Ancora e Timone

di vulneraria
(/viewuser.php?uid=75746)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




ANCORA E TIMONE


Sirius Black si trovava nella stanza del fratello Regulus.

Dopo quattordici anni dalla sua morte aveva finalmente trovato il coraggio di entrarvi.

Era esattamente l'opposto della sua: stendardi verde-argento, i colori di Serpeverde, un ordine impeccabile, ritagli di giornale alle pareti.

Sospirò: erano sempre stato l'uno il contrario dell'altro.

L'uno l'obbediente l'altro il ribelle, l'uno il pregiudizio l'altro l'orgoglio.

Erano come ancora e timone: la staticità Regulus, il dinamismo Sirius.

Facevamo comunque parte di una stessa famiglia, i legami di sangue non si possono negare.

Sei sempre stato il figlio preferito. Ti invidiavo.

Ma adesso, lo so, eri tu il migliore” sussurrò Sirius, inginocchiandosi sul pavimento impolverato.

Se ne stette un po' in silenzio, ricordò le loro litigate, le volte in cui avevano riso, o in cui avevano semplicemente parlato.

Una parte di lui se n'era andata ormai per sempre, per stupidi pregiudizi.

Per un errore.

Anche i migliori sbagliano” mormorò “ma il tuo è stato un errore troppo grande, imperdonabile.”

Un errore che a te è costato la vita, e a me ha fatto veramente capire quanto ti volevo bene.

E anche se non te l'ho mai detto, lo faccio ora:

Ti voglio bene Regulus.”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=525050