Era una tranquilla giornata di sole in una foresta molto silenziosa.
Gli uccellini cinguettavano e tutto era tranquillità e
silenzio, fino a quando una voce abbastanza acuta, quasi isterica non
ruppe quell'idilio.
La voce imprecava in modo particolarmente rumoroso e poco fine contro
un ragazzino.
Hidan stava per essere sconfitto, ma la sua intera mente non poteva
concepire l'idea della sconfitta e della morte, perchè Hidan
sapeva di non essere realmente mortale.
Lui era frutto di un macabro scambio di sangue tra Jashin-Sama e il
sacrifizio di vittime umane, fino al momento in cui avrebbe sacrificato
vittime al suo Dio, egli gli avrebbe concesso la vita eterna, ma nel
momento in cui le vittime sacrificali sarebbero venute a mancare per
forza di cose, allora sarebbe venuto a mancare la condizione del patto.
L'ultima cosa che vide furono un paio di occhi annoiati, che lo
fissavano dall'alto in basso, una sigaretta, anzi l'ultima cosa che
vide fu proprio quel lumicino, poi vi fu solo l'oscurità.
Un'oscurità pregnante di male, di desolazione e di
tristezza, ma Hidan sapeva, sapeva che Kakuzu lo avrebbe presto tirato
fuori da lì.
Perchè lo sapeva?
Perchè Kakuzu era potentissimo, non poteva essere sconfitto,
non doveva essere sconfitto, lui era da sempre il suo compagno di team,
da quando era entrato nell'akatsuki, lo aveva sconfitto in battaglia,
lo aveva deriso ed umiliato, ma sapeva che era potente.
Ricordava il momento in cui era entrato nell'Akatsuki, come uno dei
momenti più umilianti della sua intera esistenza.
Erano andati a prenderlo in un piccolo paese, in cui lui stava
diffondendo il verbo di Jashin-Sama, quel bastardo, fanatico e
servitore del Dio Denaro, il fanatico delle esplosioni e quello delle
marionette.
Nell'Akatsuki vi erano diversi fanatici, per questo il suo fanatismo
passava in secondo piano.
Lui era solo un religioso, seguace di Jashin e suo prescelto, ma
nell'associazione vi erano anche molti livelli di fanatismo, vi era
infatti: il fanatico delle esplosioni, quello delle marionette, quello
dell'acqua, delle illusioni, del voler diventare un Dio e padrone del
Mondo, del seguire il Dio del Nuovo Mondo, dell'Acqua e colui che Hidan
sopportava meno di tutti, Kakuzu, che combatteva per il motivo in
assoluto più basso almeno per lui, il Denaro.
Eppure, nonostante l'odio che provava per Kakuzu, Hidan sapeva che il
compagno di team non sarebbe stato sconfitto e che lo sarebbe andato a
prendere.
Passarono i giorni, forse, dentro una buca oscura in cui strillava come
un ossesso per farsi sentire non aveva la cognizione del tempo.
Kakuzu ancora non arrivava, in compenso si sentiva sempre
più pregno di una strana angoscia, quell'ansia era la paura.
Paura di essere di nuovo solo.
Paura di essere abbandonato lì.
Insieme alla paura vi era anche la consapevolezza, perchè
Hidan sapeva in cuor suo che nessuno si sarebbe ricordato di lui, che
lui era morto da tempo o meglio che era destinato a morire, la cosa lo
spaventava.
Non poteva fare sacrifici e sapeva che Kakuzu aveva un motivo serio per
non andare a prenderlo.
Lacrime di sangue uscirono dai suoi occhi d'ametista, mentre fissava il
soffitto della sua prigione di terra.
Aveva perso la cognizione del tempo e non sapeva più nulla,
oramai non gridava più nemmeno.
Aveva perduto la speranza e si limitava a pregare a bassa voce per
Jashin-Sama.
Qualcosa gli diceva che se non avesse pregato per il suo Dio, avrebbe
perduto il lume della ragione, quindi si limitava a pregare
assiduamente, visto che non sentiva la fame e la sete, vegetava in
quello stato, a pezzi dentro ad un buco.
*Cazzo...meno male che sono loro i buoni...lasciare qualcuno a pezzi in
un fottuto buco..ben sapendo che questo qualcuno vivrà.*
Disse solamente in un mezzo bisbiglio, anche se non sapeva
più neppure se lo avesse detto o solo pensato.
Stava impazzendo in quel fottuto buco, ma aveva una certezza: Jashin lo
avrebbe salvato o avrebbe salvato la sua giusta anima, punendo le
persone che gli avevano fatto quello.
"Codino ad Ananas" sarebbe vissuto nella tristezza, perchè
Jashin-Sama non poteva permettere che il giovane vivesse felice.
Ancora ricordava l'arroganza di quello sguardo annoiato, la pretesa di
esser considerato il suo Dio, quando quello che aveva davanti non era
altro che un cumulo di sterco della peggior specie.
Se ripensava a quel momento sentiva accrescere in sè una
tale rabbia, il figlio di Jashin, che non poteva fare a meno di
strillare, spaventando i cervi che sopra di lui brucavano.
Ricordava così bene quello sguardo, quella parlata, quel
finto buonismo, perchè Shikamaru Nara era un finto buonista:
aveva parlato di vendetta, di giustizia, ma si voleva spacciare per un
Dio, quando non era niente, voleva che lui passasse lì i
giorni d'agonia, perchè sarebbe morto Hidan lo sapeva.
Stava lì fermo, visto che non poteva muoversi ad attendere
il giudizio di Jashin-Sama.
Chiuse gli occhi, sapendo e sperando di non riaprirli.
Erano passati ormai molti mesi: la battaglia contro Akatsuki aveva
creato morti e sangue da ambo le parti.
Nel buco un nuovo giorno, un giorno di noia, un giorno di ripetitiva
noia, senza mai nulla da fare, ma era ancora vivo Hidan.
Durante la vita aveva sacrificato talmente tanto che si era guadagnato
una vita lunga, anche se avesse smesso da un giorno all'altro di
compiere rituali e sacrifici.
Apriva e chiudeva gli occhi, impegnato solo a cercare di comprendere
quanto tempo fosse passato, mentre lottava contro i ricordi del suo
passato, quei ricordi dai quali aveva cercato di fuggire.
Nuove lacrime si confondevano sul suo viso e sul terreno, mentre
pensava a tutti quei modi di soffrire.
Sentiva gli insetti muoversi e cercare di farlo a pezzi, ma non se ne
curava, mentre li avvertiva ogni giorno di più vicino al
viso.
L'oscurità ed il timore di essere mangiato da vivo lo
facevano tremare, insieme a quello che i suoi ricordi producevano nella
sua mente.
Gli sembrava di annegare in quel buio, misto tra incoscienza e
coscienza.
A volte, sperava che quello fosse solo un incubo, un orribile sogno dal
quale presto si sarebbe svegliato, avrebbe rivisto gli occhi privi di
sola iride verde smeraldo del compagno ed avrebbe passato un giorno a
lamentarsi perchè stavano camminando, perchè il
compagno aveva bisogno di una nuova taglia per accrescere la sua
ricchezza, ma poi la realtà veniva amara ed oscura come quel
buco.
Non c'era più nulla.
C'era solo buio e la paura della fine.
Hidan era terrorizzato dal pensiero della morte, per quello aveva
accettato di uccidere in cambio della vita, lui non la voleva la morte,
lui non voleva passare oltre la vita, ma ora non poteva farvi nulla.
Un topo si aggirava nel buio e quando se lo vide davanti al viso, Hidan
urlò con tutte le sue forze.
Urlò poichè il trovarsi davanti quei denti
appuntiti, sporchi di sangue probabilmente suo, quel muso e quegli
occhietti perfidi, assetati di sangue, gli aveva fatto sentire un
timore che mai nella vita pensava di provare.
Tremò e pianse Hidan.
Ormai che poteva significare il non aver paura? Il dimostrarsi
coraggiosi? Il non frignare come un patetico perdente?
Era solo, non c'era gente che lo avrebbe preso in giro per un attimo di
debolezza ed il suo casino aveva fatto fuggire il topo, anche se quel
medesimo topo avrebbe ben presto scoperto che lui non poteva muoversi e
quindi lo avrebbe divorato.
*Salvami...Jashin...Sama...*
Sussurrò solamente a fatica, mentre ancora chiudeva gli
occhi.
Fu in quel momento che la luce del tramonto lo accecò.
Hidan aprì gli occhi viola, ma la luce era troppo forte per
i suoi occhi.
Non poteva guardare in faccia chi lo stava salvando, ma era sicuro che
era Jashin-Sama o un suo adepto.
Sentì una mano premere sul suo viso e non vide
più nulla, vide solo il buio.
Che fosse solo un sogno?
No...sentiva ancora la mano premere sui suoi occhi, allora era
semplicemente che qualcuno gli aveva messo davanti la mano.
*Sono qui.*
Disse una voce roca, cavernosa, che Hidan bene conosceva.
*Ka...*
Non finì di parlare, la stanchezza era troppa, la tensione
emotiva era altrettanta.
Cadde solamente nell'incoscienza, mentre sentiva che il suo intero
corpo veniva ricucito insieme.
Sentì mani forti e calde portarlo fuori da quel buco oscuro
e correre via da quella fottuta foresta, correre via da Konoha e da
ciò che aveva rappresentato per loro due.
La fine.
Aprì gli occhi e vide il bianco attorno a sè.
Si volse e vide Kakuzu, ma non era solo...vicino a lui c'era anche
Deidara, Itachi, Kisame, Zetsu, Tobi e Sasori.
Capì in quel momento di trovarsi in un posto nel quale lui
non aveva mai voluto essere.
*I sacrifici....*
Sussurrò solamente, comprendendo che la fine era giunta
anche per lui immortale.
Si volse e si trovò davanti ad un viso emaciato dai lunghi
capelli neri, lo fissò confuso, fino a quando non vide il
Rinnengan.
*Capo?*
Un movimento del capo affermativo...nulla era come se lo immaginava.
Quella morte non era poi tanto brutta.
Hidan ghignò.
Aveva di nuovo tutto un posto dove far sentire il culto di Jashin-Sama,
ma aveva al contempo più libertà,
perchè ora era per davvero immortale.
Solo una cosa non era tanto chiara...perchè aveva visto
scendere a prenderlo proprio il suo odiatissimo compagno di team?
Si volse verso Kakuzu e lo guardò: senza quei segni orrendi
non era male, lo doveva ammettere.
Kakuzu volse verso di lui gli occhi privi di pupilla e gli prese la
mano in una morsa tenace e forte.
Si niente era come si era immaginato.
Note:
Che dire? Io adoro Hidan
e ho voluto provare a cimentarmi con qualcosa su di lui, anche se non
è un granchè. Ho provato ad immaginare come
sarebbe stato il vivere dentro ad un buco e ho pensato che non
dev'essere stato piacevole. Il motivo per cui ho inserito uno scambio
di sangue è presto spiegato: sinceramente io non credo
nell'immortalità di Hidan per un semplice motivo...mi sembra
molto strano che Kakuzu continui a sostenere che
l'immortalità non esiste, pur essendo compagno di un
immortale, quindi ho immaginato che potesse essere molto probabile ci
fosse uno scambio di sangue. Anche alcune che Hidan dice mi fanno
propendere per questa ipotesi. Beh spero vi piaccia.
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