INSIEME
INSIEME
La musica iniziò a diffondersi copiosamente nella stanza. Musica leggera, un
pianoforte. La ragazza era sdraiata sul letto, muoveva le mani fingendo di
stare suonando il piano, ma non era lei che eseguiva quella splendida melodia;
era Giovanni Allevi. Il genio, come lo definiva lei.
Era felice, allegra. Nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento di purezza
incontrastata, non lo avrebbe permesso. Avrebbe fatto il diavolo a quattro se
qualcuno avesse osato disturbare la musica del genio e così tutti preferivano
stare alla larga dalla sua camera.
In quei momenti, quando lo stereo riproduceva la musica di Giovanni Allevi, lei
cancellava ogni pensiero dalla mente, entrava in una specie di coma. Ascoltava,
non sentiva. Guardava, non vedeva. Ogni cosa, quando ascoltava Allevi le
sembrava più chiara. Persino lui, che era l'esatto contario della purezza.
Quando inseriva un qualsiasi disco di Allevi, lui era l'unico cui era permesso
rimanere in camera, l'unico che assieme a lei ascoltava quella musica, anche se
non lo diceva ai quattro venti. C'erano cose che sarebbero dovute
rimanere segrete.
Che cosa provava lui quando ascoltava le opere del Genio? Si sentiva libero,
felice. La sua mente, durante quegli attimi celestiali, volava. I muri venivano
abbattuti e lui se ne fregava di quello che pensava la gente, la maschera che
quotidianamente indossava veniva tolta e lui era sè stesso.
Se il modo sarebbe venuto a conoscenza di tutto ciò, cosa avrebbe pensato? Lo
avrebbe giiudicato più strano di quello che già era e, in tutta sincerità, non
aveva alcuna intenzione di sentirsi dare dello strano in quantità maggiore.
Strano. Baggianate.
La melodia terminò e il ragazzo fece per andarsene quando la ragazza lo bloccò.
Non voleva che se ne andasse. Lo pregò con gli occhi, così marroni e così
dolci, e lui non resistì. Le si stese accanto e assieme si addormentarono,
abbracciati.
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