Io non ricordo

di Beatrix_
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Io non ricordo.

Questo giardino però non c’era, sono più che sicura. E nemmeno quell’uomo, quello sconosciuto lì in fondo. No, tutto ciò non c’era nella mia casa, nella mia vita. Prima non c’era.

Non avevo tempo per i giardini, non ne ho mai avuto. Non  ho mai avuto tempo per nulla e quella sera, quando ho creduto fosse giunta la fine...

Non lo ricordo. David, è così che si chiama. Deve avermelo detto mia sorella Abby, guardandomi con stupore: “David, non lo ricordi?”. No, non lo ricordo. Eppure...

Era con me quando mi sono svegliata. Mi ha salutata e credeva che io... Non importa cosa credeva, cosa pensavano tutti.

Io non ricordo.

Eppure io lo conosco questo giardino, l’ho già visto, ne sono sicura. Magari in un sogno, dove tutto può apparire perfetto. “Volevo che anche tu ne avessi uno” mi dice lo sconosciuto.

No, tutto ciò è assurdo e dovrà finire al più presto. Ora. “Come sei entrato?” chiedo. “La chiave di riserva” risponde “sotto l’estintore” aggiunge, al vedere la mia perplessità.

Come se fosse naturale che lui sappia dov’è quella chiave. Come può saperlo? Chi glielo ha detto?

Mi guarda e pretende di conoscermi. Mi guarda e spera di riuscire a capirmi. No...

Ora comprende: lo vedo dalla sua espressione delusa. Se ne deve andare. “Addio, Lizzy” mi saluta. Lizzy? Che nome è Lizzy? Non mi piace...

Io non ricordo.

“Aspetta!” gli grido dietro. Questo sconosciuto deve uscire dalla mia vita. Ne deve uscire ora, subito, velocemente e completamente. Lui invece si gira, pieno di speranze.

“La chiave... la rivorrei” chiedo.  Un po’ mi sento colpevole per la sua delusione. Lui sorride imbarazzato, chissà cosa ha sperato. “Sì, giusto...” risponde rammaricato.

David. È così che si chiama, me lo ha detto mia sorella. David. Provo a pensare, ma il suo nome è un nome come tanti altri.

Cosa dovrebbe significare per me? Dove ho già visto il suo volto? Perché io l’ho già visto.

Io non ricordo.

Eppure devo sforzarmi, posso farcela, sì, posso ricordarlo!  Lo sconosciuto mi porge la chiave. “Ti ho già incontrato?” un sussurro, quasi una supplica.

“Forse nei tuoi sogni” sorride, con amarezza. In un sogno. C’era anche questo giardino, sì, lo ricordo. Un sogno.

Tendo la mano e siamo davvero alla fine. Devo solo riavere quella chiave e riavrò la mia vita. Come prima. Come sempre.

Allungo la mano, fin quasi a sfiorare la sua, sì, è stato solo un sogno. Uno stupido sogno. Una meravigliosa fantasia.

Credo che se tu riuscissi a toccarmi, forse potrei svegliarmi...

 

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Ieri ho rivisto questo film in TV e... beh, l’ultima scena mi ha ispirata!xD

In realtà le cose corte non mi riescono per nulla bene e ho anche provato a scrivere in una maniera un po’ particolare che non so se può convincere.

Se vi capita di leggere mi lasciate per favore un commentino per farmi sapere cosa ne pensate? Lo apprezzerei molto, grazie mille! :D





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