamo comunque in
silenzio. Ormai sei diventato ospite fisso di casa mia. Ma
anche parte integrante del mio essere.
Io fumo vicino
alla finestra, mentre tu, Sahara, tiri fuori dalla tasca un cellulare.
"Allora Kaiji, ci
scambiamo il numero di telefono?" Mi domandi.
"Eh?" Rimango un
pò basito. Tiro un ultima boccata dalla sigaretta ed espiro
il fumo, spegnendo il mozzicone nel posacenere.
"Come sei
riuscito a comprarlo?"
"Con quei pochi
risparmi che avevo da parte." Rispondi con aria tranquilla.
Mi siedo vicino a
te per vedere questo telefono. E' uno di quei modelli a conchiglia cui
si apre solo lo sportellino superiore. Ha un colore rosso, brillante.
Solo tu potevi scegliere un colore così appariscente.
"Dai, me lo dai
il tuo numero?" Insisti.
"Non...Non ce
l'ho il cellulare." Dico, abbassando lo sguardo. Con quel tuo
cellulare, mi sconfiggi come nulla, anche se non te ne sei accorto. Nel
XXI secolo, l'unico a non avere il telefonino, sono io.
"Ok, vuol dire
che te ne comprerò uno." Concludi.
"Non lo voglio."
Ti metti a ridere.
"Avanti Kaiji...
Non fare il bambino. Avrai pure tu il cellulare, te lo prometto."
"Non insistere
Sahara, non mi serve."
Mi abbracci,
facendo muovere le mani sotto la maglia. Sento i brividi quando le tue
dita gelide mi sfiorano la schiena.
"Ma io voglio
sentire la tua voce al telefono..." Mi baci il collo, con un fare tanto
avido che sembri un vampiro.
"Ti ho detto
che... Che non lo voglio quel dannato telefono..."
"Oh, si che lo
avrai... Lo avrai eccome." Con foga, mi metti supino sul tatami.
"La mia voce non
cambia al cellulare... La tua è solo una scusa... AH!" Gemo,
quando i nostri bacini si sfiorano.
Dannato Sahara.
"Te lo ripeto:
avrai un cellulare tutto tuo." Dici, mentre mi slacci la cintura. E se
non ti dico di si, questa guerra non avrà fine. Ma solo i
miei si ansanti e faticosamente pronunciati nell'amplesso ti convincono
a smettere.
"Contento ora?
Anf..." Chiedo, senza forze.
"Direi di si."
Con quella faccia da coglione ti metti a sorridere.
Dopo una
settimana...
DRIN DRIN~ DRIN
DRIN~
"Pronto?"
Rispondo al cellulare che Sahara mi ha (forzatamente) regalato. E' un
modello standard, di colore bianco, senza funzioni particolari. Utile
per ricevere chiamate di lavoro. Ma di chiamate di lavoro finora,
nemmeno l'ombra.
Al capo opposto
della cornetta sento un rumore strano...
"Chi
è?" Chiedo, esasperato. Ora ci mancavano solo queste
chiamate che mi fanno perdere tempo.
"Ka.. Kaiji... La
tua voce è così moe~" Riconosco all'istante la
tua voce emozionata.
"SMETTILA DI
CHIAMARMI!!" E ti chiudo il telefono in faccia.
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