Kate
guardò fuori dall'oblò dell'aereo cercando di
trovare qualcosa di
visibile in mezzo all'ammasso di nuvole, cercava di vedere la
città in
cui sarebbe atterrata, una città completamente diversa dalla
sua
cittadina del Nord Italia, una città caotica, troppo calda
per Kate.
Lei
non voleva essere in quell'aereo, non voleva andare Los Angeles, non
era una di quelle ragazze che sognano l'America e la California,
avrebbe voluto volentieri regalare il biglietto dell'aereo alla prima
persona che incontrava.
Diciamo
che la prospettiva di Kate per questi tre mesi, non era di certo delle
migliori. Non era una di quelle ragazze che si faceva notare molto,
aveva poche, ma vere, amiche nella sua città, probabilmente
a causa del
suo carattere molto difficile da domare, o forse perchè lei
non era una
ragazza festaiola, diciamo che preferiva guardarsi un film, andare al
cinema, piuttosto che andare ad una festa come i suoi coetanei e, di
certo, non stava andando ad abitare, per i prossimi tre mesi, in una
casa molto tranquilla, diciamo che, probabilmente l'avrebbero scambiata
per un paparazzo a causa della Canon che teneva in mano.
Vide
che l'aereo si stava abbassando, ciò significava che era
arrivata nella
città degli angeli, ciò significa che tra poche
ore avrebbe incontrato
i suoi prossimi inquilini per tre mesi, tre lunghi mesi.
Desiderava
solo una cosa: restare fuori dalla loro vita il più
possibile, voleva
non essere coinvolta nella loro vita. Lei aveva una vita, loro un'altra.
Diciamo
che tutto questo astio era nato dopo che aveva scoperto chi l'avrebbe
ospitata; Certo, amava Denise e Paul, ma avevano quattro figli, quattro figli maschi,
che non erano dei semplici sconosciuti asociali, come lei avrebbe
preferito, ma facevano parte di un gruppo, o almeno tre dei quattro, un
gruppo canterino che suonava per delle adoloscenti e nonostante tutto
questo venivano considerati come se fossero superiori ai Muse, la band
preferita di Kate. E la cosa le dava fastidio, molto;
Non solo perchè i suoi amati Muse erano meno famosi di loro,
ma anche
perchè ciò l'avrebbe portata ad una privacy
minore di zero, ad eventi e
feste a cui non avrebbe voluto partecipare e a farsi mille problemi per
uscire di casa inosservata.
Voleva
tornare a casa, anzi, lo avrebbe fatto, appena arrivata in aereoporto
avrebbe preso un aereo diretto in Italia e se ne sarebbe tornata a casa
sua e la mattina dopo si sarebbe svegliata nel suo letto.
-Vediamo.-
iniziai ad osservare il grande aereoporto di Los Angeles cercando una
via di fuga il più vicino possibile -Quello dovrebbe essere
il posto in
cui dovrei andare se volessi incontrare la famiglia Jonas, mentre per
tornare indietro e prendere l'aereo di ritorno in Italia devo andare di
là, quindi...-
Non
finii la frase che qualcuno mi prese per il braccio, mi girai e mi
ritrovai faccia a faccia con omone grosso quanto me e mia madre messe
insieme che mi stava osservando e si stava, probabilmente, chiedendo se
avesse sbagliato o no persona.
-Ti
conviene lasciarmi subito il braccio o inizierò ad urlare e
ti
spaccherò i...- Neanche questa volta riuscii a finire la
frase, perchè
comparve una Denise sorridente con le braccia aperte, pronte ad
abbracciarmi. Ok, il piano era finito e probabilmente, ora, sarei
dovuta essere carina, almeno con lei e il marito, gli altri potevano andarsi a far
fottere.
-Kate,
cara ma quanto sei cresciuta in questi anni! Sei diventata bellissima,
proprio come tua madre alla tua età!-
L'emozione
di Denise si poteva intravedere da diverse cose, le mani era sudate,
gli occhi lucidi e tremava. Dall'ultima volta che l'avevo vista,
cioè
cinque anni fa, non era cambiata quasi nulla, la stessa eleganza e lo
stesso portamento, lo stesso modo di fare complimenti, che non
percepivo come tali, gli stessi capelli e le rughe non si intravedevano.
-Denise
ehm..ciao, come stai?- Non seppi che dire, ero stata scoperta mente
stavo per attuare il mio piano di fuga, ok, avevo appena fatto la mia
prima figura del bip. Sono
appena arrivata e già sta andando male. Pensai
mentre salutai con un cenno Paul.
-Tesoro
tutto bene, e te? come stanno i tuoi? vieni dai, ora andiamo a casa, ci
stanno aspettando a casa.-
Per
un momento pensai Chi
prego?
Poi mi ricordai dell'esistenza di uno dei motivi e delle cause
principali della mia fuga non riuscita. Denise aveva quattro figli.
Quattro figli maschi, tre dei quali avevano all'incirca due milioni di
fan in tutto il Mondo. La cosa avrebbe causato problemi, molti problemi.
Questa
storia è nata ieri sera, ieri notte, mentre provavo a
dormire, pensavo
ai Jonas e, non so come, mi è venuto in mente di scrivere
questa storia.
Probabilmente
penserete che sarà una delle solite storie "lei odia i
jonas, va a
vivere da loro e cambia idea" e invece no! O almeno, non è
quello che
voglio fare, spero, e dico spero, che la mia mente mi illumini e mi
faccia fare qualcosa di diverso da ciò che avete
già letto diverse
volte.
Detto questo, vi ringrazio per la lettura e spero in tante
recensioni, soprattutto, mi servono risposte alla domanda "Vale la pena
continuare?" Fatemi sapere! Grazie (:
Martina.
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