DA LEGGERE PRIMA DI QUANTO SEGUE:
Buonasera ^^ la fanfiction (se così la possiamo definire)
che segue, non vuole essere altro che un mio personalissimo quanto
forse inutile sfogo (neanche poi così tanto, dato che per
servirmi, mi è servita XD). E' da quando mi sono svegliata
questa mattina che sono un po' giù e con le palle che girano
alla velocità della luce. Non state tanto ad angosciarvi
nè a chiedervi perchè... centra il fatto che
domani ci sono i quadri a scuola e sono un po' preoccupata per le mie
sorti. Ovviamente non è l'unico motivo, ma non me ne tiene
di riportare qui quello che sarebbe un inutile sproloquio, per cui
affido alla scrittura la mia rabbia, poichè questo dono
è tanto incline a farmela passare ^^. Non ha pretesa alcuna,
non è niente di che ed è scritta du getto,
potrebbe essere brutta e sconclusionata, ma a me non importa. E' stato
il mio sfogo, e tanto mi basta. Ho affidato la mia rabbia a Ruki, a
colui su cui si riversano meglio i miei sentimenti. Non vorrei mai che
provasse la rabbia che ho espresso a seguire, tantomeno vorrei mai
vederlo triste. Vorrei che il suo viso fosse sempre costellato da
splendenti sorrisi... ma se proprio dovevo scegliere di traslare i miei
pensieri su qualcuno, allora ho deciso che doveva essere lui. L'altra
persona a cui faccio riferimento non è specificata, per cui
scegliete voi la persona che più vi fa piacere, ok? ^^ Buona
lettura... e non vi preoccupate che domani starò
già meglio. E se non domani, dopo domani sicuro ^^ Alexiel
non resta mai triste a lungo. Alla prossima!
• Blind ANGER
• x • RABBIA cieca •
Una parola di troppo... a volte basta davvero poco per sprigionare una
tempesta nell'anima di una persona.
Sentimenti negativi
che si accumulano, sensazioni spiacevoli che si raccolgono alla bocca
dello stomaco, si raggruppano come una processione che in
realtà non ha meta.
Vorresti vomitare,
sputare fuori tutto e far cessare il dolore in un conato di pallido e
schifoso bille.
Ma di fatto non
è possibile, anche se mi schizzassero fuori dallo stomaco le
budella, probabilmente non basterebbe a far smettere queste voragini che si aprono
e si chiudono come un buco nero pronto a risucchiare tutta la
positività di una persona, lasciando fuori solo il marcio. Solo quella
fottuta rabbia che ti arpiona e ti stringe dal profondo, quell'ammasso
di merda che non ti lascerà mai, se non dopo sfoghi, lacrime e
urla gridate al vento.
Nel silenzio di una
notte col cielo scosso da lampi e tuoni incessanti, soltanto il rumore
della pioggia che colpisce la terra come una cascata di sassi e che sferza
il mio viso freddo come mille schiaffi, riesco ad udire...
Le macchine che mi
passano accanto oltre il marciapiede non destano in me alcuna
intenzione, le luci della città che tanto amo mi risultano persino insulse.
Il cielo nero come il
carbone privo di ogni piccolissima stella, sembra indicarmi, accusarmi
e giudicarmi.
Ma non lo
ascolterò, non lascerò che lanci su di me la sua
condanna.
Non è colpa
mia, se a volte il mondo fraintende... se la vita non aspetta altro che
di vederti piegato a novanta per poterti fottere a suo piacimento.
Non è colpa
mia, se in questo momento ho tanta ira in corpo che qualsiasi sfogo mi
risulterebbe vano.
Mi volto rabbiosamente
verso il primo muro che mi trovo davanti, lo colpisco ripetutamente con
il pugno destro fino a farmi male, a lacerarmi la pelle contro la
gelida pietra... fino al momento in cui le mie lacrime si confondono
con la pioggia che mi scivola sul viso, e le mie grida con il forte
ululato del vento.
Quando mi fermo, tutto
mi sembra ancora più insensato.
Mi sento meglio? No...
ho solo dato un orribile spettacolo di me e non ho fatto altro che
aggiungere il dolore fisico a quello mentale, interiore. Mi chiedo
perchè a volte noi esseri umani sappiamo essere
così stupidi.
Sospiro pesantemente,
trascinandomi via da quel posto e infilando le mani nelle tasche
bagnate del cappotto.
Improvvisamente, come
un'illuminazione divina, come uno di quei fulmini che squarciano il
cielo, mi vedo davanti il tuo viso...
Corro... corro come un
dannato, scansando le poche persone e le auto per attraversare gli
incroci.
Mi fermo solo quando
finalmente giungo davanti al tuo palazzo... che sciocco che sono,
probabilmente a quest'ora starai già dormendo... ma alzando la
testa, mi accorgo che la luce della tua camera è accesa.
Busso e quando vieni
ad aprirmi, finalmente riesco a sorridere.
Avrei dovuto venire
qui fin dall'inizio...
"Cosa ci fai qui,
tutto bagnato? Mio dio Taka, cos'hai fatto alla mano?"
"Nulla..." ti guardo
mentre mi tiri dentro per un braccio e mi togli il cappotto fradicio.
"Sono solo molto stupido..."
Non mi rispondi. Il
tuo sguardo pieno d'amore mi dice tutto.
Mi capiresti anche
solo con un mio respiro.
"Vieni qui, amore
mio... vieni con me" mi porti in camera tua, fregandotene se spargo
acqua su tutto il pavimento e mi fai sedere sul letto. Mi baci la mano ferita
e mi sussurri dolcemente che la curerai.
Ma ora qui con te mi
sento già meglio.
Ti accarezzo i
capelli, il viso... ti abbraccio e ricomincio a piangere come un
bambino.
Tu non chiedi...
ascolti, mi coccoli e mi culli fino a svuotare il mio stomaco dalla
rabbia cieca che conteneva e riempi il mio cuore di sola gioia.
Ti guardo negli occhi
e mi ci perdo...
"Ti amo, lo sai amore?"
"Anche io ti amo" mi
sorridi, mi baci e tutto mi sembra improvvisamente più
chiaro e leggero.
Basta poco a
sprigionare una tempesta nell'anima di una persona... ma ancor meno per
asciugarla e farvi ritornare a splendere il sole.
Grazie
mille, amore mio bellissimo...
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