Introduzione.
Scrivere
qualcosa che abbia a che fare col prompt “morte” non è
stato affatto facile. Ho pensato al personaggio di Lau perchè
infondo è uno di quelli che mi hanno colpito di più in
questo anime e quindi prima o poi avrei comunque scritto qualcosa su
di lui. Ho messo l'avvertimento Spoiler!
per chi non è ancora
giunto alla fine dell'anime o del manga. Non so, mi pare di scorgere
un vago nonsense tra queste righe, spero comunque che vi possa
piacere. Per la cronaca per me Fred Aberline è un personaggio
problematico. All'inizio mi stava antipatico ma la sua morte per mano
di Lau non mi ha impietosita. Perchè anche lui, benchè
Ciel non voleva che accadesse, si è comportato come una
pedina. Insomma per questo troverete insofferenza quando nella mia
fict parlo della sua morte. Gomen Nasai fan di Aberline *si prostra*
Titolo: Break
a Life, Lost the Life
Personaggi:
Lau
Tare, Lan Mao, Ciel Phantomhive, Fred Aberline Genere:
Drammatico
Rating:
Giallo
Warning:
What
if...?, Missing Moments, Character Death Note:
Scritta
per il “The One Hundred Prompt Project” col prompt 65.
Morte
Spezzare
una Vita, Perdere la Vita.
Spezzare
una vita. Perdere la propria.
Lau
Tare non si era mai fatto simili problemi, lui mandava i sicari a
svolgere il lavoro sporco per conto suo e appariva al resto della
comunità un semplice e misterioso orientale. La gente avrebbe
potuto sospettare di lui, ma nessuno avrebbe mai potuto trovare una
macchia di sangue sul suo vestito di seta, perchè non era
solito sporcarsi le mani. Si chiudeva al buio a fumare il suo
prezioso oppio quando il mondo non si preoccupava di lui e nessuno
richiedeva i suoi servigi. Fumava e perso nei sogni illusori della
droga meditava.
Vivere
una vita come una semplice pedina in una scacchiera nelle mani di un
dodicenne. Umiliante per uno come lui, il capo della mafia cinese di
Pechino, sottostare ai voleri di un infante. Eppure lo aveva sempre
fatto, mantenendo il suo impeccabile sorrisino ambiguo sul volto.
Senza mai far capire a nessuno cosa provasse realmente, specialmente
a Ciel.
Ogni
tanto, si confidava con la sua sorellina su come dovrebbe essere
bella una vita in libertà, una vita da giocatore, non da
pedina.
Lau
Tare aveva provato quella sensazione per un effimero attimo.
Quando
la brezza del mare gli aveva solleticato il viso e scompigliato i
capelli, quando i gabbiani del porto di Londra avevano cominciato a
volare attorno alla sua nave e lui si era sentito per un attimo come
uno di loro, pronto a volare via. Aveva già percepito gli
odori e i suoni della sua terra, avrebbe finalmente toccato dopo anni
di lontananza il suolo natio, sarebbe finalmente tornato a casa, in
Cina. Non si sarebbe più dovuto chiudere in un sotterraneo per
gestire i suoi affari, non sarebbe stato più una pedina nelle
mani di un giocatore ma bensì sarebbe stato lui il padrone del
gioco.
Ma
non avrebbe coronato quei sogni. Non avrebbe più rivisto la
Cina, né avrebbe assicurato un futuro migliore per Ran Mao.
Spezzare
una vita.
Lau
Tare non si era mai fatto simili problemi. Ma quando sentì la
propria spada conficcata nel petto di Aberline, quel poliziotto
ficcanaso che, a quanto pare, non aveva per nulla cara la propria
vita si sentì diverso.
Quando
il corpo del membro di Scotland Yard cadde sul legno della nave
circondato dal proprio sangue come un angelo circondato da un aura di
luce si sentì per la prima volta padrone di qualcosa. Aveva
deciso della vita e della morte di qualcuno. Proprio come uno
scacchista decide di far mangiare il proprio pedone.
E
quello che provò non gli piacque.
Aver
ucciso una persona che non conosceva non gli importava; dopotutto
Fred Aberline gli aveva solo causato problemi per quanto riguardava
la sua fumeria, ed era stato lui a mettersi tra la spada e
Phantomhive. Era il rammarico di non aver potuto porre fine alla vita
di Ciel, che era riuscito a legarlo a lui con pesanti catene che Lau
non riusciva più a spezzare, che gli fece capire che ormai
mancava poco alla sua morte.
Si
era comportato da brava pedina fino in fondo.
Anche
quando Sebastian lo colpì si sentì di aver obbedito
fedelmente all'ultimo ordine di Ciel: quello di morire.
Perdere
la vita.
Lau
Tare si pose davanti a sé quel problema per la prima volta in
vita sua. Aveva capito troppo tardi che il volo di una farfalla dura
sempre pochi istanti, e che anche la sua vita sarebbe finita
precocemente in un battito d'ali.
Meritarsi
o meno quella sorte, era quello che non capiva mente sentiva che le
forze abbandonavano il proprio corpo.
Ma
oramai che importava...
Era
quello il destino delle pedine dei Phantomhive in fondo.
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