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N.d.A.: Solo un appunto, è la mia prima e unica fan
fiction su Hetalia, che ho fatto per uno scambio di regali su
Livejournal. Al momento non ho in mente di fare altre fic su Hetalia,
ma ho pensato di andare avanti e condividere questa qui. Grazie per la
lettura~!
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Role
Reversal - Scambio di Ruoli ~ JammerLea
"Io sarò Germania e Germania, tu puoi essere me!"
Una brezza leggera frusciò sul sentiero erboso dove
Ludwig e Feliciano si stavano riposando mentre facevano esercitare le
loro truppe. Avevano appena finito il pranzo e sarebbero ritornati al
loro solito regime in breve tempo. Non era raro per loro passare questo
tempo discutendo dei propri metodi, o lamentandosene nel caso di
Italia. Lentamente le conversazioni sembravano scivolare verso altri
discorsi non collegati, come il cibo o il tempo o… questo.
"Aspetta, cosa?" Ludwig fissò l’italiano.
Sicuro, ammirava la sua natura spensierata, ma di qui a essere
Italia…
Feliciano annuì violentemente, "Sarà
divertente! Tu puoi essere me e prendertela comoda e io sarò
te e sarò forte e coraggioso!" Guardò in alto
verso il cielo azzurro, sorridendo convinto. Era un’idea
perfetta, fresca, e stimolante. "Solo per un giorno, ok? Facciamolo!"
Muovendo la testa, Ludwig non poté ignorare
l’impazienza di continuare con questo folle piano nella voce
di Italia. Sospirò e annuì lentamente, sapendo
che probabilmente se ne sarebbe pentito in seguito. "Ok, solo per un
giorno, tu puoi essere me e io te."
"FANTASTICO!" Feliciano saltò in piedi,
"Cominciamo!" Prendendo la mano di Ludwig, tirò in piedi la
nazione più grande e lo trascinò indietro alle
baracche per scambiarsi le uniformi.
La seguente sessione di esercizi con le truppe andò
un po’ storta. Benché il ritratto di Ludwig di
Italia fosse praticamente perfetto, nonostante la sua testa
più dura, i rimproveri di Feliciano lasciarono i soldati un
po’ più che confusi. Ciò nonostante,
riuscirono a completare l’intero corso, e finalmente
sciolsero i ranghi per quel giorno. Sembrò che le truppe
tedesche girovagassero senza meta, mentre quelle italiane erano in
uno spirito migliore del solito.
Anche con l’inversione dei ruoli, Feliciano rimaneva
molto, molto italiano.
Incrociò le braccia e annuì fiducioso.
"È andata molto bene, mi sembra! A te no, Germa- volevo
dire, Italia? Faccio un buon Germania, vero?"
Ludwig guardò in basso verso Feliciano, che
sembrava straripare orgoglio. "Penso di sì. Hai usato una
voce autoritaria…" Stava cercando di essere gentile al
riguardo. Cominciò ad allisciare i capelli
all’indietro mentre parlava, "Sei davvero riuscito a
mantenere l’attenzione di tutti, inclusa quella delle tue
tru-" Si interruppe bruscamente quando Feliciano mise un braccio in
fuori per bloccargli la strada e lo fissò. "Eh? Che
c’è, Italia?"
"Che stai facendo?!" Feliciano scosse il dito per ammonirlo.
"Ho detto per un giorno! Abbiamo solo terminato con
l’allenamento delle truppe! Ci sono un sacco di altre cose da
fare!" Si girò, incrociò di nuovo le braccia e
sbuffò leggermente, "Ci dobbiamo allenare anche noi. Se non
siamo in forma, come possiamo aspettarci che le truppe lo siano?" Prese
uno dei cappelli di Ludwig apparentemente dal nulla e se lo mise,
lasciando che la giacca dell’uniforme pendesse dalle spalle
mentre prendeva posizione. "Ci alleneremo ora e ci alleneremo
duramente, o non ci sarà pasta per le tue truppe!" Si
rigirò verso Ludwig e gli scompigliò i capelli
parzialmente pettinati. "Cominciamo, ok?" Proseguì verso il
campo di allenamento.
"Sbrigati! Non è il momento di crogiolarsi!"
Feliciano era già al punto di partenza della loro corsa
quotidiana. "Mach schnell!"
"A-arrivo!"
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Decise di dover lavorare più seriamente a
interpretare il suo ruolo, cosa che significava lavorare di meno.
Dovrebbe essere facile, no? Ludwig restò indietro rispetto a
Feliciano durante la corsa d’allenamento. Guardò
l’uomo più piccolo tenere il passo con
determinazione, ma si poteva dire che Feliciano si stava veramente
sforzando di continuare. La smorfia sul suo volto. Ludwig
aggrottò le sopracciglia e rallentò
l’andatura, "Ita… Germania, possiamo fare una
pausa? Ho bisogno di… una siesta." Provò a far
uscire il respirare più che poteva, e si piegò in
avanti, le mani sulle ginocchia, in modo da poter guardare a terra, per
paura che la sua espressione lo tradisse.
Feliciano si fermò per un momento,
respirò pesantemente e si asciugò il sudore dalla
fronte, "Non possiamo fermarci adesso, Italia! Dobbiamo mantenerci
forti! Il nemico potrebbe comparire da un momento all’altro!"
Il suo respiro si stabilizzò appena stette fermo per qualche
secondo. "Se stiamo facendo una siesta mentre attaccano, saremo
sconfitti senza neanche avere l’opportunità di
combattere." Fermandosi per un ultimo respiro, parlò piano,
"Quindi continuiamo ad andare. Ce la faremo insieme."
Ludwig lentamente si sollevò da quella posizione
piegata, il suo viso che arrossiva un’altra volta alle parole
di Feliciano. Sembrava non potergli togliere gli occhi di dosso, e si
dovette forzare per guardare altrove. "O-okay.," balbettò.
"Stai bene? Hai la faccia rossa?" lasciò che
Feliciano se ne accorgesse.
"T-Tutto a posto!" Ludwig arrossì di
più, poi si sforzò di ridere, "Ho solo molta
fame!" La sua risposta non aveva alcun senso.
Feliciano annuì, "Prima finiamo prima puoi
mangiare. Siamo a metà strada!"
Ludwig annuì in risposta, sentendo il viso che si
raffreddava. Semplicemente non era abituato a vedere Feliciano
comportarsi così, anche se era solo… una recita.
Quello era il soldato che lui stava cercando di insegnarli ad essere.
Uno che prendesse il suo lavoro sul serio, dalla volontà
forte e che non mostrasse alcun segno di debolezza. No, era sbagliato,
Feliciano stava solo nascondendo la sua debolezza per questo gioco di
ruolo. Mentre continuavano la loro corsa, il suo corpo lo
tradì. A Ludwig questo non piaceva affatto. Non era
così che voleva vedere Feliciano. Non andava bene.
"Italia…" disse Ludwig piano.
"Sono Germania oggi, ricordatelo!" Si fermò per un
istante, inspirando forte di nuovo e guardò indietro
incuriosito il biondo mentre tentava di nascondere la sua stanchezza.
"Stai di nuovo per chiedermi una sie-"
"Feliciano!!" Ludwig tornò a ergersi in tutta la
sua altezza e guardò Feliciano in basso. "Non mi piace
questo gioco, è finito adesso!" Il gioco di ruolo era
spezzato.
"G-Germania?" Feliciano aggrottò le sopracciglia
all’improvviso tono duro, "Ma, avevamo detto…"
"Non mi interessa quello che avevamo detto!" Si
portò indietro i capelli, e sperò che la sua
faccia che di nuovo arrossiva passasse per rabbia. "Sei.. Sei un
Germania orribile!"
"Cosa?"
Quegli occhi. Dannazione, quegli occhi pieni di lacrime.
Ludwig all’improvviso perse la voce, un profonde senso di
colpa lo pervase.
"Mi stavo impegnando davvero…" Feliciano
tremò, nonostante tutti i suoi sforzi aveva deluso Ludwig.
Tutto quello che voleva era divertirsi un po’ e lasciare che
Ludwig si rilassasse, ma il tedesco era così contrariato
adesso. "Mi-Mi dispiace!" Si voltò e prese la strada per
tornare al campo.
"Aspetta, Italia!" Chiamò il fuggente Feliciano, ma
presto fu fuori dalla visuale di Ludwig."
…Com’è che stava per accasciarsi a
terra, e adesso è corso via in quel modo?"
Aggrottò le sopracciglia, vergognandosi di aver urlato.
"Farò meglio a trovarlo per chiedergli scusa."
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Ludwig passò del tempo orribile mentre cercava
Feliciano. Non era nei suoi alloggi, o in quelli di Ludwig, non stava
infastidendo il cuoco per la pasta, né era in compagnia
delle altre truppe italiane a cantare. Non era nemmeno nel posto solito
in cui parlavano dopo pranzo. "Non è davvero scappato via,
giusto?" Provò a scacciare quel pensiero, "No, Italia non lo
farebbe mai. Allora dove…"
C’era un altro posto a cui potesse pensare.
C’era un po’ da camminare, ma era l’unico
altro luogo che gli venisse in mente.
Facendosi strada nella vicina foresta,
Ludwig vagò verso la radura in cui aveva incontrato
Feliciano per la prima volta mentre si nascondeva in quella stupida
scatola di pomodori. Arrivato alla radura si fermò dietro
dei cespugli. Ne era abbastanza sicuro, lì c’era
Italia, appoggiato al soffice muschio sulla sporgenza di un albero, che
guardava il cielo e sorrideva tra sé e sé.
Feliciano allungò un braccio
verso il cielo, "Un giorno, sarò forte come Germania. Mi
allenerò molto e non scapperò. Non
combinerò guai in giro o disegnerò o mi
addormenterò durante i suoi rimproveri." Abbassò
il braccio e mise le mani sul petto. "Allora potrà essere
davvero fiero di me."
"I-Italia…" con lo stomaco
attorcigliato, Ludwig sentì il suo cuore spezzarsi un
pochino. Voleva davvero vedere Feliciano che faceva del suo meglio, ma
gli piaceva davvero e sinceramente proprio così
com’era. Inutile o no, la sua personalità
cordiale, giocosa e affettuosa era in qualche modo tenera. Si
schiarì la voce rumorosamente per annunciare la propria
presenza e fece qualche passo nella radura. "Italia…"
aggrottò le sopracciglia, alzando la voce, "Che diamine
stai facendo qui così lontano?!"
Saltando in piedi, Italia si
agitò molto, "Mi-mi dispiace Germania!" La voce gli
esitò mentre il nervosismo aumentava. Era stato beccato a
perdere tempo. "Torno subito indietro!!" Cominciò a
dirigersi verso il campo, ma fu fermato quando Ludwig lo
prese…
… e lo abbracciò.
"G-Germania…?" con voce confuse chiese spiegazioni
riguardo le azioni dell’uomo più grande. Anche se
si erano abbracciati già in precedenza, non era normale per
il tedesco fare il primo passo in una simile dimostrazione
d’affetto. Feliciano si sentì arrossire per il
gesto.
Ludwig non lo lasciò andare. "Mi dispiace."
"Ve?" Adesso si stava scusando? Che stava succedendo? Era lui
ad essere impazzito o…? Si tirò indietro per
guardare l’italiano negli occhi, "Mi dispiace di aver detto
che eri un brutto Germania prima." Ludwig arrossì e si
grattò la testa. "Hai fatto un lavoro fantastico quando hai
tentato di imitarmi."
"Allora perché l’hai detto?"
"Perché…" Ludwig spostò lo
sguardo altrove. Perché si sentiva così
imbarazzato a dire la verità a Feliciano, non lo sapeva, ma
sapeva di doverlo fare. "Perché ti stavi sforzando troppo."
Sospirò, "Anche se è bello vedere che ti
impegni tanto, non voglio vederti completamente sfinito. Non posso
permettermi di averti esausto!"
Feliciano sorrise apertamente all’espressione
preoccupata di Ludwig, "Quindi ecco perché! Germania
è molto premuroso!" Si fermò e
aggrottò di nuovo le sopracciglia, "Avresti potuto dirlo
semplicemente invece di essere così cattivo a riguardo."
Diede un lieve calcio per terra, ancora con un espressione triste. "Mi
sono impegnato moltissimo per essere Germania, così quando
ti sei arrabbiato con me mi sono sentito molto male. Non volevo
deluderti."
"Mi dispiace," Ludwig piegò la testa vergognandosi,
"Non avrei dovuto dirlo. Solo che non sapevo come farmi prendere sul
serio con il tuo scambio di ruoli."
"Devi lavorare sulla tua imitazione di Italia!" Feliciano
agitò un dito verso di lui, "Magari conosci il metodo, ma
non otterrai nulla se non ci metti il cuore!"
Fissò Feliciano, un po’ stupito dalle sue
parole, "Il cuore…?"
Feliciano annuì e sorrise gioiosamente, "Non farai
un buon Italia se non ti rilassi. Ti preoccupi troppo."
"Immagino di sì…" Indicando il sole alto
nel cielo, Feliciano ripropose la sua idea, "La giornata non
è ancora finita! Possiamo continuare il nostro scambio se ti
va di riprovarci."
Ludwig arrossì di nuovo al fervore
dell’italiano e alla sua espressione speranzosa. Non
potè far altro che dargliela vinta, e sospirare sconfitto.
"Ok. Ancora una volta. Ma non sforzarti così tanto!" Almeno
c’era solo la cena di cui preoccuparsi. Doveva solo
rilassarsi e concentrarsi sul metterci il cuore. Il suo cuore stava
battendo abbastanza forte in quel momento.
"Ok! Quindi adesso io sono di nuovo Germania e tu sei Italia!"
Feliciano sorrise, poi fece una faccia seria. "Visto che ti sei
allenato tanto duramente durante l’allenamento, penso che
possiamo mangiare della pasta per cena stasera. Ma non abituartici! Non
avremo sempre le comodità per preparare quello che ti va di
mangiare!"
Non poté fare a meno di sorriderne. Ludwig si
chiese se sembrava sempre così. "Grazie, Ita- ehm.. Grazie,
Germania!"
"Va bene. Torniamo al campo prima che faccia buio." Feliciano
iniziò a condurre verso la base. "Ti proteggerò
io se salta fuori qualcosa di spaventoso, quindi non preoccuparti!"
Ludwig annuì alla schiena dell’italiano e
lo seguì. La sua testa era invasa da pensieri su come essere
Italia. Che farebbe Italia? Che direbbe Italia? La verità
era che lo sapeva, ma non era sicuro che sarebbe riuscito a farcela. Fu
risvegliato dai suoi pensieri quando arrivarono al limite della foresta.
"Siamo tornati!" urlò Feliciano con una smorfia di
orgoglio. "E adesso non correre più via come prima durante
l’allenamento!" Guardò indietro verso Ludwig per
un istante, poi si girò al campo. "Andiamo a cenare adesso."
"Hey, hey, Germania!" Ludwig chiamò con voce
sommessa, che fece girare Feliciano, e immediatamente si
trovò profondamente in imbarazzo. "Grazie per avermi
aiutato." Baciò piano la guancia di Feliciano, poi si
allontanò e cominciò a correre verso la mensa,
sorridendo allegramente, "Ti amo!"
L’aveva fatto.
Feliciano arrossì violentemente, le parole gli
sfuggivano. "H-hey, aspetta!!" Senza fermarsi, cominciò a
correre verso l’altra nazione.
N.d.T.: E anche questa è fatta! Finalmente. Se quel
maialozzo si fosse sbrigato prima a betare,
sarebbe qui già da un po', ma spero che lo perdonerete, in
fondo ha altro a cui pensare. Voglio ringraziare l'autrice, che
è stata veramente gentile e mi ha subito permesso di
postarla e tradurla, e coloro che hanno recensito l'altra mia
traduzione. Spero che continuerete a commentare. Per ora sono un po'
ferma con le traduzioni, perchè quella che avevo in progetto
di tradurre col maiale è davvero lunga e malvagia,
quindi non so se comincerò a rivederla. Se me ne volete
consigliare qualcuna, ne sarei felicissima.
Comunque, questa fic è dolcissima, e non posso dire
di no a una Gertalia così tenera.
Dedico la traduzione all'ECT (soprattutto a Sara che ama
così tanto Hetalia xD) e a Desy, la mia moglie-da-foto-yuri.
Che la Forza sia con voi, miei giovani padawan.
smoke-o
Aggiornato: Ho corretto gli errori che mi sono stati
segnalati da AliceOfAbyss, se ne trovate altri avvisatemi pure ^^
Ho sistemato anche alcune cose segnalatemi da Sesel Bonnefoy, anche se ho potuto rimediare solo alla parte grammatica. Lo stile non è il mio, mi sono limitata a tradurre (come tra l'altro è segnalato), e comunque non mi pare affatto così biasimevole.
Per l'IC, questione di gusti. Spesso mi sono trovata in discussioni poco simpatiche proprio a questo riguardo, anche se non posso che spezzare una lancia in favore dell'autrice: Ludwig, per quanto serio e severo, si comporta in modo diverso quando c'è Italia, e spesso si preoccupa per lui più di quanto in realtà prescriverebbe la sua posizione di alleato.
Approfitto per ringraziare chi mi ha recensito, ossia ancora AliceOfAbyss, moniko chan, lunatica91, Sesel Bonnefoy e Fue. C'era anche la recensione di _KiMy_, ma è scomparsa per motivi a me sconosciuti.
Ancora grazie mille a tutti :*
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