Smile (:
Cambiare
classe non è mai piaciuto a nessuno. Nemmeno a chi vorrebbe cambiare aria e riniziare da capo.
Elisa era stata
bocciata in seconda superiore, e suo malgrado fu costretta a cambiare
classe ritrovandosi come un pesce fuor d'acqua in un'ambiente in cui
tutti erano già amici.
Detestava la sua
classe precedente dove ognuno stava per i fatti propri e tutti erano
divisi in gruppetti a sé, quasi astiosi fra loro. Non si poteva contare
l'uno sull'altro, non si
organizzavano mai giornate al parco, o pizzate di fine anno, e d'estate
non ci si vedeva mai. Dunque conseguenza, Elisa rimaneva a casa per
tutta la
durata delle vacanze estice e
tornava a scuola a settembre bianca come una mozzarella e senza niente
da raccontare.
Sì, Elisa voleva
decisamente cambiare classe per fare nuove amicizie, nonostante le
facesse paura ritrovarsi sola e riniziare da capo a ritagliarsi uno
spazio in un contesto sociale già delineato.
Ciò che Elisa non
sapeva ancora era che ritrovarsi in una classe già compatta sarebbe
stato peggio che stare in una classe dove ognuno stava per conto
proprio, in più il suo carattere chiuso e riservato non le permetteva
di fare amicizia facilmente o fare il primo passo.
I suoi nuovi compagni
di classe poi non si dimostrarono per niente amichevoli e accoglienti
nei suoi confronti.
«Ti troverai bene
qui» le disse la professoressa di italiano che aveva avuto anche lo
scorso
anno «Questa classe è tranquilla e son tutti uniti»
aggiunse.
I giorni passavano,
passavano le settimane, passarono ben tre mesi e poi arrivò dicembre.
Elisa era ancora sola
in banco e senza amici. Non aveva legato con nessuno e oltre a passare
le cinque ore di lezione da sola anche alla ricreazione se ne stava in
classe per conto suo mentre gli altri girovagavano per i corridoi o
scendevano in cortile.
Fino a che...
«Come mai da sola in
classe?»
Una voce che non aveva
mai sentito prima catturò la sua attenzione.
Un ragazzo alto,
coi capelli castani e gli occhi cangianti stava accostato alla porta a
domandare a
Elisa cosa ci facesse lì tutta sola. Era davvero carino.
Lei stava affacciata
alla finestra a scrutare i ragazzi nel cortile quando lui arrivò.
Sentì un nodo alla
gola e non sapeva cosa rispondergli e lui la guardava incuriosito.
«Ehm...io non so.»
«Gli altri sono tutti
fuori. Comunque io sono Mattia.» le sorrise amichevolmente.
Aveva un sorriso bello
come pochi, un'espressione da ragazzino anche se avrebbero avuto si e
no un anno e mezzo di differenza, e gli occhi? Così verdi, così teneri.
Bellissimo.
Elisa non disse nulla.
Era troppo timida: quando qualcuno che non conosceva le rivolgeva la
parola si sentiva imbarazzata tanto da non riuscire a parlare e finiva
per balbettare a volte. Nel peggiore dei casi rimaneva zitta e ferma
nel mentre che il sangue le arrossiva le guancie.
«Beh io vado.» disse
Mattia.
Non lo vide più. Non
lo vide più anche perché c'erano le vacanze natalizie e stranamente
Elisa non vedeva l'ora di tornare a scuola per rivedere quel ragazzo.
Il suo sorriso gli era
rimasto impresso nella mente.
7 gennaio finalmente.
Se non poteva contare
sulle sue compagne nel domandare chi fosse decise di far affidamento
alle sue doti investigative. Timidezza permettendo.
C'era troppo freddo
per scendere in giardino, tutti stavano nei corridoi appoggiati ai
termosifoni che sorseggiavano un caffè o una cioccolata calda così anche Elisa se ne stava
appoggiata lì a riscaldarsi e dopo poco la raggiunsero due
sue compagne che le chiesero come stava.
«Oh Ale guarda! C'è
Mattia! » disse una delle due ragazze all'altra.
Il cuore di Elisa
cominciò a battere forte non appena sentì quel nome. Alzò lo sguardo e
lo vide di nuovo. Era più bello di come se lo ricordava.
«Ciao ragazze!» disse
avvicinandosi. Poi volse lo sguardo a Elisa, e gli fece un enorme
sorriso mostrando i suoi denti perfetti. «Ciao.» gli rispose lei.
Quando andò via le sue
compagne le chiesero come lo conoscesse. Si limitò a dire che
una volta le aveva chiesto una cosa, non voleva far intendere altro e
poi discretamente cercò di ottenere altre informazioni dalle sue
compagne.
Seppe solo che l'anno
prima era nella classe dove stava lei adesso. Era un vero peccato che
fosse stato bocciato anche lui sennò si sarebbero ritrovati in classe
insieme.
I giorni passavano, ed
Elisa stava sempre fuori vicino al termosifone all'ora dell'intervallo,
sperando di vederlo di nuovo e parlarci un po'.
Aveva anche scoperto
che le loro classi erano l'una accanto all'altra e questo la rendeva
più contenta.
Col tempo Mattia
iniziò a
prenderla in giro e a scherzare con lei e tutti capirono che a Elisa
gli piacesse molto, tutti tranne Mattia ovviamente.
Anche perchè Elisa
lasciò intendere che era un altro a piacergli per farlo un pò ingelosire, ottenendo l'effetto
contrario.
Questo sentimento verso Mattia
cresceva ogni giorno di più così decise di dichiararsi, continuando
però a
rimandare.
E il tempo intanto passava.
Era marzo e Mattia
smise di girare per il corridoio all'ora di ricreazione, faceva più
caldo e tutti andavano in cortile a prendere un po' di sole.
Un giorno Elisa lo
incrociò per le scale e lui le chiese come andasse con Riccardo, un suo
compagno di classe che Mattia era convinto piacesse a Elisa.
«Posso...parlarti un
attimo?» gli chiese lei titubante.
Raggiunsero il piano
terra e lei con coraggio gli rivelò i propri sentimenti.
«Non mi piace
Riccardo. Mi piaci tu.»
Silenzio tombale.
«Io pensavo ti
piacesse Riccardo!» esclamò lui sbigottito.
«No, non mi piace
Riccardo.»
«Lo hai illuso.» il
sorriso scomparve dal volto di Mattia, si voltò e scese in giardino.
Questo doppio gioco di
far crede a uno che le piacesse l'altro e
viceversa si rivelò una pessima idea. Riccardo non le piaceva, ci aveva
fatto un pò amicizia per arrivare a Mattia, non aveva
idea di
interessargli, anche se si sentivano molto spesso. Lei
aveva frainteso.
Questo perchè Mattia
le piaceva e Riccardo no. Aveva frainteso l'atteggiamento
troppo amichevole e scherzoso di Mattia per un vero e proprio
interesse, o per lo meno sperava questo, mentre aveva frainteso il
comportamento di Riccardo come una semplice conoscenza
scolastica piuttosto che un interesse da parte del ragazzo.
Elisa rimase lì,
immobile a guardare Mattia che raggiungeva i suoi amici in giardino.
Aveva fatto una
cavolata, aveva rovinato tutto....tutto quel niente che per lei era
importante, che le metteva il sorriso ogni giorno.
Ogni volta che si
vedevano Mattia le sorrideva, era un ragazzo così solare e simpatico, e
metteva di buon umore anche lei.
Ora invece quando
capitava di incrociarsi nei corridoi o nelle scale non si
salutavano neanche più.
Questo cambiamento Elisa non lo capì mai. Non capiva se Mattia
la stesse ignorando perchè non ricambiava i suoi sentimenti e non
sapeva che dirle oppure per non deludere
ulteriormente Riccardo. Forse erano entrambe le cose il motivo per cui
erano diventati più che estranei.
Così divenne inutile
stare nel corridoio ad aspettarare il suo sorriso quotidiano, e tornò a
starsene sola in classe anche alla ricreazione.
Bastava un suo sorriso
per renderle un pò piacevole la giornata a scuola, e per aver esternato
i suoi sentimenti, Elisa aveva perso quel poco di felicità che per lei
era davvero tanto.
Fine.
Morale.
Innanzitutto mai usare le
persone per arrivare ai propri scopi. Si causano più danni a sè stessi
che alle persone che vengono "usate".
Ma cosa più importante
e che forse non tutti sanno è che le persone timide sono anche
piuttosto ingenue.
Se qualcuno le parla o
si dimostra gentile ecco che queste si illudono. Fraintendono.
Fraintendono una
parola gentile o un gesto scherzoso come interesse nei propri
confronti, quando magari per gli altri è semplice gentilezza o
eduzazione, ma in realtà non significa niente per loro.
Si da tutto
per scontato quello che non ci interessa mentre quello che ci importa
realmente, e che ci fa anche soffrire, lo mettiamo al primo posto. Poi
però non ci si accorge di quanto siano importanti entrambe le cose
finchè non se ne perde una.
Comunque sia meglio
tenersi stretto un amico, o chiunque ci faccia star bene, piuttosto che
rovinare tutto per una cotta o per liberarsi la coscienza dal peso dei
sentimenti, se non si è sicuri che questi siano ricambiati.
Perchè le persone
timide fraintendono, confondono i sentimenti, reinterpretano gesti e
parole perchè sperano che queste piccole cose insignificanti in
realtà siano molto, molto di più.
*Spero che Elisa abbia
imparato la lezione e che
riesca a cogliere la differenza tra interesse e gentilezza e che
soprattutto metta un pò da parte la
timidezza. La
solitudine non è una bella cosa, e aggrapparsi a persone non stabili
nella propria vita la farà soffrire ancora di più quando queste se ne
andranno inconsapevoli del vuoto che le avranno lasciato.*
Ti voglio
bene Mattia.
|