Salve!!Questa fic secondo me
è molto stupida e ditemelo
pure, basta che mi fate sapere se vi piace o no….ditemi
quello che vi pare!!Grazie
in anticipo a chi la leggerà!!L’ho messa tra gli
originali comico perché mi
sembrava il più adatto!!Senza che vi annoio ancora di
più vi lascio alla
storia!
Ieri sera sono andata al Palazzo Ducale del mio paese per
sentire un concerto d’opera. A cantare era una soprano della
scala di Milano. Al
pianoforte c’era un Maestro sempre della scala di Milano. Mia
mamma lavora al
palazzo, ma quella sera doveva solo presentare le due persone.
Sì, anche se
sono famose per me restano due persone normalissime. La sua collega
lavorava.
Avevamo appuntamento con
l’assessore alle 9 davanti al
palazzo. Eravamo appena uscite di casa che la sua collega ci chiama.
Alla cantante
serviva un leggio per metterci le partiture con le parole. Siamo dovute
tornare
indietro per prenderlo. Io per poco non cado per il vialetto visto che
eravamo
già in ritardo.
Al palazzo
c’erano già le amiche o non so cosa della cantante
che davano ordini a destra e a manca. Ma chi siamo noi?I loro facchini
solo perché
loro vengono dalla Scala di Milano?No, io non ci sto a queste
condizioni.
Io monto il leggio e una
delle amiche mi dice:
“No, guarda che
non serve più.”
Cosa?Non ho sentito bene.
Io mi sono quasi scollata sul
vialetto di casa mia e poi il leggio non serve?Ma vaffanculo, la
prossima volta
nemmeno ci penso a fare i favori agli altri.
Io, la mia mamma e le sue
colleghe siamo state lì ad
aspettare venti minuti prima che i vip si decidessero ad arrivare.
Sì, ora li
chiamo vip.
Con comodo. Per me non si
sarebbero esibiti. Se c’è un
orario quello deve essere rispettato.
Arriva il Maestro(deve
essere scritto con la lettera
maiuscola sennò si arrabbia se la dovesse leggere) e
comincia a fare il
baciamano a tutte le donne che gli si presentavano a tiro. Io mi sposto
vicino
alla finestra perché non voglio essere baciata. Che schifo!
Dopo dieci minuti, con
tutta la calma possibile arriva la
cantante.
“Buonasera.”dice
con accento molto russo
“Buonasera.”la
saluto io.
Lei continua ad andare
avanti per la sua strada tutta
impettita e con il sedere in fuori. Scusa se ti ho salutato. Al diavolo
l’educazione!La
prossima volta la mando direttamente a quel paese.
Intanto in giro
c’era tutta gente intenta a preparare il
concerto.
La cantante dava ordini.
Mia mamma eseguiva.
Fossi stata in lei non so
cosa avrei fatto.
“Mi metta delle
luci più forti, che così non ci
vedo!”le
diceva, oppure:
“Tolga questa
cosa della Calabria dal mio curriculum. Non ci
sono mai stata!!”
Ma io mica sto ai suoi
piedi e nemmeno mia madre. Peggio per
lei se non è mai stata in Calabria, è tanto
bella…
Sul bancone in cui
c’era la collega della mia mamma c’era un
foglio con le indicazioni della serata. Lo leggo: dovevano presentare i
due vip,
mettere le luci in una determinata maniera, mettere il pianoforte in un
determinato posto, dare i fiori alla cantante alla fine di un
determinato pezzo
e bla, bla, bla.
Tutto questo mi sembrava
molto ridicolo e inutile. Siamo a
Castiglione del lago, non a Milano. E poi se quello che facevamo per
loro non
gli stava bene che ci tornassero!Noi non siamo i loro maggiordomi e non
stiamo
ai loro comodi!Non ce lo fa fare nessuno.
La gente continuava ad
entrare e dopo poco non c’era più
posto. I vecchini venivano dalla collega della mia mamma e le
chiedevano delle
sedie e pretendevano pure di andarle a prendere in comune. Io se me le
avessero
chiesto avrei risposto così:
“Davvero non
trova posto?Io invece ne vedo un sacco. Conosce
una cosa che si chiama pavimento?Qua ce n’è un
sacco, si può sedere lì. E se
voleva un posto su una sedia poteva venire leggermente prima come hanno
fatto
tutte le altre persone. E ora mi lasci lavorare, non ho tempo per
queste
sciocchezze!”
Così si
risponde per avere un po’ di rispetto dalle persone
di alto rango!Ma chi si siedono di essere?
Noi di Castiglione del
lago saremo anche grezzi, ma loro non
si possono permettere di trattarci come i loro schiavetti!
Verso le dieci meno dieci
comincia il concerto. Doveva cominciare
circa venti minuti prima. Solo un piccolo ritardo, niente di che.
La cantante doveva fare
tutte arie italiane e famose. Di tutte
quelle che ha fatto io ne conoscevo solo una. E per fortuna che
dovevano essere
famose.
Ad un certo punto ci siamo
accorte di una cosa: mancava il
bouquet che la mia mamma doveva dare alla cantante. Abbiamo fatto mille
telefonate e alla fine abbiamo trovato una fioraia che ci ha fatto
davvero un
grandissimo favore.
Io intanto mi ero messa a
scrivere in terra sul bancone dove
c’era la collega della mia mamma. La cantante comincia a
urlare. O mio
Dio!Avrebbe spaccato i vetri se non ci fossero state le persiane.
Noi eravamo lì
che la imitavamo perché stava sul cazzo a me
e alle colleghe della mia mamma.
Poi speravamo che si
staccasse la gamba del pianoforte. Infatti
il giorno avevano dovuto spostare il pianoforte da una stanza
all’altra e una
gamba si era rotta e poi l’avevano riattaccata non si sa con
cosa e non voglio
nemmeno saperlo.
Il maestro presentava ogni
pezzo e poi la cantante
cominciava a cantare. Io penso che comunque anche se era brava non
aveva tutta
quella voce che hanno le cantanti famose.
Dopo circa
un’ora il concerto era finito. Finalmente, non ne
potevo più.
Io e la mamma torniamo a
casa.
“Come ti
è sembrata la scimmia urlatrice?”le chiedo.
“Lei
è la classica russa: una stronza che non finisce
più!”risponde
ridendo.
“Invece il
bruttone che l’accompagnava al pianoforte?”
“Lui invece
è viscido.”
“Ma ti ha fatto
il baciamano?”
“No, mi ha
baciato sulla guancia. Era tutto sudato. Che schifo!!”
“Ahahahahah…a
me lei è sembrata una grandissima sborona.”
“Brava, hai
proprio ragione!La scimmia urlatrice si sente
tanto brava e invece non è nessuno!”esclama.
“Lo so. Ora
andiamo, che ho sonno!”esclamo e arriviamo a
casa.
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