Una nuova squadra
Una nuova squadra
"Te l'ho gia detto, non me lo ricordo"
"Era l'unica cosa che
dovevi fare, occuparti dell'attrezzatura"
"Difatti. I miei kunai ci sono
tutti"
"Ma i miei no! E
mancano anche tre shuriken e una carta bomba se può
interessarti!"
"Senti Shirai non
rompere. Se ti manca della roba sono fatti tuoi, io non ricordo di
averli visti in giro!"
Era stressante. Aveva
ancora una decina di scatoloni da disfare, era sudata fradicia e
decisamente nervosa. Ci mancavano giusto quella piaga di suo fratello e
i suoi dannatissimi kunai scomparsi nel nulla. Erano poche le cose che
facevano perdere la pazienza a Jun Nara, ed un fratello lamentoso che
da più di tre quarti d'ora la tartassava di domande riguardo
ai suoi effetti personali, a sentir lui dispersi per colpa di lei
medesima, era fra queste.
Che poi, alla fine,
era da quando aveva memoria che Shirai le ripeteva che non doveva
assolutamente toccare le sue cose perciò lei non si era
sentita minimamente in dovere di preoccuparsi se l'attrezzatura del
fratello era finita in valigia o meno.
"E per la cronaca,
seccatura, la mamma ti sta chiamando".
Era già la
seconda volta infatti, che dal piano di sotto giungevano i toni soavi
di Temari in richiamo del figlio maggiore.
Shirai alzò
gli occhi al cielo e aggiunse, prima di prendere le scale: "Senti, se
per caso li vedi da qualche parte dimmelo ok?"
"Guarda che se ti
scaglia dietro il ventaglio io non c'entro eh".
Il ragazzo
soffocò un'imprecazione prima di sparire al piano inferiore,
in sottofondo le urla di Temari che non promettevano niente di buono.
Rimasta sola, Jun si
passò una mano sulla fronte grondante e si chinò
a disfare l'ennesimo scatolone. E meno male che a sentir suo padre, il
clima di Konoha era "decisamente diverso" da quello di Suna.
Ripensandoci, Jun non
trovava tutta sta grande differenza dal suo villaggio natale, deserto a
parte, ma poteva solo augurarsi che tutta quella canicola fosse dovuta
alla stagione.
Si, doveva essere
così.
Affondò le
mani all'interno dello scatolone e incominciò a estrarne il
contenuto. Ritrasse la mano di scatto quando sentì qualcosa
di tagliente sotto le dita. Si osservò l'arto e
constatò che presentava un graffio tra l'indice e il
pollice, graffio da cui stava colando un gocciolone di sangue.
Riprese quindi a tirar
fuori gli oggetti impacchettati con attenzione, curiosa di scoprire con
che cosa si fosse ferita quando, giunta ormai al fondo della scatola
per poco non le scappò un'imprecazione. Aveva finito di
sistemare i suoi ferri un paio d'ore prima e aveva già
potuto constatare che i suoi kunai c'erano tutti, dal primo all'ultimo
così come gli shuriken e tutto il resto della sua
attrezzatura ninja che ora la guardava dalla mensola sopra il tavolo.
No, decisamente i kunai che giacevano scomposti sul fondo della scatola
non erano suoi.
"E ora chi lo sente
quell'altro.."
"Adesso!?"
"Si adesso. E non fare
quella faccia Shirai, anch'io ho di meglio da fare al momento"
ribattè Shikamaru guardando il figlio in tralice.
"Ma non ho ancora
trovato la mia roba e sto asp.."
"Ordini dell'Hokage.
Ti dò massimo 5 minuti per prapararti e non voglio scuse". Kami.. che seccatura
Shirai
sbuffò rumorosamente e si diresse rassegnato verso la sua
stanza sotto lo sguardo del padre, che non appena lo vide sparire su
per le scale se ne uscì in giardino.
A Shikamaru
venne spontaneo alzare gli occhi verso le nuvole e un sorriso
soddisfatto gli si disegnò sulle labbra.
Gli era mancato il
paesaggio di Konoha e in fondo, pensò,non si era mai del
tutto abituato al clima afoso e al cielo coperto il più
delle volte dalle tempeste di sabbia di Suna.
Gli sarebbe piaciuto
sdraiarsi sul prato e passare il resto della giornata osservando quel
cielo limpido che gli era fin troppo familiare, se non fosse stato che
il ventaglio di sua moglie stampato in fronte era un deterrente
convincente a desistere dal farlo. E poi, soprattutto, era stato
chiamato dall'Hokage insieme al primogenito per via del collocamento in
squadra.
Shikamaru
sospirò, pensieroso. Lui, di sicuro avrebbe ripreso il suo
vecchio posto e i Kami sapevano quanto gli erano mancati i suoi amici,
le abbuffate con Choji e si, anche gli strilli acuti di Ino, ma Shirai
avrebbe dovuto inserirsi tra compagni di squadra nuovi e del tutto
sconosciuti.
E quella si, che era
una seccatura bella e buona.
Ok, la giornata non
era iniziata nel migliore dei modi. Si era svegliato sudato da capo a
piedi, aveva dovuto attendere ben trantaquattro minuti e sedici secondi
prima che Jun liberasse il bagno per potersi fare una benedettissima
doccia e dulcis in fundo aveva anche dovuto rovistare negli scatoloni
contenenti il pentolame della cucina per trovare la moka, metterla sul
fuoco e farsi un dannato caffè.
Fatto ciò
era tornato in camera e aveva trascorso la mattinata sistemando le sue
cose fin quando non si era accorto che all'appello mancava praticamente
metà della sua attrezzatura ninja. Aveva quindi girovagato
come un anima in pena per tutta la casa alla ricerca dei suddetti ferri
finchè non si era deciso ad attentare alla pazienza della
sua adorabile sorellina che nel trasloco, aveva avuto il solo compito
di accertarsi che non mancasse niente di essenziale. Peccato che Jun,
aveva svolto il suo dovere fin troppo alla lettera sincerandosi
dell'effettiva presenza di tutto ciò che era immancabile per
lei.
Benedetta ragazza. A
volte sua sorella ricordava terribilmente loro madre e Shirai si
ritrovava sempre più spesso a chiedersi cosa diavolo fosse
passato per la testa di Shikamaru quando aveva chiesto Temari in
moglie.
Ad ogni modo, era
quindi stato richiamato all'ordine da quest'ultima che lo aveva
costretto a darle una mano a riporre le lenzuola dopodichè
aveva malauguratamente incrociato il padre che lo aveva letteralmente
trascinato nell'ufficio dell'Hokage dove per'altro, ci aveva trovato
anche i vecchi compagni di squadra di Shikamaru.
Ora, Shirai non sapeva
se stupirsi maggiormente del fatto che l'Hokage del villaggio della
foglia fosse un ultraquarantenne mascherato che pareva immerso nella
lettura di un libriccino che a giudicare dalla copertina, pareva essere
di contenuti leggermenti pornografici, o dal fatto che a quanto poteva
vedere il tanto decantato vecchio team di suo padre fosse costituito da
un ciccione e da una squilibrata.
Squilibrata che, per
l'appunto, appena lo aveva visto, la sua prima reazione era stata
quella di informare i presenti su quanto le fosse difficile capacitarsi
del come da un "pigro cronico" e da una "chiattona irascibile" fosse
potuto nascere un così
bel ragazzo come lui.
L'Hokage, tale Kakashi
dello sharingan, si era sentito in dovere di farle notare quanto in
effetti Shirai fosse la copia sputata del "pigro cronico" eccezion
fatta che per il colore dei capelli, e di quanto l'epressione del
ragazzo fosse tale e quale a quella della "chiattona irascibile" per
quanto si ricordasse. Acuto osservatore, a dir poco.
Ino, la
squilibrata, a quella precisazione aveva per l'appunto incominciato a
borbottare impropri a mezza voce e Choji, il ciccione, l'aveva presa di
peso e portata via, annunciando che se avevano bisogno di loro li
avrebbero trovati alla locanda due isolati più in
là.
Kakashi si era
limitato ad annuire e Shikamaru, lui, oltre a non battere ciglio
riguardo all'offesa all'amata mogliettina, si era apprestato a
seguirli, abbandonando il figlio al suo destino e congedandosi con uno
sbuffo e un sorriso.
Fu così che
all'alba delle cinque del pomeriggio, Shirai si ritrovò
solo, nell'ufficio dell'Hokage sotto lo sguardo di uno shinobi
dall'aria piuttosto divertita.
"Non ci far caso. Sai,
quei tre non sono cambiati di una virgola da quando avevano la tua
età"
"Beh buono a sapersi.."
"Già".
"Già".
Seguirono attimi di
silenzio carichi di interrogativi per Shirai, fino a che Kakashi,
teatralmente, decise che tutto sommato poteva rimandare la lettura ad
un altro momento e chiuse il libretto posandolo sulla scrivania.
Osservò quel ragazzo biondo così simile a quello
che un tempo era il bradipo genialoide del villaggio della foglia e
Shirai iniziò a sentirsi un attimino in imbarazzo. Kakashi
non era un tipo inquientante ma Shirai al momento non poteva far altro
che sentirsi sotto esame data la situazione. Sebbene l'Hokage fosse un
tipo decisamente particolare come dimostrava il volto coperto, senza
contare le letture discutibili, Shirai capiva che si trovava comunque
al cospetto di un capo di stato.
Proprio come lo zio
Gaara.
"Così ti
chiami Shirai mh? Se solo avessi avuto i capelli scuri saresti stato la
copia di tuo padre"
"Così pare"
"Gaara come sta?"
Shirai sorrise "E'
sempre impegnato ma sono riuscito a fare un salto da lui prima di
partire"
"Ahh si, duro lavoro,
quello del Kazekage. Capisco bene tuo zio"
Shirai si
domandò cosa ci trovasse di duro Kakashi nel proprio lavoro
dal momento che a quanto poteva vedere, lui lo svolgeva seduto
tranquillamente leggendo giornaletti.
Era perso in queste
sue elucubrazioni quando Kakashi disse: "Bene. Da quanto mi
è stato detto hai già passato l'esame jonin".
Shirai
annuì "L'estate scorsa. Da due mesi a Suna ero a capo di una
squadra di genin appena diplomati".
Kakashi annui
sentitamente "Ehh si, duro lavoro anche quello!"
Shirai non seppe
replicare. Aveva il vago sentore che l'Hokage si stesse prendendo gioco
di lui, ma forse era una sua impressione.
"Molto bene." Kakashi
si rabbuiò "Temo però di doverti tenere in
osservazione per un pò prima di affidarti una squadra. Non
ho idea di quali siano le tua capacità anche se, ovviamente,
confido nella scelta del Kazekage di averti già affidato
incarichi di questo tipo".
Shirai
deglutìì. Se l'era aspettato. D'altra parte la
presenza di suo padre al villaggio non era stata richiesta da molto e
Shikamaru era riuscito a convincere la sua testarda e altamente
irritabile moglie, a ritornare a Konoha da poco più
di una settimana dopo
quasi un mese di litigi a cadenza giornaliera e di nervosismo mai visto da
parte di Temari. C'era tutto il tempo per conquistarsi la
fiducia dell'Hokage.
"Tuttavia" Shirai
ascoltò attentamente le parole dell'Hokage "Ciò
non toglie che sei sempre un jonin. E quindi ho deciso di affiancarti
due persone al tuo livello. Oltretutto la loro squadra è
rimasta priva di un componente da qualche giorno quindi mi sembra la
cosa migliore sostituirlo con te".
"Certo" Shirai si
sentì sollevato. Gli sembrava una giusta soluzione.
"Ah, dovrai ricordarti
di passare in accademia a prendere un coprifonte nuovo"
commentò Kakashi riferendosi al coprifonte di Suna che
Shirai portava legato al braccio.
"Del resto ormai sei
un ninja di Konoha e il simbolo della Sabbia potrebbe creare confusione"
Il ragazzo non fece in
tempo a rispondere poichè entrambi sentirono distintamente
bussare alla porta.
"Bene, sono arrivati.
Ti dispiace se intanto che fate conoscenza ecco io.." Kakashi
sventolò il libretto che aveva prontamente afferrato.
"Oh, no..faccia pure"
L'Hokage si
rilassò quindi sulla sedia e riprese la lettura con aria
soddisfatta mentre due ragazzi facevano capolino nella stanza.
Il primo era un
ragazzo moro dall'aria seria. Gli occhi completamente bianchi fecero
rabbrividire Shirai che non aveva mai visto occhi del genere.
L'altra era una
ragazza di una bellezza sconvolgente. Aveva i capelli corvini e uno
sguardo smeraldino che faceva passare in secondo piano tutto il resto.
"Shirai,
questi sono Neezo Hyuuga e Chiyo Uchiha. Sono i tuoi nuovi compagni di
squadra".
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Ok, se siete arrivati fino a qui non
posso far altro che inchinarmi al vostro cospetto e
ringraziarvi di cuore! Spero vi sia piaciuto come inizio e di avervi
incuriosito.. mi sono sempre divertita a immaginare le vicende delle
nuove generazioni e questa mia cosuccia qui sopra riportata (che devo
dirlo, è la prima fic che scrivo) ne è la
dimostrazione. Questa fic ovviamente non è a scopo di lucro
ed è liberamente tratta dal manga di Masashi Kishimoto a cui
appartengono i personaggi, i luoghi ecc..
Che altro dire.. recensite e farete la gioia di una povera autrice alle
prime armi :)
Alla prossima!
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