Questo che andrete a leggere è il sesto libro di Harry Potter, rigorosamente
inventato, senza spoiler sul sesto libro e tutti naturalmente fino al quinto
libro.
I personaggi naturalmente sono della Rowling, che ringrazio per aver
stimolato la mia fantasia.
Ho cercato di scrivere i capitoli lunghi, perchè non mi piacciono le storie
piccole, poi in stile Rowling e con una buona punteggiatura, cercando anche di
non essere sgrammaticato.
Buona lettura e spero che recensiate!!!
Attacco a sorpresa 1° capitolo
Nella casa di Privet Drive 4 regnava la tranquillità.
Il signor Vernon Dursley e la moglie Petunia erano seduti sul divano a
guardare il telegiornale della sera.
Vernon Dursley era un omone con baffi che dirigeva una industria di
trapani.
La moglie invece era una donna ossuta con un collo più lungo del normale che
usava per spiare i vicini.
Avevano un figlio di nome Dudley che ogni anno assomigliava sempre di più a
una mongolfiera.
I signori Dursley odiavano ogni cosa che si potesse definire "strana",
odiavano le fantasie e cercavano in tutti i modi di dimostrare di essere una
famiglia normale.
Ma purtroppo i Dursley non erano una famiglia normale, certo, non perché lo
volessero.
Infatti in casa loro abitava Harry Potter, che per loro non era altro che un
ragazzino strano e anormale che hanno sempre odiato, ma Harry Potter invece era
famoso.
Harry era un mago, quando era un neonato Voldemort, il mago più
potente e più malvagio che esisteva, aveva ucciso i suoi genitori.
Poi aveva tentato di uccidere Harry, ma non ci riuscì e svanì insieme ai suoi
poteri.
Harry poi se lo era ritrovato al primo anno di Hogwarts, la scuola di magia
che frequentava, per impossessarsi della Pietra Filosofale.
Ma Harry glielo impedì, come gli impedì al secondo anno di uccidere tutti i
Mezzosangue(maghi provenienti da famiglie Babbane) con un Basilisco.
Al quarto anno Voldemort risorse ma Harry gli sfuggì di nuovo, poi al quinto
anno uscì allo scoperto e finalmente la gente, che non voleva credere al suo
ritorno, si convinse.
Harry stava camminando per la strada quando si fermò appena in tempo per non
sbattere contro un palo.
Stava pensando a Sirius ed era talmente frustato che non si accorgeva nemmeno
di dove andava.
La scuola era finita da pochi giorni e Harry ricordava ancora perfettamente
quel momento in cui Bellatrix Lestrange uccideva con un incantesimo Sirius.
Harry si sentiva ancora peggio sapendo che poi Bellatrix era pure riuscita a
fuggire insieme a Voldemort.
Ma a tormentare Harry non era questo, ma il fatto che Sirius era morto
unicamente per colpa sua, perché era caduto come uno sciocco nel tranello di
Voldemort.
Ora era tornato nella casa dei Dursley che odiava immensamente, anche se
sapeva che là sarebbe stato più al sicuro.
Ma non poteva sentirsi che malissimo pensando a quando Sirius gli aveva
chiesto di andare a vivere da lui, ma ora era inutile…
Camminando con tutti questi pensieri arrivò in Privet Drive, era ora di cena
ed era meglio non tardare.
Non che avesse più paura dei Dursley, da quando Moody li aveva minacciati di
fargliela pagare se facevano qualcosa a Harry, loro non osavano più nemmeno
criticarlo per i capelli sempre in disordine.
In più ora poteva fare i compiti per la scuola senza nascondere i libri e
questo fu un nettissimo miglioramento.
Arrivato davanti alla porta del numero 4 stava per suonare il campanello
quando si fermò .
Nella casa accanto, che era stata sempre abitata da una bella famigliola
spiata continuamente da Zia Petunia, c’era un uomo che portava dentro degli
scatoloni.
Evidentemente la vecchia famiglia se ne era andata e il nuovo vicino stava
sistemando le sue cose.
Harry si avvicinò per dargli il benvenuto ma si fermò vedendo che da uno
scatolone aperto si intravedevano delle vesti strane, di colori diversi come
verde smeraldo o rossi, erano proprio il genere di vestiti che portavano i
maghi.
Nella mente balenò immediatamente l’idea che quello fosse un mago che doveva
proteggerlo per conto di Silente.
Proprio come faceva la signora Figg.
Ora che Harry sapeva che la signora era una strega andava molto spesso da lei
e si divertiva molto visto che gli faceva fare quello che voleva.
Comunque Harry pensò che quelle potevano essere vesti di altro genere e così
avanzò verso il signore.
Era abbastanza alto e magro, non aveva ne barba ne baffi, ma capelli neri che
arrivavano fino alle spalle.
Quando l’uomo guardò Harry quest’ultimo si accorse che l’estraneo aveva occhi
marroni e sulla guancia sinistra portava una brutta cicatrice abbastanza
lunga. < Salve! > disse Harry con un sorriso.
L’uomo lo squadrò per alcuni secondi con uno strano sguardo, come se
conoscesse già Harry,
< Ciao! Tu chi sei? > disse poi.
< Mi chiamo Harry Potter, signore, abito qui accanto al numero 4! >,
rispose Harry, < Sono venuto a darle il benvenuto e un consiglio, stia
lontano dai miei zii, i Dursley, sono terribili! >.
< Harry…Harry Potter? >, disse poi l’uomo balbettando, < Ah, si, io
sono Ken Liverbrune, ti ringrazio per il consiglio >, continuò poi
riprendendosi.
< Non è che per caso mi conosce, vero? > chiese Harry incuriosito da
quell’atteggiamento.
< Io?No!Perchè, sei forse famoso? > rispose con un sorriso l’uomo che
però non riuscì a nascondere l’imbarazzo.
< No, no!Lasci perdere! >, disse Harry lasciando perdere i sospetti,
< Allora io vado, ci vediamo! > e si allontanò.
< Si, ci vediamo! > disse l’uomo con tono calmo.
Harry rientrò a casa e cenò, i Dursley erano stranamente silenziosi e agitati
a tavola e spesso Zia Petunia si alzava e andava alla finestra.
< Che succede? > chiese Harry a Zio Vernon incuriosito da
quell’atteggiamento.
< Niente che ti interessi! > sbottò Zio Vernon.
< Ah, ho capito, è per il nuovo vicino eh? > disse sorridendo
Harry.
< Allora avevo ragione! > esclamò Zio Vernon alzandosi di scatto
agitato.
< Avevi ragione in cosa? > chiese Harry.
< Quello è amico tuo, vero?L’hai convinto tu a trasferirsi qui, per avere
compagnia! > urlò Zio Vernon.
< Ma che cosa… >
< Ti ho detto che non voglio avere niente a che fare con quelli come te!
> sbraitò Zio Vernon, < Non li voglio qua in giro! >.
< Allora! > disse Harry alzandosi infuriato, < Mi vuoi spiegare di
che diamine stai parlando? >.
< Fai il finto tonto?E va bene, voglio stare al gioco!Dieci minuti fa ha
suonato quell’uomo alla porta e quando ho aperto mi ha chiesto se abitava qui
Harry Potter e quando io gli ho detto di andarsene perché non voglio
avere niente a che fare con quelli come lui sai che ha fatto?Ha mosso la mano e
io ho fatto un volo all’indietro di tre metri e quando mi sono alzato l’uomo era
sparito! > disse Zio Vernon colmo di rabbia.
Harry rifletté in fretta, se quell’uomo lo cercava era chiaramente un mago,
ma allora perché aveva detto di non conoscerlo quando glielo aveva chiesto?
C’erano due possibilità, o quello era un mago che doveva proteggerlo o era un
Mangiamorte.
Purtroppo la seconda ipotesi era più verosimile, visto che Harry ormai sapeva
tutto sulla profezia e non c’era niente da nascondergli ancora, Silente glielo
avrebbe detto se quell’uomo era uno dell’Ordine della Fenice.
Ma se invece era un Mangiamorte?
< Zio Vernon > disse poi, < Non fare entrare nessuno per favore,
chiaro? >.
Poi corse in camera e si diresse verso la gabbia di Edvige, prese un pezzo di
pergamena e scrisse:
Caro signor Weasley,
mi serve il suo aiuto.
Si è trasferito nella casa accanto a me un uomo che mentre io non c’ero ha
chiesto a mio zio di me.
Quando mio zio non gli ha voluto rispondere, quello gli ha fatto un
incantesimo e l’ha fatto volare di tre metri.
Sono preoccupato, mi può dire se per caso è un membro dell’Ordine?
Se non lo è potrebbe essere un Mangiamorte!
Aspetto impaziente la sua risposta.
Grazie.
Harry
Arrotolò in fretta la pergamena, la legò alla zampa di Edvige e le disse:
< Edvige, vai e consegna questa lettera al signor Weasley il più in fretta
possibile!Devi essere un fulmine, va bene? >.
Edvige beccò piano il dito di Harry in segno che aveva capito e uscì dalla
gabbia, poi si alzò in volo e uscì dalla finestra a tutta velocità.
Harry poi si girò verso il letto e si andò a distendere, ma poi pensò che se
quello era veramente un Mangiamorte allora sarebbe dovuto scappare forse, così
si alzò per andare a fare il baule.
Stava per raccogliere i libri che erano sul pavimento che sentì un fruscio di
ali dietro di lui e un tonfo.
Si girò e vide che Edvige era tornata ed era caduta a terra.
Corse subito verso di lei, la alzò e la portò verso la gabbia.
< Cosa ti è successo Edvige?Non puoi aver già consegnato la lettera! >
disse Harry posando la civetta dentro la gabbia, ma poi si accorse che aveva
tutte le ali arruffate, come se qualcuno l’avesse stretta, e poi aveva una
piccola ferita sotto l’ala destra.
La lettera che era legata alla zampa invece era sparita.
< Edvige, qualcuno ti ha attaccato e ti ha preso la lettera? >, chiese
piano Harry accarezzando la civetta.
Edvige gli beccò piano il dito in segno di assenso.
Era chiaro ormai per Harry che quell’uomo nascondesse qualcosa, chi altri
poteva aver intercettato Edvige e preso la lettera?
Poteva fare solo una cosa, andare da un membro dell’Ordine della Fenice, in
quel caso la signora Figg.
Prese la bacchetta, uscì dalla stanza e si precipitò verso l’ingresso,
spalancò la porta e uscì in giardino.
Guardò la casa dell’uomo misterioso e non notò nessuno.
Così prese a correre veloce e ignorò le grida di Zio Vernon.
La signora Figg abitava poco lontano dalla casa di Harry, così ci arrivò in
pochi minuti.
Arrivato di fronte alla casa della signora corse verso la porta e suonò
parecchie volte, ma nessuno aprì.
Continuò a suonare senza però ricevere risposta.
< Signora Figg, sono io, Harry Potter!Ho bisogno di lei! > gridò poi
bussando forte alla porta.
In casa non era accesa nemmeno una luce, così Harry pensò che forse stava
dormendo.
Così corse per il giardino fino a quando trovò delle pietre, andò ad
appostarsi sotto la finestra della camera da letto della signora Figg e le tirò
verso la finestra.
Harry voleva solo fare rumore per svegliare la signora, ma invece la finestra
si ruppe.
< Oh, forse ho esagerato! >, disse poi.
Ma nessuno si affacciò dalla finestra.
Dove poteva andare?Perchè la signora Figg non c’era a quell’ora?Dove poteva
essere andata?
Mentre nella sua mente Harry si faceva queste domande, senti il rumore di una
esplosione.
Ma Harry sapeva cosa era quel rumore, lo facevano i maghi quando si
Materializzavano o si Smaterializzavano.
Estrasse in fretta la bacchetta e si guardò intorno.
Poi vide spuntare per terra un ombra dall’altro lato della casa.
Qualcuno si stava avvicinando.
Levò la bacchetta pronto a lanciare uno Schiantesimo quando l’abbassò e
sorrise vedendo che l’ombra che si avvicinava era quella della signora Figg.
< Oh, Harry, cosa ci fai qui? >, chiese la signora Figg sorpresa.
< Ehm, ero venuto a cercarla perché avevo bisogno del suo aiuto! >,
disse Harry imbarazzato pensando alla finestra che aveva rotto inutilmente.
< Perché, cosa è successo? >, chiese spaventata la signora.
< Vede, si è trasferito accanto a me un uomo che secondo me è molto
sospetto! >, rispose Harry, < Mio Zio Vernon ha detto che quell’uomo mi
aveva cercato e quando lo Zio gli ha detto di andarsene quello gli ha sparato un
incantesimo!Poi ho mandato Edvige, la mia civetta, al signor Weasley ma è stata
intercettata e gli hanno rubato la lettera!Non può che essere stato quell’uomo!
>, concluse Harry.
< Tu dici? >, disse la signora Figg curiosa.
Ma Harry trovava strano quell’atteggiamento, non sembrava proprio la signora
Figg.
Così decise di tendere una trappola: < A proposito signora
Figg! > disse, < Il signor Blackbourne è entrato alla fine a far parte
dell’Ordine della Fenice? >.
< Dell’Ordine della Fenice?...Eh…No, ancora purtroppo no! > rispose
imbarazzata la signora Figg.
Harry capì che quella non era proprio la signora Figg visto che non esisteva
nessun signor Blackbourne.
Così puntò velocemente la bacchetta contro la signora e disse: <
Impedimenta! >.
L’incantesimo di Ostacolo fece volare all’indietro la signora Figg e la fece
rimanere immobile.
Harry scappò in fretta visto che l’incantesimo l’avrebbe bloccata solo per
pochi secondi.
Corse a caso perché non sapeva dove andare, se fosse tornato a casa dei
Dursley probabilmente avrebbe incontrato quell’uomo.
Poi pensò però che poteva tornare a casa per prendere il baule e con la scopa
volare fino a Grimmuald Place 12, il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice,
forse vi avrebbe trovato qualcuno.
Allora corse con tutta la forza e la velocità che aveva in corpo verso la
casa dei Dursley.
Con sua sorpresa non vide la finta signora Figg inseguirlo, visto che
l’effetto dell’incantesimo di Ostacolo era di sicuro finito.
Ma probabilmente, pensò Harry, la finta signora Figg si era Smaterializzata e
l’avrebbe trovata davanti casa.
Così estrasse la bacchetta pronto a combattere, lui non poteva ancora fare
magie visto che era minorenne, ma ora che tutti sapevano del ritorno di
Voldemort non avrebbero cercato più di sbatterlo ad Azkaban o di espellerlo da
Hogwarts.
Così arrivò davanti alla casa dei Dursley.
Non c’era nessuno, avanzò fino al giardino estremamente curato ma ad un
tratto sentì una voce gridare: < Expelliarmus! > e la bacchetta gli volò
di mano e andò a finire su un cespuglietto poco distante.
Scattò immediatamente per riprenderla ma una voce gridò: < Accio
bacchetta! > ed Harry vide la sua bacchetta volare dal cespuglietto dove si
trovava verso un cespuglio nel giardino di una casa di fronte a quella dei
Dursley.
Harry restò a guardare e con suo grande rammarico dal cespuglio uscì la
signora Figg.
< Salve Harry Potter! > disse la signora Figg.
< Chi è veramente lei? > disse furioso Harry.
Ma non ci fu bisogno di rispondere, la signora Figg si trasformò lentamente e
al posto delle vesti da donna comparse un lungo mantello nero.
Al posto della faccia della anziana signora spuntò un viso d’uomo con capelli
lunghi e biondi.
Era Lucius Malfoy.
< Malfoy!Lei si meriterebbe solo di stare ad Azkaban! > esclamò Harry
disgustato.
< Azkaban ormai è vuota!Non c’è più nessuno da quando i Dissennatori sono
all’ordine del Signore Oscuro!Sei stato bravo a capire che non ero veramente
quella vecchia rimbambita, complimenti! > disse sorridente Malfoy.
< Che cosa le hai fatto? Giuro che se l’ha uccisa… >
< Non ti preoccupare!In questo momento quella vecchia è svenuta nella sua
stanza da letto!Non riesco a capire come Silente spera di proteggerti mettendo
di guardia certe persone, ah ah!Si vede che si è rammollito! > disse
Malfoy.
< Maledetto! > disse a denti stretti Harry.
Ma in cuor suo sapeva di trovarsi nei guai e in fondo dava ragione a Malfoy,
come poteva aver fatto Silente a mettere di guardia solo la signora Figg?
< A cosa stai pensando Potter?!A come fuggire o stai lanciando maledizioni
contro Silente per la sua demenza?! > disse Malfoy divertito.
Ma in quello stesso momento la bacchetta di Malfoy volò via dalle sue mani e
andò a posarsi nella strada a otto metri di distanza, mentre quella di Harry
volò nelle mani di quest’ultimo.
Malfoy rimase sbalordito, ma dopo pochi secondi corse verso la sua
bacchetta.
Però non fece in tempo perché Harry disse: < Accio bacchetta! > e la
bacchetta di malfoy finì nella sua mano sinistra.
Malfoy si precipitò allora verso di lui ma Harry gridò puntando la bacchetta
verso di lui: < Stupeficium! >.
Lo Schiantesimo beccò in pieno petto Malfoy che fece un volo all’indietro di
tre metri.
Si mise a sedere dolorante e sbraitò: < Chi c’è?Chi è che mi ha fatto
volare via la bacchetta? > e mente gridava si guardava a destra e a
sinistra.
Harry stava pensando la stessa cosa, era chiaro che qualcuno l’aveva aiutato,
ma se era un amico perché non usciva allo scoperto ora?
Harry stava riflettendo a queste cose e quindi si distrasse, in quell’attimo
Malfoy gridò: < Ci rivedremo Potter! > e si Smaterializzò.
< Accidenti! > disse Harry furioso, < L’avevo in pugno e me lo sono
fatto scappare! >.
Poi però tornò a riflettere su colui o colei che l’aveva aiutato.
Di scatto guardò la casa del nuovo arrivato.
E se era stato quell’uomo misterioso ad aiutarlo?Ma allora perché aveva agito
di nascosto?
Poi pensò che la signora Figg era ancora svenuta nella sua stanza e così
prese a correre verso la sua casa.
Appena arrivato si diresse verso la porta e puntando la bacchetta verso di
essa disse: < Alohomora! > .
La porta si spalancò e lui corse verso le scale e salì al secondo piano.
Si diresse verso la porta della camera da letto, aprì la porta ma qualcosa lo
colpì in faccia e lo fece cadere all’indietro.
Era di nuovo Lucius Malfoy che gli aveva dato un pugno.
Poi Malfoy prese la sua bacchetta e quella di Harry dalle tasche di
quest’ultimo e indietreggiò.
Harry si copriva con le mani la faccia per il dolore, ma poi appena capì
quello che era successo si alzò e guardò in faccia
l’avversario.
< Te l’avevo detto che ci saremmo rivisti Potter! > disse divertito
Malfoy, < No so chi prima ti abbia aiutato ma stavolta non perderò tempo,
addio! >.
Levò la bacchetta pronto a lanciare la terribile maledizione Avada Kedavra,
ma in quell’istante dalla finestra che Harry aveva rotto con le pietre entrò un
fascio di luce argentea che colpì in pieno Malfoy, che andò a sbattere contro il
muro e si accasciò a terra svenuto.
Poi una voce rimbombò nella stanza: < Harry, torna dai tuoi zii, lì sarai
al sicuro!Ci penso io ad Arabella e Malfoy! >.
Ma Harry voleva vedere chi era colui che l’aveva già salvato per due
volte.
Corse verso la finestra ma quando si sporse non vide nessuno.
Così scese a pianterreno, uscì in giardino e si diresse verso casa.
Ma appena arrivò decise di andare a vedere se quell’individuo misterioso era
a casa, se non c’era era probabilmente era lui il salvatore.
Arrivò davanti alla porta e suonò il campanello.
Dopo alcuni secondi la porta si aprì e apparve l’uomo che in quel momento era
in pigiama e disse: < Sì?Ah, sei tu!Ti serve qualcosa? >.
< Ehm, no, mi scusi, volevo solo accertarmi di una cosa!Buonanotte! >
disse imbarazzato Harry.
Si congedò e si diresse verso casa.
Era nel dubbio, continuava a pensare che quell’uomo nascondesse qualcosa.
Era di sicuro un mago, ma non sembrava cattivo.
Quando suonò alla porta di casa apparve Zio Vernon tutto sudato e disse
balbettando: < Se ne andato qu…quel pa…
pazzo? >.
< Ah, hai visto che mi stava attaccando!Grazie per avermi aiutato! >
disse ironico Harry.
Poi entrò e si diresse verso la sua stanza.
Arrivato dentro si distese a letto e rifletté, cosa doveva fare?Quell’uomo
poteva essere pericoloso?
Ma era talmente stanco che mentre pensava si addormentò.
Si svegliò però due minuti dopo, la cicatrice gli bruciava terribilmente e
provò una grande collera.
Poi il dolore smise ed Harry capì, era di nuovo entrato nella mente di
Voldemort che era furioso.
Ma soprattutto stava punendo qualcuno che aveva fallito…Malfoy.
Si addormentò euforico, la persona tra quelle che odiava di più stava
soffrendo.
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