Capitolo 1
Eccovi il primo capitolo, l'altro era solo una piccola introduzione. Spero che questo vi soddisfi un po' di più!
Grazie a Piccola Letty e ayoko_86 per i commenti!
Capitolo 1
Non parlo alle mie amiche di quello che mi è successo, ne
tanto meno a Charlie e Danny. Quello che mi è accaduto mi ha sconvolto, però
non riesco a farne parola con nessuno; innanzi tutto perché non mi
crederebbero, come potevano? E poi io per prima mi sento sporca, perché sono
stata io a dare fiducia a quelle mani. Cerco di non pensarci, ed è anche facile
durante il giorno, presa dalle faccende della scuola, ma non voglio immaginare
cosa succederà stanotte, quando sarò di nuovo sola con i miei sogni.
Sono a pranzo, seduta tra i miei amici impegnati a
commentare le ultime prodezze di Danny nell’ora di ginnastica, che come al
solito tenta di minimizzare. Bravo nello studio e nello sport, schivo e gentile,
Danny Miller è un ragazzo d’oro e per un po’ ho creduto di essermi presa
una cotta per lui. Ma so bene che il suo cuore batte per un’altra, anche se è
troppo timido per dimostrarlo.
Il pranzo è praticamente finito quando il preside prende
la parola. E’ David Prescott, il nonno dei gemelli, la loro famiglia ha
fondato la scuola.
“Carissimi ragazzi, sono qui per fare un annuncio,”
Parla con la sua bella voce profonda, “come voi tutti sapete, all’inizio
dell’anno la signora Fitch, la nostra bibliotecaria, è andata in pensione.”
Il discorso non interessa molto; a parte noi Topi sono
pochi quelli che frequentano la biblioteca e ancora meno quelli che si erano
affezionati a Carol Fitch. Nella sala è nato un sottile brusio, segno chiaro di
indifferenza verso le parole del preside. L’uomo si schiarisce la gola per
riprendere l’attenzione.
“Finalmente il ruolo è stato nuovamente assegnato.”
Anche questa affermazione cade nell’indifferenza quasi
totale, ma noi drizziamo le orecchie. Da quando la signora Fitch se n’è
andata la biblioteca è diventata il nostro regno, ora dovremo stare attenti
anche solo per entrare nel Pensatoio.
“Signor LeFaye, se è così gentile da farsi avanti…”
Prescott si era rivolto a qualcuno alla sua destra,
qualcuno che, stranamente, non era stato notato da nessuno. Stranamente, perché
quando lo vedo il cuore mi si ferma. Non è il vecchio signore dall’aria
inglese che tutti si aspettavano. E’ LUI, esattamente come lo ricordavo.
Alto e magro, i capelli biondissimi raccolti in una coda da
cui sfuggivano alcune ciocche che andavano a incorniciargli il viso. Un viso
sottile, dai lineamenti affilati ma innegabilmente affascinanti. Sono sicura che
quello che ha lasciato tutti a bocca aperta sono stati i suoi occhi: uno azzurro
e l’altro verde, risaltati dalle sue particolarissime sopracciglia. Sono
magnetici e mi devo sforzare per non fissarli.
Sorride, in modo così naturalmente seducente che non poche
ragazze si lasciano sfuggire sospiri estasiati.
“Jareth LeFaye, al vostro servizio.” La sua voce, bassa
e leggermente roca, è il colpo di grazia.
La metà della popolazione della Prescott si innamora
seduta stante dell’uomo, la controparte maschile la odia con tutto se stesso.
“Sarah! Hai visto che fico!” Natalie mi pianta
praticamente le unghie nel braccio per l’eccitazione.
Ma io non reagisco, rimango a fissarlo con gli occhi
enormi, tremando impercettibilmente. Lui, che avevo sconfitto, che credevo di
aver bandito per sempre dalla mia vita; lui, Jareth, il Re dei Goblin, colui che
mi ha terrorizzata, ammaliata, ingannata…colui che mi ha dichiarato il suo
amore, è tornato.
Si risiede e la sala esplode in chiacchiere. Il Re dei
Goblin si gira a guardarmi, in mezzo a tutti mi ha individuata e ora mi fissa
negli occhi. Entrambi siamo incapaci di distogliere lo sguardo. Jareth non
sorride più, mi guarda intensamente e io faccio altrettanto, dimentica di ciò
che mi circonda.
“Sarah! Sarah!” Natalie mi tira per un braccio,
preoccupata.
Io la sento ma non reagisco, solo quando Amy si unisce alla
chiamata riesco a riscuotermi.
“Ehi! Che ti è successo!” mi chiede Charlie.
Mi passo la mano davanti agli occhi per schiarirmi le idee.
Gli altri continuano a fissarmi, sembrano preoccupati. Dovevo avere
un’espressione terribile.
“B-beh, che vi devo dire, il nuovo bibliotecario mi ha
colpito. E non mi sembra di essere stata la sola.” Sorrido e mi schernisco,
cercando di minimizzare.
Amy mi guarda. Conosco quello sguardo, ha notato qualcosa;
forse che non ero solo io che lo fissavo, ma che anche Jareth non riusciva a
smettere di guardarmi. Ma la conosco, non mi metterebbe mai in difficoltà
davanti agli altri, e infatti sta zitta.
Per fortuna il pranzo è finito, i professori si ritirano e
anche noi siamo liberi di andare. I miei amici non sono del tutto convinti della
mia scusa, ma non mi dicono nulla e così ci dividiamo per tornare nelle nostre
rispettive classi come nulla fosse successo.
******
Le lezioni del pomeriggio sono una tortura. Tento di
concentrarmi sulle spiegazioni, di pensare ad altro, ma è tutto inutile. Tutta
la scuola non fa che parlare di lui.
Dal canto mio, è da quando sono
tornata dal Labirinto che non ho mai potuto smettere di pensare a lui. La sua
presenza è una costante nella mia vita. Per quanto mi sforzi il suo volto mi
tormenta, la sua voce risuona nelle mie orecchie nei momenti più impensati,
alle volte schernitrice, altre incredibilmente triste.
E poi ci sono i sogni, lo posso
negare quanto voglio ma li attendo con ansia, e in quei momenti il cuore mi
batte così forte…non ho mai provato nulla di simile, mai, per nessun altro.
Nessuno potrà mai essere paragonato a lui. Lui è la mia ossessione e il mio
tormento, il mio sogno e il mio desiderio. E ora che finalmente è qui in carne
ed ossa, forse riuscirò finalmente ad affrontarlo e superarlo. Ma sarà mia
possibile che io riesca a dimenticare il Labirinto? E soprattutto, è questo
quello che voglio?
Raggiungo la biblioteca ed apro
la porta, ad accogliermi non c’è il solito confortante silenzio a cui sono
abituata. La sala, in genere semivuota, pullula di un nutrito gruppo di ragazze.
A capo del gruppetto ci sono
loro, le Splendide: Angelica DeWelde e Caroline Beatty, due deliziose creature
tutte sorrisini e mossette. Capelli perfetti, occhi luminosi, sono le ragazze più
belle e ammirate della scuola, e loro lo sanno. Ma non sono delle ochette, sono
spietate quando vogliono una cosa, e adesso la loro preda è Jareth. Misterioso
e affascinante, è una novità per loro rispetto ai ragazzi della Prescott. Sono
tutte affollate intorno alla sua scrivania, stazionano nel mio regno.
Da una parte sono infastidita,
molto infastidita, dalla loro presenza; dall’altra mi fanno un po’ pena. Se
solo le loro graziose testoline sapessero quanto poteva essere oscuro colui che
avevano davanti, sarebbero fuggite urlando.
Me ne sto in disparte, mi guardo
intorno cercando un modo per raggiungere il Pensatoio senza essere notata.
Scorgo gli altri, che se ne stanno seduti a un tavolo accigliati; anche a loro
non va a genio la nuova situazione.
Mi avvicino a loro rasentando il
muro e sperando che lui non mi noti, o meglio, che non voglia avvicinarmi
davanti a tutti. Perché sono sicura che ha avvertito la mia presenza dal primo
momento che ho messo piede nella stanza, così come io ho avvertito la sua.
“Signorina Williams,” una
voce fin troppo nota, profonda e suadente, mi chiama.
Mi giro a fronteggiarlo, con il
volto più indifferente possibile, e lo guardo in faccia. Non posso fare a meno
di trattenere il fiato quando incontro i suoi occhi.
“Si, signor LeFaye,” dico.
Le altre ragazze mi lanciano
sguardi di fuoco.
Lui sogghigna.
“La signora Fitch mi ha
parlato di lei, devo ringraziarla per il lavoro che ha fatto qui, caldamente.”
Sottolinea l’ultima parola con
uno scintillio beffardo negli occhi.
“Non ero sola,” la voce mi
tradisce, e io mi insulto mentalmente per questo. Non voglio dimostrarmi debole
di fronte a lui, dopotutto sono stata io a batterlo. E allora perché devo
sforzarmi per non tremare? E sento
come se mi si sciogliessero le ossa quando il suo sguardo si posa su di me?
“Mi dica Sarah, qual è il suo
libro preferito?”
Colpo basso, mi sorride
obliquamente.
“Oh,
signor LeFaye. Ci dica lei quale libro preferisce!” Angelica lo afferra
per la manica, e lui si volta a sorridere alla ragazza bionda.
Approfitto della sua distrazione
e mi allontano rapidamente per raggiungere il tavolo in fondo alla sala dove
sono seduti i miei amici. Sento il volto in fiamme, mi siedo e vedo le loro
facce stranite.
“Sarah, tu non ce la conti
giusta,” esordisce Natalie.
“Già, già,” il fratello le
da manforte, “mi sa che quel tipo tu già lo conosci!”
Hanno un tono allusivo e mi
guardano fisso: i Re del Pettegolezzo sono tornati. Deglutisco a vuoto, non so
che rispondergli. Come posso dire ai miei amici che prima di entrare alla
Prescott ho desiderato che il mio fratellino fosse portato via dai Goblin, che
per riscattarlo ho sfidato il loro Re e lo battuto, e che ora il suddetto Re si
trova davanti a noi?
Senza dimenticare il fatto che
Jareth mi ha dichiarato il suo amore.
I gemelli si accorgono subito
che c’è qualcosa che non va Sto zitta e non rispondo alle loro provocazioni,
allora si fermano.
“Sarah…” Natalie mi tocca
la spalla, “Sarah, scusaci, noi stavamo solo scherzando,” mi dice
dispiaciuta.
Faccio un respiro profondo, per
prendere coraggio, e dico:
“Non ti preoccupare Nat. Avete
ragione, io conosco Jareth, da prima che venissi alla Prescott, ma preferisco
parlarne in un luogo più tranquillo, va bene?”
“Sarah, non sei obbligata a
dirci nulla se non vuoi.” Come al solito Amy si preoccupa.
“No, è meglio che vi dica ciò
che mi è successo, non so se mi crederete, ma ora che lui è qui non posso
tenermi tutto dentro.”
Cavolo! Forse sono stata un
po’ troppo teatrale, i miei amici sono decisamente impensieriti e lanciano
sguardi torvi in direzione di Jareth, soprattutto i ragazzi. Devo assolutamente
chiarire la situazione, altrimenti chissà cosa penserebbero.
******
Finalmente riusciamo ad entrare nel Pensatoio senza farci
notare; mi siedo sul divano; ora è venuto il momento di narrare loro la mia
avventura sovrannaturale.
“Innanzi tutto devo chiarire
una cosa che sono sicura voi state già immaginando: io NON ho avuto una
relazione con Jareth.”
Arrossiscono, allora avevo visto
giusto.
“La situazione è molto più
complicata di così, e può sembrare assurda. Spero solo che voi mi crediate.”
“E’ iniziato tutto con un
libro, questo libro.” Lo tiro fuori dalla borsa.
“Il Labirinto” legge Natalie
sulla copertina.
A prima vista sembra un libro
come tanti, giusto un po’ vecchio, come quelli che si trovano nella
biblioteca.
“Posso vederlo?” la mia
amica allunga una mano per prenderlo.
“NO!” esclamo, forse con un
po’ troppa foga, e Nat ritira il braccio mortificata.
Mi mordo il labbro, “Mi
dispiace Nat. Non volevo essere scortese, ma è meglio che non lo apriate.
Questo libro è pericoloso.”
Mi guardano scettici, come posso
dargli torto? Ma vado avanti.
“Questo è il primo vero libro
che io abbia mai letto, non so neanche come ne sia entrata in possesso, da
quando ricordo l’ho sempre avuto. Col tempo l’ho imparato praticamente a
memoria, e ho anche iniziato a recitarlo.”
“Di che parla il libro?”
chiede Charlie.
“E’ la storia di una
ragazzina che una sera, stanca di accudire il fratellino, chiede che i Goblin lo
portino via.”
Mi preparo a raccontare la parte
peggiore.
“Come sapete Toby è il mio
fratellastro; mio padre si è risposato dopo che mia madre ci ha abbandonati. A
quel tempo odiavo mio padre, ma soprattutto Karen, perché per me era il segno
che le cose non sarebbero tornate mai più come prima. Ero davvero tremenda,
questo non si può negare,” faccio una smorfia, non sono molto orgogliosa di
come mi ero comportata, “una sera mi lasciarono Toby perché dovevano andare a
cena. Quella sera ero infuriata con il mondo, volevo solo scappare, e così me
la presi con Toby. Non aveva neanche un anno e quella sera non la voleva
smettere di piangere, per quanto io cercassi di calmarlo. E così allora lo
feci.”
Mi fermo e tutti mi fissano
senza capire.
“Pronunciai le parole,
desiderai che fosse portato via. E cos’ fu. Il Re dei Goblin apparve e me lo
rapì.”
L’incredulità negli occhi dei
miei amici è palese, sarebbero già scoppiati a ridere se non fossero persone
educate.
“E questo Re dei Goblin
sarebbe il signor LeFaye?” chiede Amy incerta.
“Jareth e basta, lo preferisco” emergo dall’ombra
in tutto il mio splendore. Sarah sbianca, non si era accorta che il avevo
seguiti e avevo assistito a tutto il suo racconto.
Ora la guardo negli occhi,
beffardo, e lascio che i mortali mi osservino. Ho abbandonato i panni del
bibliotecario e indosso i miei abiti regali, la cappa nera dal collare alto che
avevo quando Sarah mi vide per la prima volta. Adoro le espressioni che vedo sui
loro volti: stupore, incredulità e paura. Tremate sciocchi, il Re dei Goblin è
davanti a voi.
Sogghigno.
“Mia cara, sarebbe meglio
che tu spiegassi come stanno realmente le cose. Io non rapii tuo fratello. Tu
l’hai ordinato, io l’ho fatto.”
Da pallido che era il suo
volto arrosisce rapidamente. Ma non abbassa lo sguardo, non balbetta, la mia
Sarah indurisce gli occhi è ribatte.
“Si, ma poi ti ho sfidato,
e ti ho battuto,” i suoi occhi sono crudeli ora, “ho risolto il tuo
Labirinto.”
Non ha più paura di me, non
è più la ragazzina che ha sconvolto il mio mondo senza neanche rendersene
conto. Rabbrividisco, lo sento arrivare, il dolore risale lungo le mie vene, il
mio cuore manca un battito, il mio sangue si ferma. Aspetto che passi senza
cambiare espressione.
“Vedo che i tuoi amici non
credono alle tue parole,” dico per cambiare discorso, “ma forse posso
aiutarti in questo.”
Non so perché lo sto
facendo, non so perché rivelo a dei comuni mortali la verità sul Mondo di
Sotto*; forse perché so che questo la metterà in difficoltà di fronte ai suoi
amici, o forse perché voglio solo che le credano.
Mi avvicino al tavolino basso
di fronte al divano, spero non noti che trattengo il respiro quando la sfioro.
Creo un cristallo, tocco la sua liscia superficie e quello si illumina
accecante. Quando riescono di nuovo ad aprire gli occhi siamo sulla collina che
domina il Labirinto, la stessa da cui Sarah aveva iniziato il suo viaggio. Li
sento trattenere il fiato e sogghigno, in realtà è solo un illusione, siamo
ancora nel Mondo di Sopra.
Do loro modo di ammirare il
mio Reame in tutto il suo splendore e poi, con un rapido gesto della mano,
faccio tornare tutto come prima. Il mio sorriso si allarga, i mortali sono
ammutoliti, ma uno ha il coraggio di dire la sua.
“Signor Jareth, cosa vuole
da Sarah?” un ragazzo bruno mi parla fissandomi in volto.
Davvero notevole da parte
sua, ma anche incredibilmente sciocco. E’ fortunato però, ora non ho tempo di
occuparmi della sua insolenza. Sorrido.
“Beh, questo dovete
chiederlo a Sarah, è lei che mi ha richiamato.”
Rivolgo il mio sguardo verso
di lei, mi abbasso fino a guardarla
negli occhi, tanto vicino che posso sentire la tortura del suo respiro sulla mia
pelle.
“Ogni tuo desiderio è
un’ordine per me, questo non è cambiato Sarah. E tu sai perché…”
Lascio in sospeso la frase e
recito il brano del libro.
“Ma ciò che nessuno sapeva
era che il Re dei Goblin era innamorato di lei…”
Mi inchino beffardamente e
scompaio, non posso più resistere così vicino a lei.
Il pulviscolo dorato che ha lasciato Jareth aleggia
nell’aria e io sento ancora il suo respiro su di me. Il cuore mi rimbomba
nelle orecchie, l’ha detto, l’ha detto di nuovo. Il mio volto è in fiamme,
mi stava prendendo in giro oppure…scuoto la testa, perché devo essere io
quella imbarazzata? Non sono io quella che ha dichiarato i suoi sentimenti
davanti a tutti.
“E così hai non hai avuto una
relazione con lui?” Natalie chiede allusiva, è passata sopra tutta la
faccenda del sovrannaturale ed è andata subito al sodo.
“No! Assolutamente! Non avrei
mai potuto innamorarmi…”
“Di un uomo alto, bello e
affascinante che ha dichiarato che ogni tuo desiderio è un’ordine?”
“Di un Fae** che voleva
trasformare mio fratello in Goblin! Di un arrogante, meschino…”
“Tsk, tsk. Chi vuoi prendere
in giro? Abbiamo visto tutti lo sguardo che avevi, e
poi lui è venuto qui per te.”
“Già, anche se non ho ancora
capito il motivo…” si chiede Charlie perplesso.
Per fortuna interviene Danny a
calmare i gemelli. Meno male che lui ed Amy sono più riservati, quattro
Prescott come amici mi avrebbero fatto diventare matta! Ma comunque devo dar
loro una spiegazione –un’altra- visto che sono coinvolti. Faccio un respiro
profondo.
“Stanotte sono stata
aggredita!
I ragazzi, che ancora stavano
battibeccando, ammutoliscono.
“Oh mio Dio! Sarah stai
bene!”
“Come ha fatto ad entrare in
camera tua!”
“E’ qualcuno della
scuola?”
Una ridda di domande mi
tempesta.
“Calma ragazzi, è stato solo
un incubo. Un sogno terribile. So che per voi sembra strano ma io so che non è
stato un semplice sogno, perché quello che mi ha aggredito era un Fae.”
Faccio una pausa per osservarli,
ma ora non dubitano più delle mie parole.
“Devo aver richiamato Jareth
senza nemmeno rendermene conto. Ho pronunciato il suo nome e lui ha avuto di
nuovo l’opportunità di rientrare nella mia vita.”
“E se fosse stato proprio lui
ad aggredirti?” Danny è sospettoso, non si fida.
“No!” esclamo, “Jareth non
farebbe mai una cosa del genere, non era lui in quel sogno!”
Sulla faccia di Natalie si
allarga un sorriso, “ma io non ho avuto una relazione con lui,” cantilena.
Sospiro, mi sa che dovrò
sopportarla finchè Jareth sarà alla Prescott. Già, ma per quanto tempo
sarebbe rimasto? Quali sono le sue intenzioni? Vuole riportarmi nel Labirinto?
Vuole vendicarsi di me? Oppure vuole solamente…aiutarmi?
*Mondo di Sotto: in
originale Underground, è il mondo in cui si trova il Labirinto di Jareth. Come
viene detto nella canzone della colonna sonora del film cantata dal mitico David
Bowie, che si chiama appunto Underground.
** Fae: dato che il film
si basa a grandi linee sulla mitologia celtica (i goblin, i bambini portati via
dai folletti…) ho supposto che Jareth fosse un Fae, cioè un essere fatato per
i celti.
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