The
meeting.
“Dean
Winchester.. Mio figlio è nato oggi, o sta per nascere, non
lo so.”
Continuo
a cercare di farmi capire da questa infermiera, ma lei non sembra
capire quello che le sto dicendo. Inizio a credere che non parli la
mia lingua.
Lei
mi guarda e continua a fare quello che stava facendo prima che
arrivassi.
“Ma
mi sta ascoltando?” chiedo.
“Si,
signore.. Sto cercando sul computer le nascite avvenute o previste
per oggi.”
Oh..
Quindi
mi stava ascoltando.
Dovrei
scusarmi forse.
Magari
dopo.. ora voglio solo vedere Robin e nostro figlio.
Me
lo immagino già.
Sveglio,
bellissimo e profumato.
Sarà
perfetto.
Sospiro
e attendo.
L'attesa
non mi piace, mi fa venire l'orticaria.
Infatti
se non si sbriga a dirmi qualcosa, credo che inizierò a
grattarmi e
mi usciranno delle bolle.
“Allora?”
le chiedo dopo qualche minuto.
“La
pazienza non è il suo forte vero sig. Winchester?”
mi apostrofa
leggermente arrabbiata.
Sorrido
appena e sospiro.
“Oh,
ecco qui!” esclama di improvviso.
Eccolo..
l'ha trovato.
“E'
nato un solo bambino oggi.” mi dice “Si chiama
Julian Miller.
Pesa 4.500 kg ed ha 50 cm di lunghezza.. Un vero bambinone.”
mi
dice sorridendo.
Julian
Miller.
Gli ha messo il suo cognome.
Ovvio
che lo facesse!
Credeva
che non volessi avere più niente a che fare con lei.. con
loro.
Invece
io voglio far parte della loro vita.
Voglio
che siamo una famiglia.
Come
quelle belle e felici famiglie degli spot pubblicitari.
Ok..
non proprio di quella perfezione che rasenta l'impossibile.. Ma
voglio che siamo sereni.
E
prometto che mi impegnerò perchè questo accada.
“Si
chiama Julian Winchester.. Lo corregga per favore.. E mi dica in che
camera è la madre, perchè non vedo l'ora di
vederla.” dico tutto
d'un fiato.
L'infermiera
mi guarda e annuisce sorridendo.
“Lo
cambierò. La camera è la 24.”
“La
24!” ripeto mentre mi guardo intorno per individuare le scale.
Ringrazio
l'infermiera e corro diretto di sopra.
“Sig.
Winchester..” mi chiama.
Mi
fermo e la guardo.
Mi
aspetto che mi rimproveri dicendomi che non si corre negli ospedali.
Invece mi dice qualcosa di meraviglioso che mi riempie il cuore.
“Stanno
per portare il piccolo nella camera, per farlo vedere alla mamma.
Vuole portarlo lei?” mi chiede.
Sento
il cuore accelerare un po'.
Rido
e annuisco.. “Si, per favore.”
“Mi
segua.”
Seguo
la donna fino alla nursery e mi viene detto di aspettare fuori.
E
così faccio.
Me
ne sto fuori dalla porta, immaginando il momento in cui
stringerò il
mio bambino tra le braccia.
Ad
immaginare la mia faccia pietrificata..
Oddio!
E
se non sapessi come tenerlo? Se gli facessi male?
Deglutisco
a vuoto e sospiro a lungo e poi la vedo.
L'infermiera
esce con un delizioso fagottino in braccio.
E'
avvolto in una copertina azzurra e bianca e muove le sue piccole dita
come per afferrare qualcosa.
E'
bellissimo.
E'
rosato e sembra soffice.
“Ecco
il suo bambino.” mi dice tendendo le braccia verso di me.
“Io
non...”
“Avanti..
non abbia paura di fargli male..”
Annuisco
e dopo un attimo di esitazione lo prendo tra le braccia..
La
sua boccuccia si apre in un sorriso ed io gli accarezzo la manina con
un dito.
“Hey..”
gli sussurro.
Sono
emozionato.
Lo
ammetto! Sono emozionato come non lo sono mai stato prima.
Sorrido
e guardo l'infermiera.
“Mi
scusi.. Posso sapere come mai si fida di me? Voglio dire, non mi
conosce.. Potrei mentire e rapire il bambino..” le dico.
Ma
che sto dicendo?
Io
devo essermi rincitrullito.
“Robin..
La sig.ra Miller.. ha detto che sarebbe arrivato..” mi dice.
Ora
si che capisco.
Rido
appena e bacio la fronte del mio bambino.
Poi
vado dritto nella camera di Robin.
Quando
arrivo, con lei dentro la camera c'è un'infermiera che sta
cambiando
le lenzuola al letto.
Lei
sorride e le da una mano.
E'
così bella..
Ha i capelli sciolti e spettinati, e il suo sorriso
illumina ogni cosa intorno.
Esito
un attimo fuori dalla porta e poi avanzo piano dentro la stanza.
Robin
mi da le spalle.. Ma l'infermiera mi nota subito.
“Sig.
chi è lei?” mi chiede.
E'
a quel punto che Robin si volta verso di me.
Mi
fissa perplessa per un secondo e poi fa un grosso respiro ridendo
gioiosa.
“E'
il padre del mio bambino..” sussurra.
L'infermiera
sorride e ci guarda per un secondo.
“Ti
ho portato il nostro bambino.” le dico.
“E'
bellissimo non trovi?”
Annuisco
e lo guardo “E' perfetto.”
“Come
avevi detto che sarebbe stato se fosse durato.”
Alzo
gli occhi su di lei e sento qualche lacrima bagnarmi il viso.
Sono
lacrime di gioia.
“Si.
Esattamente.”
Anche
lei piange un po'.
Sospira
e si volta a guardare l'infermiera..
“Puoi
prendere il bambino per un attimo? Devo fare una cosa e non voglio
fargli male.”
La
ragazza annuisce e si avvicina a me per prendere il piccolo.
Glielo
do delicatamente e poi rimango fermo a fissare Robin che mi fissa a
sua volta.
“Sapevi
che sarei venuto..” sussurro.
Lei
avanza piano verso di me e mi accarezza il viso dolcemente.
Poi
si solleva piano sulle punte e poggia la bocca sulla mia.
Le
prendo il viso tra le mani e approfondisco il nostro bacio.
“Non
lo sapevo.. Ma ci speravo.” mi sussurra a fior di labbra.
La
bacio di nuovo e poi la stringo forte..
Quando
sciogliamo l'abbraccio, lei prende il nostro bambino e prende me per
mano.
Si
siede sul letto e mi fa spazio per poi accoccolarsi sul mio petto.
Le
bacio i capelli e la stringo dolcemente a me mentre gioco con la
manina del mio piccolo.
“Perfetto...”
sussurro.
E
lo è.. E' davvero perfetto.
-Fine-
Eccoci alla fine di
questa storia nata per caso. Davvero per caso. Sono felice che vi sia
piaciuta e che vi abbia appassionato.
Grazie mille a tutti per le recensioni e per l'affetto che sempre mi
mostrate. Spero di non avervi deluso in alcun modo.
A presto (speriamo xD) con una nuova avventura..
Baci, Roby <3
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