Messaggio
dell’autrice: Altra ff scritta di getto e
postata altrettanto velocemente perché tanto so
già che purtroppo il computer diventerà
off-limits per un po' XDXD
Dannato il giorno in cui ho deciso di fare il medico,
pensò mesto McCoy allontanandosi a grandi passi dal ponte di
comando. Come al solito, quella mattina era stato svegliato ad un
orario indecente dalla squillante voce della povera Uhura.
L’addetta alle comunicazioni richiedeva, sgomenta, la sua
immediata presenza sul ponte perché il capitano sembrava
essersi accidentalmente
tagliato con un pennino. Un semplice pennino,
sì, che però gli aveva lasciato sulla mano uno
sbrago di cinque centimetri buoni.
Fortuna che la scienza
medica ha fatto passi da gigante dai tempi in cui si usavano ancora ago
e filo per trattare le ferite, pensò
rabbrividendo al solo pensiero. Altrimenti
quell’incosciente di Jim sarebbe già morto come
minimo una decina di volte… Riesce a trasformare qualsiasi
cosa che gli passi per le mani in un micidiale pericolo per la sua
stessa incolumità.
Borbottando tra sé e sé qualcosa su quanto fosse
difficile avere quel particolare capitano come paziente,
svoltò l’angolo diretto al turboascensore. Fu
allora che vide qualcosa che gli fece letteralmente fermare il cuore in
petto.
Spock.
A terra.
In una pozza di sangue.
“Spock!” gridò sconcertato correndo
verso il Primo Ufficiale.
Una giovane guardiamarina era inginocchiata accanto al vulcaniano e lo
guardava stupita, la divisa rossa macchiata di scuro in più
punti.
“Non se ne stia lì imbambolata, lei!”
sbraitò il medico gesticolando verso la donna. “Si
muova, avanti, chiami subito l’infermeria - codice rosso,
urgenza immediata!”
“Dottore, non credo che sia necessario che lei-”
incominciò Spock.
“Non incominciare, Spock!” inveì McCoy
mentre palpava il vulcaniano e se lo rigirava qua e là in
cerca del motivo di tanto sanguinamento. “Non venirmi a dire
che va tutto bene, lo vedo anche io il pavimento ricoperto di quel tuo
schifoso sangue verde! Ma si può saper che
cos’avete tu e Kirk?! Quando non sto rattoppando lui mi
ritrovo te letteralmente dissanguato nel corridoio, Cristo,
è davvero troppo! E poi cos’è questo
odore nuseante… MA INSOMMA DOV’è LA
FERITA, PER DIO?!”
Spock guardò accigliato McCoy riprendere fiato dopo il suo
lungo sproloquio. “Ha finito?”
“Ho finito cosa?! Vuoi ficcarti in quella stramaledetta
zuccaccia vuota che se non-”
“Se mi lasciasse il tempo di spiegare ed esaminasse con
attenzione il liquido in questione invece di sbraitare come suo solito,
dottore, capirebbe che non si tratta affatto del mio sangue.”
McCoy lo fissò per un secondo, interdetto.
Sollevò lentamente una mano colorata di verde ed
esaminò la sostanza più da vicino. Per la barba di Merlino,
è vero… è troppo appiccicosa per
essere sangue vulcaniano.
“E allora che cos’è questa
roba?”
“Bagnoschiuma, dottore” rispose prontamente la
ragazza.
“Bagnoschiuma?”
“Esatto. Stavo aiutando il guardiamarina Robin a portare
questi contenitori di sapone in deposito” spiegò
Spock indicando un paio di grosse taniche vuote rovesciate accanto a
loro. “Accidentalmente però la signorina non si
è accorta del cartello che segnalava il pavimento bagnato ed
è scivolata. Ho tentato di sorreggerla ma
l’equilibrio è improvvisamente venuto a mancare
anche a me, così ci siamo ritrovati entrambi a terra con il
contenuto delle taniche completamente rovesciato addosso.”
Ecco
cos’è questo disgustoso odore dolciastro.
Chiudendo gli occhi, McCoy appoggiò la testa alla parete e
sospirò di sollievo. “Dio, Spock, non puoi farmi
prendere certi spaventi…”
“Veramente mi risulta che abbia fatto tutto da
solo.”
“Sì, suppongo di sì” ammise
il medico ripulendosi nervosamente le mani con un fazzoletto. Poi,
quando il tenente Robin si alzò per andare a richiedere
all’interfono qualcuno che venisse a ripulire quel macello,
McCoy scosse la testa e si portò una mano alla tempia.
“Scusami, sono un po’ esaurito
ultimamente…”
“Ad ogni modo, apprezzo la sua sollecitudine nei miei
confronti, dottore.”
McCoy sollevò stupito lo sguardo e si ritrovò a
fissare l’espressione più vicina ad un sorriso che
avesse mai scorto sul volto del Primo Ufficiale.
“Non c’è problema” disse
mentre un sorriso di risposta illuminava anche il suo volto stanco.
Improvvisamente la voce chiara e limpida di Uhura risuonò
per l’ennesima volta all’interfono. “Il
dottor McCoy è richiesto urgentemente sul ponte. Il
capitano…” la sua voce si incrinò, come
se stesse cercando di reprimere una risata “… ha
appena avuto un altro
incidente e necessita di immediata assistenza
medica.”
“Ecco, ci risiamo. Secondo te cos’ha combinato
questa volta?” chiese ironicamente al vulcaniano alzandosi
con un gemito di frustrazione.
“Non lo so davvero.”
“Oh bene, neanche io. Non oso proprio immaginarlo.”
Dopo aver fatto un cenno di saluto a Spock, si avviò a passo
veloce verso il ponte. Eh
sì, è davvero un mestiere difficile fare il
dottore, pensò. Bello, certo, ma pur sempre
dannatamente difficile.
Spero che la
storia non sia troppo stupida… rileggendola mi viene davvero
qualche sospetto (purtroppo fondato) al riguardo XD Ringrazio in particolare Kiyara, Sidereal Space Seed, Rei Hino, Persefone Fuxia, Eerya&Rowen e MkBDiapason per aver commentato! *3*
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