Cinque passi

di Elos
(/viewuser.php?uid=75887)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


quarto passo - vorrei... - Originale



Il ragazzo è troppo timido,
coraggio, baciala!
Non lo fa, ma che peccato!
Se insiste, lui la perderà...



Margherita ha occhi di pioggia. Tiene la cartella su una spalla sola perché sull'altra regge l'ombrello che, giallo, è un sole quando il sole non c'è. Lei non sorride mai, ma in fondo è come sorridesse sempre. Margherita non sa cosa sia la scortesia.
Margherita gli piace. Ci ha messo tre anni per capirlo, dopo averne trascorsi cinque a deriderla prima per l'apparecchio, poi per gli occhiali e infine per i capelli crespi che sembrava non sapessero mai che direzione prendere. Poi - quando ormai lei non portava più l'apparecchio e gli occhiali si erano trasformati in un paio di lenti a contatto, invisibili, che lasciavano tutta la pioggia di quegli occhi a splendere increspata di gocce sul viso chiaro - lui aveva capito che quei capelli crespi una direzione ce l'avevano: era quella del vento.
Margherita è un segnavento.
Otto anni per capirlo ma, ehi, avrebbe potuto anche non arrivarci mai!

E' previsto da copione che ora lui le bussi su una spalla: sono alla fermata dell'autobus e non c'è nessuno. Nessuno sotto alla copertura di plastica. Nessuno in vista. Nessuna vettura in arrivo. E' il momento perfetto per il crimine perfetto.
E' previsto da copione anche che lui respiri, ma ora come ora gli sembra una missione impossibile. Ha il cotone nei polmoni, manciate di sabbia in bocca: prenderla in giro era migliaia di volte più facile di quanto sia ora anche solo pensare di rivolgerle la parola per dirle che è un segnavento.
Perché le dirà proprio così:
- Tu sei un segnavento. -
Lei capirà. E' previsto da copione che capisca; e poi, insomma, lei è Margherita.

Quel che non è assolutamente previsto da copione è che lui si pietrifichi, inebetito a fissare il punto in cui i capelli sfumano nell'impermeabile arancione, e l'arancione sotto tutto quel giallo dell'ombrello diventa giallo a sua volta. I capelli chiari hanno per riflesso striature da girasole.
Adesso lo fa. Adesso allunga la mano e bussa e le dice tu sei un segnavento, e poi sei il mio segnavento.
Sta arrivando l'autobus. Deve sbrigarsi. Deve toccarla. Deve dirglielo. Deve...
L'ultimo della sequela dei deve si perde nel nulla: s'è girata, Margherita, stando in punta di piedi, e, dall'alto dei suoi centocinquantatré centimetri di gloriosa bassezza, ha premuto le labbra sulle sue. Bacia con gli occhi aperti, e i neuroni di lui sono ancora tutti intenti a correre in tondo strillando, troppo confusi per poter realizzare pienamente che sì, è Margherita, e sì, lo sta baciando.
Lei. Bacia lui. Lei. Lei, lei, lei. Lei.
Lei bacia lui. Si stanno baciando.
Otto secondi - otto secoli - più tardi, Margherita si stacca e indietreggia. Si passa due dita sulle labbra e poi fa qualcosa che gli spara il cervello dritto in orbita: Margherita sorride. Non l'aveva mai vista sorridere prima. Mai.
- Era da un po' che lo volevo. - Dice lei.
Era da un millennio che lo aspettavo, pensa lui.

Prima o poi glielo dirà, sì, che è il suo segnavento.





Note: La mia prima originale pubblicata su EFP. xD
Questo pezzo mi piace stranamente. E' stato facile da scriversi - dire che l'ho scritto è scorretto, si è praticamente scritto da solo - e questa è sempre una buona cosa.

Un grazie a chi recensisce, a chi ha recensito, a chi legge.

Ricordo che la scadenza del concorso [Multifandom&Originali] Colonne sonore dei film d'animazione Disney è stata spostata al primo luglio. Casomai ci fosse ancora qualche ritardatario interessato.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=525932