CAPITOLO
19
Il
cerchio si chiude
Aspettare
sveglio l'arrivo dell'alba, fu una delle esperienze più
strane, per Edmund. Teoricamente gli studenti erano stati invitati a
tornare nei propri dormitori, ma Captatio permise a chi l'avesse
voluto di restare in piedi. Così la Sala Mor si era
trasformata in una specie di raduno di maghi minorenni stanchi e
provati, ma troppo elettrizzati per andare a dormire. Pochi in realtà
riuscirono a passare tutta la notte in bianco. Se le chiacchiere e le
risate erano durate fino alle prime ore del mattino, tempo che
arrivasse l'alba, molti avevano ceduto ed erano andati a dormire nei
propri comodi letti.
Dominique,
che aveva insistito per restare sveglio in Sala Mor, alla fine si era
addormentato con la testa sul tavolo, mentre il piccolo Bearach
russava beatamente steso su una panca. I professori nel frattempo
avevano ripreso le proprie bacchette e, pur non approvando l'idea di
Captatio, si erano dimostrati disponibili a pattugliare il castello e
controllare gli studenti che avessero voluto passare la notte in
piedi.
I
membri dell'EIF che Captatio aveva imprigionato nelle bolle si erano
rassegnati alla propria sconfitta e attendevano nelle loro prigioni,
come dei sinistri oggetti esposti in una teca di un museo, l'arrivo
dell'alba, momento in cui sarebbero ritornati nei propri corpi, che
erano già stati portati al sicuro in cella dagli Auror. Gli
altri quattro che avevano aiutato O'Costal erano già stati
arrestati.
Edmund,
dopo la frenetica successione degli eventi, non aveva affatto voglia
di dormire, così era rimasto in Sala Mor con i suoi amici.
All'arrivo dell'alba si sentiva gli occhi pesanti e le membra
spossate, ma non cedette al sonno.
Mairead
versava in uno stato comatoso, con la testa sostenuta dalle braccia
appoggiate al tavolo, mentre Laughlin era in piedi per tentare di
restare sveglio, ma in realtà dondolava avanti e indietro,
come se fosse sul punto di crollare.
Edmund
sorrise e si alzò dal tavolo facendo il meno rumore possibile.
Proprio in quel momento i primi raggi del sole sbucarono da dietro le
colline e illuminarono la Sala Mor attraverso le ampie vetrate. I
quattro professori racchiusi nelle loro bolle si contorsero
debolmente e poi ognuno acquisì nuovamente possesso del
proprio corpo. Captatio allora fece scomparire le prigioni con un
sorriso.
«Che
è successo?» domandò l'anziano Codail, portandosi
una mano alla testa e guardandosi intorno con aria spaesata.
Captatio
ridacchiò. «È una lunga storia, Niall».
«Siamo
sicuri che questa notte quei pazzi non torneranno ad occupare i loro
corpi?» chiese il professor Cumhacht con occhio critico.
«Oh,
no, Oengus, non temere. Non hanno bevuto la pozione la scorsa notte:
dormiranno sogni tranquilli. Ora ti dispiacerebbe accompagnarli in
infermeria? Credo che si sentano un po' spossati» rispose
Captatio, sempre con il suo sorriso tranquillo.
Cumhacht
annuì e aiutò i suoi quattro colleghi a raggiungere
l'infermeria.
«Non
trovi che sia meraviglioso il sole che sorge, Edmund?» chiese
il Preside, osservando l'orizzonte con sguardo perso.
Edmund
fece un debole segno di assenso con il capo, ammirando quello
spettacolo naturale. C'erano ancora un sacco di domande che gli
frullavano in testa, alcuni passaggi non chiari di tutta quella
vicenda, ma non era sicuro che il professore avesse ancora intenzione
di rispondergli.
«Hai
delle domande da farmi, Edmund? Dei perché che ti sfuggono?»
gli chiese allora Captatio, voltandosi verso di lui con un sorriso,
come se avesse letto nei suoi pensieri. Ma forse aveva davvero letto
nei suoi pensieri. Avrebbe potuto farlo, no?
«Sì,
signore» rispose flebilmente il ragazzino.
«Dimmi
pure» lo incoraggiò il preside, tornando a guardare
l'orizzonte.
Edmund
prese un profondo respiro. «Mi chiedevo, signore, perché
O'Costal non abbia utilizzato la maledizione Imperius.»
«Saggia
domanda, Edmund. Ma, vedi, io non sono d'accordo con il libro che
mette la pozione di Cox tra quelle di dubbia utilità:
innanzitutto si prepara con ingredienti comuni e facili da reperire,
e in secondo luogo è sempre efficace. Al contrario, la
maledizione Imperius, se viene usata a lungo, rischia di perdere la
propria efficacia, soprattutto sulle menti più forti. Invece,
se tu occupi il corpo di una persona, è impossibile che questa
non ti obbedisca» spiegò Captatio in tono pratico.
Edmund
rifletté su quelle parole e si ritrovò d'accordo con il
Preside. «Ma dove stava la coscienza del professor Codail,
mentre O'Costal occupava il suo corpo?» chiese ancora il
ragazzino.
Captatio
sorrise benevolo. «Credo che per il povero Niall sia stata
un'esperienza alquanto spiacevole: restava sempre nel proprio corpo,
in uno stato di trance. Probabilmente non si accorgeva di quello che
stava succedendo, ma anche se si fosse accorto, non avrebbe potuto
comandare il proprio corpo».
Al
solo pensiero, Edmund rabbrividì: sarebbe impazzito all'idea
di non poter decidere liberamente della propria sorte. Rimase un
attimo in silenzio, infine sussurrò: «Un'altra cosa,
signore».
«Dimmi».
«Pensa
che fosse questo il piano, fin dall'inizio? Voglio dire, rapire
Bearach e tutto il resto?»
Captatio
fece un lungo sospiro prima di rispondere. «No, Edmund, non
credo. Penso che l'obiettivo dell'EIF fosse semplicemente quello di
avere un punto d'appoggio all'interno della scuola, per organizzare
la setta e tramite essa terrorizzare tanto gli studenti e la comunità
magica da spingermi alle dimissioni, così come le minacce al
signor Maleficium avevano come scopo quello di costringerlo a
rinunciare alla carica di direttore del Corriere. Insomma,
eliminare due personaggi scomodi. Credo che poi O'Costal e i pochi
che lo appoggiavano, meditarono di sfruttare la situazione a proprio
vantaggio e di prendere due pixie con una trappola. Rapirono il
piccolo Maleficium e lo portarono qui al Trinity e nello stesso
momento organizzarono questa messa in scena per tentare di prendere
il potere all'interno dell'EIF stesso. Ma forse questo è un
bene, perché se non fosse stato per la sventatezza di O'Costal
e dei suoi allegri compagni, non avremmo mai fermato la setta degli
Eletti».
«E
gli studenti che ne facevano parte? Scopriremo mai chi erano?»
chiese ancora Edmund.
Finalmente
Captatio distolse gli occhi dal sole, ormai completamente sorto, e si
rivolse al ragazzino con un sorriso dispiaciuto. «Temo di no».
Non
era giusto! Edmund avrebbe facilmente potuto nominare i colpevoli:
tanto per cominciare Deamundi, e poi Diablaiocht con le sue due
spalle, Best e O'Hara. Ma Captatio aveva ragione: non avevano le
prove per incastrarli, sarebbero rimasti impuniti.
Proprio
in quel momento, una figura che era appena entrata in Sala Mor,
seguita da altri maghi e Auror, richiamò l'attenzione di
Edmund: un passo sicuro, un lungo mantello scuro, uno sguardo
rassicurante e un sorriso da squalo.
L'Uachtaran
na Poblacht Driochta, il
Presidente della Repubblica Magica in persona. Adolfus McPride.
«Scusami,
Edmund. Ci sono certe noiose procedure che richiamano la mia
attenzione» disse Captatio, con uno sguardo d'intesa.
«Certo,
signore» rispose Edmund, che non aveva affatto voglia di
rivedere McPride. Forse il Presidente si era anche dimenticato del
loro incontro. Edmund lo sperava vivamente. Con un cenno di saluto
verso il professor Captatio si congedò e raggiunse i suoi
amici, che all'apparizione di McPride sembravano essersi risvegliati.
Con
grande disappunto di Edmund, il Presidente della Magia, con lo stuolo
di maghi al seguito, si avvicinò a Eoin Maleficium, poco
distante da dove si trovavano loro tre.
«Signor
Maleficium, è terribile quello che è successo»
disse McPride in tono dispiaciuto.
«L'importante
è che ora tutto si sia risolto» rispose Eoin con un
cenno di saluto verso il Presidente.
McPride
sorrise. «Avrà parecchie notizie per la prossima
edizione del giornale» disse in tono affabile, così, per
fare due convenevoli con uno dei personaggi più illustri
d'Irlanda.
«Non
credo proprio, signor Presidente. Mi sono dimesso dalla carica di
direttore giusto un paio di ore fa» rispose Eoin con
un'espressione indecifrabile sul volto.
McPride
rimase spiazzato. O comunque interpretò bene la parte di una
persona rimasta spiazzata.
A
Edmund sembrava così
falso.
«Come
sarebbe? Ora che tutto si è sistemato e i colpevoli sono stati
arrestati?»
«Appunto,
non avevo alcuna intenzione di cedere a degli squallidi ricatti, ma
non voglio nemmeno che la mia famiglia sia messa nuovamente in
pericolo» rispose Eoin con sicurezza, senza abbassare lo
sguardo. «E poi ho un vecchio sogno da realizzare»
concluse, lanciando un'occhiata d'intesa a Laughlin.
Edmund
e Mairead osservarono il loro amico perplessi, senza capire a che si
riferisse il signor Maleficium.
Ma
prima che qualcuno potesse commentare quella frase sibillina,
sopraggiunse il professor Captatio. «Signor Presidente»
salutò cortesemente Captatio.
Quei
due uomini messi uno a fianco dell'altro erano veramente ridicoli:
uno autoritario e sicuro di sé, alto, con lo sguardo deciso e
la mascella contratta, l'altro che gli arrivava sì e no alla
spalla, con un sorrisetto gioviale e un ridicolo cappello a punta.
Eppure erano i due uomini più potenti d'Irlanda.
«Preside
Captatio» rispose McPride, sempre con quel suo tono
irrimediabilmente affabile.
E
assolutamente falso, a parere di Edmund.
«Il
suo contributo è stato fondamentale per la risoluzione di
tutta la faccenda. La ringrazio a nome della Repubblica Magica
d'Irlanda. Sono anche sicuro che si potranno eliminare tutte le
accuse a suo carico: certamente non c'è preside migliore di
lei, per questa scuola» disse McPride, in tono pomposo.
«Bazzecole,
semplice come mangiare dei finocchi fritti» rispose Captatio lo
stesso fare altezzoso di McPride, che rimase spiazzato da quella
risposta assurda detta in tono epico.
Edmund
ridacchiò sotto i baffi, convinto che Captatio l'avesse fatto
apposta per prendersi gioco di McPride.
«Comunque
non è tutto merito mio» continuò il Preside,
sempre con fare pomposo. «Mi permetta di presentarle gli
artefici della vittoria».
Con
quelle parole, indicò Edmund, Mairead e Laughlin.
I
tre ragazzini, colti di sorpresa per quel coinvolgimento improvviso,
sorrisero a disagio.
«Sono
tre studenti molto brillanti e senza il loro contributo, O'Costal non
sarebbe stato catturato» disse ancora Captatio.
McPride
si avvicinò loro. Uno squalo che si avvicina alla preda.
«E
così abbiamo tre giovani eroi» disse McPride,
osservandoli uno ad uno, con un sorriso.
Era
affabile, ma Edmund sentì un brivido percorrergli la schiena.
«Credo
che meritiate un Encomio della Repubblica, con una cerimonia
ufficiale nel Palazzo del Ministero» esclamò il
presidente.
Mairead
e Laughlin si scambiarono un'occhiata estasiati: caspita, un Encomio
della Repubblica! Edmund continuò a scrutare McPride con
sguardo ostile.
Proprio
in quel momento il presidente si voltò verso di lui. I due si
fissarono negli occhi.
Era
una dichiarazione di guerra.
Un
leggero sorriso beffardo increspò le labbra di Adolfus
McPride.
«Giovane
Burke».
«Signor
Presidente».
«Lo
sapevo che ci saremmo rivisti».
Ecco
qui, il capitolo conclusivo di questo secondo racconto! La settimana
prossima pubblicherò l'epilogo e poi dovremmo salutarci per un
mesetto, temo. Spero comunque che i chiarimenti di questo capitolo vi
siano piaciuti. Alla fine dell'epilogo, grazie all'aiuto di Julia
Weasley (che non finirò mai di ringraziare), ci sarà
anche una sorpresa!
A
presto!
@
quigon89: la divisa blu è quella degli auror irlandesi: visto
che sono una specie di corpo di polizia, mi sembrava giusto che
avessero una divisa. In particolare consiste in gonna o pantaloncini
al ginocchio neri, maglietta nera, stivali neri e mantello blu con
l'arpa celtica sul petto, a sinistra. Be', una novità c'era,
anche se non so se era proprio quella che speravi: Eoin si è
dimesso, ma che lavoro andrà a fare? Eheheh... lo saprai
nell'epilogo! A presto!
@
Julia Weasley: ecco la mia fata madrina! XD Sono contenta che la
trama si capisca bene, avevo paura che fosse poco chiara. Spero che
con le ultime rivelazioni di questo capitolo, il quadro generale sia
anche più chiaro! L'entrata di Edmund è stata meditata
a lungo, ma penso che alla fine il risultato sia molto ganzo e
proprio nel suo stile! A presto!
@
darllenwr: Sir Percevall è un cavaliere di altri tempi, quindi
mi sembrava giusto che fosse rimasto legato ai suoi ideali di nobiltà
e cortesia anche post-mortem. Sì, il fatto che Captatio e
Edmund si siano incontrati, è stata una fortuna per entrambi:
il preside ha trovato un ottimo allievo su cui fare affidamento, e il
ragazzo una figura di mentore che lo aiutasse nelle difficoltà
del suo essere orfano eppure geniale.
Quanto
alle tue domande:
a-
la bandiera dell'Irlanda magica è verde, con due bacchette
incrociate e davanti l'arpa celtica. Per lungo tempo si è
anche meditato di mettere, al posto dell'arpa, la croce celtica, che
era il simbolo di quel gruppo di combattenti, l'EIF appunto, che
erano stati artefici della liberazione, ma per fortuna alla fine si è
optato per un segno che fosse più “neutro”, visto
che già allora l'EIF aveva fatto parecchio uso della violenza
per ottenere le proprie rivendicazioni, mentre lo stato che stava per
nascere era improntato ad ideali di pace e fratellanza. Quindi l'arpa
celtica è il segno del Governo, insieme ovviamente al
trifoglio che è il simbolo tradizionale dell'isola.
b-
all'epoca delle lotte per l'indipendenza, l'EIF non si risparmiava
dal provocare disordini e violenza anche in Gran Bretagna, ma una
volta liberati dal morbo inglese, i difensori del sangue puro celtico
si sono arroccati nella linea difensiva, cercando di scacciare
dall'isola chiunque avesse contatti con il mondo inglese. Per loro
sarebbe motivo di disonore anche solo poggiare piede in Inghilterra,
figuriamoci andare là a combattere! Meno contatti hanno con
quell'isola, meglio è. Nell'epilogo si parlerà anche
del periodo in cui Voldemort era al potere e di come si è
reagito in Irlanda. Grazie mille per le tue domande sempre così
stuzzicanti! Alla prossima!
EDIT:
continua l'opera di risistemazione dei dialoghi!
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