'Con
questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro,
non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa
persona, nè
offenderla in alcun modo' (Nè i Tokio, Né gli altri
citati)
Se voleva ottenere quel lavoro,con
quella grande
compagnia,doveva solo fare un piccolo servizio. Catturare la diva
isterica più
ricercata del momento e scoprire qualcosa che nessuno sapeva. Per lei,
era
stato fin troppo facile arrivare dove era, ma LA DIVA, quello
sì che era un
grosso lavoro! Era
pronta a tutto,ma non
si aspettava questa sfida per ottenere un posto fisso.
Quando era stata presa al giornale aveva
tutte le carte in regola: conoscenza base di alcune lingue,premi per la
scrittura,critica e tutto quello che serve ad una brava giornalista.
Ora però
il gioco si faceva sempre più duro. Sarebbe stata capace di
scoprire qualche
suo segreto?
Guidava
lentamente
verso casa, che condivideva con la sua migliore amica: una studentessa
di legge,fuori
di testa. Fin da piccola,in classe, era un po’
l’avvocato che parlava con i
professori,difendeva la classe quando prendeva note disciplinari ed era
rimasta
così. Ogni persona, nel Paese si confidava con lei ed era
così diplomatica da
riuscire ad evitare guerre tra fazioni, inutili. Juliet, non era
contenta di quello
che era costretta a fare la sua
amica,per ottenere quel posto. Attraverso una telefonata aveva saputo
del
grande FAVORE che avrebbe dovuto fare ma il nome della
“diva” le era stato
celato.
Parcheggiò l’A3
di suo padre e salì con l’ascensore e le
buste della spesa. Bussò al campanello tre volte, sicura che
Juliet era troppo
presa da qualche altra cosa per sentirlo la prima volta.
-Porta tu l’acqua dentro.
È naturale,la frizzante non c’era-
disse all’amica entrando con due buste nella mano destra e
un’altra in quella
sinistra. Si avvicinò alla cucina e ne appoggiò
una,il resto invece, lo posò
accanto alla dispensa.
-Cos’è? Qualche
aumento?- chiese l’amica mettendo l’acqua
nel frigo e gettando la plastica nell’apposito contenitore.
-Mi hanno dato dei soldi in
più per tutte le spese che dovrò
affrontare per andare a fare quel servizio di cui ti parlavo al
telefono- si
alzò le maniche della maglia e con un
elastico blu legò i capelli neri.
-Ah,bene. E chi è che devi
fare nero? Anzi nera?- chiese
sistemando tutte le cose al giusto posto sulle mensole e gettando le
scatole
vuote che avevano solo per dare colore.
-La DIVA- disse lei.
-Ma mi spieghi chi è??-
**
Vanille,così aveva deciso
quella pazza di sua madre di
chiamarla, si recò in ufficio più presto del
solito. Il suo direttore,un uomo
sulla quarantina, la stava aspettando con una cartellina gialla tra le
mani.
Quando entrò si illuminò,lei era brava di suo,ma
si lasciava abbindolare anche facilmente.
I suo capelli neri le scivolavano sulle spalle, le unghie rosse non
passavano
inosservate, come del resto il suo corpo e il suo carisma.
-Direttore,come mai sono stata
convocata ora?
È successo qualcosa? Di
positivo,intendo..-
-No,Signorina Vanille. Non
è successo niente che lei non
sappia. Si ricorda del posto fisso?- le chiese mentre le passava la cartellina e lei si sedeva
sull’enorme sedia di tessuto
verde,intonato alla carta da parati.
-Certo,tutti qui vogliono quel posto.
Perché?-
-Bene- disse il direttore
schiarendosi la voce- ho dato ai
possibili candidati dei compiti. Strani,diversi e difficili. Lei
dovrà portare
a termine il suo e quando questo sarà fatto io
valuterò le prove.-
-Un gioco da ragazzi-
esclamò la nera mentre osservava la cartellina-
E questa?-
-Non dica facile quando ancora non ha
letto di cosa si
tratta la sua missione-
-Cosa devo fare? Servizio su una
catastrofe? Inventare balle
varie?- rispose Vanille mentre apriva la cartellina.
All’interno un paio di
fogli con delle critiche,interviste,una busta con dei soldi e delle
foto.
-Deve scoprire il segreto della
“diva isterica”- girò la
pagina. Le apparve l’immagine di una persona vista mille
volte.
-Che segreto?- chiese lei mentre
leggeva vari articoli
stampati su carta bianca.
-Uno qualsiasi,dobbiamo renderlo
ridicolo,lui e tutto il suo
gruppo. Lei non ha tutto il tempo che vuole,ma a differenza dei suoi
colleghi è
capitata in un posto qui vicino. So che in un giorno lei
saprà tutto,no?- la
provocò,sapeva che era impossibile. Diciamo che con lei era
molto “strano”.- I
soldi sono nella busta- continuò- può andare-
-Ma..- provò a dire lei ma
lui fece un ghigno in senso di
disapprovazione.
Sorrise nonostante
l’incarico non le piacesse
e si recò nella stanza che condivideva con
tutti
i suoi colleghi.
-Devo intervistare Madonna in 5
giorni- disse Elia. Un tipo
alto,timido, con dei grandi occhiali.-E tu?- chiese rivolto ad una
ragazzina
bionda- Jenny chi devi intervistare?-
Questa spostò lo sguardo
dal foglio ai suoi amici. Sorrise e
si tolse gli occhiali.
-Slash, ci sono i biglietti per il
backstage. Ho due giorni
di tempo-
Una tipa rossa,appena uscita dalla
stanza del direttore
entrò a grandi passi. Salutò con la mano e prese
posto.
-Marissa- chiese Vanille- che
succede?- era la solita tipa
elettrica ma questa volta stava troppo in silenzio.
-E che mi ha dato un incarico assurdo. Un membro della famiglia
Jackson,per sapere
altre notizie sulla morte del re del pop. È assurdo. Non
sono nessuno e ho 7
giorni di tempo.-
-Almeno è tutto pagato-
rise Elia.
Un quinto ragazzo entrò
nella stanza. Alto,biondo,con gli
occhi chiari. Il più bello del giornale: Mark.
-Mai quanto me,Marissa- disse dando
una pacca sulla spalla
ad Elia- devo vedermela con i Metallica e parlare della morte di Cliff-
Si sedette accanto a Marissa leggendo
la sua cartelletta.
Presero tutti posto,tranne Vanille
che nel
frattempo,guardava e riguardava quelle foto.
-Che succede?- chiese Jenny.
-Questi incarichi sono assurdi. Vuole
farci perdere la
nostra credibilità, non vuole darlo a nessuno quel posto.
Stiamo perdendo del
tempo. A voi ha dato tutto pagato, io devo farlo in un giorno e non so
neanche
come farò,perché a quanto ho capito questo tipo
che devo intervistare ha deciso
di non rilasciare più interviste perché i
giornalisti dicono troppe balle-
-Wow,
dov’è che devi
andare? Qualche
concerto preciso?-
chiese Mark, leggendo invece la sua meta.
-No,è questo il bello. Voi
avete luoghi già decisi, posti
precisi,date. Io non so nulla. –
Stava per continuare ma il direttore
entrò nella stanza,
prendendo la parola.
-E’ questo il bello. Io so
che è possibile. Potete farcela.
Volete o no che esca la vostra firma nelle pagine del giornale? Vi
siete fatti
in quattro per arrivare qui e sarei disposto anche a prendervi tutti,ma
ora
dovete lottare. Elia,Madonna è troppo simpatica,cambiati
quel Look e muoviti a
partire. Jenny, la moglie di Slash non ti permetterà di
avvicinarti a lui così
facilmente, diventa amica di uno stile più sobrio prima di
chiedere
l’intervista-
Lei si guardò la
scollatura, e subito si mise una mano sul
petto come per coprirsi.
Lui sorrise e guardò la
rossa. –Marissa, devi porre la tua
intervista in un modo diverso. Devi far capire che tu non credi che la morte non sia
vera,devi fingere- lei
prese appunti e poi guardò Mark.
-Comprati assurde maglie dei
metallica e parla di tutto e
mai direttamente di Cliff. Voglio sapere se si ricordano ancora di lui
o il
successo gli ha dato alla testa.-
-A me neanche piacciono- disse Mark.
-Bene, questo lo so. Questa
è la loro biografia-disse
passando una serie di fogli a tutti.
Poi guardò Vanille.
-Tu dovrai fare i conti con una star
un po’ capricciosa. Non
si vede in giro,è in pausa After Tour. Fai in modo di
scoprire qualcosa,qualcosa
di assurdo e sii più peccaminosa.-
Detto questo, li salutò e
si congedò.
Tutti rimasero un po’
lì a parlare a darsi consigli ma dopo
un po’ dovettero salutarsi perché dovevano portare
a termine le loro
interviste.
***
-Cioè fammi capire- disse
Juliet- tu ti giochi tutto,non per
Madonna,non per Slash ma per BILL KAULITZ?-
-Ti prego non dirmelo- rispose
Vanille.
L’amica iniziò a
ridere come la pazza.
-Se tu non avessi quel posto per la
morte di Jackson,potrei
anche capire ma Bill Kaulitz, quella checca!!-
-Non lo sottovalutare, il signorino
non riceve più
giornalisti-
-E se la inventi?-
-Ma sei pazza?- disse
lei,immaginandosi la faccia rossa (che
andava anche a pennello con il verde della direzione) mentre LA DIVA
citava per
danni morali,lei e tutto lo studio-
-Quando parti?- chiese
l’amica mettendo i fiori nel vaso sul
davanzale.
-Domani, ho cinque giorni,meglio
sicuro di uno,e nessun
programma-
Juliet le si avvicinò,le
diede un bacio e le disse con un
tono poco serio “Non fare la diva più di
lui”.
Detto questo, uscì dalla
cucina e lasciò Vanille che leggeva
e rileggeva le sue parole impresse sulla carta.
Non avrebbe permesso ad una checca
isterica di rovinarle il
lavoro.
Spero che questo primo capitolo sia
stato di vostro
gradimento. Era da tanto che non iniziavo una storia nuova, non so
neanche se
alcune di voi si ricordano di me. Detto questo alla prossima, spero (:
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