Solo l’amore. O quello che è
Solo l’amore. O quello che è
Do you need some time… On your own?
Do you need some time… All alone?
Everybody needs some time… On their own
Don’t you know you need some time… All alone?
Hai bisogno di un po’ di tempo… Per conto tuo?
Hai bisogno di un po’ di tempo… Tutto solo?
Tutti hanno bisogno di un po’ di tempo… Per conto loro
Non sai che hai bisogno di un po’ di tempo… Tutto solo?
Guns N’ Roses, November Rain
Lo scrosciare dell’acqua dal rubinetto, lo sciabordio provocato
dalle mani che, immerse tra quella e la schiuma, strofinavano le
stoviglie per ripulirle;
Il gracchiare rauco della caffettiera che avvisava
l’improvvisato, ma forse neanche tanto, casalingo della prossima
ultimazione della preparazione del caffè mattutino;
Lo scatto del coperchio di un barattolo di marmellata di more.
La confettura prediletta da suo fratello, era un po’ come lui se
l’immaginava: d’un bel colore, con un profumo invitante e
un sapore dolce che ti avvolgeva il palato.
E poi era dannatamente appiccicosa.
Proprio come Edward.
«Nii-san, se non mi lasci non riuscirò mai a lavare i piatti!»
Alphonse protestava debolmente mentre il suo amato fratellone lo
stringeva a sé cingendogli amorevolmente la vita da dietro le
spalle; con le labbra ancora sporche di marmellata, gli schioccò
un bacio, ottenendo un mugugno infastidito. Rise, la solita risata
cristallina che liberava quand’era con il suo amato nii-chan, una
risata che riusciva a sciogliere i dubbi e le paure, le preoccupazioni
del piccolo Elric.
«Nii-san…» disse, flebile, ridestando
l’attenzione del maggiore, che, con un ghigno poco rassicurante
in volto, iniziò a leccare via i residui di confettura dalla
guancia, facendo ulteriormente arrossire il già imbarazzato
– ed impacciato- amante.
Definirlo amante aveva un brutto suono, in realtà; ma il
significato che ha quella parola è “colui che ama”.
Allora sì che poteva considerarsi giusto, perché
indubbiamente il profondo sentimento che li legava era amore; o una
delle sue innumerevoli sfaccettature.
Era davvero così importante?
A loro andava bene così: dopo tanto correre, ora volevano solo godersi la pace del nuovo mondo. E il loro amore.
O quel che era.
Al aveva scoperto che, non lontano dalla casa dove abitavano,
c’era un boschetto dove crescevano le more, belle e violacee,
invitanti come le rosee labbra del suo nii-san la mattina appena
sveglio, quando ancora era mezzo addormentato.
Sorrise dolcemente, sistemando meglio il cestino di vimini, in cui
avrebbe riposto i frutti che avrebbe raccolto, sul braccio,
incamminandosi e pensando a quali dolci preparare al suo golosone
preferito.
Nel boschetto c’era sempre un’impagabile quiete, un
silenzio così diverso dai rumori cui la convivenza con Ed
l’aveva avvezzo che, quasi quasi, gli sembrava un altro mondo.
Talvolta, si trovava talmente bene all’ombra appena fresca degli
alberelli che si tratteneva un poco più a lungo, inspirando aria
e pace a grandi boccate, solo.
Il rapporto che lo legava al fratello era quasi simbiotico, non stavano mai troppo a lungo l’uno senza l’altro.
Eppure, dopo tutto quel tempo, Alphonse Elric aveva realizzato che non gli interessava la solitudine.
Tutti hanno bisogno di un po’ di tempo… per conto loro
Forse anche lui ne necessitava; ma non aveva poi così importanza.
Dopotutto, non era così male graffiarsi le mani per raccogliere
quei frutti dalla forma così buffa ma dal sapore dolciastro con,
tuttavia, un leggero retrogusto acidulo; ed era divertente ingozzarsi
di quel cospicuo tesoro racimolato in compagnia di Edward.
Perché al suo fratellone piaceva provocarlo con goffe imitazioni
di gesti sensuali: addentava con gli incisivi la mora, dondolando
graziosamente le ciglia bionde e masticando con studiata lentezza, un
sorriso malizioso sul viso.
Ma Al non riusciva proprio a trovarlo sexy, in quelle occasioni,
tutt’altro: provava una gran tenerezza, gli sembrava una
ragazzina in piena tempesta ormonale che cerca malamente di sedurre il
più figo della scuola.
Così, sorrideva dolcemente, gli scompigliava un po’ i capelli e mangiava una mora. In modo normale.
Il guaio era che, quando avevano finito, sulle sue labbra restavano
sparute tracce di polpa; e quell’ingordo del suo nii-san non
resisteva alla tentazione di assaltare, baciandolo come se volesse
mangiarlo sul serio.
Tutte scuse per infilargli la lingua in gola. Non che poi ad Alphonse spiacesse tanto…
«Ahi!»
Un graffietto gli fregiò il dorso della mano destra e se lo
fissò quasi rapito: non ci si era ancora abituato, nonostante
fosse passato quasi un anno.
Sorrise, stringendo la mano al petto quasi fosse un prezioso monile appartenuto ad un caro scomparso.
Pungenti.
Le more e, talvolta, anche Edward. Ma non gl’importava.
Quando si svegliava la mattina, Alphonse si ritrovava il corpo
sudaticcio dell’altro completamente addosso e c’era da dire
che in piena estate non era il massimo.
In quei momenti, a volte sì, desiderava un po’ di tempo da
solo, lontano da tutto, persino dal suo dolcissimo incubo.
Ma poi quello apriva i suoi occhioni dorati, fissandolo con l’aria da cucciolo voglioso di coccole; e allora cedeva completamente.
Non sai che hai bisogno di un po’ di tempo… Tutto solo?
Sì, questo Alphonse Elric lo sapeva benissimo.
Ma per il suo nii-san, non gli doleva rinunciarvi. Non era una grossa perdita.
Aveva un corpo, una casa, una vita serena. E lui, il suo amore.
O quello che era.
Konnichi wa, minna! ^^
Uff, che faticaccia è stata, ma alla fine ce l'ho fatta!
Dovete sapere che la mia oneechan Stars_Daughter ed io, poiché
le nostre vene creative erano in vacanza lontano da noi, abbiamo
organizzato una specie di "contest a due". In realtà ci pensai
io, ma lei accettò di sottoporvisi e stabilì la data di
oggi come termine per la pubblicazione.
Le regole erano semplici: "data una strofa o un verso di una canzone e,
a scelta, un pair o dei generi, scrivi una one-shot lunga almeno 2
pagine in carattere Times New Roman 12 che, ovviamente, sia attinente
alla strofa proposta"
L'indicazioni da lei fornitemi erano la strofa di "November Rain" che
leggete all'inizio -con relativa traduzione- e il pair Elricest.
Trattasi della prima volta che scrivo su questa coppia e poiché
non ne sono una fan sfegatata e non ho letto tante fic su di loro, mi
auguro di non aver commesso un plagio. Tanto potrei sempre dare la
colpa a Stars_Daughter, no? ;P
Ovviamente scherzo, ma avvertitemi se notate "qualcosa di strano" ^^
Due parole sulla stroria: Allora, io adoro "November Rain" e quando mi
ha detto "pair Elricest" ho desiderato ucciderla. Non perché
l''abbia in idiosincrasia, tutt'altro, ma perché sono un
RoyEddista decisamente hardcore. Mi è sembrato insolito scrivere
su di loro, ma non è stato male e devo ammettere di essere
soddisfatta di questa fic, nonostante non sia della lunghezza che mi
ero riproposta di raggiungere. Pazienza, ho fatto quel che mi veniva,
ora aspetterò il "giudizio" di oneechan.
Tra l'altro, poiché ho fiducia nel fatto che abbia fatto un buon
lavoro, vi consiglio di leggere la fic di Stars_Daughter. E' una EdHei
(o HeiEd, non saprei ^^)
E oram due parole per la paz... Ehm, Stars_Daughter: Ora hai capito la
storia delle more? XD Comunque è vero, i lamponi sono un po'
più buoni, ma mi piacciono troppo le more! In ogni caso,
ricordati che questa me la segno -e sai di cosa parlo-: la prossima
volta sarò MOLTO più cattiva! ;P
Vabbè, concludo qui.
Commenti, ma soprattutto critiche e consigli altamente graditi ^^
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
|