Potevo io restarmene con
le mani in mano dopo quel capolavoro di ispirazione che ha sfornato mamma Rowla
il 16 Luglio? Ma ovviamente no! Questo è il primo di due Missing Moments che ho
troppa voglia di scrivere… la mia interpretazione di un momento che nel libro
non è descritto. E in questo caso parliamo… ma della pace fatta tra Ron e
Hermione dopo l’incidente di Ron, ovvio! Nessuno li ha visti fare pace… e
guardacaso dopo sono cominciate tante cose… Lavanda ha perso punti… il contatto
fisico fra questi due piccioni si è fatto più intenso… ih ih ih… a voi, cari,
buona lettura!
Oh, quasi dimenticavo…
questo è il mio modo di augurare buon compleanno alle specialissime Nonny,
Meggie e Angèle! Auguri ragazze!!Vvtttttttttttttttttttttttttttttttttttb!
*^__________^*
SCACCO MATTO
Wishful thinking I might be yours
Drifting on every step
I'm always drawn to the dark horse
Sweet sweet nothing's said
And every dream is just a dream after all
And everything stands so still when you dance
Everything spins so fast
And the night's in a paper cup
When you want it to last
Wishful thinking you might be mine
Every shiver sends
One breath under the bridge of sighs
Bending where the river bends
And every dream is just a dream, after all
And everything stands so still when you dance
Everything spins so fast
And the night's in a paper cup
When you want it to last
Paper Cup, Heather Nova
***************
“Signor Weasley! Non te lo ripeterò per
la ventesima volta, ho detto che devi stare sdraiato e riposarti!”
Ron sbuffò sonoramente e
allungò le gambe sul letto dell’infermeria, incrociando le braccia dietro la
nuca. “Poi magari mi spiegherà perché devo rimanere chiuso qua dentro quando mi
sento benissimo.”
“Fino a prova contraria
ne so un po’ più di te, giovanotto.” L’anziana guaritrice gli mise in mano un
bicchiere colmo di un liquido azzurrino e viscido. “Hai bisogno di molto riposo
e tranquillità per riprenderti del tutto. Avanti, ora bevi questo.”
La smorfia del ragazzo
mostrò chiaramente la sua ostilità all’idea. “Madama Chips, io sto bene ora,
davvero…”
La donna appoggiò
minacciosamente le mani sui fianchi e assunse un’aria minacciosa.
“Va bene, va bene, ho
capito.” Ron le lanciò un’ultima occhiata fra il torvo e lo sconsolato, poi si
decise a ingurgitare quello strano liquido e lo fece tutto d’un sorso… per
tossire e sputacchiare saliva un attimo dopo. “Ma cos’era, altro veleno??”
“Proprio l’opposto.”
Madama Chips cercò inutilmente di dare una sistemata alle lenzuola tutte
scombinate di Ron, ma il ragazzo provò un profondo senso di disagio – già gli
dava fastidio quando lo faceva sua madre, figurarsi un’estranea – e sgambettò
nervosamente. “Ooh, per l’amor del cielo, ragazzo mio! Sei una tarantola, non
stai fermo un momento!”
“Questo posto è scomodo,
ci sto da un sacco di tempo e lei ancora non si è convinta che sto bene! Se
solo mi desse retta, che oltretutto fra qualche giorno c’è anche la partita, io
potrei…” Ron s’interruppe quando sentì un lieve bussare alla porta, e
immediatamente si coprì il viso con le mani. “No, di nuovo lei…”
“Abbiamo qualche
problema, signor Weasley?”
“Altrochè se ce
l’abbiamo…. Non potrebbe farmi un piccolissimo favore, andare fuori e dire alla
ragazza che sta bussando che io dormo profondamente e che non è prudente
svegliarmi?”
Madama Chips inarcò le
sopracciglia. “Se mi presto a questo tuo squallido giochetto, in cambio
pretendo di non sentire più lamentele quando dico che dovrai restare a letto
finchè non ti riterrò completamente guarito.”
“Tutto quello che vuole.”
Disse subito Ron, dimostrando le sue buone intenzioni sdraiandosi sul letto,
benchè le lenzuola restassero comunque molto in disordine.
“E sia.” Madama Chips si
allontanò in direzione della porta, borbottando fra sé e sé a proposito della
profonda immaturità dei maschi.
Ron sbuffò e appoggiò la
testa contro le braccia che aveva incrociato sotto la nuca. Provò a chiudere
gli occhi, giusto per vedere se per davvero un po’ di sonno gli veniva, ma
niente… era tutto talmente noioso che neanche il sonno si degnava di fargli
visita. Stava andando decisamente tutto storto da quando si era ingoiato quello
schifo che l’aveva sbattuto in infermeria, tra Lavanda che era peggio del
solito e quell’arrivista di Cormac McLaggen che…
“Mi dispiace, signorina
Granger, ma dovrai ripassare domani. Il tuo amico sta riposando ora.”
Hermione?
“Oh… certo, capisco… va
bene, allora. Potrebbe… dirgli solo che sono passata?”
“Un momento!” Ron scansò
le lenzuola con una pedata e si fiondò giù dal letto a tutta velocità,
incurante della perfida coperta in agguato… “Hermione!”
“Non ti preoccupare,
glielo dirò senz’altro.” Proseguì Madama Chips dall’altra parte della porta.
“Io…grazie.”
“…ma che diavolo!!” Ron imprecò
contro la coperta che gli si era inavvertitamente avvolta attorno alla
caviglia, poi alla fine decise di non perderci altro tempo e se la trascinò
dietro con violenza per raggiungere la porta di corsa… “Ehi Hermio…”
Sbam.
La coperta impedì a Ron
di afferrare la maniglia della porta… in compenso gli lasciò la piena
possibilità di sbatterci contro, spalancarla col peso del corpo… e atterrare su
qualcosa di infinitamente più morbido e familiare.
“Signor Weasley!!” protestò indignata
Madama Chips.
Ron biascicò qualcosa che
doveva essere una scusa mentre si sollevava in tutta fretta almeno sui gomiti…
era atterrato dritto dritto su Hermione, facendola cadere di schiena a terra.
“Oh… miseriaccia… stai bene?” provò a dire il ragazzo, che aveva il viso dello
stesso colore dei capelli.
Hermione sbattè un
momento gli occhi come per riprendere l’uso della vista, poi si rese conto
della situazione e subito fece leva sui gomiti per mettersi seduta. “Ron! Santo
cielo, va tutto bene? Ti sei fatto male?”
“N-No, io non…” …ma
quale male… mai stato meglio in vita mia…
“Aspetta, ti aiuto ad
alzarti.” Molto premurosamente, Hermione scattò in piedi e si passò un suo
braccio attorno alle spalle per aiutarlo. “Appoggiati a me, coraggio… ce la
fai?”
“Si, tranquilla.” Ma se ti aspetti che scollo questo braccio da
dov’è…
Madama Chips inarcò
leggermente un sopracciglio scettico. “Ma tu non stavi dormendo, signor
Weasley?”
“Ron, mi dispiace…”
Hermione era di un colorito piuttosto acceso. “Non volevo disturbarti…”
“No, che dici, è tutto
ok.” Ron le fece un piccolo sorriso per tranquillizzarla, poi si rivolse
all’anziana infermiera. “E poi non ho neanche un po’ di sonno. Posso almeno
ricevere visite, no?”
Madama Chips gli rivolse
un’occhiata di profonda pietà e disgusto, poi girò sui tacchi e si avviò verso
la sua stanza borbottando qualcosa fra i denti.
“Sicuro che non ti ho
disturbato?” Hermione lo guardò apprensivamente, sorreggendolo meglio che
poteva.
“Mi hai fatto una bella
sorpresa, invece.” Ron fece uno dei suoi sorrisetti furbastri. “Sapessi che
palle là dentro.”
“Non è bene che resti in
piedi tanto tempo. Coraggio, ti accompagno a letto.”
Ron alzò gli occhi al
cielo. “Andiamo, Hermione, non trattarmi come un povero mentecatto…”
Hermione fece un sospiro
stanco… sconfitto. “Per favore, Ron… non sono qui per litigare. Ti prego.”
Qualcosa nella sua voce e
nelle sue parole fece scattare la memoria di Ron… con tutto quel trambusto si
era quasi dimenticato della loro litigata, degli uccelli assassini e di quei
terribili silenzi carichi di gelo che si erano rivolti per settimane. Nel
momento del pericolo Ron aveva rimosso tutto… la prima cosa che aveva pensato
quando l’aveva rivista – per quanto il suo cervello riuscisse a pensare, in quella
posizione in cui si erano trovati… - era la gioia di poterla rivedere dopo
tanto tempo. Di parlare di nuovo con lei… era da una vita che non si
rivolgevano la parola.
Hermione prese il suo
silenzio per buono e cominciò a camminare lentamente verso il letto, e quando
lo trovò in condizioni pietose arricciò istintivamente il naso. “Qui è tutto in
disordine.”
Ron scrollò le spalle.
“Non è mica uno spasso passare tutto il giorno a letto.”
“Aspetta.” Hermione lo
accompagnò fino a una sedia non lontana dai letti e lo aiutò a sedersi. “Dammi
solo un momento.”
Ron le obbedì e rimase
seduto, incuriosito… non si aspettava di vedere Hermione che gli rifaceva il
letto, un gesto così affettuoso e protettivo. Si muoveva a scatti, come se il
suo corpo fosse in tensione… aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo, e
si vedeva chiaramente che aveva il collo teso… ora che ci faceva caso, anche
gli occhi erano lucidi…
“Ecco, ho finito.”
Hermione tornò a riprenderlo, evitando il suo sguardo. “Vieni a stenderti.”
“Hermione, guarda che sto
bene.” Ron non rifiutò di appoggiarsi a lei – per una volta che potevano
‘toccarsi’ tanto, perché rinunciare… - ma una volta accanto al letto si
divincolò gentilmente dalla sua presa. “Ce la faccio da solo.”
“Scusami.” Mormorò piano
lei, abbassando gli occhi.
Ron si infilò sotto le
lenzuola e si appoggiò comodamente al cuscino alle sue spalle. “Non ti devi
scusare… devi solo stare tranquilla perché sto bene adesso. Vedi?”
Hermione si morse le
labbra e guardò altrove nella stanza, come se volesse evitare di proposito il
contatto visivo. “Ho… ti ho preso tutti gli appunti e i compiti di questi
ultimi giorni. Ieri sera ti ho anche fatto una specie di scaletta, così saprai
con cosa devi cominciare per non restare indietro col programma.”
Ron fece una piccola
smorfia. “Ehi, ci ho quasi rimesso la pelle e la prima cosa a cui pensi è
mettermi sotto torchio?”
Finalmente Hermione si
decise a guardarlo negli occhi… li aveva gonfi e stanchi. Cerchiati, perfino.
“Hai perfettamente ragione, io non dovrei nemmeno essere qui.” mormorò, con la
voce che le tremava. “Mi dispiace di averti disturbato…”
“Ehi, aspetta!” Ron le
afferrò il polso proprio mentre si stava allontanando. “Non volevo affatto dire
questo… era una battuta! Io sono… contento che tu mi abbia preso i compiti,
davvero, e se non me li organizzassi tu non saprei davvero che fare.”
Hermione si voltò
lentamente a guardarlo… ma stavolta senza freni inibitori. Stavolta tremava da
capo a piedi e le lacrime le scivolarono in abbondanza sulle guance.
Ron rimase senza parole.
“…Hermione…”
“Tu hai una vaga idea…”
gli mormorò seccamente lei, cercando di non cedere alle emozioni. “…di cosa
significhi sapere che il tuo migliore amico è sfuggito di un soffio alla morte…
e che le tue ultime parole con lui sono state insulti?”
Ron fece una smorfia
arricciando naso e bocca. “…non…”
“Ho passato ore ad
aspettare che qualcuno mi dicesse che te la saresti cavata…” mormorò Hermione,
la cui voce tremante era così instabile che quasi non si riusciva a comprendere
quello che diceva. “…e intanto pensavo a tutte le volte che abbiamo litigato… a
tutte le cose orribili che ci siamo detti…”
“Nei nervi si dicono
tante cose, ma non per questo…” Ron si ammutolì all’istante quando le vide
tremare violentemente il mento. “Hermione, io… non piangere, per favore…”
La ragazza singhiozzò una
volta, tappandosi la bocca con una mano… ma non riuscì a smettere di piangere.
E prima di potersi controllare, di realizzare cosa stesse facendo, si gettò fra
le braccia di Ron e gli nascose il viso nel petto, sfogando il suo pianto con
dei singulti strazianti. “…stupido… sei uno stupido, Ron Weasley…” piagnucolò.
Ron rimase basito per
qualche attimo…un momento dopo divenne del colore di un peperone, realizzando
cosa gli stava capitando: Hermione lo stava abbracciando… la cosa gli mandò in
orbita il cervello per qualche minuto, poi quei singhiozzi disperati lo
riportarono sulla terra e realizzò che c’era poco da gioire… Hermione era
disperata. Fu un istinto passarle le braccia attorno ai fianchi e accarezzarle
dolcemente i capelli, cercando di calmarla. “Ssh, dai… è tutto a posto, sto
benone…”
Questo non sembrò sortire
l’effetto voluto, perché la ragazza continuò a piangere… Ron si ritrovò a
pensare per l’ennesima volta che le ragazze erano troppo sensibili in certi
casi, come quando avevano le lacrime in tasca e non la finivano più… poi però
si fermò un attimo a riflettere.
Se i nostri posti
fossero stati scambiati? Se quel veleno l’avesse bevuto lei…
Hermione si sentì
stringere più forte in quell’abbraccio che improvvisamente da impacciato e
imbarazzato si fece protettivo e dolce… e poco alla volta i singhiozzi
diminuirono.
“E’ passata, ok?” le
mormorò dolcemente Ron. “Non ci pensare più… io sto bene, e noi abbiamo fatto
pace… questo è quello che conta.”
Hermione annuì contro il
suo petto, e piano piano i suoi singhiozzi si ridussero a pochi singulti appena
accennati… questione di qualche minuto e il suo pianto cessò. Capì da sola che
era meglio staccarsi da quell’abbraccio, ma si sentiva così bene… fu dura
separarsi da lui, ma per una questione di buonsenso – qualcosa che non le era
mai mancato, e non poteva certo perdere ora – si fece indietro e si asciugò gli
occhi con le maniche della divisa, tirando su col naso.
“Meglio?” le chiese
speranzoso Ron.
Hermione fece un pallido
sorriso e annuì. “Si, grazie. Scusa, ti ho bagnato tutto il pigiama…”
“Nah, è una scemenza.”
Ron si spostò un po’ nel suo letto, facendole spazio e dando due pacchette sul
materasso. “Dai, siediti.”
Hermione si sedette
accanto a lui e si soffiò il naso con un fazzoletto che aveva nella tasca. “Mi
dispiace, non volevo piagnucolare tanto… è solo che sono giorni che mi porto
dentro questa cosa. Non… non sapevo con chi parlare.”
Ron si sentì
improvvisamente come se fosse alto almeno una decina di centimetri in più. Così
lui era speciale per lei… nessun altro aveva raccolto il suo pianto, dunque con
lui era diverso…
“Madama Chips dice che
stai migliorando in fretta.” Hermione si sforzò di sorridere senza più
singultare. “Anche se non crede che ce la farai per la partita di sabato.”
Ron fece una smorfia
sconsolata. “Non ne parliamo… quella megera non mi lascerà neanche assistere,
capisci? E’ una roba assurda!”
“Lo fa per te.” Hermione
gli offrì un sorriso comprensivo. “Ci hai fatto prendere uno spavento non
indifferente… adesso è meglio essere prudenti.”
“Mmh…” Ron scoccò la
lingua rumorosamente. “McLaggen non ha perso tempo, eh? So che ha preso il mio
posto.”
Hermione sorrise. “Da
quando lui è nella squadra, Harry rischia un esaurimento nervoso… pare che sia
impossibile, un saccentone che poi in realtà il suo compito non lo sa svolgere
affatto.”
Ron inarcò un
sopracciglio. “Tu dovresti conoscerlo bene, se non sbaglio…”
Hermione sospirò,
avvilita, e abbassò lo sguardo. “Non doveva essere lui il mio accompagnatore
alla festa del professor Slughorn.”
Ron rimase in silenzio per
un momento. Aveva ragione lei… era stato lui a rovinare tutto quanto.
Hermione si morse le
labbra. “Ron, tu non puoi arrabbiarti… perciò se pensi che questa cosa ti dia
fastidio, io…”
“No, no, aspetta.” Ron la
fermò prima che potesse alzarsi. “Hai ragione tu… non sono stato… corretto con
te. Non ti meritavi di venire a sapere in quel modo… le cose, ecco.”
Hermione sembrò
piacevolmente stupita da quel discorso così maturo, e imprevedibilmente fece un
piccolissimo sorriso. “Come hai detto tu… è passata.”
Ron prese spunto da quel
piccolo sorriso per essere ottimista e farne uno a sua volta. “In realtà dovrei
chiederti scusa perché a quanto ne so la serata non è andata proprio bene…”
Hermione arricciò il
naso. “Harry ci ha messo poco a vuotare il sacco, a quanto pare.”
“Veramente me l’ha detto
Luna.” Ron ridacchiò. “Pare che McLaggen ci sia rimasto parecchio male sotto
quel vischio…”
Hermione rise. “Avresti
dovuto vederlo, sembrava un troll con quelle manone! Non sapevo neanche io dove
scappare!”
Ron provò un momentaneo
istinto di gelosia, ma poi trovò la sua risata contagiosa abbastanza per ridere
a sua volta. “Che coppia che dovevate essere.”
Hermione annuì e tornò
lentamente un po’ più seria. “…è la prima volta da settimane che parliamo…”
Ron fece una smorfia
pensierosa. “Eh si… è vero.”
Hermione emise un sospiro
intenso… tutto all’improvviso sembrava di nuovo triste. “Ho pensato tanto in
queste settimane… e sai cosa mi ha fatto stare male per davvero?”
“Cosa?”
“Che tirando le somme, ho
capito che io e te non facciamo altro che litigare… perfino la nostra amicizia
è nata su un litigio… ecco, io…” Hermione abbassò lo sguardo sulle dita che si
stava torcendo in grembo. “…in un momento di sconforto ho pensato che noi siamo
amici solo perché fa bene a Harry, perché lui ha bisogno di noi.”
Ron si mise seduto più
eretto nel letto. “Come…?”
“Altrimenti non si
spiegherebbe il perché di tante litigate… è come se noi non riuscissimo ad andare
d’accordo su niente, sono più le cose che non ci diciamo di quelle che invece
ci confidiamo… e questa cosa mi fa star male. Mi fa stare molto male.” Hermione
spalancò gli occhi quando vide una mano grande coprire le sue, e alzò lo
sguardo.
“Io non la penso così.”
Ron era più serio di quanto non lo avesse mai visto in tanti anni. “Ci sono
vari tipi di amicizia, secondo me… la nostra è un po’ complicata, ma non è
inesistente. Se io sto bene quando sono con te… e tu stai bene quando sei con
me… questo è essere amici.”
Hermione sbattè
lentamente gli occhi.
“P-Perché tu stai bene
quando sei con me, vero?”
“…si.” Hermione annuì
lentamente, e rispose con un filo di voce. “Si, io si. Tu?”
Ron fece uno dei suoi
sorrisetti furbastri. “Quando non mi lanci addosso un intero stormo di canarini
impazziti…”
Hermione ridacchiò. “Ok,
quella è stata… una reazione un po’ dura.”
“Nemmeno io ci sono
andato tanto leggero.” Ron scrollò le spalle. “Diciamo che siamo pari, va
bene?”
Hermione fece il primo
vero sorriso della settimana. “Pari, allora.”
Ron si rese conto solo
dopo che stava sorridendo come un imbecille… ma soprattutto realizzò solo in un
secondo momento che aveva ancora la mano sulle sue… correzione: lei gli aveva
preso la mano, e aveva intrecciato le proprie dita con le sue… ma dov’era lui
quando questo era successo?? La cosa strana era proprio la sua tranquillità…
non si sentiva agitato perché le stava tenendo la mano, e non sentiva nemmeno
il palmo sudargli più di tanto. Si sentiva… a posto. Si sentiva bene. Ecco
perché non si era accorto di quel cambiamento… perché sembrava la cosa più
naturale del mondo.
…ha detto che sta bene
quando è con me…
“Senti, Hermione…”
“Madama Chips?? Ho
bisogno di entrare, posso?”
Quella voce fece
sussultare entrambi… Ron sbiancò e Hermione ritrasse immediatamente la mano,
guardandosi disperatamente in giro, poi si tuffò giù a razzo e si nascose sotto
il letto appiattendosi il più possibile. Ron, dal canto suo, ci impiegò la metà
di un istante a sdraiarsi scompostamente e a chiudere gli occhi.
“Won-Won?”
Lavanda fece capolino
dalla porta dell’infermeria e la chiuse un attimo dopo. Si guardò in giro per
un momento, poi raggiunse il letto del suo ragazzo e ci si sedette sopra con la
grazia di un elefante… e Ron dovette sforzarsi di non fare una smorfia. Lui che
era sopra il letto aveva fatto quel
salto, poteva solo immaginare la povera Hermione sotto…
“Tesorino, sei sveglio?”
Lavanda gli accarezzò il viso e gli stampò un sonoro bacio sulle labbra, ma non
ottenne alcuna risposta… il che la indispettì non poco. “Won-Won, ma com’è
possibile…ogni volta che vengo a trovarti stai sempre a dormire! Andiamo,
tesoruccio mio… sono venuta a coccolarti un po’…”
Ron si complimentò
mentalmente con se stesso… non era esattamente facile restare immobili e
mantenere il respiro lento e regolare con una ragazza che si strusciava addosso
nel disperato tentativo di ottenere una minima reazione… il fatto era che gli
dava fastidio. Tutto quello strusciarsi… quei baci… non ne aveva voglia, non in
quel momento e non da lei. C’era Hermione sotto il suo letto, mentre quella
pazza si muoveva come un’anguilla in calore, ci mancava solo che per colpa sua
tornassero a non parlarsi… proprio ora che stava andando tutto a gonfie vele…
“Uff…”Lavanda finalmente
si alzò e si diede una sistemata alla divisa. “E va bene, ho capito… speriamo
che almeno domani sarai sveglio, perché questa cosa che ogni volta che vengo io
tu dormi non mi sta affatto bene.”
Ron rimase immobile
finchè non sentì la porta richiudersi con la stessa inconfondibile grazia di
prima, dopodichè scese dal letto come un fulmine e si chinò a terra. “Hermione,
va tutto bene là sotto?”
La brunetta era distesa
sul pavimento e non si muoveva, ma si stava comprimendo un lato della testa con
le mani. “…ahia…” gemette dolorante.
“Miseriaccia, ti sei
fatta male? Aspetta, fammi vedere…” Ron si mise carponi e s’infilò sotto il
letto a sua volta, e subito le scansò le mani dalla testa per controllare che
il danno non fosse grave. “…non sanguina… per fortuna non dovrebbe essere nulla
più di una bella botta.”
Hermione sollevò la
testa… incredibilmente stava sorridendo. “Ehi, Won-Won, ma fa così anche tutte
le volte che ti salta sulle gambe?”
Ron non potè trattenersi…
scoppiò in una risata divertita e allegra, e annuì vivacemente. “Diciamo che
non ha proprio tanta grazia.”
“No, diciamo pure che non
ne ha affatto.” Hermione sorrise e scosse la testa, mettendosi anche lei sulle
ginocchia per uscire da quello spazio stretto… ma quando fece per sporgersi in
avanti, con una smorfia si trattenne. “Ohi… mi si sono impigliati i capelli
nelle molle…”
“Aspetta, faccio io.” Ron
le si avvicinò in modo pericolosamente audace, irrompendo nel suo spazio
personale con una certa sicurezza… sicurezza che vacillò quando vide il volto
di lei tingersi di rosso. “Uhm… dovresti avvicinarti un pochetto, così posso…”
Hermione annuì e gli
obbedì, arrossendo ancora di più quando i loro corpi si incontrarono.
Imbarazzato, lui sporse oltre le mani e cominciò ad armeggiare col ciuffetto di
capelli che era rimasto impigliato nelle molle del materasso… e lei, ancora più
imbarazzata, non sapendo dove mettere le braccia le appoggiò timidamente sulle
sue spalle. Dopo qualche attimo di tensione provò a rilassarsi, e chiuse gli
occhi… appoggiò la testa contro la sua spalla e lo lasciò fare, indulgendo per
qualche momento in un sogno apparentemente quasi irrealizzabile…
Ron continuava a
giocherellare con quel ciuffetto di capelli senza tentare in realtà di
liberarlo… la verità era che si sentiva in paradiso. Lì dove nessuno poteva
vederli, nell’ombra… erano abbracciati. E lui non si sentiva lo stupido
imbranato che era sempre stato fino a qualche mese prima – forse di questo
doveva ringraziare Lavanda – bensì gli pareva quasi di poter dominare la
situazione. Forse perché le cose erano molto diverse dal solito… nel senso che
per una volta lui non si sentiva inadeguato. Quando abbracciava Lavanda c’erano
volte che si sentiva un po’ impedito… era sempre lei a sistemargli le mani dove
voleva che stessero, non gli lasciava un gran margine di scelta… Hermione
invece non pretendeva proprio niente. Sembrava che si accontentasse
perfettamente di quello che le stava offrendo… la sentiva rilassata fra le sue
braccia. Lavanda era molto più alta e formosa di lei, questo era vero, però
forse proprio il suo essere più bassa e minuta lo faceva sentire più sicuro di
sé nell’abbracciarla… e poi gli piaceva sentire accanto al mento la pelle
liscia del suo collo libero dai capelli, gli faceva venire una voglia smisurata
di poggiarci le labbra sopra… forse se ci avesse provato lei non si sarebbe
tirata indietro… magari non le avrebbe dato fastidio, magari sotto sotto un po’
anche lei lo voleva… magari…
…magari non si fosse improvvisamente
sollevato in aria il letto, facendoli sobbalzare e soprattutto strappando un
paio di capelli a Hermione, che si toccò la coda di cavallo ed emise un piccolo
lamento.
“Signor Weasley!! Signorina Granger!!”
Hermione scattò in piedi
come un soldato, a differenza di Ron che imprecò fra i denti mentre si alzava
in modo decisamente più restìo. “Madama Chips, noi…”
“Ho appena dovuto subire
le lamentele della signorina Brown, che trova assurdo il quantitativo di
pozioni soporifere che ti somministro durante il giorno.” Sibilò l’anziana
guaritrice, posando minacciosamente le mani sui fianchi. “Ma a quanto pare tu
non stavi affatto dormendo, giovanotto!”
Hermione aveva il
colorito di un pomodoro. “Non è stata colpa sua… io… noi…”
“Le si erano impigliati i
capelli sotto il materasso e le stavo dando una mano a liberarsi, tutto qui.”
Replicò astioso Ron, che ancora non aveva perdonato l’infermiera per averlo
interrotto sul più bello del più grande esperimento di coraggio della sua vita.
Madama Chips inarcò le
sopracciglia e incrociò le braccia sul petto. “E cosa ci facevano esattamente i
capelli della signorina Granger sotto il materasso?”
Ron aprì la bocca e la
richiuse un attimo dopo, indeciso sulla linea di difesa da adottare, mentre
Hermione si morse le labbra e tentò il tutto per tutto. “Glielo giuro, non
stavamo facendo niente… dico davvero, è stato un incidente… è che… insomma…”
“Voglio crederti sulla
parola, signorina Granger, e spero bene che non sia davvero successo niente
qui.” Madama Chips squadrò bene le spalle, come per mostrare tutta la sua
autorità. “Ma badate che se vi pizzico ancora a fare… cose sconvenienti… mi
rivolgerò direttamente alla professoressa McGranitt, sono stata chiara?”
“Cristallina.” Fece
imbronciato Ron.
“Ci scusi ancora, Madama
Chips, non succederà più.” Hermione riprese a respirare solo quando la donna si
fu rinchiusa di nuovo nella sua stanza.
“Befana che non è altro.”
Borbottò Ron.
“Non puoi prendertela con
lei… ha equivocato.” Hermione sospirò e cercò di recuperare la calma necessaria
a tornare da violacea a rosa. “Dai, torna a sdraiarti… non dimenticare che devi
stare a riposo.”
Ron alzò gli occhi al
cielo, ma le obbedì. “Grazie, mammina.” Brontolò, ma il suo malumore si dissipò
nel vedere con quanta cura lei gli stava sistemando le lenzuola.
“E’ vero che dormi sempre
quando viene a trovarti?” mormorò Hermione, tornando a sedersi sul letto
accanto a lui.
Ron fece una smorfia.
“Faccio finta… Lavanda è appiccicosa, e poi non è facile parlare con lei.”
Hermione fece una piccola
smorfia ironica. “Oh, questo posso immaginarlo.”
“Che vuoi dire?”
“Che se fate sempre anche
in privato quello che fate in presenza di tutta la scuola… vi baciate e basta,
punto. Scommetto che se ti chiedo qual è il suo colore preferito nemmeno lo
sai.”
Ron si passò una mano
sulla nuca. “Non è che non parliamo…”
“No?”
“No… cioè si… cioè no…”
Ron sbuffò. “Insomma, ma come ci parlo con Lavanda se tutto quello che sa dire
è roba di moda, pettegolezzi su tutta la scuola e commenti da zitella acida su
tutto e su tutti?”
Hermione inarcò le
sopracciglia. “E’ la tua ragazza e ne parli così? Sai, forse dovresti chiederti
perché ci stai insieme, voglio dire… se vuoi continuare a starci. Perché lei mi
sembra molto coinvolta… quindi per correttezza dovresti essere chiaro e dirle
la verità.”
“La fai facile tu.” Ron
s’imbronciò. “La vedi come fa? Parte lei per prima sempre e comunque, non ti
lascia un secondo per parlare… e poi è super gelosa.”
Hermione arricciò il
naso. “Alla fine è come pensavo io… stai con lei solo perché è bella.”
“Ehi, un momento, io non
sto con la gente solo perché è bella!”
“Allora com’è che ti
ritrovi insieme a lei?”
Colpa tua. Tua e di Vicky.
“Voglio dire, se ci stai
insieme deve piacerti non soltanto fisicamente, no?”
Ron la osservò
attentamente e decise di giocare di furbizia per ottenere quello che voleva… e
poco ci mancò che non rovinasse il suo splendido piano per ridere dalla gioia.
L’occasione gli si era offerta su un piatto d’argento. “Beh, credo che le cose
siano andate un po’ com’è successo fra te e Viktor, no? E’ nato tutto con un
bacio.”
Hermione rimase
impassibile, il che incrinò il magnifico piano ideato con tanta rapidità dal
ragazzo.
“Perché sì, si comincia
sempre da un bacio…” Ron insistette, deciso a non mollare l’argomento. “…e poi
la questione è: stiamo insieme o no? Lavanda ne ha fatto un fatto automatico…
tu come ti sei regolata?”
“Su cosa?”
Eh no, eh! La finta tonta no!
“Sul bacio di Krum.”
“E chi ti ha detto che ho
baciato Viktor?”
La calma di Hermione
irritò enormemente Ron. “Oh, andiamo! Non c’è bisogno mica di avere le foto di
Rita Skeeter, basta fare due più due!”
Lei scrollò le spalle.
“Fare due più due in questo caso mi sembra piuttosto l’approccio di Calì e
Lavanda alle novità… trattare le cose come pettegolezzi. Non ti pare?”
Ron sospirò enormemente e
si appoggiò al cuscino alle sue spalle, sentendosi sconfitto. Hermione era
troppo intelligente per lui, batterla con un trucchetto così elementare era
stato un sogno… forse però poteva ancora fare qualcosa. “Beh, in ogni caso io
la voglio lasciare.”
Hermione gli rivolse
un’incoraggiante espressione vivace ed estremamente positiva. “Se è questo che
vuoi, non dovresti perdere tempo e dirglielo.”
“Te l’ho detto, è un tipo
assurdo…” Ron le rivolse un piccolo sguardo in tralice. “Scusa, tu come hai
fatto a liberarti di Viktor?”
“Chi ti ha detto che mi
sono liberata di lui?”
Ron strinse gli occhi in
due fessure e serrò le lenzuola nei pugni. “Stai dicendo che tu e lui…”
Inaspettatamente,
Hermione scoppiò a ridere. E se la rise della grossa.
“Beh, che c’è da
ridere?!”
“Ah, Ron…” Hermione
scosse la testa e lo guardò con un sorriso. “Non mollerai l’argomento finchè non
avrai saputo quello che vuoi, vero?”
Ron fece una smorfia e
guardò altrove, maledicendo le sue orecchie bollenti e probabilmente bordeaux.
“Non c’è niente di male a voler sapere i segreti dei propri amici.” Bofonchiò.
Hermione gli rivolse uno
sguardo estremamente buono e comprensivo. “Allora sta’ a sentire, e non dare i
numeri. Si, è vero, Viktor mi ha baciata… e non fare quella faccia! E’ stato
l’unico finora che mi ha dimostrato un po’ di interesse, ed è stato piacevole
per una volta essere il centro dell’attenzione di un ragazzo… ma poi lui voleva
fare sul serio, e io gli ho detto che non me la sentivo perché non provavo per
lui quello che lui provava per me. In compenso siamo rimasti ottimi amici e ci
sentiamo spesso per posta. Soddisfatto adesso?”
Ron inarcò un
sopracciglio mentre tutto il suo volto si schiudeva in una smorfia sospettosa.
“Mi stai dicendo che tra te e lui non c’è più niente?”
“C’è una bella amicizia.”
Hermione si sistemò la coda, cercando di dominare un po’ i capelli ribelli. “Te
l’ho detto adesso e non voglio essere costretta a ripetertelo ancora… perciò
prometti di non chiamarlo più Vicky, va bene?”
“Va bene.” Ron increspò
le labbra in un sorrisetto. “Sai che sinceramente pensavo che fosse successo
molto di più tra voi due?”
Hermione incrociò le
braccia sul petto e finse un’espressione altezzosa. “Ti sei mai degnato di
venire a chiedere direttamente a me la cosa? Nossignore, ti sei basato su
stupide voci di corridoio… perciò ben ti sta se hai capito una cosa per
un’altra.”
Ron scrollò le spalle. “A
volte non è facile parlare con voi ragazze… lo sai come la penso.”
“A volte sei un po’
vigliacco, Ron Weasley, il che non è nella tua natura perciò vedi di fartelo
passare.”
“Ooh, e visto che tu sei
quella col fegato d’acciaio… ti dispiacerebbe suggerirmi un modo per andare
dalla mia ragazza, che è convinta che ci sposeremo, e dirle che non mi
interessa più?”
Hermione scosse
sbrigativamente la testa e smanettò leggermente. E’ proprio come la Smaterializzazione,
Ron… Destinazione, Determinazione e Decisione.”
Ron si passò le mani
sulla faccia. “Anche questo no, ti prego… perché vuoi infierire?”
“Io non infierisco per
niente.” Hermione gli strappò gentilmente le mani dalla faccia. “Va’ da lei con
calma… le dici che vuoi parlarle… le spieghi che si merita molto più di quanto
tu puoi offrirle in questo momento, magari aggiungi pure che lei è molto più
matura di te per affrontare una storia così come la vuole… e il gioco è fatto.”
Ron fece un adorabile broncio…
e sembrò quasi un bambino capriccioso quando le si rivolse ancora. “Dovresti
farlo tu al posto mio, sei brava a parlare… e poi se qualcosa va male, hai
sempre quel dannato esercito di pennuti che può tornare piuttosto utile in
situazioni del genere.”
Hermione scoppiò a
ridere. “Tu non cambierai mai… e continui ad avere la sensibilità di un
cucchiaino.”
“Ehi!” Ron si finse
offeso. “Questa cosa sta cominciando a diventare un insulto!”
“Veramente lo era fin dal
principio.”
E risero… serenamente, senza
un motivo valido, senza una ragione in particolare… risero perché avevano
entrambi bisogno di farlo. Risero perché si sentivano finalmente a posto l’una
con l’altro, di nuovo amici… di nuovo inseparabili. Risero perché era così
bello poter essere vivi per farlo… risero perché era un diritto che reclamava
il numero dei loro anni.
Hermione alla fine tornò
a poco a poco quasi seria… e riprese a torcersi le dita delle mani. “Credo…
credo che sia ora per me di andare. Tu devi riposare, e poi vorranno sicuramente
venire a trovarti anche gli altri…”
“…o-ok.” Ron si strinse
nelle spalle.
Hermione esitò, quindi si
alzò. “Guarisci presto, Ron.”
Il ragazzo annuì e la
guardò allontanarsi… in realtà la voleva ancora con lui. Era stato così bene
insieme a lei per quei momenti…
“Hermione, aspetta!”
La ragazza si girò. “Si?”
“Ti va di imparare a
giocare a scacchi?”
Hermione sbattè gli
occhi. “Ron, io so giocare a scacchi…”
Ron fece un sorrisetto
furbastro. “Si, sai giocare… ma io voglio insegnarti a vincere. Ti va una
partitina di allenamento?”
Hermione sembrò stupita
dalla proposta… ma un sorriso si fece largo sulle sue labbra, e presto annuì.
“Ti avverto che non sono una cima.”
“Ho avuto modo di notarlo
questo.” Ron le strizzò un occhiolino. “Ma come allieva impari in fretta, no?
Almeno ti prenderai la soddisfazione di stracciare Harry e mia sorella, loro
sono avversari alla tua portata.”
Hermione sorrise
divertita e tornò a sedersi sul letto di lui. “Vediamo che cosa riesci a fare.”
Ron prese la scacchiera
dal comodino accanto al letto e se la posò sulle gambe, sorridendo soddisfatto.
“Che le lezioni abbiano inizio, Granger.”
Harry si asciugò la
fronte imperlata di sudore con la manica dell’uniforme della squadra di
Grifondoro. Era stato un allenamento stressante a dir poco, Cormac McLaggen
sembrava una maledizione inviata direttamente dal cielo per punirlo, l’ennesima punizione ovviamente, perciò
anche il Quidditch stava cominciando a diventare pesante. Firebolt in spalla,
il ragazzo bruno si diresse a passi decisi verso l’infermeria… aveva una gran
voglia di parlare con Ron, perché gli serviva decisamente un amico che come lui
avesse delle motivazioni per mandare al diavolo un paio di persone… Zacharias
Smith e Cormac McLaggen in testa a tutti. Anche Dean Thomas, ad essere onesti.
“Signor Potter, dove
credi di andare?”
Harry si fermò,
sentendosi richiamare da Madama Chips. “Sto andando a trovare Ron… c’è qualche
problema?”
L’anziana donna fece una
smorfia sprezzante e sollevò il naso appuntito in aria, come se volesse
prendere le distanze dall’argomento. “Sinceramente non lo so… chiedilo a quel
donnaiolo del tuo amico se ha tempo di riceverti tra un’ospite e l’altra.”
Harry inarcò un
sopracciglio. “Donnaiolo?”
“A quanto pare è stata
una giornata di visite… intense.”
Accigliatosi, Harry
appoggiò la Firebolt
al muro e si chinò per sbirciare nell’infermeria dal buco della serratura, quel
tanto da capire di che diavolo parlasse Madama Chips… e un sorrisetto allegro e
soddisfatto gli fece curvare le labbra. Con Ron c’era Hermione, e stavano
giocando a scacchi… lui le dava dei consigli, lei lo ascoltava con molta
attenzione e per ogni pezzo che mangiava Ron le faceva una gran festa,
facendola sorridere allegramente, così come scuoteva furiosamente la testa per
impedirle di fare mosse che l’avrebbero fatta perdere facilmente. Il tutto
condito da sorrisi e sguardi complici e allegri.
“Allora, Potter.” Madama
Chips posò le mani sui fianchi e sbattè leggermente il piede a terra un paio di
volte. “Hai deciso se vuoi entrare o no?”
Harry mise su
un’espressione soddisfatta e sorridente, mentre si caricava di nuovo la scopa
sulla spalla. “Ho bisogno di fare una doccia prima. Torno più tardi.”
Madama Chips gli rivolse
uno sguardo scettico. “Aspetti la fine della partita, dunque?”
“No.” Harry increspò le
labbra furbescamente. “Aspetto lo scacco matto.”
** The End **
Pensate che avevo voglia
di scrivere questo pezzettino fin dai tempi del Principe Mezzosangue, e si
parla di due mesi fa! ^_____^ Naturalmente io non sono degna neanche
lontanamente di sostituirmi a mamma Rowla, ma avevo questa ideuzza che proprio
non se ne andava e ho sentito il bisogno di scriverla… per di più c’è questa
bellissima canzone, Paper Cup, che mi ha ispirato doppiamente… e sulle cui note
ho realizzato un video proprio sui nostri adorati Ron e Hermione, che dedico
con tutto il cuore alla mia adorata Judie, dea dei video e dei trailer, senza
la quale non sarebbe on-line adesso. Il link è questo:
http://mio.discoremoto.virgilio.it/ilfavolosomondodiharry10/
Ehi, me la lasciate una
recensioncina per farmi sapere che ne pensate? Sono più curiosa del solito di
sentire i vostri pareri! *^___^*
Vvttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb
Sunny