Something in My Mind
Something
in My Mind
Steve Fox si rese conto,
quel
pomeriggio, che sua madre riservava più sorprese di quanto
potesse
pensare. Di Nina Williams si poteva dire tutto: che era fredda, spietata,
sexy fino al limite, l'incarnazione dei desideri più
proibiti di
qualsiasi uomo. Ma nessuno avrebbe mai detto che era il tipo da
mettersi il sabato sera, in accappatoio, stesa sul divano a sorbirsi
ogni anime che la televisione passava. Sembrava che per lei quello
stato fosse la beatitudine assoluta, e neppure gli sguardi
sconcertati di Steve riuscirono a farle rivedere la sua posizione. Il
ragazzo non l'aveva mai vista sotto questo aspetto "umano",
ma d'altro canto, lo scopo di quella convivenza era appunto quello di
avere una sorta di rapporto più intimo tra "madre" e
"figlio".
E il luogo scelto per
quella riunione
era davvero spettacolare: una suite di un albergo poco distante dalla
Mishima Zaibatsu, con 4 stanze, un bagno raffinatissimo con vasca ad
idromassaggio, una cucina fornita di qualsiasi cosa, sogno di
qualsiasi chef amatore, letti morbidissimi con lenzuola candide e
televisore a schermo piatto in alta definizione, Per di più,
un
balcone completo di ombrellone e sdraio che dava una vista mozzafiato
sulla città. La mammina non si faceva mancare proprio nulla.
-Ehm...mamma...-
balbettò Steve, messo
un pò in soggezione da quel lusso sfrenato. -Hai intenzione
di
rimanere così per tutta la serata?
-Sì.- ecco
fatto, un'altra risposta
secca e tagliente. Perchè diavolo l'aveva invitato in
albergo con
lui, se non aveva poi così tanta intenzione di frequentarlo?
Steve
sospirò.
-Almeno...- Nina riprese a
parlare,
alzandosi a fatica dal divano, e cercando di coprire quanto
più
poteva con quell'accappatoio non proprio largo. -..dimmi cosa vuoi
per cena.
Steve arrossì
forte: d'accordo che era
sua madre, ma non l'aveva mai conosciuta fino a quel momento, avevano
pressappoco la stessa età...e lui restava pur sempre un
uomo.
Richiamò tutto il suo autocontrollo per impedire ai suoi
occhi di
vagare nelle curve pericolose e proibite della donna.
-Qualsiasi cosa...ma non
potresti
andare a cambiarti?- disse, tutto d'un fiato, cercando di trattenere
il nervosismo. Nina scosse la testa. Fissò il figlio con
sguardo
interrogativo. -Voglio vestirmi come mi pare. E' proibito, per caso?
-Mamma, dai...
Nina fece una risata di
scherno. -Sarai
anche mio figlio, ma resti sempre un uomo...- disse, quasi con
disprezzo, per poi dileguarsi alla vista di Steve e chiudersi in
camera, per accontentare le sue richieste e cambiarsi. Non era
certo sua intenzione far venire i bollori al figlio! Soltanto, aveva
sempre dato quasi per scontato che tra madre e figlio non potesse
esistere tale sorta di imbarazzo. Almeno, credeva. Lei non era mai
stata un'esperta di rapporti familiari. Era Anna la cocca della
mammina....
Decise di non pensare
troppo al suo
passato, anche perchè ne aveva ricordi piuttosto frammentari.
Infilò un paio
di pantaloncini di
jeans che le arrivavano al ginocchio ed una canotta nera, poi
ritornò
di nuovo in soggiorno, dove trovò Steve che, senza nessuna
ombra di
imbarazzo, teneva in mano la cornetta del telefono parlando
cortesemente con la reception.
-Sì, allora...
ah, mamma, arrivi
giusto in tempo: cosa vorresti ordinare?
Nina rimase spiazzata: da
come lo aveva
trattato prima, si sarebbe immaginata un'espressione offesa ed
indignata sul volto del ragazzo. Invece era lì, raggiante, a
chiederle con una gentilezza disarmante cosa volesse mangiare.
-F...fai un pò
tu, per me è uguale.-
affermò, un pò spiazzata, impossessandosi del
telecomando e
ritornando sul divano. Per lei quel ragazzo era davvero un mistero:
si era intromesso nella sua vita, senza alcun preavviso, con
l'intento di volerla conoscere meglio perchè "era sua
madre".
Lei non sentiva affatto tale sorta di sentimenti nei confronti di
Steve: anzi, fino a poco prima era diventato addirittura uno dei suoi
target da eliminare. Ricordava di come, seduta sul cornicione della
finestra di un motel qualunque, qualche tempo prima, mirava a lui che
usciva da una macchina, circondato da bodyguards...
Però...però ebbe
una ripresa di coscienza: alla fine, proprio quando stava per
sparargli, non aveva avuto il coraggio di premere il grilletto...
E per di più,
era stata salvata da
lui, quando Lei Wulong aveva tentato di spararle.
Insomma, forse era stato
per questi
oscuri motivi che aveva accettato l'idea di convivere con quel
misterioso figlio, che tutto d'un tratto le aveva sconvolto la
psiche?
Forse, in fin dei conti,
poteva
capirlo. Di tanto in tanto, anche lei si era spesso chiesta come
sarebbe stato vivere con una figura materna...
Scosse la testa, scacciando
ancora una
volta quei pensieri. Cosa le stava accadendo?
Doveva chiudere i ponti il
prima
possibile con quel ragazzo. Le stava davvero facendo il lavaggio del
cervello, con tutti quegli ideali di affetto, famiglia e menate
varie. Ideali che lei aveva sempre calpestato con dei tacchi a spillo
ed una pistola.
Avrebbe accontentato quel
bamboccio per
un altro pò. Poi se ne sarebbe liberata completamente.
Fare la mammina buona e
premurosa non
faceva per lei. Non era il suo ruolo.
Un altro Hotel, un' altra
stanza, ma
sempre la stessa inquietudine.
Anna fissava il mondo al di
là del
vetro della sua stanza. Si sentiva agitata, senza un motivo
particolare: in una mano, un bicchiere di cristallo che emanava un
dolce aroma di vino, e nell'altra, una sigaretta che impregnava
l'aria dell'odore del tabacco. La testa le girava, si sentiva confusa
e stordita, ed era sicura che non fosse solo colpa di
Bacco&Tabacco.
Lee Chaolan aveva iniziato
a mostrare,
senza alcuna delicatezza nei suoi confronti, un insano interesse per
sua sorella: lui le garantiva che era per "questioni di lavoro",
ma in realtà si rendeva ben conto che non era affatto come
diceva
lui. Ricordava quello sguardo assatanato che aveva avuto quello
stesso pomeriggio, mentre in quello squallido bar osservava la figura
di Nina che combatteva. Desiderio: ecco cosa aveva letto nei suoi
occhi. Che considerasse Nina lo strumento per arrivare ai suoi scopi,
o un nuovo trastullo per la mente, ad Anna non importava più
di
tanto. Si domandava piuttosto quale fosse il suo ruolo nella mente
contorta di Lee: era la sua amante? La sua complice? O semplicemente
una svampita con la quale passare il tempo?
Gettò per terra
la sigaretta, con
rabbia, fregandosene della cenere che sporcava la moquette e di cosa
avrebbe detto Lee, che amava vedere quella stanza nel più
totale
splendore. Amava vedere il mondo attraverso una prospettiva tutta
sua, ed andava in bestia se qualcosa non girava secondo i suoi piani.
Sollevò una
bretella della sottoveste
rossa, di pizzo, che copriva sensualmente il suo corpo, lasciando ben
poco all'immaginazione. Agli occhi di Lee voleva apparire bella,
desiderabile....voleva sentirsi importante, indispensabile, voleva
appartenergli...ma anche possederlo...
O forse...voleva essere
solo amata.
Difficile da capire. Anna
non aveva mai
provato amore nei confronti di nessun uomo. Da sempre considerava
tutti i membri del genere maschile come dei giocattoli da sfruttare
per ottenere tutto ciò che voleva.
Gli uomini non erano altro
che il
passepartout per i suoi desideri.
Ma perchè con
Lee, allora, doveva
essere diverso?
I suoi pensieri furono
interrotti dal
rumore della porta della stanza che si apriva: si parla del
diavolo...
L'affascinante Lee comparve
sulla
soglia, in tutto il suo virile splendore, coperto da una vestaglia
blu, come il cielo che faceva capolino tra i grattacieli di quella
metropoli fin troppo affollata. Si avvicinò ad Anna, con un
sorriso
malizioso e lo sguardo eccitato, un pò per i fumi del vino,
un pò
per l'accattivante donna che sedeva sulla finestra.
-Principessa, mi hai tolto
il
respiro...con la luce della luna, sei una visione abbagliante...-
disse, in modo un pò teatrale, che fece roteare gli occhi di
Anna.
-Gira al largo, Chaolan,
non è la
serata adatta...- brontolò, mentre il suo cuore batteva un
pò più
veloce e le mani di Lee iniziavano ad avvolgerle le spalle.
-Come mai, tesoro?
Cos'è che ti ha
fatto innervosire?- Lee sapeva sempre come far sciogliere quel blocco
di ghiaccio che inibiva le donne. Quel blocco prendeva il nome di
"sentimenti", e anche se lui non sapeva ben comprenderli,
conosceva senz'altro il modo per raggirarli. Le sollevò il
viso,
come suo solito, per fissarla negli espressivi occhi azzurri.
Notò
con piacere che le labbra di Anna si schiudevano, incerte, mentre un
lieve rossore si impossessò della sua pelle lattea e soffice.
-Niente...solo che non ne
ho voglia,
tutto qui...- affermò la ragazza, quasi con un sussurro,
mentre
cercava invano di distogliere lo sguardo da quel volto che affollava
le sue fantasie tutte le notti.
-Come, non ne hai voglia?
Non ti va di
vivere una serata magica?
-Per favore, Lee, quando
parli mi fai
cadere le braccia. Tutte queste smancerie...
Di tutta risposta, Chaolan
si
impossessò del corpo della giovane, stringendolo tra le sue
braccia
e sbattendolo, quasi con violenza, sul morbido materasso ricoperto da
lenzuola candide.
-Così va
meglio?- sussurrò, mentre le
sue labbra iniziavano ad esplorare il decolletè della
giovane, che
sentiva tutto il suo autocontrollo andare in pasto ai cani: non ci
riusciva...quel corpo perfetto..quella voce soave....era fin troppo
eccitante...
-N..no Lee....aspetta....-
balbettò,
cercando, invano, di opporre resistenza. Aveva da sempre avuto la
reputazione di ragazza facile, ma in realtà... anche lei era
dotata
di una coscienza propria, e le sue azioni non erano sempre dettate
dal desiderio.
-Shh, silenzio
principessa...- con tono soave, Lee placò del tutto
l'inquietudine di Anna. In fondo, pensò,
le donne sono proprio facili. Da' loro l'impressione di essere
indispensabili... e ti daranno di tutto.
Chissà se questa
tattica avrebbe
funzionato con Nina. No, pensò, con lei ci sarebbero volute
le
maniere forti. Già immaginava quel corpo esile eppure forte
che si
opponeva al suo volere, già sentiva le sue parole di
disprezzo...e
già vedeva il suo volere piegarsi di fronte alla sua
volontà...
La cosa lo eccitava da
matti. Si lasciò
sfuggire un ghigno, mentre rifletteva sul fatto che la povera Anna
era inconsapevole che, mentre consumavano la loro passione, i suoi
pensieri erano rivolti a Nina...
Se l'avesse saputo, cosa
sarebbe potuto
accadere?
Anche in un momento
eccitante come
quello, la sua mente iniziò ad elaborare qualche congettura
che
sicuramente gli sarebbe stata utile, in futuro...
Fine per ora! Capitolo un
pò breve, ma
devo andare avanti a questo ritmo, sennò ci metto anni per
pubblicare ogni capitolo XD
Non voglio tirare la storia
per le
lunghe, ma vorrei comunque rendere un pò di giustizia ai
personaggi,
esplicitanto i loro stati d'animo prima dell'inizio vero e proprio
della storia, che sarà nel prossimo capitolo :3
Rispondo alle recensioni
ç,ç vi giuro
che mi sono commossa! Non ho mai ricevuto recensioni così
belle
prima d'ora....
Nefari:
non preoccuparti, come
hai potuto vedere, sto iniziando a rendere un pò di
giustizia ad
Anna! Mi fa piacere che la storia ti appassioni...dimmi cosa ne pensi
di questo capitolo =D Se c'è qualcosa che posso fare per
rendere la
storia più piacevole, dimmelo pure...
Evilcassy:
Ma no, dai,
addirittura i popcorn! Ne voglio un pò anche io
ç.ç
Cooomunque mi fa piacere
che anche a te
piaccia questa storia! Xd Rimani sintonizzata....spero di non aver
deluso le tue aspettative :3
Miss Trent:Toglimi una
curiosità...il tuo Nick viene per caso dal Trent di Maya
Fox? No
perchè se è così ti stimo u.u Per di
più abbiamo gli stessi gusti
musicali, cioè... =D
Se non ti piace la storia,
dimmelo mi
raccomando u.u Ti avviso che tratterò un pò male
la nostra
beniamina Nina...quindi abbi pietà ç.ç
Grazie a tutti^^
Ah, dimenticavo!
C'è qualche
personaggio che vorreste vedere nella storia??
Inserirò
sicuramente Leo e Lily, però non so...se volete qualcuno in
particolare, ditelo pure...^^
Le canzoni che ho usato
come
"ispirazioni" per questo capitolo:
-
What's my age again
– Blink 182 (Scena di Nina-Steve).
-
30 minutes –
Tatu (Scena Anna - Lee)
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