- Weeping Clouds, 9:37 Dopo aver camminato per cinque minuti in quella foresta, trovai la casetta di legno... lì mi aspettava. Vi entrai come se fosse casa mia quando qualcuno bloccò la mia azione, colei che sarebbe stata la mia futura partner nella missione. - A quanto pare, Sig. Daniel Rice, nessuno le ha insegnato che prima di entrare da qualsiasi parte, deve bussare... -. Ero un soldato, cazzo. Irrompere nelle stanze senza permesso era all'ordine del giorno e nessuno se ne sarebbe lamentato. - Immagino che se avessi fatto come avesse detto, a quest'ora non sarei qui, sa, la Morte è sempre in orario! -. Lei sospirò e cominciò a spiegarmi il motivo del mio richiamo. - Bene, possiamo cominciare. Io sono Amy Summer, abito da queste parti da due mesi per pattugliare la zona. Recentemente ho trovato corpi esanimi di animali, analizzando i morsi e la dentatura trovata, posso confermare con certezza che si tratti di segni umani INFETTI -. Sottolineò l'ultima parola, io sussultai e le chiesi cosa volesse dire. - Inoltre, ho scoperto che attraverso questa procedura, potevano iniettare nel corpo degli altri un virus molto potente, qualcosa di veramente fantastico... negativamente. Sono in contatto con una mia vecchia amica, Claire Redfield, svolge una missione a Raccoon City e sembra che anche lei ne abbia affrontati. La nostra missione, comunque, non è ucciderli, ma consegnare questi dati al Prof. Brown che si trova dall'altra parte della foresta, ci arriveremo con un elicottero... per raggiungere il mezzo, dovremo camminare per un'ora. Non ci perderemo perchè hanno piantato nel terreno dei cartelli, ci guideranno loro. Tutto chiaro? -. Mi sembrava fattibile, anche se ero triste all'idea che non avremmo spaccato teste a nessuno. Il temporale e la pioggia continuavano imperterriti, i miei pensieri furono interrotti da un rumore di vetri infranti e un tonfo. Sembravano provenire dalla stanza accanto, pensavo fosse stata la mia immaginazione, ma vedevo che Amy si stava dirigendo al piano superiore con estrema calma e io le tenni dietro. Lei sussurò qualcosa come "le armi sono di sopra" e capii subito a cosa voleva fare, infatti con estrema delicatezza aprii la porta della sua stanza, prendemmo velocemente le armi caricate e scendemmo più veloci della luce. Eravamo già pronti sulla porta, contai fino a tre ed entrammo insieme sbattendo la porta violentemente. Qualcosa o qualcuno si accasciò su di me tentando di mordermi, fortunatamente la mia partner sparò subito al nemico e dopo circa quattro colpi cadde a terra. - Che diavolo è quel robo?-. Chiesi riprendendomi dallo spavento. - Uno zombie... a prima vista, tutto sembra confermare la mia teoria sui morsi, questo morto-vivente ha ucciso gli animali e si aggirava sempre intorno a questa casa, non si era mai permesso di entrare...-. Spiegò lei esaminandolo da vicino mentre puntavo verso il corpo di lui. - Spero che in giro non ce ne siano altri o la nostra missione si allungherà più del previsto-. Sospirai io. - Non so per certo se questo fosse l'unico "esemplare", è sempre meglio guardarci le spalle a vicenda, soprattutto dopo l'accaduto... sei pronto partner?-. Mi chiese aprendo la porta. - Mai stato così pronto-. Risposi velocemente uscendo dalla casetta. Dovevamo tenere in mano le torce per fare luce in quella tempesta fitta e mai abbassare la guardia, potevano sbucare dappertutto quelle creature e, ritrovarmene un'altra in faccia, non era una bella esperienza. Dopo dieci minuti di camminata, i cartelli erano spariti e dell'elicottero nessuna traccia. Fummo costretti anche ad affrontare altri zombie e ben presto le nostre munizioni si azzerarono. Ci accorgemmo che tra gli arbusti si intravedeva una città, infatti raggiungemmo quel luogo e vedemmo un grande cartello con la scritta "Weeping Clouds- City", pensavamo fosse abitata ma scoprimmo presto che le uniche persone ancora "vive" erano quei maledetti che ci inseguivano dappertutto. Eravamo a secco e l'unica cosa da fare era sicuramente scansarli, buttarli a terra e scappare dentro qualche struttura, chiudemmo la porta alle nostre spalle dopo aver eseguito il procedimento di prima e ci nascondemmo sotto una scrivania. - Dentro la mia borsa c'è una piantina di questo posto, pensavo che i nostri principali l'avessero messa per sbaglio, invece ci hanno incastrato proprio per farci fare il lavoro sporco...-. Commentò furibonda lei, controllando nella borsetta. Tirò fuori una cartina e l'unica via per scappare da lì era attraversare un centro commerciale, un museo, un cimitero e delle ville chiuse in un recinto, erano cinque i luoghi che ci avrebbero portato a destinazione... e il quinto? Eravamo già lì! |