Parte III-Cap.V-Nei guai per un botolo
Affondare dentro l'oceano,calare giù,sempre più
giù dentro l'acqua,finché anche l'ultimo sprazzo di luce
dall'alto si sarebbe ridotto solo ad una lama sottile,incapace di forare il muro
di tenebre liquide che aveva dietro alle spalle...
Un sogno,e lo sapeva.
Ma quante volte l'aveva avuto nella sua vita?
Non lo sapeva.
Non l'avrebbe più avuto,ma di quello non gli importava
granché.Non gli importava più un fico di nulla,se era per
quello,grazie al falso benessere della droga che lo stava uccidendo.Solo,non riusciva a cancellarsi dalla mente quella sensazione di
fastidio che provava al viso...
Un momento!
Jill gli aveva iniettato un potente stupefacente,o qualcosa del genere.Ora stava morendo per quello,d'accordo.E allora...
Come poteva sentire fastidio?!
Aprì gli occhi.La luce del sole lo ferì come una
coltellata.L'aveva messo in conto,comunque.E poi gli arrivava solo a
sprazzi,oscurata da qualcosa di felpato,roseo ed umido che gli si
passava su tutta la faccia a tratti regolari...
Una lingua!
Ma che...
Fu quando tentò d'issarsi da terra che gli arrivò alle orecchie quell'uggiolare infastidito.
Un cane!
Ma allora quello...quella era...
La lingua d'un cane!
Stavolta si rizzò in piedi completamente,e quella povera
bestia,perso l'equilibrio,ruzzolò fino ai suoi piedi.Non ne sentì nessuna
pietà : nessuna bestia che osi spargere i suoi luridi peli
su un tuxedo importato da direttamente da Milano ne meritava!
La pagò cara: ancora debole per il veleno nelle sue vene,perso
l'equilibrio.Il poggiatesta del divanetto lo salvò da una nuova,
rovinosa caduta,stavolta ancora addosso a quella bestiola,un
bruttissimo bastardino dal pelo fra il fulvo e il nero,che s'ostinava a
stare accucciato ai suoi piedi.
Sapeva perché lo faceva,e non era per amicizia disinteressata.
Sangue.
Lo aveva perso a litri dalla giugulare,non riuscendo a coagulare per
via del veleno,e adesso lo vedeva macchiare ogni singola parte della
sua suite : i tappetti,i mobili...i suoi abiti...Le sue stesse mani.
Strinse i pugni.Che importava del suo sangue?
Ora quello di Spiderman,quello sì importante,stava veleggiando verso lidi lontani!
SPECTRE,ci metteva la mano sul fuoco!
Tutta la bile che gli si riversò in vena al solo pensiero del
traguardo sfumato a pochi metri bastò a depurarlo da ogni
singola traccia di veleno.Sputò da una parte ed andò a
passo diretto,per qunto glielo consentivano le sue gambe di ricotta, verso il telefono da parete.Un doppio whiskey con
ghiaccio era quanto ci voleva in quel frangente.Non era una un
medico,ma,in ogni caso,esisteva medicina migliore?
" Stupido cane!"
Un nuovo personaggio,probabilmente il padrone del botolo,veniva ora ad
occupare la scena,oltre che il quadrato della porta : era un vecchiaccio decrepito,tanto da essere
completamente sdentato.Vestito da campagna,e pure coronato da una coppola in
testa,era una figura talmente ridicola da sembrare uscita da un cartone
animato.Sentì un brivido attraversargli la schiena.
Un civile...In quel posto...In quel momento.
E ora?
"Leone!"
A quel nome,il cane si girò,combattuto fra l'istinto
dell'obbedienza e quello della fame.Alla fine prevalse il primo,ed il
botolo chiamato Leone planò fra le caviglie del proprio
padrone,lasciando stare la pozza di sangue da cui stava avidamente
lappando.
Judas Priest!Ma quanto ne aveva perso?E come faceva il vecchio a non accorgersi di niente?
Solo allora vide brillare da sotto la coppola,nella scarsa luce della stanza, due autentici fondi di
bottiglia.Egad!Vedere il sangue?Quello di grazia se riusciva a vedere
la punta del proprio naso...!
Tanto di guadagnato!Ora il vecchio,riavuto il cane,si sarebbe
certamente scusato per quell'intrusione e se ne sarebbe andato fuori
dalla sua stanza e fuori dalla sua vita,lasciandolo in compagnia del
suo doppio whiskey...
Che forse era meglio prendere dopo aver rassettato un
po',pensò,girandosi attorno.Un pò dura spiegarlo
colla sola epistassi,quel macello...
"Salve,Sir.Scusate il mio cane,ma..."
Bingo!Tutto preventivato!
"Justin!"
Sì,certo,come no...
Preceduto da un richiamo cinguettato,alle spalle del vecchio giunse
quella che doveva essere la sua gentile signora,inquartata dagli anni e
dal lardo al punto giusto.Lei non s'azzardava a portare luride coppole
anche in città : in compenso,però,da sotto una conocchia
di candidi capelli spuntavano un paio d'occhiali dello stesso tipo del
marito.Anche lei,per fortuna,non sembrò accorgersi di nulla.
" Sì,come stava dicendo mio marito..."
Si bloccò.
Ed urlò.
In quel momento soltanto Bond notò quel sacco informe ai piedi
del divano,vestito della divisa rossa del personale dell'albergo.Il sangue non l'aveva notato,ma quello sì.
La vecchia continuò ad urlare,ed anche il marito ci mise del suo.
Lo avevano visto ricoperto di sangue con un cadavere al fianco...Judas Priest!
Doveva pensare ad un piano,ora,subito...!
Ma tutto quel che gli venne in mente,nella sua mente ancora grigia di droga,fu che il suo whiskey avrebbe dovuto aspettare.
Tanto.
|