Titolo: Lady Lampadina
Fandom: La
Compagnia dei Celestini
PG: Lucifero, Celeste
Avvertimenti: Fluff (almeno credo XD
anche perché è parecchio melensa u.u)
Conteggio parole: 290
Note (parte I): Doooh,
sto scrivendo troppe cose fluffose xDDD Ma con Lucifero e Celeste credo di potermelo
concedere, dato che sono tenerissimi *w*
La canzone è tratta dal libro di Stefano Benni, il cui
titolo è proprio “Lady Lampadina”: nel libro Lucifero è un fan accanito dei
Mamma Mettimi Giù, la band che canta questa canzone, e il suo cognome è Diotallevi :D
Disclaimer:
Lucifero e Celeste appartengono a quel drittone di Stefano Benni e a coloro che
ne hanno acquistato i diritti per farne un cartone u___ù
Ora vi lascio alla lettura, sperando
in qualche recensione ;)
Bacioni,
Dazed;
Lady Lampadina
Lei mi chiese chi
ero, e com’ero arrivato lì
sorrideva &
aveva morbidi gesti da gatto
mi sfiorò con la
mano e cancellò il dolore…
Aveva
ritrovato per caso quella vecchia cassetta, tra i fumetti e le cartacce dei cioccolatini
al caffè di cui andava ghiotto, e ora se la stava gustando buttato a pancia
insù sul letto, le palpebre chiuse.
Incredibile
come riuscisse ancora a ricordarsi il testo, così, senza nemmeno accorgersene,
cominciò a cantare, mentre l’immagine di due occhi nocciola andava delineandosi
nella sua mente.
Mi disse: scorda
tutto, anche i sogni migliori
Certe
volte si soffermava a pensare a come avrebbe potuto dimenticarsi tutto, la Pallastrada, i gemelli, Memorino, quella canaglia di
Tenaglia, ma quell’incertezza cessava nell’esatto istante in cui incrociava quelle iridi del colore delle castagne
in Autunno.
Assurdo
come un qualcosa di così semplice riuscisse a resettargli il cervello in un battibaleno.
(-Come se ci volesse molto per farlo, eh?- *incursione di Memorino*)
Arricciò
il naso e si ripromise mentalmente di dare all’amico un pugno sulla spalla, non
appena lo avesse visto.
Certe
volte (sempre ndA) detestava dal
profondo del cuore quel sarcasmo pungente di cui Madre Natura aveva dotato il
suo compagno di stanza, specie in situazioni così delicate come quella che
stava vivendo in quel momento.
c’è un motel qua
vicino, tra la città e il deserto
tra una spiaggia
di neon & un mare di luna…
Un
fruscio, uno spostamento d’aria imprevisto che lo fece rabbrividire, e
all’improvviso spalancò gli occhi, ritrovandosi davanti quegli stessi dolci
laghi che aveva appena sognato.
-C-Celeste…-
Le
morbide labbra della ragazza gli tapparono la bocca: per la prima volta, Diotallevi era stato zittito.
-E non tornerai più a casa, ragazzo, mai più.-
mormorò lei, uscendo dalla stanza.
Note (parte II): Chiedo scusa per la mega figuraccia che ho fatto: avevo
pubblicato la bozza di questo racconto, che era sì e no composta da due frasi
della farina del mio sacco >//////<
Spero che possiate perdonarmi l’enorme svista T____T