Salve a tutti! (cioè chiunque abbia
il coraggio di leggere ^_^).
Dunque, due paroline d’introduzione.
Questa storia giaceva nei meandri del mio computer da tempo immemore e, mentre cercavo l’ispirazione per andare
avanti con l’altra mia fic, mi è venuta voglia di
metterci mano e riportarla alla vita.
La versione originale era in prima persona, ma non mi
piaceva, così ho cambiato e usato il tempo verbale
presente, col punto di vista sempre del protagonista.
Avviso fin da subito che non è ancora finita, ho pronti un
paio di capitoli, e considerando i miei tempi di
aggiornamento (una lumaca è più veloce di me) non assicuro niente di
continuativo; tuttavia dovrebbe essere una storia abbastanza corta, una decina
di capitoli, più o meno.
Ultima cosa: questa è una storia yaoi, che tratta quindi una relazione omosessuale... all'inizio può non sembrare, ma lo è!
Bene, detto questo vi lascio alla lettura!
Bye Kira
1.
Si dice che la Fortuna sia cieca.
Luca ne è sicuro, come è
altrettanto sicuro che invece la Sfiga ci veda proprio bene.
E che gli sia particolarmente affezionato.
Che lo punti proprio col mirino.
Impreca sonoramente mentre rovista nel cassetto del
comodino.
Impreca di nuovo, con molta più enfasi, quando nel chiudere
il mobile si schiaccia un dito.
Impreca, ma non bestemmia, perché fin da
piccolo sua madre gli ripete che 'nominare il nome di Dio invano è peccato'. Non che sia veramente timorato di Dio o
particolarmente credente, è più un' abitudine.
E poi lui è un bravo ragazzo, e i bravi ragazzi non
bestemmiano. Lui è il cocco di mamma; il preferito dei professori; il
lavoratore modello; il ragazzo della porta accanto da presentare alla famiglia,
quello 'bravo, buono e carino'
, così viene descritto dalle ragazza, quello che non ti farebbe mai stare male,
con cui ti puoi confidare e che ti ascolta sempre.
E questa immagine, che non sa
nemmeno come gli si sia cucita addosso, è una grossa seccatura per Luca.
Specialmente in campo sentimentale. Soprattutto in quel campo.
Le ragazze si confidano con lui, gli chiedono consigli su
'quel tipo tanto figo, tanto macho, tanto stronzo', scherzano simpaticamente,
e alla fine lui diventa il loro confidente, diventa l'Amico.
In poche parole con lui ci parlano, ma non se lo portano mai a letto.
Prendete Laura, per esempio, la sua migliore amica, ailui, e la ragazza che ama segretamente sin dai tempi delle superiori.
Stamattina gli ha telefonato, esordendo
con “Mamma mai come sono stanca, stanotte Marco si è scatenato e non mi ha
fatto chiudere occhio' continuando poi con il racconto
della sua notte infuocata. Essendo Luca il suo migliore amico, Laura si sente
in dovere di descrivergli le sue relazioni nei minimi dettagli, nottate infuocate
comprese. Marco, per onor di cronaca, è il nuovo ragazzo di
Laura. Stanno insieme da poco più di un mese,
quindi Luca sa che ha ancora disposizione un periodo che va dai trenta ai
sessanta giorni prima di ritrovarsi una Laura piangente tra le braccia che
pretende di essere consolata, a causa dell’ennesima storia finita male. Le
relazioni di Laura non durano mai più di quattro mesi.
C'è da dire, in difesa di Luca, che non è
così smidollato come sembra: una volta ha provato a dichiararsi a Laura.
Provato, si, perchè non gli andata molto bene.
Erano ad una festa organizzata da amici di
amici di altri amici, e il nostro eroe si stava rodendo il fegato mentre
osservava l'ennesimo bellimbusto che ci provava con la sua Laura (ok, sua per modo di dire). Nel momento in cui quel polipo ha
allungato una mano per accarezzarle il fianco Luca,
con una determinazione a lui del tutto estranea, ha deciso che doveva farsi
coraggio, prendere il toro per le corna e dichiararsi.
Si fece un numero indefinito ma sostanzioso di bicchieri di vodka
e prese una sbornia colossale. In queste condizioni si
dichiarò.
Era ubriaco, si, ma non così tanto da non ricordarsi
l'espressione affranta e sbalordita di Laura e la sua risposta "tra noi
non potrà esserci mai niente,perchè
la nostra amicizia è troppo importante per rischiare di rovinarla per una cosa
volubile come una relazione amorosa". Una volta rinsavito le ha chiesto scusa,
le ha detto che era talmente ubriaco da non sapere quello che diceva (chiaramente
tralasciando il fatto che avesse bevuto per trovare il
coraggio di dichiararsi), che era un periodo in cui si sentivo solo e altre
cavolate simili.
Laura ha semplicemente risposto sorridendo gentile "Non
preoccuparti, è tutto dimenticato. Amici come prima". Non si è neanche
accorta di stare affondando sempre più in profondità l' enorme
coltello da macellaio che Luca aveva
conficcato nel suo povero cuore sanguinante già da un po’.
Luca ha visto così svanire per sempre la possibilità di essere promosso da 'Amico' a 'Fidanzato'.
Come si diceva, la Sfiga ha un
mirino ad alta risoluzione.
Luca si guarda in giro innervosito, lanciando uno sguardo agitato alla radiosveglia: le sette e
cinquantasei. Impreca, ma non bestemmia.
Si guarda intorno di nuovo. Dove
diavolo può averli messi i nuovi lacci per le scarpe? Li ha
comprati giusto ieri, non possono essere spariti! Ricontrolla sulla scrivania,
dove li aveva messi ieri. Sposta i fumetti degli X-men
di suo fratello, i due libri di scuola di suo fratello (anche se tanto non
studia mai), i cd di musica heavy metal di suo
fratello (bel coraggio a definirla musica), la maglietta sporca di suo fratello
( che schifo!), ehm...c'è anche un calzino sporco di suo fratello (blea! Come ha fatto a finire lì?).
Inveisce contro suo fratello. Inveisce, ma non bestemmia.
Per l'ennesima volta, sottolineando
di nuovo l'amore che la Sfiga ha per lui, si chiede come faccia un ragazzo di ventitré
anni a dividere ancora la stanza con suo fratello. Minore, di quindici anni.
Uno scavezzacollo in piena crisi adolescenziale,
che passa le giornate a masturbarsi guardando giornali porno, a fare di tutto
per contraddire la mamma, ad ascoltare musica heavy
metal a tutto volume solo perchè gli è stato detto di
non farlo, a fumarsi canne in camera sua (e quindi di Luca) con i suoi amici
quindicenni in piena crisi adolescienziale. C'è da
aggiungere che Mirco, il fratello appunto, trova che
avere una camera simil-post-guerra-nucleare sia una
grande sfida verso sua madre.
Luca odia il disordine.
Si sposta dalla scrivania per cercare nel
cassetto del comò quel benedetto laccio da scarpa, quando il suo piede si
scontra con qualcosa. Luca abbassa lo sguardo, riconosce il fascicoletto
rilegato con la copertina rossa che si è portato a casa da lavoro, e inveisce
contro suo fratello, di nuovo.
Inveisce, ma non bestemmia.
Se ne era completamente
dimenticato.
Luca è un web designer. Gli piace il suo lavoro
(probabilmente durante il suo colloquio la Sfiga era
andata a prendersi un caffè), nonostante ciò gli secca abbastanza dover passare
parte delle sue vacanze estive a modificare
il sito web di un cliente particolarmente insopportabile, pomposo e
rompiscatole, a cui non va mai bene niente, che critica, offende e urla in
continuazione... O lavora durante le ferie e niente ferie. La risposta viene da
sè.
Appoggia il fascicolo sul ripiano della
scrivania a lui riservato, concentrandosi di nuovo sulla ricerca del
laccio.
Passa davanti allo specchio a
parete di fianco alla porta, e non può impedirsi di fermarsi e guardarsi
attentamente, come fa tutti i giorni. Avvicina il mento al suo
riflesso e scruta.
Niente.
Niente di niente, come tutti i giorni.
Non un pelo di barba, è liscio come il culo di un bambino. Corruga contrariato le
sopracciglia mentre constata che i pomelli rossi alla Heidi sono sempre lì, sulle sue guance, come tutti i giorni.
Impreca, badate però, non bestemmia, mentre ancora più di pessimo umore esce
dalla camera per cercare non sa nemmeno lui dove il laccio.
Probabilmente non avrebbe dovuto guardarsi allo specchio.
Luca ha un rapporto amore-odio con il suo aspetto fisico. Si compiace della sua altezza e del suo fisico da calciatore, ma
per il resto è meglio metterci una pietra
sopra.
E' biondissimo, con gli occhi azzurrissimi e la pelle rosea.
Ma la cosa che più non può sopportare è la totale mancanza
di barba e peli sul petto. Pure sulle gambe ne ha pochi! No, lì non si è posto il problema della
quantità di peluria, gli va bene così.
E' o no un italiano? E dove sta il fisico da maschio
latino?! Dove sono i capelli scuri, gli occhi scuri, la pelle scura?!!
E tra parentesi la faccia da angioletto non lo aiuta a
scrollarsi l'immagine di ragazzo tanto 'buono, bravo e carino'.
Si ferma improvvisamente nel mezzo
del salotto, colto da un'idea improvvisa: e se fosse il suo aspetto la causa
della sua longeva verginità?
Esatto, a ventitré anni Luca è ancora vergine. E la cosa gli
pesa parecchio.
A dirla tutta, probabilmente il vero
motivo della sua attuale condizione è dovuto più alla convinzione, piuttosto
rara tra gli uomini della sua età (o meglio di qualunque età), di voler aspettare
la persona giusta.
Il problema è che Laura non lo fila di striscio.
Luca impreca, non bestemmia, non sa neanche lui per cosa, se
per il suo aspetto, per la sua condizione di giovane
dalla virtù intatta, se per la sua situazione con Laura, se per il periodo
particolarmente sfigato o semplicemente perchè non
trova quel maledetto laccio per la scarpa.
Dalla finestra sente il suono di un
claxon. Maicol è in perfetto orario.
Luca impreca, attratto dall'idea di bestemmiare anche, senza
però farlo. Non ha ancora trovato il laccio.
Sbuffando afferra il borsone ed esce.
Attraversa la strada e sale sulla Seat
Ibiza nera di Maicol, il suo migliore amico.
Maicol, scritto come si pronuncia.
"Ciao bimbo" lo saluta questo cercando di
sorridere senza far cadere la sigaretta che ha in bocca. Ci riesce, ma la
cenere gli finisce sui pantaloni della tuta.
Impreca con una bella bestemmia colorata,
mentre con la mano si pulisce. Anche a lui da piccolo
sua madre diceva di 'non nominare il nome di Dio invano',
ma quando aveva undici anni lei se ne è andata di casa con un altro uomo, e
nessuno gli ha più detto di non farlo.
Maicol sa che Luca odio essere
chiamato bimbo, ma provate a dirgli di non fare qualcosa e
state sicuri che lui la farà.
"Ciao cerebro leso. Spegni la sigaretta" lo saluta
Luca mentre si allaccia la cintura.
"Ma l' ho appena accesa"
protesta.
"E chi se ne frega! Lo sai che mi dà fastidio. E poi il mister ha detto che se
vuoi continuare a stare in squadra devi smettere di fumare"
" Non è mica mio padre"
" Se lo fosso probabilmente ti faresti di canne davanti
a lui"
"Eh eh eh.
Già" Ridacchia. Mette la freccia e svolta a destra.
"Spegnila" ripete deciso Luca.
"Che palle!" risponde seccato, poi la butta fuori dal finestrino "Contento?!"
"Sì"
"Scassapalle" dice piano, ma non abbastanza perché Luca non lo senta. L'ha
evidentemente fatto apposta.
"Faccio finta di non aver
capito"
"Come ti pare"
C'è uno strano odore nella
macchina. Luca annusa l'aria. Si guardo in giro. Sul sedile
posteriore c'è una grossa macchia più scura. Non ci vuole
molto perché capisca.
"Maicol?" il tono è
inquisitorio.
" Sì Luca, cosa c'è?" chiede con aria angelica. Che bastardo, fa finta di niente.
" Perchè
nel sedile posteriore c'è una enorme macchia?" tono ancora più
inquisitorio.
" C'è una macchia sul sedile posteriore?" ribatte
come se la cosa lo sconvolgesse.
" Si" risponde calmo Luca "e da lì proviene
una forte puzza di alcool"
" Alcool?! In questa macchina!! GIAMMAI! Mi offendi se
credi che possa portane anche solo un goccio con
me" fa la faccia offesa.
Luca potrebbe anche credergli se non lo conoscesse
bene come lo conosce.
"Maicol lo sai che non devi bere
mentre guidi. E' pericoloso!" non riesce a trattenere la predica, ma sa
già che gli entrerà da un orecchio e gli uscirà dall'altro.
"Giuro che questa volta sono
innocente, non sono stato io"
Mhh... sembra sincero.
Allora c'è solo un'altra possibilità. Maicol è piuttosto prevedibile agli
occhi di Luca.
E monotono.
"Maicol lo sai che non devi
fare ubriacare le ragazze e poi portartele a letto"
"..."
Scena muta. Luca ha colto nel segno!
"Sei proprio un irresponsabile!"
"Hei guarda che non obbligo
nessuno! E’ tutta gente maggiorenne, vaccinata e sopratutto
consenziente! E puoi giocarci ciò che vuoi che il bocconcino di ieri
sapeva benissimo cosa stava facendo... e lo faceva
molto bene!" poi sghignazza.
Quando fa così Luca non lo può proprio sopportare.
"Sei un coglione!"
"Hei! Ma che cavolo vuoi da me? Non è colpa mia se non
batti un chiodo! Dovresti fare anche tu così, con una buona scopata saresti
molto più rilassato!! Sei un represso! Ma di che t'impicci dei fatti miei!" Maicol
è visibilmente seccato.
Si mette in bocca una sigaretta, prendendola direttamente
dal pacchetto e la accende con una mano, mentre con l 'altra
mantiene il controllo dell'auto. Meglio di un'equilibrista.
L'ha accesa apposta per fare dispetto a Luca. Certe volte
Maicol sa essere veramente infantile.
Luca si chiede spesso perchè
si preoccupa tanto per un coglione come lui. A
dire il vero si chiede ancora più spesso come facciano
ad essere così amici: se vogliamo pensare ad una persona esattamente l'opposto
di Luca, sia fisicamente che caratterialmente, la faccia che balza subito in
mente è quella di Maicol.
Maicol è moro, occhi e pelle scuri, barba perennemente incolta, aria da
duro, sigaretta sempre alla mano. Lui è il classico tipo per cui le ragazze vanno dai tipi come Luca a piangere: bello,menefreghista
e stronzo. Ribelle per natura, irascibile, impulsivo,
se si defigge qualcosa la raggiunge, se vuole qualcosa
la ottiene.
I ragazzi come lui generalmente Luca non li può proprio
soffrire.
Ma con Maicol c'è qualcosa di diverso,
con lui vada d'assordissimo. Forse perché sono
talmente diversi da risultare complementari: Luca è
una sorta di Grillo Parlante per Maicol, che invece è
in tutto e per tutto un Lucignolo, lo calmo e lo fa rinsavire quando dà fuori
di matto (abbastanza spesso a dire il vero).
Mentre Maicol, bè,
non lo fa sentire così 'bravo, buono e carino'. Luca non ha bisogno di fingere o di nascondersi
con Maicol, sa che può fidarsi di lui per qualunque
cosa.
Maicol lo fa sentire sè stesso. Maicol è un vero
amico.
"Scusa lo so che ti dà fastidio" riprende il
discorso poco dopo, così dicendo butta dal finestrino la sigaretta appena
accesa.
"Grazie" risponde Luca. Non c’è
bisogno di dire chi ha torto o sbagliato. Perché non hanno bisogno di sottolinearlo, si capiscono al volo, e sanno che va bene
così.
"Non è che avresti un laccio di scorta?" Chiede
subito dopo Luca.
"Certo, bisogna sempre averne uno su...mi sorprende che
tu non l' abbia"
Ecco. Tutto come prima.