~L'incubo della notte~
~L'incubo della notte~
«Arthur! Arthur!» La voce
di un bambino riecheggia nei corridoi di quella grande casa. Un piccolo
bambino biondo, che corre da una stanza all'altra alla ricerca del
più grande. Dov'era finito? Eppure l'aveva sentito dire qualcosa
circa due minuti fa! ...Perché non l'aveva ascoltato? Si
sforzò di ricordare ciò che aveva detto. ...Aveva per caso
detto che andava in cucina a preparare qualcosa? Uhm, forse no... Ah,
già! Che andava in salotto a vedersi qualche film di paura, di
non raggiungerlo per nessun motivo al mondo o quella notte avrebbe
avuto gli incubi. Giusto. ...Ma a lui cosa importava? Voleva andare da
Arthur... voleva fargli vedere il disegno che aveva fatto!! Per questo
corse per i corridoi, arrivando alle scale e scendendole velocemente
-rischiando anche d'inciampare-.
«Arthuuuuur! Arth-» Si bloccò quando vide Arthur sul
divano mentre guardava un film horror. Silenziosamente, strisciò
di fianco al divano e si mise seduto a guardare il film. Guardando il
film, sussultò varie volte. Iniziò anche a tremare,
tapparsi gli occhi in certe scene e lanciare urletti. Era lì che
Arthur si accorse della presenza del piccolo che, nonostante Arthur
insisté a dirgli di andare in camera e non guardare il film,
restò lì a guardarlo fino alla fine. Arthur staccò
il film, che prima non era riuscito a fare perché il bambino
s'era appropriato del telecomando e teneva l'Inglese vicino a lui.
«Alfred, non... non avresti dovuto guardarlo! Avrai gli incubi
stanotte... E guarda che ora che è! Fila a letto, o crollerai
dal sonno...» Lo rimproverò, preoccupato. Il bambino
annuì, stropicciandosi stancamente un occhio con la manina.
Trotterellò in camera sua, il disegno ancora in mano che non
aveva mostrato ad Arthur. Appena entrò, si mise a letto, con la
luce spenta. Stava per chiudere gli occhi, quando vide degli occhi
gialli e perforanti da dentro l'armadio. Iniziò a tremare. "Non c'è nessun mostro, no! Nessuno...!" cercò di convincersi. Si addormentò.
Di solito i suoi sogni contenevano arcobaleni, unicorni, fatine. Di
quelle che vede Arthur e che faceva finta di vedere anche lui,
poiché con l'immaginazione riusciva a vederle anche lui. Ma
stanotte no. Era pieno di mostri che lo inseguivano. E lui scappava,
scappava, scappava attraverso una foresta di alberi che si sporgevano
verso di lui, con un'espressione terrificante. I mostri che lo
inseguivano aumentavano velocità e, nonostante lui corresse
più veloce possibile, loro si avvicinavano sempre di più.
Come fare?? Arrivò ad un pozzo. Vide un secchio, così ci
si infilò e andò giù nel pozzo, sperando che i
mostri non potessero inseguirlo. Ma, infondo al pozzo, non c'era
dell'acqua... C'era una strana creatura squamata, di un verde smeraldo
che si scuriva sulle gigantesche ali che possedeva. Gli occhi erano
invece neri come la pece. Un drago.
Appena Alfred lo vide, cercò di risalire in fretta, ma c'era
qualcosa in quella creatura che gli ricordava qualcuno... Sì, ma
chi? Che cosa? Se ne accorse. La pelle squamata era di un verde
smeraldo, sì, come... Come gli occhi di Arthur. Lui l'avrebbe
protetto! Ma dov'era, dov'era?! Scoppiò a piangere. Che l'avesse
abbandonato fra quelle creature immonde??
All'improvviso, si svegliò. E gli occhi gialli nel suo armadio
c'erano ancora. Chiuse gli occhi e li riaprì, sperando che non
ci fossero più. Ma quelli c'erano ancora, e lo scrutavano
attentamente, gli facevano venire i brividi. Per questo, il piccolo
iniziò a piangere e corse nella camera di Arthur.
Arthur sentì dei singhiozzi, insieme a dei passi.
Sospirò, per poi vedersi spalancare la porta e Alfred entrare
piangendo.
«Alfred, che cosa--»
«Un mostro, Arthur, c'è un mostro in camera mia!! Fammi
dormire con te, ti prego! Ho anche avuto un incubo, ero circondato da
mostri, e sono andato in un pozzo e c'era un drago e e...»
Singhiozzò, senza finire. Continuò a piangere. Arthur
accese la luce, tirando un altro sospiro. Si sedette sul letto e
abbracciò la piccola colonia.
«Su, su, calmo Alfred... Era solo un incubo. Non c'è
nessun mostro...» Cercò di calmarlo. Ma quello continuava
a piangere, stringendolo forte e premendo il viso contro il suo petto.
«Per favore, fammi dormire con te, Arthur!» Supplicò,
ancora. Arthur finalmente annuì. Spense la luce e si
sdraiò sul letto, facendo spazio ad Alfred. Lui si
accoccolò al suo fianco, cercando di stargli il più
vicino possibile.
«Grazie, Arthur!» Esclamò, felice. Sorrise, poi si
addormentò. Non fece nessun incubo, stavolta. Forse
perché vicino ad Arthur si sentiva protetto. Già, doveva
essere così.
Arthur si accorse di qualcosa che il piccolo stringeva nella manina. Un
foglio. Era abbastanza stropicciato, doveva averlo tenuto stretto da
parecchio. Lo prese. Accertatosi che il piccolo stesse dormendo, si
alzò ed uscì nel corridoio, accendendo la luce. Un
disegno fatto con i pastelli. Era un disegno -non perfetto, ma non
importava- di lui ed Alfred che si tenevano per mano, sorridendo. E,
scritto in rosso, si leggeva un "Per Arthur!! Ti amo! ♥".
Sorrise, mormorando due parole.
"Anche io."
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AA: Angolo Autrice~
Salve a tutti~ :D
Okay, dico subito una cosa. Non so se quando America era piccolo, la
tivvì c'era già, se in bianco e nero o a colori oppure non esisteva, o se c'erano i film così. Ma non me ne frega un'emerita cippa, 'kay? :°D Senza non so cosa inventarmi. Quindi.
Ah, sì, forse farò la stessa One-Shot version Franada. Forse.
Ora vi lascio :°D Sayounara, minna~!!
AyuChan Uchiha
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