Non sono mai stato bravo nelle fan fiction a capitoli.
Tuttavia, in questa voglio dare il massimo. Vi prego di commentare se vi è
possibile.
Una grotta buia o un magnifico castello. Un
gorgo buio o l’ essenza della totalità.
Variabile.
I tre uomini erano seduti sui loro tre troni all’ interno
di questa zona così relativa.
Erano identici, congelati nella stessa posizione. Tre riproduzioni
granitiche raffiguranti dei gentiluomini in completo e bombetta, con le gambe
accavallate ed il mento poggiato sulle nocche.
Vi era però un particolare che rendeva quelle figure alquanto
inquietanti: non avevano un viso.
Come un sol uomo, i tre si alzarono in piedi, puntando un indice
verso un punto imprecisato di fronte a loro. L’ oscurità
o il tutto, a preferenza, iniziò un moto vorticoso.
''Il potere di creare” disse il primo.
“Il potere di cambiare” disse il secondo.
“Il potere di distruggere” disse il terzo.
Lasciate cadere le braccia, all’ unisono si
sostennero su tre ombrelli, ognuno abbinato all’ abito del proprietario,
contemplando con le loro facce vuote ciò che si trovava dinanzi a loro.
Il nulla... o il tutto.
La loro esistenza era permeata dal relativo. Lo stesso universo non
li aveva riconosciuti come appartenenti al suo disegno, i tre uomini non
avevano un destino, una determinazione. Erano dei reietti.
Serviva loro uno strumento, per iniziare l’
opera senza destare allarme. Non potevano permettersi di allertare la forza
della terra, il Lifestream.
Nonostante il loro potere, erano pur sempre cellule tumorali nel
corpo universale. Dovevano essere cauti.
Nel relativo si avvertì una vibrazione, un
segnale.
“Compagni, ho trovato” affermò improvvisamente il primo, vestito di
bianco, Create.
“Sei sicuro? Ti ricordo che ci serve un
elemento veramente potente per svolgere il compito. Noi non
possiamo muoverci purtroppo, la nostra esistenza –se così si può chiamare- è
tale che desterebbe subito i meccanismi difensivi del pianeta” disse il
secondo, vestito di grigio, Change.
“Vincent Valentine?
Non è forse...” fece il terzo, vestito di nero, Destroy.
“Sì, compagno, proprio come stavo dicendo. Colui in cui risiede la protomateria, il contenitore di Chaos”, rispose impassibile Create.
“Chaos, l’ araldo!
Si, lui potrebbe essere in grado di attivare il
meccanismo” urlò eccitato Destroy.
“Piano con l’ entusiasmo compagno, dobbiamo
ancora assoldare il nostro killer” ribatté pacato Create.
“Appunto, che metodologia utilizzeremo?” disse seccato Change.
Se avessero avuto un volto, i tre avrebbero
sorriso.
“La più divertente” si limitarono a dire sogghignando.
Si sentì un ticchettio, poi una strana
musichetta molto simile a quella di un carillon. I tre individui estrassero
contemporaneamente tre orologi da taschino, rimirando assorti i quadranti come
se vi fossero impresse importanti informazioni. Scrocchiati in sincronia i
colli, Create, con uno schiocco di dita, fece comparire degli strumenti
musicali.
“Ok, compagni, ora un po’ di Rock n Roll!”
disse Destroy.
La fine del mondo era ormai prossima.
Nello stesso lasso di tempo, Vincent Valentine si stava godendo il suo benedetto caffè nero
delle 7.30 (ora del mondo reale) al 7th Heaven. La
notte prima aveva dato fondo alla sua esperienza di pistolero per acciuffare
una banda di trafficanti di materia, pesci piccoli rispetto alla Deepground, ma comunque fonte di guadagno. Ad aiutarlo vi
era l’ onnipresente Yuffie,
voluta da Vincent in mancanza di un cane da Materia, tipologia che il pistolero
avrebbe proposto prima o poi, così da liberarsi della logorroica ninja il tempo
sufficiente a sopravvivere senza ingurgitare pinte di caffè. Era fin troppo
chiaro che il 70% della sua apparenza tenebrosa era dovuto alla mancanza di
sonno.
Da quando Yuffie aveva deciso di
insediarsi in casa sua per motivi che lui stava ancora cercando di comprendere,
Vincent non aveva più avuto un attimo di relax, ma,
anzi, stava ricevendo dall’ esterno fin troppi imput
appartenenti alla tipologia: “prendi la pistola e crivellala, poi fallo
sembrare un incidente”.
Dal canto suo, Yuffie non faceva altro che
andare dietro al tipo interessante con il mantello rosso: evidentemente non
aveva recepito nella sua testolina la nozione di
quanto fosse pericoloso disturbare un uomo assonnato.
Quella mattina, durante il rituale del caffè, Vincent avrebbe
volentieri sparato a qualunque essere vivente gli avesse rivolto la parola. Il
difetto più grande di una ninja linguacciuta è quello
di possedere abbastanza resistenza per parlare durante il sonno, fatto che lo
aveva spinto a togliere i proiettili dalla Cerberus
per non cedere a malsane tentazioni.
Emesso un sospiro, Vincent affondò la testa nelle braccia, cercando
di convincersi che era perfettamente riposato e che non avrebbe sentito nessuna
ragazzina isterica urlare come una bomba sonica per le successive ventiquattro
ore. Vana speranza.
Proprio in quel momento infatti, una voce
squillante e vivace irruppe nel bar, portando Vincent ad emettere una piccola
considerazione riguardo alle prese d’ aria aggiuntive nei corpi umani ed alla
più dolorosa metodologia per apportarle. Come se non bastasse, la tremenda
ragazzina salutò il mezzo cadavere con una pacca sulla spalla, facendolo
sussultare.
“Buongiorno Vinnie” esclamò Yuffie, perfettamente in forma.
“...' orno..” biascicò Vincent, ormai sul
punto di prendere a testate il bancone per svenire e così dormire un poco.
Il dialogo fra i due non era mai stato dei più vari. Di certo non si
poteva negare la costanza della ninja, la quale aveva
cercato insistentemente di inserirsi in un dialogo con cui avvicinarsi a
Vincent, continuando ad ignorare l’ argomento su cui lui avrebbe scritto
volentieri un trattato dal titolo: 'Il silenzio ed i suoi effetti terapeutici”.
Consumato il quinto caffè nel giro di dieci minuti, Vincent si alzò
barcollando dal bancone, sotto lo sguardo preoccupato di Tifa e quello freddo ed apparentemente indifferente di Cloud.
Lasciati distrattamente i soldi, decise di tornare a casa, erigere una barriera
magica e ronfare per due o tre ore. Il sonno ormai era diventato la sua raison d' etre.
Giunto a stento all’ uscio di casa sua,
faticò a percepire le strane presenze all’ interno dell’abitazione.
Nella stanza adibita a salotto, i tre figuri si stavano dilettando
nella degustazione di Tè pregiati, mugolando ogni tanto per manifestare la loro
soddisfazione.
Quando Vincent vide tre tizi senza volto in completo e bombetta
degustare del tè nel suo salotto, per prima cosa uscì dalla stanza, contò fino
a tre per poi prendere un profondo respiro.
Rientrato, faticò ancora a credere ai propri occhi, rimanendo per un
minuto buono a boccheggiare come un pesce fuor d’ acqua
nel tentativo di articolare almeno tre parole di fila. Ci riuscì.
“Ma che cazzo..”
I tre uomini si voltarono verso il padrone di casa, fingendo
sorpresa.
“”Mr. Valentine”
iniziò Change “è un vero piacere conoscerla. Le
faremo un’ offerta che non potrà rifiutare”
“Citazione alquanto abusata e, mi creda, viene
bene solo con la giusta espressività del viso. Ops...” disse sarcastico Vincent.
La fine del mondo era decisamente vicina.
Grazie ad Alister per il betaggio.
Bisogna mettersi alla prova. Questa fic mi
ha permesso di utilizzare dei cattivi da me creati nel 2007 e mai dimenticati. Sono
molto orgoglioso di loro e spero che possano piacere a tutti.
Il titolo è correlato ai personaggi, chissà se riuscirete a capire
il nesso
.